Lui & Lei
La studentessa fuori sede lo confessa.


18.05.2025 |
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"Caldo e di una densità simile alla maionese..."
“Si, lo confesso. Ho letto quasi tutti i tuoi scritti, a volte percependoli come miei sia nei personaggi che nelle atmosfere, ma ho anche una curiosità che, se soddisfatta, potrà dirmi tanto di te”.Alessia, 22enne universitaria fuori sede, laureanda in psicologia, originaria di un piccolo borgo della provincia arroccato su una collina in cui ogni giorno è uguale all'altro. L'ho contattata in chat, dopo una sua sbirciatina quasi furtiva nel mio profilo, per farle i miei più sinceri complimenti per la lingerie indossata in un paio di foto da lei postate.
È iniziato così un dialogo scritto rivelatosi presto interessante, a tratti intrigante.
Mi ha detto di abitare in uno studentato in città; la sua è una stanza singola piccolissima, ma dotata di tutto il necessario. La sera, dopo cena e per rilassarsi, ama frequentare per qualche ora il sito per scopi, a suo dire, strettamente inerenti agli studi universitari; ama molto confrontarsi con gli iscritti, di ogni diverso orientamento sessuale, per carpire loro le sensazioni e le emozioni derivanti dal sentirsi protagonisti di fantasie spesso trasgressive. Si lamenta tuttavia del fatto, incontrovertibile, che raramente riesce ad instaurare un dialogo costruttivo e questa cosa la fa desistere dal fare il primo passo, ovvero approcciare come la donna mentalmente libera che si sente di essere.
“Quale curiosità si annida subdola nei tuoi pensieri?”.
“Ah ah ah, nessuna gattamorta! Parlo seriamente, dai. Ho notato che quando utilizzi il termine clitoride lo declini sempre al femminile. Perché? Io l'ho sempre usato al maschile; così l'ho letto o sentito declinato fin da quando ne conosco il significato”.
“Ti rispondo seriamente anch'io, allora. Perché, scusandomi in anticipo per la mia digressione saccente, già nei primissimi testi scientifici in cui si è fatta menzione della clitoride, in particolare gli scritti di Francesco Redi, essa veniva declinata al femminile. Per lungo tempo è stato così. Poi, ad un certo punto della storia, nei testi di anatomia francesi apparve il termine le clitoris che venne, a ragione, tradotto al maschile. Per farla breve, oggi l'Accademia della Crusca ritiene ed afferma che sia possibile utilizzare il termine sia al maschile che al femminile. Io, nel mio piccolo ed in piena convinzione, amo usarlo declinato al femminile, come all'origine fu. D'altronde è un organo erettile proprio della femmina, no? È giusto quindi ben distinguere l'appartenenza; il pene è del maschio e la clitoride è della femmina”.
“Sei un medico od un ricercatore scientifico?”.
“No, soltanto curioso. Amo leggere, studiare, confrontarmi con menti capaci; alla mia età, d'altronde, andare in discoteca a rimorchiare è fuori discussione”.
“Devo considerarmi fortunata, allora, ah ah ah! Se tu fossi andato in discoteca a rimorchiare non ti avrei potuto leggere, e mi sarei persa il fascino del tuo dialogare. Sai, ho apprezzato molto la tua corporatura fortemente mascolina grazie alle foto del profilo, ma ciò che mi affascina di più è la tua età; mi piace l'uomo maturo e, nel tuo caso, anche colto”.
“Onorato dei tuoi apprezzamenti, Alessia. Posso quindi azzardare una proposta indecente adesso; che ne dici di fare incontrare le nostre voci? Ti dò il mio numero, chiamami pure in anonimato se ti fa stare più serena”.
Dopo poco il mio cellulare squilla ed il suo numero è in bella vista; è intraprendente e curiosa questa ragazza!.
Apro la comunicazione e rimango silente qualche secondo, fino a quando è lei a parlare, con voce flebile: “Pronto?”.
“Buonasera, Alessia”.
“Ciao, Davide. Pensavo mi avessi dato un numero fake, come a volte, purtroppo, mi capita di ricevere, ma sono felice di sentirti ed anche un po' emozionata, devo confessarlo”.
“È bello poter dare una voce alle parole, perché esse possono assumere differenti sfumature di colore molto intriganti, sorprendendoti. Ed io sono sorpreso dalla melodia sensuale della tua voce”.
“Grazie, anche la tua voce è calda e profonda, Davide; molto rassicurante”.
“Durante la chiacchierata scritta anche a me è sorta una curiosità affine alla tua, Alessia. E visto che ti piace tanto confessare, ti chiedo: sei clitoridea o vaginale? O forse anche anale, probabilmente”.
“Anale sicuramente no, sono ancora vergine lì, ah ah ah” risponde con timbro di voce molto imbarazzato, “Clitoridea o vaginale? Non so risponderti con esattezza. Vista la mia giovane età e le poche esperienze vissute, non so neanche dirti con certezza se abbia mai avuto un vero orgasmo fino ad oggi, lo confesso. A 14 anni circa i primi approcci verso la masturbazione, equamente ricevuta e fatta, sempre però con ragazzini che volevano sperimentare come me e, quindi, alla fine impacciati anche loro. Qualche mese più tardi i primi rapporti orali, più fatti che ricevuti in questo caso, che si sono conclusi troppo in fretta rispetto alle mie aspettative; trovavo molto piacevole sentirlo duro nella mia bocca, leccarlo, succhiarlo, potermelo godere a lungo; ma dopo poco venivano e scompariva la magia della mia eccitazione. Tra i 16 ed i 17 anni i primi rapporti sessuali completi, dai quali non ho tratto però grandi soddisfazioni. Anche in questo caso ragazzi coetanei o quasi che, una volta svuotati ed anche in fretta, mi abbandonavano alla mia ancora fremente irrequietezza. Oggi sono immersa, ma non tanto a fondo, in uno di quei rapporti che possiamo definire flirt, ma anche in questo caso con un coetaneo privo di vera esperienza. Non so quindi risponderti Davide, lo confesso. Ops!, ah ah ah”.
“Se ti chiedessi di indossare un accessorio per me, Alessia?”.
“Di che tipo? Adesso indosso una t-shirt di mio padre, che arriva a coprirmi fino a metà coscia, e delle mutandine, ma, purtroppo per te, non quelle viste in foto, ah ah ah. Mia nonna, fin da adolescente, mi ha sempre detto e ripetuto che le ragazze oneste indossano le mutande, anche quando sono a letto da sole, e così faccio”.
“Un semplice foulard, Alessia. Arrotolato su se stesso, indossato al collo e legato con un nodo abbastanza stretto “.
Alcuni secondi di silenzio, il suo respiro profondo arriva nitido nei miei auricolari, e poi, schiarendosi la voce probabilmente rotta dall'eccitazione galoppante: “Dammi un minuto, cerco nel cassetto. Ne vuoi uno in particolare?”.
“No, sarai tu a descrivermelo dopo”.
“Ok, arrivo subito”. Un rumore che sembra il tonfo del telefono sul letto, seguito da un altro suono; forse gli auricolari appoggiati sullo schermo.
“Eccomi, ho scelto un foulard di seta; nero con inserti floreali ricamati in colore bianco. L'ho già indossato nel modo in cui hai richiesto tu”.
“Brava Alessia, adesso descrivimi le tue sensazioni, senza remore o limitazioni di sorta!”.
“Ci provo, anche se mi sento un po' impacciata adesso; ma è un piacevole imbarazzo aggiungerei”.
“Di questo tuo imbarazzo voglio nutrirmi e, soprattutto, dissetarmi dell'eccitazione che ne deriva”.
“Sento un intenso calore che lento si diffonde in tutto il mio corpo, la sensazione viva e pulsante di diventare piano piano preda dei tuoi desideri, eccitata, e non poco, dal simbolico collare che hai deciso, con maschia determinazione, di apporre su di me”.
“Per questo motivo la tua mano adesso è scivolata sotto la t-shirt a voler stringere forte i seni e goderti l'effetto che ti fa?”.
“Come fai a saperlo? Mi è venuto istintivo accarezzarmi i seni a voler sentire i miei capezzoli turgidi tra le dita; mi pizzicavano, quasi volessero esplodere”.
“Ti osservo con gli occhi dell'esperienza, Alessia. La tua respirazione già ansimante, la tua voce bassa di diversi toni, la tua attenzione alle mie parole; sono nella tua stanza, seduto su una comoda poltrona ai piedi del tuo letto ad osservarti, mentre con gli occhi chiusi inizi a regalarti piacere”.
“Oh, si. Mi piace tanto sentirmi così”.
“Non la sei e non la vuoi essere una ragazza onesta, Alessia. Aneli, quasi con ossessione, il piacere profondo dei sensi; nessuna finalità didattica ha la tua frequentazione del sito. Cerchi, spasmodicamente, di incontrare il vero orgasmo e di fare finalmente amicizia con esso. Ma lo fai con una eleganza espressiva notevole, te ne rendo merito”.
“Queste tue parole mi fanno sentire come fossi un'adolescente scoperta dai genitori a gambe aperte sul letto della cameretta mentre si masturba in modo scandaloso. Si, Davide, lo confesso, sono in preda all’imbarazzo, per certi versi mi sento anche umiliata, ma, davanti a te, grandemente eccitata”.
“L’altra tua mano si insinua furtiva nelle mutandine, a mano aperta e dita curiose”.
“Hai veramente una cam puntata su di me, allora?. Mi sento attentamente osservata ed esibizionista”, bisbiglia attraverso il telefono.
“Soffermati a lungo sulla clitoride, titillala dolcemente ed esternami le tue sensazioni“.
“È gonfio, pulsa molto, è caldo. Oh si, mi piace questa sensazione, ohhh siii, lo stringo tra pollice ed indice, forte. Sono tutta bagnata, eccitatissima”.
“Fai scendere la mano lentamente verso il basso, allargando bene le gambe. Indice e medio che si insinuano tra le grandi labbra e scivolano fino al perineo; risalgono ancora sulla clitoride, in un andamento ritmato. Non cedere alla voglia di penetrarti, te lo vieto”.
“Si, mi muovo lenta. Sono un fiume in piena, Davide, voglio godermi a lungo, in tutti i sensi”.
“Inebriati del profumo dei tuoi copiosi umori, Alessia. E adesso assaggiati, porta le dita alla bocca, leccale e dimmi che gusto hanno”.
Ascolto distintamente la sua lingua che avvolge le dita, lo schiocco delle sue labbra sulle nocche, “Dolce ed aspro insieme, un gusto particolarmente forte, molto profumato. Caldo e di una densità simile alla maionese. È la prima volta che lo faccio, lo confesso. Lo trovo buonissimo, ha il mio sapore”.
“Sfila lentamente le mutandine, ti voglio molto poco onesta adesso, Alessia“.
“Voglio esserla per te, Davide”.
“Immagino tu abbia un dildo, un toys che ami usare in solitudine durante le tue serate artatamente didattiche; o sono forse in errore?”.
“Non sbagli, ah ah ah. Lo conservo nel cassetto del comodino tra le mutande e i reggiseni, lo confesso”.
“Prendilo e tienilo ben saldo in mano. Fallo scivolare tra le grandi labbra, su e giù, costantemente. Fermati adesso, piccoli colpetti sulla clitoride. Ricomincia, su e giù, lenta”.
“Lo voglio dentro, ti prego!”.
“Lo decido io quando, Alessia. Su e giù, su e giù; lento e costante movimento, continua. Ruotalo e premi più forte; allarga bene le grandi labbra e fai pressione sulle piccole”.
“Sto impazzendo, sono tutta bagnata, non ce la faccio più a resistere; prendimi, ti prego!”.
“Continua, accelera il movimento, accompagnalo col bacino facendo perno sui talloni. In alto ed in basso, in alto ed in basso!”.
“Vengo, godo, sto impazzendo, non so cosa mi stia accadendo, ma è bellissimo, oh si, siii!”.
“Spingi col bacino, strusciati velocemente e premi forte”.
“Si, sii, oh si! Sono la tua schiava, ti appartengo completamente; guidami all'orgasmo, ti prego, ti pregooo!”.
“Adesso, è il momento!. Penetrati Alessia, fino in fondo! Poi fermati e stringimi dentro, avvolgimi con le tue pareti vaginali”.
“Oh cazzo! Si, si, si. Scopami!”.
“Dentro e fuori ripetutamente, Alessia. Senza soluzione di continuità. Sbattiti forte, muovi il dildo con mano decisa e veloce, sfondati la fica!”.
“Si, si, si, sono la tua troia. Mi sbatto forte per te, Davide. Si, si, oh si”.
“Non smettere, non rallentare neanche un attimo; non muovere il bacino, ma solo la mano. Sbattiti, sbattiti, sfondati!”.
“Oh cazzo! Godo, godoo, godooo!. Ahhh, siiii, vengoooo!”.
Apnea, poi respiro affannato. Silenzio. Gemiti profondi. Silenzio. Respiro più moderato. Sbuffata.
“Come stai, Alessia?”.
Respiro profondo, sbuffata.
“Mi scoppia il cuore, sta pompando a mille! Sono tutta accaldata e sudata, ma sono in Paradiso!”.
“Respira, Alessia, respira. Rilassati nella mente e nel corpo, tra qualche secondo questa sensazione di affanno si affievolisce, tranquilla“.
“È questo l'orgasmo?”.
“Se hai la mente svuotata, il corpo abbandonato, gli occhi serrati, il cuore che batte veloce e hai difficoltà a respirare, si Alessia, probabilmente sei stata travolta da un orgasmo, ah ah ah”.
“Grazie! Grazie! Grazie!”.
“Respira, rilassati; goditi a fondo questa emozione”.
Pianto. Risata. Sbuffata.
“Non connetto più; non so più se piangere o ridere”.
“Dai sfogo liberamente a tutte le tue emozioni, anche se contrastanti. Tranquilla, sei stata bravissima!”.
“Grazie, non finirò mai di ringraziarti, Davide. Grazie!”.
“Sorridi. Sii orgogliosa di te stessa e confessalo”.
“Ah ah ah, quante volte l'ho detto? Scusami!”.
“Tranquilla, sei perdonata, ah ah ah”.
“Sono indecente, bagnata ovunque. Ho bisogno di una doccia, ma sono in estasi, lo confesso. Ops! ah ah ah. Domani ho lezione presto; mi sveglierò forse frastornata, ma sicuramente felice”.
“È già domani, Alessia. Ah ah ah, abbiamo scavallato la mezzanotte”.
“Cazzo! È già l'una passata!?”.
“Si, ahimè. Ma non fare la doccia adesso! Addormentati serena pervasa dai tuoi profumi e riempita dalle piacevoli sensazioni ancora pulsanti, senza però togliere il mio collare. E tra qualche ora, appena svegliata, chiamami! Devo impartirti delle direttive, Alessia; compresa quella di poter fare la doccia”.
“Che intendi con direttive?”.
“Finita la tua lezione all'università, verrai qui da me a seguire le mie di lezioni. Sei ormai pronta a vivere una nuova fase della tua vita ed io ne voglio essere il Dominus. Detterò i modi, i tempi e, soprattutto, le regole di questa tua nuova esperienza”.
“Si, sono già e vorrò essere tua schiava, mio Signore; guidami ed insegnami ogni forma possibile di piacere”.
“Buona lieta notte, Alessia, riposati. Sarà una giornata impegnativa, sotto ogni aspetto”.
“Buonanotte, grazie di avermi scelta”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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