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(23) Guido 6: Operazione Manhattan, Porco e Scrofa, la grande deflagrazione


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
31.07.2023    |    4.296    |    6 9.0
"Il suo viso divampa in fiamme e il suo giunonico – forse meglio dire baulesco - corpo si eleva per seguirmi..."
Riportando una notizia secondo la quale la situazione di stallo nella locanda del tuttofare Diego starebbe per sbloccarsi, proseguiamo la lettura del diario di Guido, questa volta in trepida attesa di sapere come andrà a finire il piano di ‘vendetta’ finalizzato alla liberazione da un incubo del suo fratellino adottivo Dino. Con una sorpresa…

Sabato 8 luglio - sera
Stamattina, con il ‘giro in pineta’, oltre ad avere conosciuto un nuovo modo di adescare maschietti senza troppa fatica, ho potuto terminare le ‘indagini’, completando il quadro di ‘documentazione’ del Meschino. Penso anche di avere conquistata una certa dose di fiducia per attirarlo ancor meglio nella trappola, lasciandolo ‘sondare’ la mia gibbosità anteriore.
Ho anche dovuto aggiungere un altro motivo e giustificazione a questo mio intento. Ne scriverò più avanti, ora seguo gli eventi.

Subito dopo pranzo mi reco alla piazzola dei vicini per cercare la Baldracca, la sorella del mio amichetto Dino, quella Schifosa che lo obbliga a infilarle nella topa ormai sbrindellata - nonostante i suoi 18 anni - ogni genere di ortaggio, oltre a oggetti che abbiano qualche somiglianza con un fallo maschile.
Trovo il Pusillanime e la consorte, seduti fuori dalla veranda. Il piccolino dorme. Chiedo della Laidona che - mi dicono - essere andata probabilmente al bar con delle amiche.
La donna mi offre subito un caffè che accetto.
Come immaginavo, mentre la consorte è nella roulotte, Il Depravato approfitta, con occhi lucidi di abominevole lussuria:
“Mi ha fatto piacere, stamattina, avere modo di avvicinarti un po’. Sei un ragazzo in gamba e meriti di conoscere la vita in tutte le sue sfaccettature. Quando vuoi, ti spiego bene e ripassiamo quel concetto legato al coito anale fra uomini. E se vuoi, anche qualcosa relativo all’uso della bocca. Mi dai l’impressione di essere un tipetto molto curioso e ormai siamo abbastanza intimi.”
Penso: ‘certo: sei riuscito a toccarmi culo e pacco, ora punti a farti spompinare e ad incularmi, Animale! Non immagini nemmeno che giusto ieri sono stato con tre – diconsi TRE! – Uomini, con i quali ho fatto numeri che rimarranno sempre e solo nelle tue fantasie di Pervertito!’
Aggiunge.
“Sono contento che ti interessi a mio figlio e a mia figlia: così non destiamo sospetti davanti a mia moglie, bravo!”
Anche peggio: vende pure la prole per scopare un sedicenne! E non contento, osa oltre:
“Se vuoi, dopo ci vediamo in uno dei bagni. Vorrei capire un po’ meglio come sei conformato lì sotto. Sai, è importante per adattare le lezioni alla tua particolarità.
Oppure andiamo a farci ancora un giro con la macchina così ti posso spiegare tutto per bene.”
Ignobile e Disgustoso!

Arrivano tazzine, caffettiera e zuccheriera su un vassoio.
Seduti fuori dalla veranda, sorbiamo la veramente ottima bevanda, per la quale mi complimento con la ‘padrona di casa’. A questa espressione la signora risponde con un tono che mi pare falsamente scherzoso, quasi con una vena malinconica:
“La padrona ha abdicato al padrone che fortunatamente in casa si occupa di tutto. Vero, caro?”
Un sorriso che mi pare sforzato viene rivolto al Degenerato.
“Certo cara, con me siete in buone mani, lo sai!”
Smorfia della consorte: qualcosa non mi convince. Noto anche delle macchie scure, come leggeri lividi, su quella bellissima pelle bianca e liscia: fanno capolino dai bordi dell’ampio vestitino in corrispondenza di polsi e cosce. Ora che ci penso: non l’ho mai vista in costume, nemmeno in spiaggia.
Termino di bere, ringrazio e me ne vado. Con un secondo tarlo in testa però.

Devo attirare nella tagliola la Maiala erede del Suino per cui mi lancio verso la zona ‘Ristorazione & intrattenimento’.
Faccio un giro in tutti i locali. C’è un gruppetto di adolescenti ciarliere sedute ad un tavolo ma la Ributtante non è fra loro. Ma capto un dialogo:
“Quella? Brutta e sfatta com’è non le rimane che il cameriere riccio!”
“Quale? Il bestemmiatore in automatico? Quello con i pantaloni sempre macchiati?”
“Sì, lui! Pensa che stamattina presto sono venuta qui per bermi un caffè e aveva un rivolo di qualcosa che gli colava dalla bottega. Sembrava sborra!”
“Probabilmente si è fatto una pippa dietro il banco guardando le tue tette!”
Risata corale.
“Mah, secondo me, gli piacciono gli uomini!”
“Macché! Proprio adesso è sotto con la Tilda!”
“Ahahah! Beh, se si sono trovati meglio per noi: due rospi accoppiati sono fuori dal mercato!”

Nel frattempo mi siedo a una certa distanza, prelevando un giornale che fingo di leggere.
Dietro il banco spunta il solito cameriere riccio dal sesso odoroso (eufemismo) e pochi secondi dopo - lateralmente e quasi carponi - la Miserabile.

“Allora come è andata?”
“Stupendo, ragazze! Un Fuoco! Un cazzo meraviglioso! Glielo ho succhiato alla grande e poi mi ha dato una ripassata che non dimenticherò facilmente!”
“Ti sei lasciata scopare? Ma non sei vergine? E senza sicurezze?”
“Ma no, mica in figa! Me lo ha messo dietro! E alla fine mi ha riempita come un bigné! Dopo devo andare a svuotarmi in bagno!”
“Caspita, lo hai preso nel sedere! Ma non ti ha fatto male? Oppure non è stato il primo, eh?”
“Ammetto di essere un po’... ‘navigata’!”

Buon sangue non mente. Millantatrice Falsona lei, come il padre Ripugnante: a meno di un miracolo non credo proprio che il giovanetto abbia cambiato abitudini igieniche e che il suo pistolino si sia improvvisamente trasformato in ariete con cisterne di sborra nei due coglioncini che si ritrova.
Non so cosa pensare, le ipotesi vanno da ‘la Zoccola fugge alla vista e al tanfo emanato dal bastoncino marcio’ al ‘pompino con distacco di croste e grumi di smegma’. Escluderei del tutto la via rettale, probabilmente impossibile causa insufficiente turgore.

Il vivace botta e risposta improvvisamente si calma e i toni si abbassano, diventando quasi dei sussurri.
Con la coda dell’occhio ho l’impressione di essere diventato io, l’argomento.
Gioco il tutto per tutto e giro il viso verso le piccole comari.
Si bloccano ma mi sorridono anche. Rispondo a trentadue denti.
Affondo: mi alzo e vado verso di loro.
“Ciao carine! Chi vuole fare una passeggiatina con me?”
Stupore e qualche guancia in arrossamento.
“Allora posso decidere io?”

Punto il mio obiettivo militare: la Troiazza.
Il suo viso divampa in fiamme e il suo giunonico – forse meglio dire baulesco - corpo si eleva per seguirmi.
Prima di uscire le chiedo se ha bisogno della toilette: ovviamente no. Quindi mi segue fino in spiaggia dove ci incamminiamo sul bagnasciuga.

Per farla breve - tanto me lo ricorderò certamente finché campo - comincio a ricoprirla di complimenti, le esterno tutta la mia ammirazione e via dicendo finché non le propongo un incontro ‘piccante’ in un posto speciale dove si può fare con la certezza di non essere scoperti. Accetta senza troppo resistere e alla fine non rifiuta la proposta indecente: una sodomizzazione. Che Laida e Puttanazza!!!
Ci diamo appuntamento per Lunedì mattina.

Sono entusiasta, posso passare al prossimo atto di questa trama perversa, però con un fine nobilissimo: liberare il mio ‘fratellino adottivo’ da un incubo.
Ho architettato tutto per il primo giorno della settimana: meno viavai e rischi di essere disturbati anche se il ‘teatro delle operazioni’ è abbastanza defilato.
Domenica probabilmente gita turistica con i miei.

Vado a cercare il Detestabile, naturalmente lo trovo al bar con il solito sguattero lercione a parlare di conquiste da ‘Mille e una Notte’ - favole, appunto - e, lasciandomi dare due palpatine nel bagno, gli illustro le mie intenzioni, ottenendo ovviamente sua piena e totale disponibilità e presenza: e vorrei vedere, con quello che gli ho promesso!

Me ne vado in spiaggia per passarvi il resto del pomeriggio.
Teo non si vede né gironzolano femminucce o paparini insoddisfatti, questi probabilmente sotto il vigile occhio delle mammine.

Dopo una mezz’oretta vedo arrivare la moglie dello Spregevole. Bellissima, in un abitino blu di tessuto leggero, con mezze maniche e gonna lunga fino alle caviglie.
Mentre si avvicina, inizia a parlare senza però guardarmi. La voce è concitata:
“Guido, ti scongiuro, devo confidarmi con te! Hai un posto dove nessuno ci veda? Non distante dalla mia roulotte, se possibile.”
Mi passa accanto ma non si ferma. Capisco tutto all’istante ed elaboro una strategia lampo.
“Sì! Vada dietro la reception, c’è un grande cancello oscurato da teli verdi. È solo accostato, entri e mi attenda lì.”
Poco dopo sono seduto con lei sotto una tettoietta in una zona del campeggio utilizzata come deposito e magazzino.
Francesca - questo il suo nome - è un fiume in piena.
Conosce il Turpe tredici anni fa. Attirata dai modi fini ed eleganti e dalle continue esternazioni di adorazione verso di lei da parte del Miserevole, se ne innamora perdutamente e pochi mesi dopo accetta di sposarlo.
Il Nefando ha a suo carico la figlia Matilda, avuta da una relazione senza nozze con una donna poi scappata. La bambina di sei anni si palesa sin da subito insofferente, capricciosa e viziata. Decide di sopportare sia per affetto ma anche perché rimane subito incinta di Dino.
Da quel momento il Vigliacco si trasforma, diventando maleducato e progressivamente sempre più violento, non solo verbalmente ma negli ultimi anni anche manesco oltre che terribilmente geloso, tanto da tenerla costantemente sotto controllo e prostrazione fisica e psicologica.
Solo lei, perché con la figlia è al contrario molto liberale e affabile mentre nei confronti del piccolo pare sempre neutro e indifferente.
Anzi, negli ultimi tempi ancora più distaccato, ma in un modo strano, esagerato, tanto da sollevare in lei alcuni sospetti.
Avendo notato il mio atteggiamento protettivo verso il ragazzino, il quale a sua volta esprime una enorme simpatia e attaccamento a me, ha deciso di chiedere aiuto per verificare, mancandole il coraggio né sapendo come affrontare l’argomento.
Scoprire qualcosa sarebbe la spinta per lasciarlo definitivamente.
A questo punto decido di rompere a mia volta ogni indugio. Racconto per filo e per segno tutta la situazione, le sue tendenze omosessuali ben esplicitate nei miei confronti, le abitudini ‘verduristiche’ della sorellastra, infine il piano per smascherare la coppia di Disgraziati.
Pianto liberatorio della donna e accordo per una sua fattiva collaborazione: ho manforte!

Giocato tutto il resto del pomeriggio con Dino, godendo della sua spensieratezza e serenità che spero di rendere definitiva da domani. Francesca ci ha guardati da sotto l’ombrellone e mi è parso di vedere qualche lacrima scorrere sotto gli occhialoni scuri.

Ora è sera e posso finalmente riordinare le idee.
Ho un po’ di casino con gli appunti del progetto.
Lo riepilogo qui in modo da conservarlo meglio, verificare eventuali errori o incongruenze e integrare con l’aiuto che mi darà Francesca.
Lo chiamerò ‘Operazione Manhattan’, perché mi auguro sarà una bomba atomica per i due Degenerati Repellenti.

Fase 1)
Giovedì 6 ero riuscito a farmi concedere l’utilizzo per la mattinata di quella roulotte depositata in fondo al campeggio, in attesa di essere asportata e demolita. È ideale perché grandissima e con gli interni completamente oscuri, avendo le finestre coperte da assi di legno.
Le due dinette matrimoniali - anteriore e posteriore - sono ancora in ottimo stato: bastano e hanno una dislocazione quasi perfetta per il mio scopo.
È un modello lusso per cui sono entrambe dotate di porte, quindi non si vede l’interno dallo sportello esterno e viceversa.
Ricordarsi di verificare sempre la chiusura di quella dietro che è un po’ difettosa.
Ripercorro più volte tutto il percorso interno al buio finché non lo memorizzo a sufficienza.
Lascio le due torce a pile: numero 1 a sinistra dell’ingresso, numero 2 a destra.
All’esterno, in un angolo concertato con Francesca, depongo la macchina fotografica con flash ricevuta in prestito da Amedeo, figlio del direttore.
Sveglietta da tavolo con lancette fosforescenti nella dinette dietro.
Sincronizzare con il mio orologio da polso.

Fase 2)
Mattina sveglia presto per tenere sott’occhio la famigliola.
Dopo la colazione, Francesca porta il piccolo Dino al bar, dove lo custodirà Germana, una cameriera di una certa età molto simpatica e disponibile. Flipper e giochini meccanici vari a volontà.

Fase 3)
Ore 9:00 appuntamento al blocco bagni 3 con l’Abietto.
Gli ho promesso un mega-pompino e una inculata da sballo in un posto speciale.
Torcia 1.
Lo porto nella dinette posteriore, più lontana dalla porta.
Per non rischiare di farlo sborrare subito - con questi elementi non si sa mai - cincischio e gli racconto qualche porcheria che vorrei imparare da lui ma senza mai toccarlo.
Tempo totale necessario fin qui, circa 10 minuti.
Tenere d’occhio la sveglietta.
Impreco perché mi accorgo di avere dimenticato la crema lubrificante alla roulotte dei miei.
Spero non la porti lui ma non credo: non è tipo da cortesie e atti fatti come si deve. Nel caso, opzione preservativo, rubato ai miei per la mia ‘iniziazione’ tanto attesa – da entrambi!
Esco e gli raccomando di non muoversi per non essere scoperti dal direttore: ho usato una chiave falsa per aprire.
Gli lascio torcia 1.

Fase 4)
Ore 9:15 appuntamento alle panchine del vialone di ingresso con la Sboldrona.
A lei ho detto 9:00 per farla arrivare prima e tenerla bloccata lì.
Aspetterà certamente: le ho promesso una mega-inculata.
Arriviamo alla roulotte ma la fermo davanti alla porta con la scusa di dover controllare una cosa all’interno.
Entro e vado dal Bastardo a verificare che sia ancora dove l’ho lasciato.
Gli dico che devo controllare un momento perché mi è sembrato di vedere il direttore.
Torno alla porta di entrata, la apro solo poco, faccio salire la Vaccona e la porto nella dinette davanti.
Francesca, in attesa dietro la roulotte, si porta accanto allo sportello con la macchina fotografica.
Torcia 2.
Dico alla Battona di spogliarsi e mettersi alla pecorina. Intanto vado a prendere la crema rimasta in bagno.
Cerco di memorizzare esattamente la sua posizione.
Con torcia 2 torno dal Rivoltante dietro ma la lascio spenta in ingresso.
Gli raccomando il massimo silenzio perché il direttore sta gironzolando. Per tranquillizzarlo gli dico che la situazione mi intriga ancora di più e che sono eccitatissimo. Magari lo lascio toccarmi un po’ dove vuole.
Con una mano prendo torcia 1, con l’altra impugno il suo uccello e lo trascino verso la dinette davanti, ‘perché e più comoda’. Se fosse duro sarebbe ideale.
Mentre ci stiamo spostando spengo torcia 1, fingo di maneggiarla e brontolo perché si è rotta. La appoggio su un ripiano.

Fase FINALE
Ora devo essere svelto e preciso.
Inizio a menare il tarello di lui, cerco il culo di lei e le infilo un dito nel buco.
A quel punto esclamo ad alta voce:
“Operazione Manhattan: Padre Porco con Scrofa Figlia!’ Innesco dell’ordigno eseguita! Pronti alla detonazione!”
Francesca spalanca la porta, io salto indietro, la luce è sufficiente per inquadrare la scena ed iniziare scatti a ripetizione.

Speriamo vada tutto bene.
Ora a dormire.

Domenica 9 luglio
Oggi castità obbligata.
Cioè quasi: durante l’escursione in battello alle vicine grotte con pranzo a bordo - due sardine e un bicchiere di aranciata o vino - scambio due battute con uno dei ragazzi addetti alle funi - cime, pardon! - e in uno sgabuzzino ci spariamo una sega. Però senza toccarci. Peccato, perché aveva un gran bel pisello! Mi concede però di leccargli via l’ottimo sughino dalla cappella.

Lunedì 10 luglio - ore 10:00
Mi trema un po’ la mano per l’emozione ma voglio mettere tutto subito su carta.
‘Operazione Manhattan’ compiuta. La deflagrazione è avvenuta a piena potenza. L’onda d’urto ha provocato danni irreparabili al nemico. Non si registrano perdite.
La vettura con i due Tapini a bordo e le loro valigie riempite in fretta e furia è appena andata via.
Francesca si è precipitata al bar e ora si sta strafogando di paste con il piccolo Dino.
Li raggiungerò dopo.

Una volta terminata la tempesta di lampi i due Poveretti, bloccati dalla sorpresa si sono guardati e scambiati solo un: “Cosa ci fai tu qui?”
Accese le luci portatili, Francesca è stata veramente grande:
“Ora andate alla roulotte, preparate le vostre cose, io chiamerò un taxi sul quale salirete, salutando eventualmente con cortesia, giustificandovi con un improvviso e urgente problema familiare. Prendete pure tutti i soldi che vi servono, basta che saliate sul primo treno o bus che sia. Ho deciso che rimarrò qui fino alla fine di agosto per cui avrete tutto il tempo di trovare un’altra casa. Se non ce la fate, il primo anno di affitto ve lo pagherò io. E adesso fuori!”
Voce ferma, tono forte, deciso, senza un cedimento.
Per la verità il cedimento è avvenuto pochi istanti dopo: la donna mi è saltata addosso scoppiando in un pianto dirotto.
Devo confessare: il suo abbraccio, il suo corpo perfetto, in altri frangenti, mi avrebbe causato una erezione immediata ma stavolta anche ‘Lui’ ha compreso la situazione ed è rimasto al suo posto.

Sono felice come poche volte fino ad oggi.

Luglio 2023
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