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(18) Guido e Teo: crema di bellezza speciale per le palle del novizio


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
12.07.2023    |    5.684    |    3 9.8
"“Ah, ah, ah! Sì, sì si! Guido! Ah, ah, ah! – Godi Teo, godi! Siiii! Aaaahhh - Ah, ah, ah! Sì, sì si! Guido è fantastico! Ah, ah, ah! – Guido! Teo!..."
Dopo il ritorno alla locanda, il cameriere-tuttofare Diego fu preda di dubbi, incertezze, domande sul proprio futuro, oltre a non avere avuto occasioni di approcci o avvicinamenti di genere maschile, rimanendo così letteralmente a bocca asciutta e buchetto visitato solamente dal suo surrogato di plastica. Solamente dopo vari giorni sarebbe stato avvicinato dalla conturbante collega Alessia,
Sfrutteremo questo intervallo per riportare una storia accaduta proprio in quei giorni ma a parecchi chilometri di distanza, in una località turistica sul mare, allora ancora poco conosciuta o quasi.
Il narratore, in questo caso, è il nostro affezionato lettore Guido, il quale ci regala alcuni brani del suo diario per farci partecipi di alcuni passaggi ‘piccanti’ di quell’estate del 1978.

Martedì 27 giugno.
Oggi in spiaggia ho notato un ragazzotto.
Deve avere più o meno i miei anni, per la verità è bruttarello, timido e impacciato, però ha un qualcosa che mi attizza: non certo la bassa statura, i capelli castano chiaro o il fisico robustello, anche se ben proporzionato. Il poco pelo mi lascia indifferente e i larghi pantaloncini non mi hanno permesso di verificare dotazione anteriore e struttura posteriore.
Quindi apparentemente quasi insignificante. Ma non saprei dire perché il mio migliore amico dentro gli slip abbia avuto qualche fremito.

Dimenticavo: ieri, dopo lunghe perlustrazioni, ho finalmente trovato un posto adatto dove andare a tirarmi il segone quotidiano, con calma e penso senza disturbi. Devo camminare sulla spiaggia per circa un quarto d’ora verso nord e addentrarmi poi fra le dune: ci sono avvallamenti e cespugli in abbondanza dove sedersi o anche stare in piedi senza essere visti dalla spiaggia né tantomeno dalla pineta dietro - che è tutta recintata e quindi senza accessi.

Mercoledì 28 giugno
Oggi tempesta! Ma non meteorologica.
La mia sensazione riguardo al maschietto di ieri ha avuto la sua conferma e ben oltre le migliori aspettative, almeno per quanto riguarda il fisico.
È arrivato in spiaggia con uno slip da bagno rosso vagamente lucido.
Dietro aderiva ad un delizioso culotto largo e tondetto ma davanti! Davanti formava uno strepitoso paccone!
Innanzitutto due gran belle cipollone tonde, piene e - come faccio di solito anch’io - l’uccello ripiegato centralmente sopra, probabilmente di calibro non indifferente. In quanto alla lunghezza - anche se per me non è un fattore determinante -, a riposo non è facile fare previsioni. Previsioni - certo - perché ho deciso di tentare in ogni modo di riuscire a tirarglielo fuori per averlo almeno in mano o ancor meglio fra le mie fauci e sulla lingua.
Quel gobbone generoso e delineato in modo spettacolare, soprattutto di profilo, mi ha fatto letteralmente sballare.
Certo, il massimo sarebbe allargargli pure quelle belle chiappette e spingerci in mezzo il mio arnese! Ma nella vita non si può avere tutto. Perlomeno non subito.

La pippa di oggi non è stata dedicata alle solite tette della signora Clara bensì alla voluminosa escrescenza e al possibile cetriolone del ragazzo.
Ho immaginato di averlo convinto a lasciarmi poggiare contro il palmo di una mano, carezzarlo, sentirlo gonfiarsi e riuscire a farlo sborrare dentro gli slip. Almeno per cominciare. Cosa che ho fatto io nei miei, inondandomi come poche volte mi accade.

Sabato 1° luglio
Giovedì e Venerdì il tipetto non si è visto mentre oggi pomeriggio l’ho beccato non lontano dal suo ombrellone, dove stavano letteralmente banchettando quelli che ho ritenuto essere i suoi familiari: una coppia di adulti e una bambina.
Seduto, solo, sul bagnasciuga con aria annoiata, ho provato ad attaccare bottone riuscendoci praticamente subito. Purtroppo indossava nuovamente i pantaloncini ma il mio pisello ha comunque dato qualche segno di vita: come detto, il suo corpo ha qualcosa che evidentemente lo interessa. Misteri della mente anzi, meglio, del cazzo!

Si chiama Teofilo – fortunatamente abbreviato in Teo! - e si trova qui con due zii - marito e moglie - oltre ad una cuginetta poiché i suoi genitori sono molto indaffarati in città.
Non sono passati cinque minuti da quando abbiamo iniziato a parlare che la donna lo ha chiamato:
“Teo caro, hai fatto amicizia, sì? Invita il tuo amichetto ché vi mangiate assieme un panino!”
Ho accettato la merenda – peraltro gustosa –, mi sono presentato e ho avuto modo di conoscere quei suoi parenti, in particolare la zia che ha decantato i pregi del suo bellissimo nipote: educato, ubbidiente, studioso ma ancora senza una ‘fidanzatina’!
L’uomo - un cinquantenne baffuto, in carne ma non obeso, è intervenuto solo una volta:
“E tu, Guido, tieni pure sedici anni come Teofilo? - Ho annuito – Bene bene, allora fatevi compari così non state soli. Magari trovatevi pure due ragazzine da giocarci un pochettino!”
Un sorriso ammiccante e sornione ha accompagnato queste sue ultime parole.

Domenica 2 luglio
Giro con i miei in paese, poi alla chiesetta del porticciolo non lontano dal nostro campeggio. Una palla pazzesca. Però, all’interno, ha attirato parecchio la mia attenzione un altare laterale in stile barocco, dove fra le varie figure spiccava quella di un puttino che potrebbe assomigliare vagamente a Teo, ovviamente un po’ più giovane. Sono rimasto ad osservarla a lungo, imbambolandomi quasi, avventurandomi con apparente indifferenza su un lato per analizzare i rotondi glutei scolpiti nel candido marmo ma soffermandomi in particolare sul davanti, sul sesso raffigurato - come spesso in quel genere di statua -, con un voluminoso scroto - di fatto una sfera liscia e lucida – e un piccolo attributo senza pelo, come un bussolotto, chiuso dall’anello del prepuzio sul glande. Appetitosissimo.
Fantasticavo di cosette lussuriose da fare con il mio ‘compare’ quando mi accorsi di due occhi che mi stavano osservando:
“Ehi, ragazzino! Quella non è roba per te! Le giovanette, devi guardare! E se proprio, mercanzia seria!”
Si è portato una mano alla patta per carezzarsi il fallo, evidentemente eretto sotto il tessuto di un largo pantalone beige. Ho il sospetto che sia stato per causa mia…
“Ora vai che devo chiudere! I tuoi ti stanno aspettando fuori!”
Uscendo ho buttato un occhio a quell’uomo, non più giovane ma con un gran bel fisico abbronzato da marinaio sotto la canottiera, e l'altro all'orario di apertura...
Una goccia di fluido ha fatto capolino dalla mia cappella ma non saprei dire se per le forme scultoree in pietra o in carne.
Sto diventando un gran porcello.

Pomeriggio tardo, raspa dietro le dune fallita. Troppa gente, soprattutto venuta dal paese, che è arrivata ad invadere il tratto solitamente deserto. In più ho deciso di resistere, oggi. Magari domani riesco a combinare finalmente qualcosa con il mio arrapante coetaneo e avrò quindi bisogno di tanto sughetto pronto.

Lunedì 3 luglio.
Il sole scalda meno, verso le cinque, e la costa è deserta a vista d’occhio. Momento ideale per sferrare l’attacco.
Mi sono lanciato alla ricerca dell’oggetto delle mie brame lubriche e l’ho trovato sotto il grande parasole, seduto a leggere un fumetto, vicino allo zio mentre avevo intravvisto poco prima il ramo femminile della famigliola in piscina.
Mi sono avvicinato, deciso a provare sfacciatamente a proporre una passeggiata verso la ‘tana delle pippe’.
Sto per aprire la bocca quando:
“Ah guarda, Teo! È arrivato il tuo comparino: bravo, bravo! Perché non andate a farvi una bella camminata in là, magari trovate qualche fanciulletta e vi fate due filarini! Altrimenti qualcuno potrebbe cominciare a pensare che tu sì uno poco dall’altra parte! Alzati, vai con lui che sicuramente sa come fare!”
Ho pensato, sorridendo maliziosamente: ‘certo che so, però cosa fare, non come! D’altro canto l’ormai palese insoddisfazione sessuale del ragazzo potrebbe anche favorire i miei piani e permettermi di arrivare a proporre qualche giochino più o meno innocente fra ometti. Potrebbe essere realistico, ci proverò!'.
Peccato che il mio nuovo amico indossi ancora i soliti pantaloncini.
“Aspetta! Guarda come sta abbigliato Guido! È proprio un furbacchione: se volete fare bottino dovete mostrare le armi e quella mutandina bella stretta all’artiglieria è giusta giusta per andare a caccia! Vatti a mettere anche tu quella rossa che avevi l’altro giorno!”
Senza volere, questo vecchio marpione un po’ vizioso sta facendo in pieno il mio gioco!

Ci incamminiamo lungo la battigia, superando presto il tratto occupato da persone.
Fortunatamente, perché avere Teo accanto a me, osservare costantemente il suo saccone fallico pesantemente tremolante fra gli inguini in movimento ha indurìto alla grande il mio pitone che ha cominciato a gocciolare, oltre ad avere gonfiato – ormai vistosamente – il mio slip blu brillante.

Decido di buttare una prima esca:
“Sbaglio o i tuoi vogliono a tutti i costi vederti accasato?”
“Sono un tormento! Ho sedici anni ma vorrebbero che avessi già deciso chi e quando sposare! Loro qui ma anche i miei genitori a casa! Matrimonio, matrimonio, matrimonio!”
Provo un passo avanti:
“Mentre tu hai altri interessi…”
“Sinceramente, per ora mi basterebbe trovare una femmina che me lo prendesse in mano e mi tirasse una bella sega invece di dover fare da solo …quando ci riesco! Sotto la doccia senza impiegarci troppo, altrimenti vengono a cercarmi, a casa il bagno senza possibilità di chiudermi dentro e così via. E qui al mare, con tutte queste gnocche, sono arrapato tutto il giorno!”
Passo indietro:
“Capisco. Anche io sto vivendo una situazione simile. Bionde, more, giovani, mature, mi attizzano dalla mattina alla sera!”

Mi racconta poi di essere non solo estremamente timido ma anche assai in difficoltà a proporsi e rapportarsi. Lo lascio sfogare finché non arriviamo al punto più isolato fra campeggio e villaggio dove inizio a deviare verso l’interno.
Lui mi segue ma chiede il motivo.
“Ecco, vedi, in verità, io vengo spesso fin qui, da solo ma anche in compagnia di qualche fighetta. Là, dietro quella cresta, ci sono parecchi posticini riparati dove fare un sacco di cosine senza essere visti.”
Vedo che l’argomento lo interessa per cui do inizio a un discorso con il quale millanto incontri piccanti seguiti da amplessi spettacolari, descritti fin nei minimi particolari.
Giunti ad un avvallamento ben contornato da cespugli mi fermo per girarmi poi lentamente di fronte lui, rimanendo ad un paio di passi di distanza.
Il mio tarello pulsa ormai platealmente nella coppa tesa di tessuto, lo sento anche emettere continuamente liquido preliminare. Sono bagnato, sicuramente un grosso gocciolone ha attraversato le trame e risulta ben visibile se non addirittura in fase filante verso il basso.
Teo deve averlo notato perché i suoi occhi scendono spesso impercettibilmente ma evidentemente al mio pube, senza però avere il coraggio e probabilmente l’educazione di commentare.
Non resisto più: o la va o la spacca!
“Ti va se ci sediamo qui? Poi facciamo un bel tuffo in mare!”

Lui annuisce, mi abbasso fino ad appoggiare il sedere sulla sabbia, rimanendo con le gambe allargate, le ginocchia piegate e il tronco leggermente inclinato all’indietro.
Faccio finta di nulla, riprendo a parlare di scopate, pompini, leccate di fica, poi vulve e capezzoli.
Il mio paccone è fradicio, ora posso anch’io vedere il denso lago brillare al sole, comincio anzi a sentire un colaticcio sotto, sulla pelle dei testicoli.
Il mio membro si muove, scalpita, e lo stesso fa il suo che nel frattempo si è a sua volta ingrossato: si vede benissimo la cappellona e il grosso biscione sopra palpitare ritmicamente, mentre una macchia umida comincia ad apparire fra le fibre.

Da lontano potremmo sembrare due ragazzi messi a ragno che chiacchierano amabilmente. Da vicino siamo due giovani maschi eccitati all’inverosimile di cui uno recita sconcezze di ogni tipo.
“Mmmmhhh! Siii, Teo! E mentre lei ti cavalca, tu le prendi le tette e le stringi assaporandone tutta la sodezza! Sei arrapato, sì? Dai, dimmi che sei arrapato anche tu!”
“Oooohhh, ooofffhhh! Guido, siiii! Mi sembra di averle davanti! Aaaaahhh! Mi devo toccare, sto per venire!”
Non voglio che si tocchi, il suo sesso deve assolutamente entrare in contatto con il mio!

Scorro il bacino in avanti e mi avvinghio alle sue cosce. Lui capisce e protesta:
“No, no! Cosa fai? Ah, non possiamo! No!”
Il giovane cerca di divincolarsi ma io lo blocco, premo il mio gonfiore allupato contro il suo.
Teo è tutto un brivido, si arrende, anzi comincia a partecipare e inizia con me una danza
voluttuosa, un po’ scomposta ma traboccante di libidine che vede i bugni formati dai coglioni urtarsi, carezzarsi, strusciarsi, lubrificati dall’abbondante emulsione vischiosa i cui fili si intrecciano, si mischiano come il godimento che stiamo provando vicendevolmente.
Poi riesco a fare strofinare i salsicciotti formati dai piselli e dalle cappelle all’estremità.
Bastano pochi colpetti:
“Aaaahhh! Guido, Guido! Aaaahhh! Ci sono! Ci sono! Aaaahhh!"
Intensifico e accelero ulteriormente il ritmo, iI suo viso si contrae, le gambe tremano:
"Uuuggghhh! Eeerrrggghhh! Eccomiiiiii! Eccomiiiiii! Eeeeaaaaaahhhhhh!"
In corrispondenza del glande appare il suo denso sperma - quasi una bolla che scoppia – subito seguito da altre vere e proprie onde.
Rilascio i muscoli e inizio ad eiaculare a mia volta:
"Oooohhhhh, siiiii! Teoooooo! Sborriamo assieme! Aaaaahhhh!”
Un primo, violentissimo getto prorompe dalla mia sferica protuberanza e si unisce immediatamente al suo seme pastoso.
Ormai senza freni, ci spruzziamo addosso reciprocamente piacere, le scosse generate dai nostri organi imprigionati e quasi piroettanti si irradiano e attraversano i nostri corpi, i gemiti si accavallano.
“Ah, ah, ah! Sì, sì si! Guido! Ah, ah, ah! – Godi Teo, godi! Siiii! Aaaahhh - Ah, ah, ah! Sì, sì si! Guido è fantastico! Ah, ah, ah! – Guido! Teo! Guido, Guido! Sì Teo, sì! Ah!”

Le onde progressivamente si placano, le escrescenze ricoperte di sugo bianco lentamente si rilassano, un senso di pace mi pervade, accompagnato dalla sensazione del mio brodo – sicuramente mischiato al suo – che scende lento ad avvolgere le mie palle.

Sorrido al ragazzo che riapre gli occhi lentamente, cercando di cogliere la sua soddisfazione.
Non mi ricambia: si alza rapidamente e scappa a gambe levate.

Luglio 2023
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