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Diego 17: il ritorno alla locanda – 4 / essere o non essere… frocio e puttano


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
08.07.2023    |    4.337    |    9 9.5
"Tornò quindi a ragionare sulla possibilità di offrirsi a pagamento ma non aveva assolutamente idea di come proporsi..."
La corriera giunse alla fermata della locanda all’alba, in orario. Diego ne scese rendendosi conto solo in quel momento di non avere rispettato il suo, di orario: quello di lavoro! Aveva saltato un giorno senza giustificazione e quel mattino avrebbe dovuto prendere servizio di lì a pochissimo! Passò quindi nella sua cameretta solo per darsi una rapida sciacquata, cambiarsi, posare portafogli e sacchetto, quindi precipitarsi in cucina.
Lo chef lo accolse con un: “già qui? Pensavo avresti approfittato della mattinata libera per ronfare più a lungo, dopo la 'vacanza speciale in città' concessa dal capo! Tutto bene con i tuoi?”
Diego replicò con un “tutto a posto, grazie” e andò subito a consultare la tabella dei turni, scoprendo che la sua casella riportava due correzioni: libero il giorno prima e quello stesso mattino con ripresa del lavoro solo nel pomeriggio. Il titolare aveva dunque previsto che il ragazzo si sarebbe ‘trattenuto’ più a lungo con il camionista. I nostri lettori sanno il perché e il per come!
Fece colazione e, salutati i colleghi, tornò in camera per lavarsi accuratamente e stendersi infine sul letto, stremato.

Puntò la sveglia ma non riuscì ad addormentarsi. Troppe le immagini che scorrevano davanti ai suoi occhi. Troppe le sensazioni che ancora attraversavano il suo corpo. Troppi i pensieri che stavano lacerando la sua mente.
In poche ore, meno di due giorni, lui, proprio lui, il puritano, timido, complessato masturbatore quasi compulsivo, sognatore dei più trasgressivi rapporti con femmine di ogni età e tipo ma poi incapace e impacciato nel proporsi, era diventato un omosessuale. Un frocio!
Voglioso, anzi avido di membri maschili: da maneggiare, ricevere in bocca, nel didietro - pure due alla volta - e da cui suggere tutti gli umori, anche se sgradevoli.
Da tanto incredibile era stata quella avventura, si chiese se non fosse stato solo un sogno. Ma le prove concrete erano lì, sulla sedia accanto a lui, nella ‘busta delle vergogne’: il completino elastico bianco con il provocante boxerino bianco, il perizoma con il filetto fra le natiche, la cinghietta di pelle per esagerare la sporgenza di pene e testicoli, il dildo di plastica utile a tenere in allenamento il canalino.
E ancora: il pantaloncino ‘minimalista’ regalatogli dal vecchietto dell’autostazione in sostituzione dei jeans rossi macchiati di sperma, questi ultimi origine, anzi vera miccia dell’incendio di travolgente lussuria divampato nel camionista Renato, passato dalla figura di bieco assaltatore e defloratore a maestro e regista del percorso di ‘trasformazione interiore’ del giovanetto.
Senza dimenticare quel leggero, sottile bruciore al buchino…

Una galleria di volti, nomi, sensazioni e atteggiamenti.
Primo l’avere assistito al rapporto sessuale più degenerato e immorale possibile per la sua educazione e formazione ovvero il coito anale fra due uomini: Renato e Rudi. Poi l’approccio esplicito e violento del cliente nel ristorante della locanda due sere prima, la sua deflorazione notturna a bordo dell’autocarro, il primo pompino con bevuta di sperma, l’incontro mattiniero con il dolce e impacciato vecchietto del bagno - in fondo solo alla ricerca di un po’ di calore umano -, seguito dall’ elegante sculacciatore e sodomizzatore della fabbrica dismessa.
A seguire il buffo e cerimonioso portinaio con una spada come tarello, prima dell’intenso pomeriggio trascorso nella casa del camionista, con altri giochi perversi fra cui la penetrazione contemporanea dei due cazzi. Il tutto a conclusione del sordido accordo fra costui e il principale, per impiegare eventualmente Diego come prostituto.
E dopo circa 24 ore dall’inizio del tutto, quasi a voler ribadire e consolidare il nuovo corso della sua giovane vita, il destino aveva fatto incrociare la sua strada con quella del coetaneo Ful.
Come ful-mine a ciel sereno, il sordido e incestuoso Fulvio, il quale avrebbe animato, anzi ritmato intensamente il viaggio di ritorno. Dal ‘trenino’ con il cugino Riccardino al carosello di masturbazioni, rapporti orali e anali con i giovani scout in gita: i gemelli dai piselli identici da succhiare contemporaneamente, lo sgrammaticato Bernardo detto ‘Trippetta’, il pipparolo del capanno attrezzi, il ragazzone gigante, sensibile e delicato nonostante le apparenze, il corvino Mariolino, desideroso di fare una sorta di prova generale per la sodomizzazione della consenziente - anzi ella stessa richiedente - fidanzata vergine, oltre agli altri senza nome che in qualche modo avevano partecipato a quella improvvisata orgia semi-adolescenziale a bordo di un corriera in viaggio nella notte.
L’improvvisa interruzione ad opera del sacerdote loro accompagnatore, seguita dalla imprevedibile e straordinaria ‘confessione inversa’ dello stesso, vittima dei ricatti del diabolico - è il caso di dirlo! - Fulvio, a causa della sua omoesssualità tenuta giocoforza repressa e nascosta sotto l’abito talare assieme però ad una prorompente virilità alla quale Diego aveva cercato di donare almeno alcuni momenti di sollievo con mano e bocca.
Infine l’incontro con l’olezzante organo del secondo autista del bus e relativo, assai poco appetitoso liquido seminale.

Questo ultimo episodio lo fece riflettere sulla naturalezza e opportunità di certi atti: ora poteva farlo con un certo distacco.
Alcune domande fecero capolino: era stato solamente uno sfogo alle sue pulsioni fisiche tanto a lungo represse oppure Renato aveva portato a galla la sua vera ed inconscia natura omosessuale - o perlomeno doppia? Era il caso di troncare subito e non lasciarsi traviare oltre da rapporti ritenuti innaturali e perversi oppure doveva provare ancora, con altri uomini, anche solo per accertare le proprie reali tendenze?

Sopra tutto c’era però il suo futuro nella locanda: il padrone lo voleva realmente indirizzare a nuove ‘mansioni’, cioè diventare attrazione mercenaria del locale? Già aveva percepito danaro e regali per le sue prestazioni, anche se non richiesti, ma qui si trattava di prostituirsi nel vero senso della parola! Di fare attivamente il puttano! Lo avrebbe Diego accettato? In che forma, misura e quantità? Quale sarebbe stato il ruolo del titolare? Quale rischio avrebbe corso la considerazione da parte di familiari e amici nonostante la lontananza da casa?

Cominciava forse a vacillare in lui la certezza che quanto fatto in quelle poche ore - pur essendo stato effettivamente trasgressivo, indubbiamente piacevole e gratificante - fosse una via giustificabile e moralmente accettabile?

Non riuscì a giungere ad un conclusione: il sonno interruppe il flusso, il pomeriggio arrivò e il lavoro riprese con il solito ritmo.
Nei giorni seguenti si aspettò di essere avvicinato dal principale. Invece costui non disse nulla né accennò in alcun modo all'argomento. Forse - come aveva detto Renato - gli lasciava libertà di scelta e decisione.

Il ricordo di quell’avventura divenne però un chiodo fisso. Per lui, che non aveva mai avuto veri rapporti sessuali, era stato uno ‘sverginamento’ piuttosto forzato e decisamente depravato che però - doveva riconoscerlo a se stesso - gli aveva aperto inaspettate porte di piacere e voluttà. Il sapore dei falli, del sughino preliminare ma soprattutto dei differenti tipi di sperma, oltre alle sensazioni provate quando quei rigidi membri avevano violato, penetrato, percorso e iniettato più volte il suo sfintere percorrevano quasi costantemente la sua mente confusa.

Riprese ovviamente a masturbarsi con frequenza e si dovette presto rendere conto che la sua immaginazione, dopo avere cercato di rivolgersi come al solito a unioni carnali con femmine di vario genere, finiva sempre per cadere su qualche uccello maschile: rasponi, leccate di palle, succhiate a cappelle e nerchie di tutte le misure e forme, inculate in varie posizioni, anche due alla volta. Cominciò a fare uso del fallo artificiale che conobbe sempre più di frequente il suo buco di culo.
Insomma, dovette arrendersi all'evidenza: desiderava fortemente fottere con un uomo!

Ora si trattava di trovare un complice adeguato. Provare con qualche collega del locale era ovviamente fuori discussione. Tornò quindi a ragionare sulla possibilità di offrirsi a pagamento ma non aveva assolutamente idea di come proporsi.
Poteva forse provare a indossare con maggior frequenza i famosi jeans rossi attillati ma temeva di suscitare sospetti in colleghi e colleghe, pur essendo un capo assolutamente di moda. Meno che meno il pantaloncino corto o il boxerino bianco!
Né poté registrare profferte più o meno esplicite da parte dei clienti, a parte poche battute contenenti qualche epiteto tipo: ‘caldo morettino’, ‘puledrino’ ma anche ‘torello sciupafemmine’ e via discorrendo, senza successive concretizzazioni, almeno non a sua sensazione.

Un sottile senso di delusione cominciò a pervaderlo, iniziò anche a pensare che tutto quanto fatto da Renato fosse stato montato ad arte solamente per sedurlo e approfittare di lui, giovane inesperto.
E che non corrispondesse al vero quanto da lui detto al riguardo di avventori interessati a giochi fra maschi, ovvero “sarai spesso oggetto di abbordaggi più o meno espliciti”, mentre l’utilizzo abbastanza frequente della ‘stanza speciale’ da parte di coppie ordinarie, fra cui anche qualche cameriera, testimoniava un indubbio maggiore movimento di tipo eterosessuale.
Certo, a favore di opposta posizione c’erano gli accessori donatigli dall’assatanato camionista, per cui forse si trattava solo di portare pazienza.

Dovette però anche ammettere la sua timidezza di fondo, la paura di venire scoperto e una serie di altre vere e proprie paranoie che lo bloccavano.
Insomma, finché non si fosse presentata una occasione adatta, con tutti i presupposti ordinati e ideali - quindi e probabilmente per chissà quanto tempo - si sentì condannato a rimanere letteralmente a bocca asciutta e a saziare i pruriti del proprio orifizio con il solo surrogato sintetico.

I lettori saranno certamente delusi da questa imprevista svolta - o meglio battuta di arresto -, ritenendo probabilmente avere il giovane cameriere-tuttofare ancora enormi potenzialità da esprimere, gesta non ancora raccontate, paventando invece l’esaurimento dell’inchiostro dedicato al nostro Diego.
Da fonte certa sappiamo che la sentenza sul futuro del morettino dal bel culettino è già stata emessa dall’autore e che verrà presto resa nota.
Come è ben noto, la giustizia ha i suoi tempi e un detto popolare afferma che le cattive notizie sono sempre le prime ad arrivare. Al momento non ne abbiamo.
Stiamo dunque all’erta nella bacheca dei ‘Racconti erotici’.

Luglio 2023
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