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Lui & Lei

Il terrazzo e la guardona


di Lick_88
20.02.2023    |    134    |    0 8.0
"Poco dopo Sara passò dietro di me e mi diede una pacca sul sedere sussurrandomi: "Siete stati proprio stronzi! Avreste anche potuto chiamarmi..."
Alba Adriatica, luglio 2011.
Era una serata estiva come tante altre, passata con gli amici a bere e a far casino nei vari locali. Dopo diversi bar e cocktails, entrammo in un locale sulla spiaggia prevalentemente frequentato da ragazzi della nostra stessa età, prendemmo posto al tavolo e ordinammo da bere. Tutto stava procedendo come sempre tra chiacchiere, scherzi e risate con gli amici, finché non sentii una voce femminile dirmi nell'orecchio: "Ma sei davvero tu o sei un fantasma?". Mi girai e vidi Sara, una ex compagna di classe del liceo, che sorrideva e salutava. Mi alzai dal divanetto per andare a salutarla, ci abbracciammo e mi disse: " Cavolo ma è una vita che non ti vedo, sei scomparso!". Le spiegai che ormai ero sempre in giro per lavoro e che in quei giorni mi trovavo in zona solo perché ero in ferie. Subito dopo mi presentò la ragazza che era con lei (e che ragazza!), dicendo: " Lei è mia cugina, Sabrina, è ospite a casa mia qui ad Alba per qualche settimana. Anzi, domani sera facciamo una festicciola a casa con qualche amico, perché non vieni? Mi farebbe tanto piacere". Risposi che ci sarei andato sicuramente e, mentre lo dicevo, il mio sguardo e quello di Sabrina non smettevano di cercarsi. Era una ragazza alta quanto me, vestitino corto e sandali con tacco, poche forme ma sembrava avesse un sedere da capogiro. Offrii loro da bere al bancone e rimanemmo a parlare a lungo, avevo diversi anni da raccontare a Sara e ne approfittai anche per approfondire la conoscenza di Sabrina. Tutto questo finché i miei amici, che gironzolavano per il locale, non ci videro e posero fine a quel tranquillo momento di conoscenza, irrompendo tra di noi come cinghiali che entrano in un orto e distruggono tutto. Io li maledissi con tutto me stesso, proprio come un vecchietto maledirebbe i cinghiali che hanno appena devastato il suo raccolto. A quel punto Sara e Sabrina mi salutarono, ricordandomi della festa, e la mia serata proseguì con quei cazzoni dei miei amici. Quella stessa notte mi arrivò un messaggio da parte di Sara: "Hai fatto colpo sulla mia cuginetta... Se domani sera non vieni ci offenderemo entrambe". Figuriamoci, non avevo nessuna intenzione di offenderle.

Dopo una tappa in enoteca per prendere qualche bottiglia da portare alla festa, mi diressi verso casa di Sara.
Una volta entrato, mi resi subito conto di conoscere quasi tutti gli invitati. Meglio così, sarebbero state necessarie meno presentazioni. Ma il mio sguardo cercava solo una persona. Vidi Sabrina seduta su una poltroncina con gonna corta, tacchi e gambe accavallate. Volevo morire. Quando anche il suo sguardo incrociò il mio, il suo viso si illuminò con un enorme sorriso e corse a salutarmi, abbracciandomi. La serata trascorse tra bicchieri di vino, musica, chiacchiere e risate. Mentre ero intento a riempire, per l'ennesima volta, il mio bicchiere, si avvicinò Sabrina con una bottiglia in mano: "Mi aiuti per favore, non riesco ad aprirla...". Effettivamente aveva distrutto quel povero tappo di sughero ma con qualche accortezza riuscii ad aprire la bottiglia e a versare il vino nel suo bicchiere. Senza pensarci troppo, di getto le dissi: "Sei il motivo principale per il quale sono venuto a questa festa". Alzò lo sguardo verso di me, sorrise, fece un sorso di vino e mi disse: "Vieni con me".

La seguii nel corridoio di casa ed entrammo in una camera, chiuse la porta a chiave e disse: "Qui possiamo stare un po' tranquilli". Si accese una sigaretta e me ne offrì una, uscimmo sul terrazzo insieme a fumare. Finalmente era iniziata una leggera brezza proveniente dal mare, si stava davvero bene senza il caldo asfissiante del giorno. Il terrazzo non era comunicante con altre stanze e affacciava sul retro del palazzo, quindi eravamo anche al sicuro dagli sguardi degli altri presenti alla festa. Finita la sigaretta mi avvicinai a lei, Sabrina dolcemente poggiò le sue mani sul mio petto e i suoi fianchi contro i miei, le nostre labbra si avvicinarono pian piano e iniziammo a baciarci. La sua bocca era morbida, umida e calda, dai primi dolci baci passammo a baci più passionali. Man mano che ci baciavamo, fu un crescendo di eccitazione tra noi, iniziammo ad accarezzarci, a toccarci e a stringerci sempre di più. Iniziai ad accarezzarla nell'interno coscia e poi pian piano tra le gambe, dove già aveva le mutandine bagnate. Lei iniziò ad accarezzarmi il cazzo, che sotto i leggeri pantaloni di lino si manifestava in tutta la sua virilità. La feci poggiare contro la ringhiera, le sfilai il perizoma e lei allargò le gambe in segno di invito. Raccolsi quell'invito buttandomi con la bocca sul suo clitoride e sulle sue labbra, aveva un sapore buonissimo. Stavo impazzendo di voglia e, a giudicare dei suoi gemiti, stava impazzendo anche lei. Ebbe un orgasmo e si lasciò scappare qualche gemito. In quel momento spinse la mia faccia contro di lei e io continuai a leccare ancora per aumentare il piacere di quell'orgasmo. Appena si fu calmata da tutto il suo tremore, prendendomi il viso mi fece alzare in piedi e si mise in ginocchio. Iniziò a mordere il mio cazzo senza togliere i pantaloni di lino, che essendo molto leggeri seguivano perfettamente la sua linea. Poi abbassò i pantaloni e lo prese in bocca. Davvero uno spettacolo, ci sapeva proprio fare. Lavorò di mano e di bocca, ora leccando e succhiando la cappella, ora concentrandosi sulle palle. Dopo un po' la fermai, la feci alzare e la girai di spalle, facendola poggiare nuovamente contro la ringhiera. Fu in quel momento che ci accorgemmo di una signora che, dal palazzo di fronte, era alla finestra e ci guardava toccandosi. Non si curò del fatto che l'avessimo scoperta, continuò semplicemente a masturbarsi e a guardarci. Io e Sabrina ci guardammo sorridendo, ci baciammo di nuovo e poi, baciandole il collo e dietro l'orecchio, le entrai dentro, prendendola da dietro. La vista di quella signora che continuava a eccitarsi guardandoci, ci fece eccitare ancora di più. Sabrina si lasciò scappare qualche urlo di piacere e io, per evitare che la platea del vicinato si allargasse, le misi una mano sulla bocca. Ma lei aprì le sue labbra e iniziò a succhiare e leccare eccitatissima le mie dita. Seguì un suo orgasmo e poi il mio direttamente tra la sua schiena nuda e il suo sedere. Non contenta, prese di nuovo il mio cazzo in bocca e lo ripulì tutto giocandoci un altro po'. Ci girammo a guardare la nostra spettatrice. Aveva finito di toccarsi in basso e, guardandoci, ci mandò un bacio che io e Sabrina ricambiammo all'unisono. Chiuse la finestra e non la rivedemmo più. Guardammo gli altri balconi e le altre finestre, sembrava che nessun altro ci avesse visto. Scoppiammo a ridere, ci baciammo ancora e rientrammo in camera.

Una volta ricomposti, tornammo dagli altri invitati come se nulla fosse. Io ripresi a bere e a scherzare con tutti. Vidi invece Sabrina, in disparte, che parlava di nascosto con Sara, ridevano e si abbracciavano. Poco dopo Sara passò dietro di me e mi diede una pacca sul sedere sussurrandomi: "Siete stati proprio stronzi! Avreste anche potuto chiamarmi..."
Mi girai verso di lei e le dissi all'orecchio: "Guarda che non sono ancora così stanco...".
Ma questa è un'altra storia.
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