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Lui & Lei

il suo rito mattutino violato


di Membro VIP di Annunci69.it GINAeJOHNNY
23.10.2018    |    9.106    |    10 9.7
"Arrivò in cucina e con gesti rapidi si preparò una bella spremuta di arancia fresca, la versò nel bicchiere e si accostò alla finestra, pensò alla fortuna di..."
Da quando si era trasferito nella nuova casa c’era una cosa a cui ogni mattina non riusciva a rinunciare, si alzò dal letto con la sua maglietta bianca con l’unico pensiero di andare in cucina a prepararsi la spremuta e assistere al miglior spettacolo di buongiorno degli ultimi anni, si buttò addosso una vestaglia di seta leggera morbida sulla pelle e si incamminò a passo svelto mentre il sottile strato di stoffa sfiorava leggero la cappella, gonfia dell’erezione mattutina, cosa che gli procurò un brivido per tutto il corpo.
Arrivò in cucina e con gesti rapidi si preparò una bella spremuta di arancia fresca, la versò nel bicchiere e si accostò alla finestra, pensò alla fortuna di aver scelto quelle tende, un po’ anonime ma utili come non mai per il suo nuovo gioco preferito. Regolò al millimetro la tenda a veneziana da interni in modo tale da vedere da seduto la finestra dell’appartamento di fronte a lui, aveva controllato dal balcone che in quel modo con la luce spenta in cucina da fuori non si notava la sua presenza, e si sedette al tavolo. Prese il bicchiere e se lo portò alle labbra sorseggiando il fresco succo dolce dell’arancia che andò a placare l’arsura della gola. Sfiorò piano la vestaglia e la spostò, il pene era gonfio e viola e nella sua testa già assaporava quello che stava per accadere, passò sulla cappella la mano, un tocco morbido per placare la sua voglia di essere toccata ma non voleva sciuparsi il momento, quando ecco che la finestra di fronte si illuminò, stava iniziando lo spettacolo.
La prima volta si era sentito un po’ in colpa quando la vide entrare nella stanza illuminata le cui tende male lasciavano intravedere il bagno dell’appartamento di fronte.
Era una ragazza sulla trentina dai lineamenti morbidi, quella volta entrò nella stanza con una maglietta aderente e un paio di pantaloncini era di corsa, si spogliò velocemente ed entrò nella doccia, uscì in accappatoio, altrettanto velocemente si rivestì e sparì dalla sua vista. Alcune mattine era così veloce, rapida e lasciava insoddisfatto il suo bisogno di languore.
Chissà se quella mattina invece sarebbe stata morbida e sinuosa come accadeva spesso quando non era di corsa, la vide, forse non era in ritardo infatti dopo essersi tolta la maglietta e i pantaloncini, ancora in mutande si girò probabilmente verso uno specchio, e iniziò lentamente a studiarsi, ad ammirarsi, con la mano leggera iniziò a tirarsi sù i capelli, la guardava era sinuosa e muoveva i fianchi come cercando una posa, poi un centimetro dietro l’altro con la punta delle dita iniziò a sfiorarsi il collo e a scendere fino a raggiungere i capezzoli.
Lei non aveva fretta, stava iniziando quell’atto così privato che lui ogni mattina violava, e no, neanche lui aveva fretta e anche quella mattina l’avrebbe guardata immaginando le proprie dita fare lo stesso percorso, passare le sue labbra su quei capezzoli turgidi, mentre il pene che adesso gli stava pulsando l’avrebbe sfiorata fino a farla impazzire. Intanto lei si era bagnata le dita e buttando la testa indietro con la bocca aperta, sicuramente stava già ansimando, inizio a stimolare i capezzoli con i polpastrelli umidi, il corpo si muoveva e fremeva, era evidente che le piaceva prendersi il suo tempo e assaporare il piacere stesso di stimolarsi mentre si guardava.
Poi come se stesse facendo uno spogliarello, muovendo i fianchi al ritmo dell’eccitazione scese e si tolse le mutande, si rialzò e sempre guardandosi allo specchio fece scendere con movimenti calmi e rotatori la mano sempre più giù, passò la mano sulla fica e un fremito scosse il suo corpo. Lui si bagnò la mano e con altrettanta calma iniziò a toccarsi. Quanto avrebbe voluto essere lì, lei che metteva la mano sul clitoride e iniziava a strusciarsi muovendo i fianchi, ogni tanto si fermava e leccava il suo piacere, questa cosa lo faceva impazzire, quella ragazza faceva l’amore con sé stessa, e lui voleva entrare in questo rapporto con tutta la sua forza, accontentando quella che sicuramente era una voglia che anche lei aveva, quella di essere penetrata, guardarla così però era di un’eccitazione mai provata. Ecco che adesso lei si leccava e bagnava l’altra mano e mentre con una iniziava a stimolare sempre più forte il clitoride con l’altra iniziava a stimolarsi l’ano, e quando lo faceva si girava e piegava offrendo a lui la visuale di quell’ano violato delicatamente da quelle dita così piccole, e piano piano nella sua testa quelle dita erano diventate il suo pene dalla cappella immensa che chissà se sarebbe passato da quel buco piccolo, voleva provare, scoppiava di desiderio, voleva possederla nella bocca che morbida si apriva e gemeva, nella fica affondando colpi uno sull’altro e visto che le piaceva anche nel buco più proibito, nel culo un colpo dietro l’altro. Si stava ancora toccando si muoveva e ansimava sempre di più, stava per venire ormai conosceva quel ritmo sempre più deciso dei suoi fianchi, e anche lui sarebbe esploso con lei.
Accadde tutto in un attimo, con un rumore improvviso, la tenda dell’ikea lo tradì e mentre il suo sperma stava uscendo e lei probabilmente urlando, cadde. Rumore assordante, lei si girò ancora con il viso sconvolto dalla potenza dell’orgasmo e lo vide. La faccia un misto tra vergogna, spavento e rabbia. Sparì dietro la porta.
Fine dei giochi, per un attimo rimase così nudo davanti alla finestra, poi vergognandosi come un ladrò chiuse il rotolante della cucina, non lo avrebbe mai più aperto e probabilmente la cosa migliore era cambiare casa subito, non poteva più stare là, sperando che lei non lo denunciasse, oddio, cosa sarebbe successo? Non poteva pensarci. Attese di vederla uscire di casa, pensando il da farsi, un misto di terrore e angoscia lo attanagliava. Ok per prima cosa doveva aspettare che lei se ne andasse a lavoro così sarebbe potuto uscire di casa senza incrociarla, la sera lui tornava sempre tardi e non si erano mai incrociati. Comprare delle tende super coprenti nuove per la cucina e mantenere gli stessi orari finché non avrebbe trovato un altro appartamento, dall’altra parte del mondo. Sparire, sì era l’unica cosa accettabile da fare. Mentre pensava a tutto questo si era ripulito e vestito, dovrebbe essere già andata, si affacciò sì l’auto non c’era più.
Tornò a casa alle 23 quella sera, con le tende nuove e un angoscia mai provata prima. Non era mai stato il tipo di uomo da importunare una donna e quello che era un gioco passionale nato per caso adesso poteva diventare un problema. Sperava proprio che lei ci passasse sopra ma era convinto che la cosa avrebbe avuto delle conseguenze, aprì la cassetta della posta ed eccola là una bella lettera dalla busta bianca, eccoci. Salì le scale valutando se aprirla o meno, la vergogna e il senso di colpa lo stavano logorando. Poche semplici parole: Ti ho visto. Non credo tu sia un maniaco ma quello che hai fatto è terribile.
Pochi secondi dopo suonò il campanello, roteò gli occhi e in preda all’agitazione stava in piedi pensando a cosa fare. Aprire? e a che pro? come poteva giustificarsi? e se fosse venuta con qualcuno per pestarlo? beh non avrebbe avuto torto. Di nuovo il campanello, più forte con urgenza. Andò ad aprire la porta a passo funebre.
[Continua...]
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