trio
L'amica dell'amica.


18.05.2025 |
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"Lina, casalinga 38enne sposata e madre di due figli, 1, 65 m..."
Mi sta cavalcando come un'amazzone che in groppa al suo stallone guida un attacco feroce sul nemico. I suoi seni, di una abbondante 5^ misura, roteano ad ogni affondo di bacino che dà sul mio inguine. Appoggiata con le mani sulle mie ginocchia sollevate, occhi chiusi e bocca aperta, geme libera nel suo piacere. “Mi piace il tuo cazzo, mi apre e mi riempie splendidamente. Adoro il morbido pelo che solletica la mia clitoride ogni volta che mi spingo giù, così sii, bella sensazione”.
Lina, casalinga 38enne sposata e madre di due figli, 1,65 m. d'altezza circa, con qualche chilogrammo in più rispetto al suo peso forma, ma distribuito nei punti giusti, morbida e tonica al mio tatto; ha risposto stamattina al mio last attratta, a suo dire, dalle parole utilizzate per esprimermi. Abbiamo scambiato qualche battuta, dialogato serenamente per più di un'ora, soffermandoci ad approfondire nostri desideri, voglie e fantasie. Al mio invito di incontrarci per un caffè in un bar od anche a casa mia, lei ha accettato ben volentieri, dicendomi che però avrebbe potuto soltanto nel pomeriggio e preferibilmente a casa mia.
Ed eccoci qui, nudi sul mio letto, io a godermi la sua fica calda, bagnata e profumata di femmina eccitata, lei a godersi il mio cazzo duro, grosso e resistente, senza fronzoli e senza limitazione alcuna; due corpi che si godono reciprocamente.
“Si Davide, è estasiante cavalcarti con ritmo variato lento e veloce, a seconda del mio desiderio, e sentire le tue mani stringermi forte i fianchi, guidandomi”.
Nel silenzio della stanza, riempito soltanto dai nostri gemiti di piacere, il suo telefono, lasciato sul letto per necessità ma anche nella speranza che nessuno ci potesse disturbare, inizia invece a squillare; si ferma all'istante, trasale ed impaurita lo afferra per poterne osservare lo schermo.
“Cielo! Tuo marito?”, le dico col sorriso di colui che vuole smorzare l'improvvisa tensione accumulatasi sul suo volto.
“No, fortunatamente no”, risponde con un profondo respiro di sollievo, “È la mia amica Rita, le avevo promesso che saremmo andate a prendere un aperitivo per fare due chiacchiere in tranquillità, visto ch'è più di una settimana che non ci vediamo”, mi dice adesso rinfrancata e sorridente, “Ma a quanto pare, buon per me e peggio per lei, non potrò rispettare la promessa, essendo io impegnata in qualcosa di più eccitante”, aggiunge maliziosa mentre si avvicina alle mie labbra, mi invade la bocca con la sua lingua e ricomincia a muoversi sopra di me a ritmo frenetico.
Dopo pochi minuti il telefono squilla ancora.
“È ancora lei, la tua amica?” chiedo.
“Si, perdonami. Se preferisci silenzio il telefono”.
“No, rispondile, perché credo continuerà a chiamarti all'infinito fino a quando non saprà che fine hai fatto. Sarà anche preoccupata forse, non avendo tue notizie”.
“Hai ragione, meglio rispondere”.
“Si, ma metti il vivavoce, sono curioso”, le sorrido sornione.
“Pronto?”.
“Ma che cazzo di fine hai fatto? Quasi mezz'ora ad aspettarti qui al locale e non rispondi neanche al telefono”.
“Si, scusami. Ma ho avuto un impegno improvviso “.
“Si, certo. Sei per caso inciampata e inavvertitamente cascata su un cazzo? Ah ah ah”.
“Beh, in effetti mi sto scopando un bel cazzo “, le risponde Lina guardandomi maliziosamente e sorridente.
“Dai smettila di scherzare Lina, muovi il culo e vieni qui al più presto”.
“Perché non vieni tu qui a farci compagnia, Rita?”, intervengo a gamba tesa nella loro conversazione.
Dall'altra parte lunghi secondi di silenzio, mentre Lina mi osserva con espressione sbigottita; non si aspettava affatto questo mio ardire. Non che ne fosse infastidita, ma sicuramente sorpresa si; piacevolmente o meno potrò scoprirlo solo dopo, qualora Rita dovesse accettare il mio invito.
“Ah, quindi non scherzavi. Stai veramente divertendoti scopando, troia che non sei altro. Ed io ad aspettare come una cretina, senza sapere nulla? Mah!”, dice fintamente indispettita, “Ha pure una bella voce, spero per te abbia anche un bel cazzo, come dici”.
“Vieni ad appurarlo di persona, Rita”, le rispondo di rimando, dandole l'indirizzo di casa, “Appena arrivi, fai uno squillo a Lina e ti apro il portone, 5° piano”.
Altri lunghi secondi di silenzio, respiri profondi e poi: “Saro’ lì tra una mezz'oretta, stronzi!” e chiude repentina la comunicazione.
L'amo gettato è riuscito a catturare la preda.
“Sei un porco!”, esordisce Lina quasi con stizza gettando il telefono sul letto, “Sono talmente imbarazzata che non puoi neanche immaginare”, guardandomi con occhi niente affatto adirati, anzi al contrario eccitati, “Che cazzo hai fatto!?”.
“Perché imbarazzata?. Se non ricordo male, una delle tue fantasie più recondite è quella di provare un rapporto FFM, sperimentare in piena libertà le tue curiosità bisessuali”.
“Si, ma non con la mia migliore amica, cazzo!”.
“Quale migliore occasione, Lina? Vi conoscete bene, le confidenze tra di voi sono tra le più intime e nessun'altra, secondo me, potrebbe soddisfare a pieno il tuo desiderio. E poi, in ogni caso, ti invito a riflettere sul perché Rita abbia accettato di raggiungerci; non è mica una novizia, sa bene cosa potrebbe accadere qui”, le dico allungando le mie mani sui suoi seni e stringendole i capezzoli tra indice e medio.
Le piace e si vede molto bene.
Si rilassa e lo sento; sono ancora dentro di lei e le sue contrazioni vaginali si fanno più intense, percependo la sua umidità farsi più abbondante.
La ribalto con la schiena sul letto, rimanendo tra le sue cosce spalancate; la voglio scopare con veemenza e lo faccio.
“Oh siii, scopami forte! Fotti la tua troia! Sono eccitatissima, cazzo! Sfondami”.
Mi avvinghia con gambe e braccia, stringendomi come un mamba che ha fame, e spinge insieme a me. Un dentro e fuori animalesco, corpi che si sbattono l'un l'altro con decisione, il suono delizioso dei suoi umori vaginali che riempie la stanza insieme ai nostri gemiti di piacere; fino a quando un urlo più acuto annuncia il suo orgasmo: “Siii, godooo!”, con piccole lacrime sul volto.
Rallento senza uscire, quasi a voler fare un massaggio rilassante alla sua fica prima di ricominciare ad affondare di nuovo con grande voglia; mi intriga ed eccita tantissimo il suo desiderio di non voler mai smettere di godere.
All'improvviso suona il telefono, due squilli e poi si interrompe.
“È Rita”, dice ancora concitata guardando il display, “la stronza è venuta sul serio!”, non potendo nascondere un bellissimo scintillio nei suoi occhi.
Mi sfilo lentamente da lei, alzandomi dal letto col sorriso sulle labbra e coi piedi nudi sul pavimento.
“Sollevati un po' ed appoggia la schiena. Apri le gambe e accarezzati con la mano destra, mentre con la sinistra stringi con forza il bordo della testiera. Goditi l'attesa e, ancor di più, prepara la tua mente ed il tuo corpo ad una nuova forma di piacere”.
Non accenna ad alcuna rimostranza e fa ciò che le ho chiesto, vuole sperimentare e ne vuole trarre benessere.
Premo il pulsante di apertura del portone dell'androne. Abbasso la maniglia della porta blindata di casa e tengo quest'ultima accostata quel tanto che basta per sentire l'ascensore arrivare a piano terra e, dopo pochi attimi, ripartire. Attendo che l'ascensore arrivi al mio piano e, aprendo di piu la porta d'ingresso, accolgo l'amica dell'amica: “Ciao Rita, ben arrivata, accomodati”.
Mi osserva dalla testa ai piedi e, improvvisamente rossa in viso, con voce sottile esordisce, dicendo: “Questa è la prima volta che qualcuno mi accoglie in casa propria con il pene già nudo; a ben guardare, però, è un piacevole benvenuto”, mal celando il suo evidente imbarazzo con un piccolo sorriso.
“Non è nudo, indosso il preservativo. Forse non mi dona? Mi snellisce troppo?”, cercando di smorzare un po' il suo disagio e strappandole, così, una risata più rilassata.
Indossa una giacca scura sopra una camicia bianca di raso lasciata svolazzante su una gonna nera aderente la cui lunghezza arriva alle ginocchia e delle décolleté amaranto tacco 10 abbinate all’ampia borsa che porta sulla spalla; dimostra circa 40 anni, sicuramente ancora oggi frequentatrice di palestre, visto il suo essere molto in forma. Lunghi capelli castani lisci sulle spalle che incorniciano un viso elegantemente truccato e delle labbra sulle quali il rossetto rosso è stato ripristinato con attenzione e cura nel tragitto dal bar fino a qui.
Chiusa la porta d'ingresso, inserendo anche il chiavistello: “Se vuoi, puoi lasciare la giacca e la borsa su questa poltroncina; la porta è serrata, siamo al sicuro e nessun estraneo può entrare”, cercando di essere il più gioviale possibile.
“Spero che si possa eventualmente uscire, però! Ah ah ah”, mostrandosi un tantino timorosa.
“Ripeto, qui sei al sicuro; sono mura silenti, niente potrà trapelare fuori da questo luogo. Vogliamo adesso raggiungere Lina?”.
“Si, appoggio qui giacca e borsa. Lasciami però prendere il cellulare, non si sa mai”.
“La seconda stanza sulla destra, prego, preferisco seguirti”, sornione ed ugualmente corrisposto.
Eh sì, proprio un bel culo! Tondo, sodo e ben delineato dalla gonna aderente; è il mio primo pensare.
Entrata in stanza e fatto qualche passo fino ai piedi del letto, con voce rotta dalla inaspettata sorpresa e forse anche dalla incombente eccitazione: “Te la stai spassando sul serio, allora. Guarda come sei dilatata e bagnata! Il lenzuolo è ridotto ad uno straccio ormai. Ma quanti orgasmi hai avuto?”.
“Molti, tanti da non essere riuscita a contarli”, risponde Lina guardandomi con grande complicità.
Mi avvicino a Rita, cingendole la vita da sotto le braccia; il mio petto aderisce alla schiena e il mio cazzo eretto al culo. Inizio con dita decise a sbottonare la sua camicia, partendo dai bottoni più in basso e, risalendo lentamente, a quello posto a metà del torace. Le mie labbra le regalano piccoli e ripetuti baci umidi sul lato sinistro del collo, mentre le mani si insinuano sotto il reggiseno nero di pizzo, sollevandolo. Afferro a mani piene i suoi seni ormai nudi e mi godo il calore che emanano; una 3^ misura profumata e capezzoli turgidi che vogliono bucare i miei palmi.
Il suo respiro profondo e il suo ansimare riempiono la stanza; Lina ne gode insieme a me.
Accarezzo il suo ventre sensualmente rotondo, raggiungo i suoi fianchi senza mai allontanare le mie labbra dal suo collo; alzo la gonna con misurata lentezza fino a farla arrivare in vita. La mano destra si insinua furtiva nelle sue mutandine in pendant con il reggiseno, incontrando una leggera peluria ben curata e subito dopo una clitoride già gonfia e pulsante. Proseguo nel mio eccitante percorso, aiutato anche dal suo aprire di più le gambe, agevolandomi: “Sei bagnatissima Rita, fradicia di umori caldi”, le sussurro nell'orecchio, “Hai anche il coraggio di chiamare troia la tua amica? Vergognati!”, mordendole delicatamente il lobo.
“Adesso sali sul letto a quattro zampe come la brava cagnetta che sei e vai a leccare la fica di Lina. Guardala bene, ti sta aspettando vibrante di desiderio“.
Sinuosa e sensuale sale sul letto e si avvicina alle labbra dell'amica, baciandola con grande dolcezza. Le sue labbra scendono poi sul torace, lambendo il seno destro, e proseguono sul ventre, sul monte di venere e nell'interno coscia: “Il tuo profumo mi inebria Lina, sentore dolce e, al tempo stesso, aspro. È da molto tempo che desidero annusarti, leccarti e dissetarmi del tuo nettare, mia splendida troietta”, mettendosi le dita di Lina nella bocca e succhiandole.
“Prendimi Rita, lo desidero tantissimo anch'io, meravigliosa mia cagnolina. Non pensavo che tu venissi, pur sperandoci immensamente, ma grazie a Davide il mio desiderio si sta esaudendo”, chiudendo gli occhi e godendosi interamente la nuova emozione.
Io, nel frattempo, mi avvicino allo splendido culo esposto di Rita, scosto quel tanto che basta la sottile striscia di tessuto del suo perizoma e mi fiondo con naso e bocca in quel meraviglioso paradiso; la lingua si muove, su e giù frenetica, dalla clitoride allo sfintere, attraversando grandi labbra carnose e piccole labbra calde. Bevo inebriato ogni stilla che la sua fica genera per me.
Sfilo il preservativo usato dal mio cazzo ancora più eccitato e ne indosso uno nuovo. Afferro i fianchi di Rita, punto la cappella tra le grandi labbra e la penetro deciso, fino in fondo; un rantolo soffuso di piacere fuoriesce dalla sua bocca attaccata alla fica di Lina la quale, con le dita immerse nei suoi capelli, la spinge a sé, godendosi il suo di piacere con gemiti quasi urlati.
Io mi scopo Rita che, a sua volta, si scopa Lina; un trenino di assoluta goduria per tutti.
Respiri profondi, gemiti acuti e smorzati, corpi nudi e sudati che sbattono uno contro l'altro, umori dal profumo intenso e densa saliva che colano sulle lenzuola ormai zuppe, orgasmi che seguono ad orgasmi; non resisto più, voglio che il mio piacere sgorghi copioso e voglio che siano entrambe a goderne.
Strappo via il condom, mi avvicino alla sponda sinistra del letto e mi masturbo con grande velocità: “Bevetemi, entrambe!”.
Lina e Rita si inginocchiano una accanto all’altra, bocche aperte e lingue pronte e vogliose; io schizzo la pressione per lungo tempo accumulata per una, due, tre volte. Il mio sperma finisce su entrambe, lordando i loro visi, riempiendo le loro bocche ed impiastricciando i loro seni.
Il mio respiro è ansimante, il cuore riesce a fare mille battiti incontrollati al minuto. La bocca di Lina si avvicina al mio cazzo ancora gocciolante, subito seguita dalla bocca di Rita; mi leccano, mi succhiano, mi ripuliscono da ogni goccia residua.
Una grassa e soddisfatta risata ci coglie tutti nello stesso tempo, quasi ci fosse stato un direttore d'orchestra a dirigerci.
Mi piego in avanti e mi godo le loro bocche intrise di tutti i nostri sapori per poi stendermi esausto sul letto in mezzo a loro. Iniziano lunghe e delicate carezze che aiutano il dolce quietarsi dei sensi.
“Ho fatto bene al telefono a dirvi che siete degli stronzi, ma guardatemi! Sembro appena uscita da una gang bang con dieci neri infoiati. Gonna alzata, mutande spostate, camicia aperta, reggiseno sollevato. Più nuda che vestita, sono indecente! E poi tu”, rivolgendosi a me con viso disteso e sorridente, “Mi hai bellamente penetrata, il tuo bel cazzo s'è goduto la mia fica senza limitazioni, ma non conosco neanche il tuo nome”.
“Hai ragione Rita, mi chiamo Davide, piacere” baciandola in bocca con lingua profonda, lungamente.
“Ehi, ehi, ci sono anche io, non fate gli stronzi!”, interviene Lina simulando gelosia.
Mi avvicino lentamente e bacio con passione anche lei.
“Come facevi a sapere che avrei accettato la tua provocazione, Davide?”, mi chiede Rita.
“Beh, il tuo lungo silenzio, evidentemente riflessivo, e, soprattutto, il tuo non chiudere subito la telefonata, potendo invece mandarmi, con piena ragione, a quel paese”, le rispondo.
“Oh, cazzo, è tardissimo”, irrompe Lina, “devo tornare subito a casa! Corro in bagno Davide, faccio una doccia veloce e mi rivesto, devo scappare”.
“Troverai asciugamani ed accappatoio puliti nel mobiletto ad angolo accanto alla doccia, fai pure. Se hai bisogno d'altro, chiedi e ti sarà dato, ah ah ah”.
“Si, è tardi anche per me, purtroppo”, aggiunge Rita, “vengo a darmi una sistemata anch'io“, rivolgendosi a Lina.
Sono così pronte ad andar via in meno di 15 minuti.
Indossato un kimono, le accompagno all'uscita: “La prossima volta che vorrete fare un aperitivo, onde evitare disguidi, organizziamo pure qui da me”, dico ridendo, “Mi piace molto coltivare la vostra già profonda amicizia, da oggi molto più intima e libera”, aggiungo serio ed orgoglioso.
Ci baciamo a tre, con lingue bagnatissime.
Richiusa la porta d'ingresso, mi libero del kimono e vado in doccia, godendomi l'acqua tiepida che mi scorre lungamente sul corpo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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