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Il triangolo di Gallipoli

29.12.2023 |
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"Sempre spingendole per la nuca le feci abbassare e, mentre continuavano a baciarsi, iniziarono a leccare e succhiare il mio cazzo tra le loro bocche..."
Gallipoli, estate 2013.La mitica Lancia Ypsilon viaggiava sofferente sull'autostrada, appesantita da cinque passeggeri e dai loro bagagli. Il caldo era torrido, l'asfalto rovente e la strada ancora lunga. Decidemmo di fermarci alla stazione di servizio per un caffè. Scendemmo tutti dall'auto: Luigi e Alessio corsero in bagno, Lucrezia e Marta indugiarono un po' vicino l'auto per prendere qualcosa dal bagagliaio e io ne approfittai per chiamare il proprietario dell'appartamento che avevamo affittato, per comunicare l'orario di arrivo. Mentre parlavo al telefono ad una decina di metri dall'auto, il mio sguardo cadde sulle ragazze, entrambe piegate nel cofano dell'auto per cercare chissà cosa nei loro bagagli. Indossavano vestitini estivi cortissimi che, piegandosi in avanti, lasciavano intravedere la parte iniziale dei loro culetti. Lucrezia era nostra amica di vecchia data, mentre Marta era una sua amica di università, che si era aggregata a noi per questa vacanza. Continuai a parlare al telefono e indugiai nel guardare quei due sederi meravigliosi, quando Marta si girò e mi vide. Volontariamente non discostai lo sguardo e sorrisi. Continuò a fissarmi, sorrise anche lei e agitò il culetto per stuzzicare. Poi disse a Lucrezia che stavo guardando i loro culi. A questo punto anche lei si girò e mi guardò sorridendo, alzò il vestitino per farmi vedere tutto il sedere e si morse le labbra. Spettacolo! Pensai che quella vacanza promettesse davvero bene. Lucrezia si abbassò il vestitino e si mise a ridere con Marta.
Chiusi la telefonata e andai a prendere un caffè all'interno della stazione di servizio. Le ragazze mi raggiunsero, offrii loro il caffè e Lucrezia mi chiese maliziosamente se mi fosse piaciuto lo spettacolo. Risposi in modo affermativo, aggiungendo che ci avrei giocato volentieri quel culetto se me ne avesse dato l'opportunità. A quel punto Marta esclamò che non potevamo tenerla fuori dai giochi, fingendo di essere offesa, e le risposi, con un sorriso un po' sornione, di non aver visto il suo culetto abbastanza bene da poter giudicare. Si mise a ridere e, con sguardo malizioso, mi disse di guardarla dallo specchietto retrovisore durante il viaggio, perché aveva in serbo una sorpresa per me. Ripartimmo. Luigi e Alessio fecero quello che avevano fatto fino a quel momento del viaggio: dormire in macchina. Io guidavo e cercavo continuamente lo sguardo di Marta dallo specchietto retrovisore, ero curioso di sapere cosa avesse in mente. All'improvviso Marta incrociò il mio sguardo nello specchietto, si girò e fece finta di cercare qualcosa nel portabagagli direttamente dai sedili posteriori, quindi si mise con il culetto all'insù e spostò il vestito. Il paradiso si aprì ai miei occhi. Indossava un perizoma quasi invisibile, vedevo il buchetto del suo culo coperto a malapena dal filo del perizoma. Scostò con un dito l’intimo e mise in mostra la sua glabra figa e un buco di culo strettissimo, Lucrezia le accarezzò il sedere, per poi sfiorarle la figa. Si guardarono negli occhi e si baciarono. Poi guardarono me e sorrisero. Ammetto che ebbi difficoltà nel mantenermi concentrato alla guida, senza rendermene conto avevo ridotto la velocità a 80 km/h. Marta si rimise a sedere e mi fece l'occhiolino dallo specchietto retrovisore. Impazzivo! Avevo già un cazzo di marmo.
Raggiungemmo l’appartamento in affitto, avevo ancora in mente l’immagine del culo e della figa di Marta. Parlai con il proprietario dell’appartamento, mi spiegò alcune cose della casa, pagai e finalmente andai a sistemarmi nella mia camera. Con la coda dell’occhio vidi Marta in corridoio indugiare davanti la porta della mia stanza, per poi dirigersi verso il bagno. Mi chiesi se fosse un invito, aspettai qualche secondo e decisi di seguirla. Bussai alla porta, Marta aprì e guardandomi si morse le labbra, mi fece entrare camminando all’indietro senza mai togliere lo sguardo dai miei occhi. Si mise spalle al muro, continuava a guardarmi con uno sguardo davvero sexy e voglioso. Ci baciammo. Un bacio passionale, come due persone che si desiderano da troppo tempo. Le baciai il collo, le morsi l’orecchio, sentii il suo respiro farsi sempre più veloce e profondo. Feci scivolare le spalline del vestito sulle spalle, finché questo non cadde a terra. Le slacciai il reggiseno e iniziai ad accarezzare il suo seno, insistendo delicatamente sui capezzoli. Poi iniziai a stringerli e pizzicarli un po’, arrivando a stringere infine tutto il suo seno tra le mani. Scesi con la mia bocca sui suoi capezzoli e con la lingua iniziai a leccarli delicatamente, poi a succhiarli e morderli dolcemente. Le alzai una gamba, scesi giù, scostai il suo perizoma e inizia a leccare la sua fighetta già zuppa. Marta si agitava, gemeva sommessamente, muoveva il suo bacino agitando il suo clitoride sulla mia bocca, stringeva le natiche. Mise una mano sulla mia testa e premette ancora di più la mia bocca sulla sua figa. Le tremarono le gambe, ebbe un orgasmo. Sentii il forte sapore della vera passione, un sapore buonissimo che riempì la mia bocca. Risalii sul suo corpo e la baciai con veemenza, lei stessa apprezzò il suo sapore, tanto da non voler smettere di baciarmi.
Ci staccammo e, per evitare sorprese, chiuse a chiave la porta del bagno. Nella foga avevamo dimenticato di farlo. Si avvicinò di nuovo a me, mi fece poggiare sul lavandino e si abbasso. Aprì la cerniera dei pantaloncini e li lasciò cadere a terra, poi fece lo stesso con gli slip. Iniziò ad accarezzare dolcemente il mio cazzo, dalla punta alla base e viceversa, accarezzò le palle fin dietro al buco del mio culo e iniziò a leccare, ad assaporare, per poi prenderlo in bocca e succhiare, dapprima piano, poi con maggiore veemenza. Mentre succhiava, giocava con le mie palle, con il buco del mio culo. Cercava di prenderlo tutto, fino in gola, per poi tornare indietro e leccare la cappella gonfissima. Le presi i capelli stringendoli in una coda e iniziai a dettarle il tempo, prima solo con il movimento del mio braccio, poi accompagnandolo anche con il movimento del bacino. Man mano acceleravo i movimenti e mi scopavo la sua bocca fino alla gola, la saliva le colava ovunque. Lasciandole la facoltà di dettare il ritmo, mollai la presa sui suoi capelli e le sussurrai ansimando che non avrei retto ancora per molto. Aumentò il ritmo fino a farmi esplodere nella sua bocca. Continuò a succhiarlo ancora per un po’, assaporando con gusto il mio nettare e ingoiando tutto. Infine diede un tenero bacio sul mio cazzo e si rialzò. Mi baciò nuovamente in bocca ricambiando il bacio pieno del suo sapore che ci eravamo dati prima, stavolta mi fece sentire il mio gusto e non mi dispiacque affatto. Si rimise il vestitino senza reggiseno e uscì dal bagno leccandosi le labbra.
La prima sera a Gallipoli decidemmo di andare in un locale a ballare. Luigi e Alessio li perdemmo non appena entrati, partiti come lupi alla ricerca di facili prede. Lucrezia e Marta passarono tutta la serata con me, ballando e strusciando a turno i loro culi sul mio cazzo. Le nostre lingue si incontrarono più volte, calde, umide e vogliose. In alcune occasioni si incontrarono tutte e tre contemporaneamente, in un vortice di emozioni e sapori. Ci accarezzammo e palpammo ovunque, nascosti dalla calca nessuno badò a noi. Le loro fighette erano zuppe già a metà serata e io, da nobile cavaliere, le intrattenni per tutto il tempo con un cazzo durissimo che più volte strinsero nelle loro mani.
Tornati a casa, ci dirigemmo ognuno nelle proprie camere e io mi feci una doccia per darmi una rinfrescata. Ad un certo punto arrivò un messaggio da Lucrezia che mi invitava a raggiungerle in camera. Indossai solo i pantaloncini, rigorosamente senza mutande. Attento a non farmi beccare da Luigi e Alessio, entrai in camera e le vidi vestite solo di intimo, erano uno spettacolo della natura, bellissime. Marta chiuse la porta a chiave e iniziò immediatamente a baciarmi, anche Lucrezia si avvicinò e ci baciammo. Le nostre lingue si incrociarono senza distinzione, anche tra di loro si lasciarono andare, ora che eravamo al sicuro da sguardi indiscreti. Con le mani presi le loro nuche e le spinsi una contro l’altra, non si fecero pregare lanciandosi in un bacio affamato, mentre con le mani entrambe accarezzavano il mio cazzo, che si mostrava sotto i pantaloncini duro come una pietra. Sempre spingendole per la nuca le feci abbassare e, mentre continuavano a baciarsi, iniziarono a leccare e succhiare il mio cazzo tra le loro bocche. Presi Marta da sotto il mento e la feci alzare, le tolsi il perizoma e le accarezzai la figa, già bagnatissima. Prima solo il clitoride, poi entrai con due dita dentro di lei. Sembrò cedere con le gambe mentre ansimava e mi baciava. Mi portarono sul letto e mi fecero sdraiare, si scambiarono nel succhiarmi il cazzo e Lucrezia si posizionò a gambe aperte sulla mia faccia. Leccai tutto, figa e culo, alternando la mia lingua sul clitoride e dentro di lei, poi le infilai un dito nel culo strettissimo continuando a leccarla, finché non ebbe un orgasmo. Avevo la bocca piena del suo sapore, presi Marta e la baciai per farle sentire il sapore di Lucrezia. Poi la misi a pecorina e iniziai a martellare per bene. Lucrezia, non sazia, si mise di fianco a lei offrendomi il culo e baciandosi con lei. Mentre sbattevo Marta, iniziai a preparare Lucrezia. Mi bagnai le dita con la saliva e iniziai a penetrarle il culo. Prima una, poi due, piano piano allargavo le dita per dilatare quel buchetto strettissimo e caldo. Mi staccai da Marta e lo infilai piano nel culo di Lucrezia. Come era stretto... Prima solo la punta, piano piano avanti e indietro, poi sempre più infondo, sempre più avanti, finché non sentii il caldo della sua figa bagnata sulle mie palle e il suo culo che cedeva alla mia presenza. Marta, che si era goduta la scena guardando tutto da molto vicino, si posizionò, eccitatissima, a gambe aperte davanti a Lucrezia, che si buttò a capofitto con la sua lingua sulla sua figa. Marta esplose in un copioso orgasmo, mentre Lucrezia si godeva il mio cazzo nel culo e si masturbava il clitoride. Venne una seconda volta. Ansimando le avvertii che stavo per venire e si misero entrambe a succhiarmi il cazzo. La scena di loro due che succhiavano e leccavano ovunque quel bastone gonfissimo, mi fece andare fuori di testa definitivamente e mi lasciai andare con il mio orgasmo. Entrambe si contesero ogni sua goccia. Soddisfatte si baciarono e si distesero ai miei lati. La mattina seguente ci ritrovammo così, nudi e abbracciati e il mio cazzo di nuovo in tiro. La vacanza era appena iniziata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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