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Scopata da quel maiale del mio macellaio.


di Clelia_Rocco_coppia
19.12.2023    |    6.630    |    6 9.9
"Appena conclusa questa operazione, il porco bastardo mi afferra ai fianchi e mi blocca mettendomi una mano tra le cosce, afferrando la fica con tutto il..."
Arrivo al suo negozio all’ora di chiusura, di fretta, affannata.
-“Buonasera, scusami Andrea per l’ora tarda, ma desideravo solo due braciole e se è troppo tardi, non preoccuparti, torno domani …!”
-"Tranquilla tesoro, sai che per te sono sempre disponibile…”
Mi fa un gran sorriso e lascia il bancone, dirigendosi verso l’uscita.
- “Scusami, tiro giù la saracinesca per evitare l’arrivo di altri ritardatari e poi sarò tutto per te“.
Questa volta il suo sorriso si fa molto più malizioso, mentre si avvicina dicendomi:
- “Allora veniamo a noi, cosa hai detto che ti serve?”
È già dietro di me, mi accarezza i capelli e con una mano scende lungo la schiena, molto lentamente. Altre volte ha tentato un contatto fisico con me in modo così malizioso e sfacciato. Sentire le sue mani sul mio corpo, tuttavia, se per un verso mi imbarazza un po’, per altro mi provoca brividi che ben presto si trasformano in fitte che mi arrivano dritte in fica.
Sono titubante, ma la sua determinazione e la sua sfrontatezza fanno emergere la mia natura di sottomessa. Questa sensazione mi riporta alla mente Piero e la scommessa che avevamo fatto in precedenza.
Con grande scelta di tempo, senza attendere un mio assenso, Andrea mi prende per una mano e mi conduce sul retro del negozio dove ci sono le celle frigorifere con i grossi tagli di carne. Ho solo il tempo di effettuare una videochiamata a Piero, silenziare il cellulare e sistemarlo in una tasca della borsa su un tavolo da lavoro per poter riprendere tutto ciò che accadrà.
Appena conclusa questa operazione, il porco bastardo mi afferra ai fianchi e mi blocca mettendomi una mano tra le cosce, afferrando la fica con tutto il palmo e subito dopo l’altra sul culo con le dita che scendono lungo il solco tra le natiche, congiungendosi con quelli dell’altra mano e penetrandomi sfacciatamente la fica.
Questo suo modo possessivo di contrariarmi mi eccita terribilmente.
-“Ora so cosa ti serve, puttanella viziosa”!
Mi sussurra insulti, con le labbra morde il mio lobo e con la lingua mi lecca sfacciatamente. Tra le cosce sono un lago e sono una sua preda, ma non mi opporrò. Piero è già in video e sta assistendo a ciò che accade, aumentando la mia lussuria.
- “Sei una cagna in calore e sei fradicia, ma abbiamo appena iniziato“.
Il mio corpo risponde per me e inizia a fremere sotto il movimento delle sue mani.
- “Ok, ho capito, diamo inizio alle danze, dunque.”
Esclama deciso, infilandomi la lingua in bocca, leccando e succhiando con grande lascivia la mia.
In un attimo mi libera degli indumenti, del perizoma, lasciandomi solo le autoreggenti: sono nuda. Brividi intensi mi pervadono tutto il corpo, aspettando impaziente la sua prossima mossa. Con una corda robusta mi lega le mani, mi chiude la bocca con del nastro e mi conduce in una cella frigorifera appendendomi per le mani a un gancio usato per i grossi animali macellati. Affila un grosso coltello e una certa ansia mista a leggera paura mi assale. Mi lascia per qualche secondo, si avvicina a un grosso bovino macellato e taglia alcune lunghe strisce sottili della parte più dura della pelle dell’animale, la cotica; le unisce tra di loro come in una treccia, quindi, ritorna verso di me e con voce roca mi dice:
- “Era da un po’ che aspettavo questo momento, mia bella troia”.
Così dicendo mi assesta un primo colpo con questa frusta improvvisata.
Mi ha sempre eccitata essere frustata sulle natiche; ho provato di tutto, fruste, palette, cinture ma con la pelle di un animale non mi era mai successo e ammetto che la sensazione è unica perché anche se ogni colpo arriva morbido, che aderisce alla pelle, sagomandosi nelle mie nelle mie forme, il bruciore è ugualmente straordinario.
Una serie di colpi mi arrivano sul culo, schiena, gambe, per mi costringe a divaricare le cosce, frustandomi l’interno per poi salire e colpirmi in fica, in modo particolare sul clitoride. Forse per la forte eccitazione o per l’intenso bruciore, ma mi lascio andare a un primo orgasmo che mi fa tremare tutta, facendomi sborrare, allagando il pavimento.
Andrea, quindi, mi libera la bocca, con una mano mi stringe il collo e mi bacia ancora; un bacio lungo, intenso e desiderato. Bacia i miei capezzoli, leccandoli, succhiandoli furiosamente e mordendoli. Gemo per il dolore ma più per il piacere che mi provoca. Ho la fica fradicia e affamata del suo palo di carne che vorrei tutto dentro, fino ad impazzire.
Ma il macellaio ha deciso di farmi morire di desiderio. Si inginocchia con la testa tra le mie cosce, inizia a leccarmi la fica, divorandomi il clitoride al punto da farmi sborrare ancora incessantemente. Il mio fiore di carne tremula pulsa e trabocca di umori e lui li lecca e li succhia, assaporandoli voracemente come un mastino con la sua cagna. È bravo a leccare e questa sua devozione verso la mia fica mi fa sentire la sua troia, la sua puttana. Io non resisto più e adesso vorrei gustare il suo cazzo, farmi scopare in ogni buco e non solo.
In un attimo di lucidità ripenso a Piero; cosa starà facendo? A cosa starà pensando? Mi viene in mente che per ancora una volta ho vinto io la scommessa.
Andrea mi tira giù dal gancio e mi slega, costringendomi con le mani e il corpo piegato su un banco da lavoro; mi allarga le natiche e inizia a strofinare la sua grossa cappella su e giù per la fessura, lubrificandola. Non resisto più e lo imploro:
- “Che aspetti? Fottimi bastardo, sfonda questa cagna in calore, voglio sentire la tua grossa minchia devastarmi la fica di piacere“.
- “Che gran puttana sei; ricordati che adesso sei la mia cagna quindi non costringermi a chiuderti la ancora quella bocca da pompinara”.
Risponde in tono autoritario ed eccitato.
La sua mano non smette di sfregare su e giù la sua poderosa mazza, mentre con l’altra mi massaggia il buco del culo infilandoci dentro il pollice. Questo gran maiale ci sa fare perché in pochi secondi mi provoca un altro orgasmo.
Finalmente sento la grossa cappella farsi strada dentro la mia fica ormai grondante; avanza lentamente centimetro dopo centimetro. La sensazione è straordinaria perché mi sento invasa e piena di quella magnifica mazza. La mia fica si adatta subito a quelle dimensioni da stallone e inghiotte quella bella minchia fino in fondo. Bastano pochissimi affondi decisi, profondi con il bacino che sbatte sul mio culo e io esplodo in un altro devastante orgasmo. Non smette e continua a muoversi come un forsennato, insultandomi e schiaffeggiandomi con violenza il culo.
“-Ti piace essere montata così, troiona; Sei proprio la mia vacca da monta e sai che io me ne intendo!
Più mi insulta, più mi eccito, mi pompa quel cazzone senza sosta e avrò avuto almeno altri tre orgasmi uno dietro all’altro.
Dopo l’ultimo con cui ho pisciato sborra, si ferma, ordinandomi di inginocchiarmi davanti a lui.
Per ringraziarlo deciso di finire a mano la mia opera impugnando la sua enorme mazza per farla sborrare. Desidero fortemente accarezzare le sue grosse palle e svuotarsi del loro succo. Pertanto, inizio a masturbarlo con veemenza, leccando e succhiando quella bella cappella lucida; ingoio quel serpente duro, massaggiandogli contemporaneamente le palle e ho la sensazione che il suo cazzo diventati sempre più grosso.
Continuo a leccargli la punta come una cagnetta ubbidiente, poi con la lingua lecco più volte quel palo di carne muovendo la bocca su e giù, su ogni millimetro di questa carne dura.
Tutta Quella bella minchia luccica della mia saliva e il bastardo mi afferra per la nuca e mi obbliga a prenderne in bocca il più possibile. Sto per vomitare ma le contrazioni del suo cazzone sulla mia lingua preludono a una sua colossale sborrata; gli spasmi e i rantoli di piacere sempre più ravvicinati annunciano una esplosione torrenziale di sperma.
E, finalmente, con una potenza di getto straordinaria, la sua sborra mi arriva tutta in gola, riempiendomi la bocca di caldo miele, facendomi quasi soffocare. Non riesco a contenere tutto; una parte la ingoio ma almeno metà fuoriesce, colandomi sul mento, sui seni e sul ventre.
Tuttavia, non smetto di segarlo e leccarlo; questa è la parte che più mi piace e mi rilassa, anche se continua ancora ad emettere piccole gocce di sborra che io raccolgo con la lingua, mentre con l’altra mano mi spalmo quella sui seni, sul ventre, sui fianchi e su tutto il corpo.
Il suo viso sembra appagato, ma fa qualcosa che mi sorprende piacevolmente e che mi dimostra una sorta di appartenenza. Infatti, si piega verso di me e mi lecca il viso, raccogliendo la sua sborra ai bordi delle labbra e sul mento; poi sui seni e sul ventre fino al pube dove gli schizzi sono arrivati. Quindi mi bacia in bocca e ci scambiamo fluidi, succhiandoci a vicenda la lingua e le labbra e assaporando i nostri umori voracemente.
Abbracciarlo e baciarlo ancora è un segno di gratitudine per tutto il godimento che mi ha regalato. Do, infine, un’occhiata al mio telefono per vedere se è ancora attiva la videochiamata con Piero. Intuisco che quel porco bastardo deve essersi segato davanti allo schermo e questo non mi fa intendere in modo scontato quanto possa essere rimasto soddisfatto della mia performance.
Fine.

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