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Il mare calmo della sera. 2 - Epilogo


di Membro VIP di Annunci69.it Sophos
19.05.2025    |    83    |    0 8.0
"Mi piego sulla sua schiena, la carezzo con mani gentili e la bacio sulle tempie, sussurrandole “Buon compleanno Mia splendida creatura, auguri!”..."
Scuoto una piccola campanella in rame.
Dopo qualche secondo, alle mie spalle, e quindi immediatamente visibile a lei, arriva un giovane ed aitante 25enne color ebano, celato in viso da un lucente cappuccio in latex che lascia liberi solo gli occhi e, a coprire il corpo, null'altro; uno splendido Adone, nulla a che invidiare alle opere di un artista della Grecia antica.
Il ragazzo, che ha una dotazione di tutto rispetto sia in lunghezza che in circonferenza, si posiziona accanto a lei.
“Questa è la tua prima portata. Delizia il gusto, l'olfatto e il tatto”.
La sua mano si avvicina al cazzo, ancora non in piena erezione, e lo afferra alla base stringendolo. Lo solleva all'altezza del suo naso e, con movimenti carezzevoli delle labbra sul glande, respira l'odore pungente del precum che inizia a lucidarne la punta.
“Prendilo mia cagna, è tutto tuo”.
Le labbra si aprono, la lingua fuoriesce colma di saliva e il cazzo scompare lentamente dentro la sua bocca fino alla mano che lo stringe alla base.
Con un movimento ritmico, quasi fosse un gesto di magia, fa apparire e sparire il cazzo del ragazzo alla mia vista; un ritmo che aumenta in velocità ed intensità ogni secondo trascorso. Lo fagocita e lo sputa con rumorosa veemenza, generando copiosi rivoli bianchi ai lati della sua bocca affamata.
“Nessun limite mia cagna, nessuna remora. Solo piena soddisfazione dei tuoi sensi. Stacca la mano dal cazzo e ingoialo fino alle palle”.
Con gesto fulmineo afferra i glutei del ragazzo e, tirandolo a sé con veemenza, si sfonda la gola con quel cazzone ormai in pieno tiro. Il ritmo del deep throat aumenta, i rantoli di quasi soffocamento si susseguono senza sosta, ma la cagna non demorde; i rivoli di saliva si trasformano in cascate copiose e dense, ma imperterrita continua cercando di non soffocare. Le sue narici completamente dilatate le regalano quel respiro necessario.
Il ragazzo color ebano, dopo interminabili minuti di questo piacevole supplizio, cede le armi e rilascia, con sonori vocalizzi tipici di un toro infoiato, schizzi di bianca e densa sborra direttamente nella gola della cagna. Lei ingoia tutto, contraendo a dovere i muscoli della deglutizione fino a quel momento tenuti volutamente dilatati, sentendosi percorsa da un lento calore che piano piano le arriva allo stomaco, riempiendolo con sua grande soddisfazione.
Ad un mio cenno il ragazzo si conceda, allontanandosi da lei ancora ansimante, affaticata e grondante di fluidi dalla bocca.
Mi avvicino, le porgo il tovagliolo di cotone ricamato che utilizza con grande grazia per ripulire al meglio tutto ciò che ancora le cola dalle labbra lungo il mento e giù fino al collo.
La mia mano si appoggia sulla sua coscia, godendo della corona di pizzo che la cinge. Ha le gambe serrate, fortemente contratte in una ferrea lotta contro l'imbarazzo e l'umiliazione. Mi osserva dritto negli occhi e lentamente le apre dando alla mano la possibilità di esplorarla. È fradicia di umori, il cuscino zuppo dei suoi orgasmi, le grandi labbra gonfie e pulsanti, la clitoride turgida all'inverosimile. Ogni passaggio della mano le genera contrazioni così intense da sentirne il vibrare, come scossa tellurica in atto. Indice e medio, ben serrati tra di loro e leggermente piegati, la penetrano fino in fondo; iniziano un dentro e fuori repentino, aumentando il ritmo ogni secondo che trascorrono all'interno. I suoi occhi nei miei, le sue mani a stringere il mio braccio, le unghie a voler strappare il tessuto della giacca, il suo respiro affannoso, i suoi gemiti più intensi, la sua fica dilatata e caldissima, il suo bacino che accompagna il mio movimento. La sento, percepisco il suo desiderio di esplodere, di gridare al mare placido della sera tutto il piacere che ha in corpo: “Godo, Monsieur. Godoo. Godooo, siii. La Sua cagna finalmente godeeee!”.
Tiro fuori le dita, picchietto a mano aperta la sua fica dilatata. Un primo fiotto prorompente. Un secondo, caldo e denso. Un terzo, frutto di una contrazione estrema.
Ansima, respirando a fatica, trema come se fosse stata percossa da una verga guidata da una mano decisa, il suo ventre è dolorante a causa dell'intenso lavoro del diaframma.
Il profumo del suo essere femmina si impadronisce dell'aria che respiriamo, il suo viso abbandonato sul mio braccio ancora costretto nelle sue mani, gli occhi chiusi da palpebre tremanti, le narici a raccogliere più ossigeno possibile.
Accarezzo le sue gambe che tornano pian piano a serrarsi l'un l'altra. Accarezzo, con le dita che si perdono tra i morbidi capelli, la sua nuca e, avvicinandomi all’orecchio, a voce bassa:”Brava, respira profondamente. Rilassati, lascia che tutti i muscoli del corpo ritrovino tonicità e controllo. Goditi pienamente questo stato della mente; svuotata, leggera, piacevolmente confusa”.
Trascorrono diversi minuti prima che il suo viso si stacchi dal mio corpo e le sue mani, ormai anchilosante, diano libertà al mio braccio.
Il suo respiro è adesso quasi regolare, i suoi occhi, colmi di lacrime, ben aperti e puntati sui miei.
Le verso nel flute altro Piper, che beve avidamente, come fosse reduce da una corsa nel deserto. Ne verso ancora, sorridendole.
Si sistema più comodamente sulla sedia, non riuscendo però a nascondere espressioni di dolore dovute allo spostarsi del plug dentro di lei.
Afferra con pollice e indice un cioccolatino di nero fondente dalla ciotola e, maliziosa nel suo sguardo, lo appoggia sulla lingua sguainata. Dopo qualche secondo, l’arrotola su se stessa e fa sparire la piccola pepita nera nella sua bocca vorace: ”Grazie del lauto pasto, Monsieur”.
“Abbiamo appena iniziato la nostra cena, altre pietanze ciberanno la tua mente e il tuo corpo” le dico. “Entra in casa, approfitta pure della toilette per rinfrescarti. Se ne senti la necessità, stenditi qualche minuto sul divano in salotto al fine di regalare un giusto riposo alle tue stanche membra”.
“No, Monsieur, La ringrazio. Farò una doccia, perché ne sento assolutamente il bisogno, ma subito dopo sarò nuovamente qui, seduta dinanzi a Lei, ancora più fremente”.
“Bene, vai pure allora. Torna con il tuo corpo impreziosito soltanto dai miei stemmi e da ciò che troverai nella scatola col fiocco bianco” le dico con estrema soddisfazione.
Si solleva dalla sedia con un grande sorriso, lentamente si gira di spalle donandomi la sublime visione della sua schiena e del suo culo nudi; il velo di pizzo del kimono ne esalta le forme. Splendido soprattutto quel brillante luccichio tra le natiche mentre, con passo elegante ed accompagnato dal melodioso ticchettio delle sue décolleté, supera l'ampia vetrata e scompare dentro casa.
Mi avvicino alla balaustra, annuso l'aria salmastra a pieni polmoni e bevo un sorso di Piper alla salute dei pescatori ormai lontani in mare aperto, cercando così di tenere sotto controllo, per l'ennesima volta, la mia forte eccitazione; la notte è ancora giovane ed il piacere sarà infinito.
È trascorsa da poco la mezzanotte quando ritorna sulla terrazza con in dosso, lasciata completamente aperta, una mia camicia bianca e dei sandali neri di vernice con tacco 12; sinuosa nelle sue movenze, sembra danzare accompagnata dal leggero ticchettio delle catenelle che uniscono il collare alle pinze sui capezzoli. Ha tolto la collana di perle ed il bracciale, liberandosi anche degli anelli alle dita.
Il suo sguardo nel mio, sorridente e compiacente.
Un sorriso che tuttavia scema all'improvviso quando, avvicinandosi, si accorge che non siamo più soli.
Sul divanetto un uomo ed una donna nudi, comodamente accasciati sui morbidi cuscini. La mano destra di Lei masturba lui; la mano sinistra di Lui masturba lei. Gambe spalancate per entrambi e talloni appoggiati su spessi musallah arabi finemente decorati a ricoprire il pavimento umido.
“Loro sono miei amici, una coppia clandestina, amanti del voyeurismo e dello scambismo, ma soprattutto votati alle trasgressioni più estreme, quelle per le quali i rispettivi consorti nutrono profonda avversione, ma che per loro invece sono linfa vitale. Stanotte sono qui per donarti l'intensa emozione dell'essere usata”.
“Grazie, Monsieur”.
La Lei, con grande sensualità del gesto e intensità nello sguardo, la invita ad avvicinarsi a loro, ad inginocchiarsi con lentezza. Le accarezza dolcemente il viso con la mano sinistra, le sorride maliziosa; intrufola le dita tra i suoi capelli ancora umidi, un leggero massaggio sulla nuca e poi, con decisa volontà, la attira tra le sue cosce spalancate, la spinge sul suo sesso ancora sapientemente manipolato dalla mano sinistra di Lui.
“Adesso mi berrai, troia!”.
L'indice e il medio di Lui affondano decisi superando labbra e denti fino all'epiglottide, ruotando febbrilmente tra palato e lingua. La saliva inizia a tracimare dai lati della bocca spalancata; il suo respiro si fa sempre più affannato, dei conati di vomito la fanno tossire con violenza rilasciando filamenti di saliva densa e biancastra, senza che Lui però molli il colpo.
Si sente, con sua grande sorpresa, piacevolmente usata, succube di volontà sconosciute che, decise, la stanno annichilendo; un oggetto nelle loro mani.
Le dita di Lui, ben intrise di saliva, adesso penetrano la fica di Lei, violandola e violentandola a dismisura.
Affondi profondi e ripetuti rompono il silenzio della sera.
Lei si contorce a lungo sul divano, affonda le dita nei cuscini, punta i talloni con tutta la forza che le rimane e all'improvviso, tirando la testa indietro ed emettendo un urlo animalesco, espelle un fiotto abbondante e prolungato che si abbatte come un treno in corsa sul viso della mia cagna.
“Bevimi tutta, troia!”.
Bocca, naso ed occhi invasi da quel fiume in piena, incapace di respirare non può fare altro che bere, dissetarsi di quel abbondante nettare caldo e profumato.
Lui si alza dal divano, le gira da dietro inginocchiandosi, le afferra i fianchi con mani forti e, col cazzo in pieno tiro, le sfonda la fica in un sol colpo.
Si sente improvvisamente pervasa, riempita; vorrebbe urlare, gridare a squarciagola il suo inaspettato, ma quanto mai desiderato, sentirsi presa con ardore mentre i colpi sempre più frequenti la sconquassano, ma Lui, poggiando la mano destra sulla sua schiena, la piega in avanti fino a farle affondare il viso tra le cosce ancora spalancate di Lei.
Osservo il cazzo che entra ed esce dalla sua fica con notevole velocità mentre le mani le stringono i fianchi ormai martoriati; scorgo con ammirazione la piccola rosa lucente tra le sue chiappe spinta a fondo nel suo culo ad ogni colpo d’inguine; ascolto i suoi rantoli di estremo piacere resi flebili dalla spinta che Lei applica sulla nuca affinché non smetta di leccarla e succhiarla; mi delizio nel vedere i suoi seni, con i capezzoli ancora stretti dalle mie morse, danzare freneticamente avanti e indietro ad ogni spinta che riceve.
La mia cagna sta godendo.
Gode di un piacere intenso e profondo.
Si gode pienamente l'estasi dell'essere, sentendosi libera dal dover forzatamente apparire.
Lui afferra con pollice ed indice il cazzo alla base e lo sfila grondante di umori vaginali biancastri e molto densi. Si solleva sulle gambe claudicanti e, molto provato ma non ancora soddisfatto, si getta sul divano masturbandosi lentamente.
Lei, stringendole i capelli, le solleva delicatamente il viso fino all'altezza delle labbra e, sorridendole, la bacia con grande passione; lingue calde che si incontrano e si scontrano in modo frenetico.
“È ancora molto eccitato, vuole sborrare ed io voglio dissetarmi del suo piacere. Datti da fare troia! Alzati in piedi e siediti sul suo cazzo. Impalati come sa fare solo una grande troia come te!”.
Si solleva da terra con grande fatica facendo leva sulle nocche di entrambe le mani.
Volge per un attimo il suo sguardo nella mia direzione mostrandomi il suo viso disfatto ma sorridente.
Una luce nuova brilla nei suoi occhi:”Le sono grata, Monsieur”.
Solleva i lembi della camicia bianca, ormai trasformatasi in un cencio, e, dandogli la schiena, si siede sul cazzo di Lui accogliendolo tutto dentro. Si appoggia al suo petto, lascia che le sue mani le sollevino le cosce quel tanto che basta per consentirgli di iniziare a sbatterla da sotto con foga; la sua fica ormai slabbrata e sbrodolante è in bella vista, il plug ben piantato nel suo culo.
Sono in trepidante attesa di ciò che sta per accadere; il mio cazzo non riesce più a sopportare lo spazio angusto dei pantaloni. La mia mente lo governa a stento, ma non è ancora giunto il mio momento.
Ad un mio cenno la Lei si alza dal divano, sposta un cuscino e prende in mano uno strap-on a doppio dildo. Allarga le gambe penetrandosi lentamente la fica con quello interno per poi sistemare le imbracature di fissaggio in modo ben saldo. Il dildo esterno invece, di dimensioni non eccessive, viene sapientemente manipolato e lubrificato con la saliva che gli sputa sopra.
È pronta!
Si avvicina, punta il dildo con decisione, attende che Lui si fermi un attimo ed entra insieme al cazzo del suo maschio nella fica della loro troia, lenta ma inesorabile, strappandole un urlo dilaniante che stenta a disperdersi nell'aria della notte ormai inoltrata:“Ti fottiamo, ti sbattiamo senza pietà, lurida sgualdrina!”.
I due cazzi la dilatano senza ritegno, la montano come la cagna che voleva essere e che adesso è a tutti gli effetti. I due amanti libertini si muovono in perfetta sintonia, spingono dentro i loro cazzi fino in fondo per poi ritrarsi quel tanto che basta per spingersi dentro insieme nuovamente.
Gode. Gode come non ha mai goduto in vita sua. Le sue urla sono adesso di profondo ed intenso piacere. Si sente veramente piena e ne gode senza limiti. La sua vagina genera fiotti di umori che schizzano e colano ovunque. L'odore dei suoi ripetuti orgasmi entra intenso nelle mie narici.
“Sto per sborrare” dice Lui, trascorsi molti minuti.
Con un colpo di reni Lei sfila il dildo, si piega in avanti afferrando il cazzo del suo maschio con la mano e lo risucchia nella bocca famelica, iniziando a sbocchinarlo mentre con il pollice titilla la clitoride della mia cagna. Vuole abbeverarsi da entrambi e ci riesce pienamente, con la completa soddisfazione di tutti e tre.
Seguono lunghi minuti di respiri affannosi, di corpi sudati che stentano a trovare la forza di staccarsi, di occhi chiusi che si gustano appieno il momento di assoluta quiete.
Sollevo il calice e brindo a loro senza che si accorgano del mio gesto e del mio sorriso.
L'orologio al mio polso segna quasi le 2:00 di questa notte calda ed intensa, ma non ancora giunta al termine.
Mi avvicino. Le porgo la mano affinché trovi il giusto appiglio per riuscire a sollevarsi in piedi. La trattengo a lungo tra le mie braccia dandole la sicurezza di cui necessita.
La sorreggo mentre ancora claudicante muove i suoi passi verso la tavola.
Poggia la sua testa sulla mia spalla sinistra:”Grazie Monsieur, non ho mai provato sensazioni così profonde, emozioni così piacevolmente lancinanti. Sento il Suo guinzaglio e voglio farmi guidare, senza limite alcuno”.
“Senza limiti?”
“Assolutamente si!”
“Chi sei?”
“La Sua cagna!”
“Cosa faccio alla Mia cagna?”
“Ogni cosa che Lei desidera, Le appartengo totalmente”.
La mia mano apre la pinza sul capezzolo destro; un grido misto di dolore e piacere fuoriesce dalla sua gola forte e intenso.
Subito dopo tocca a quella sul capezzolo sinistro, l'urlo si intensifica maggiormente.
La piego in avanti, ventre sul tavolo e seni schiacciati sui piatti di porcellana. Afferro con mano decisa la rosa di cristallo tra le sue tornite chiappe ed estraggo il plug con grande facilità: è bagnatissima la cagna.
Abbasso la cerniera dei pantaloni, tiro fuori il mio cazzo a lungo costretto ad attendere, lo punto direttamente sul buco ancora dilatato,
“Si, lo voglio dentro di me, sono pronta”
Con una spinta lenta, costante e ben assestata, entro.
Tutto.
Fino in fondo.
Inesorabile.
È bagnatissima la cagna, realmente pronta a ricevermi, ma stretta; è ancora vergine e mi prendo la sua matura verginità.
Mi appartiene.
Adesso è la Mia rottainculo!
Gode.
Mi muovo dentro e fuori in modo animalesco.
Gode di più.
Dentro e fuori, mentre serra le dita delle mani sui bordi del tavolo.
Gode e lo urla al mare calmo della sera.
Dentro e fuori senza sosta.
Gode e lo dimostra con i suoi abbondanti umori anali.
Dentro e fuori.
Dentro e fuori.
Dentro e fuori.
Un intenso, prolungato e profondo orgasmo ci afferra stretto all'unisono.
Svuoto tutto il mio piacere, troppo a lungo trattenuto, nei suoi intestini; urla il suo orgasmo, profondo ed intenso, accogliendo il mio vigore nell'antro oscuro del piacere.
Estasi sublime dei sensi.
Mi piego sulla sua schiena, la carezzo con mani gentili e la bacio sulle tempie, sussurrandole “Buon compleanno Mia splendida creatura, auguri!”.
“Il più bel compleanno della mia vita” risponde ancora ansimante, ma con un ampio sorriso malizioso “La notte più emozionante della mia intera vita, 43 lunghi anni di attesa per potermi finalmente sentire libera di essere, senza vergogna o imbarazzo. Libera di provare emozioni per lunghissimo tempo volutamente celate dentro la mia anima. Grazie Monsieur”.
Mi sollevo aiutandola a sollevarsi. L’abbraccio da dietro prendendole i seni tra le mani e baciandola sul collo. “Orgoglioso del nuovo sentire che ti avvolge. Soddisfatto del nuovo profumo che ti caratterizza. Compiaciuto dalla Mia cagna, oggi e per l'avvenire”.
“Le appartengo nella pienezza della mia volontà”.
La denudo della camicia bianca; mi denudo completamente anche io ed insieme ci dirigiamo in doccia, col pieno sorriso sui nostri visi.
Lo stare insieme sotto l'acqua tiepida scrosciante ci rinvigorisce, ci regala lunghi attimi di vera intimità, ci concede la possibilità di percorrere con emozionante desiderio i nostri corpi.
Lunghi baci appassionati ed appaganti, mani che si stringono, la voglia di prenderci ancora l'un l'altra che incombe.
Si gira, poggia i palmi sulle piastrelle bagnate, allarga le gambe ed inarca la schiena:”Prendimi ancora Mio Padrone, è solo tuo, oggi e per sempre Tua schiava”.
Afferro il mio cazzo alla base con mano decisa, faccio scorrere il glande tra le sue chiappe dilatate, sento col prepuzio il calore del suo ano ed entro.
Mi accoglie aperta, bagnata e calda. Mi consente di andare fino in fondo senza alcuna difficoltà.
Lunghissimi minuti durante i quali le mie mani stringono forte i suoi fianchi, il mio inguine urta sulle sue chiappe e le mie palle sbattono frenetiche sulla sua fica.
“Godooo, la Tua cagna gode tantissimo Mio Padrone, siii sbattila forte così, Ti appartiene!”.
Altri colpi decisi e profondi, posticipando volutamente il mio orgasmo dentro di lei perché voglio invece che mi beva, si disseti di me.
Lo tolgo dal culo grondante dei suoi umori densi, la giro facendola inginocchiare e, masturbandomi, le schizzo in viso tutto il mio piacere, impiastricciandola in ogni dove. Ma non mi fermo, continuo a muoverlo lento davanti alla sua lingua, bocca aperta e occhi fissi nei miei come pregandomi di volerlo ripulire per bene, suggendone ogni stilla; un getto di pioggia dorata la coglie invece impreparata, i suoi occhi sgranati per la sorpresa, il suo iniziale istinto di allontanarsi trattenuto.
Pochi attimi di smarrimento, ma subito dopo mi sorride con gli occhi e spalancando la bocca mi beve, si disseta del suo Padrone, finalmente felice.
Sono già le 3:30 di questa splendida notte;
il marito tra poche ore arriverà in aeroporto.
Avremmo voluto goderci insieme l'alba di questa fantastica domenica ed il rientro dei pescatori dalle loro battute di pesca, ma ci salutiamo col sorriso, nella piacevole attesa del prossimo nostro incontro.
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