Gay & Bisex
Ale 1 - prima volta

30.04.2016 |
19.100 |
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"Non c’era pressione, solo un’occasione per vivere qualcosa che avevo sempre immaginato ma mai avuto il coraggio di affrontare..."
IN CORREZIONE Mi chiamo Marco, ho 22 anni e sono uno studente universitario. Quella sera ero tornato a casa tardi, stanco, ma con la mente inquieta. Dopo aver sistemato un po’ la mia stanza e acceso il computer, ho deciso di connettermi a una chat, più per curiosità che per altro. Non era la prima volta che mi ritrovavo lì, ma ogni volta era un salto nel buio, un modo per esplorare qualcosa di me stesso che ancora non conoscevo del tutto.
Dopo qualche scambio banale con altri utenti, verso l’una di notte, mi ha scritto Alessandro, un uomo di 28 anni. Abbiamo cominciato a parlare senza troppe aspettative. Mi ha detto di essere bisessuale, conviveva con la sua fidanzata, ma quella sera era solo. Subito c’è stata una sintonia, un feeling strano, come se ci conoscessimo da tempo. Il tono della conversazione si è fatto sempre più personale, più diretto. A un certo punto ci siamo scambiati delle foto, nulla di troppo esplicito, ma abbastanza per far crescere l’interesse. Alessandro era alto, ben messo, con un’aria sicura e rilassata che mi colpì subito.
Dopo un po’ di messaggi, Alessandro mi ha proposto di vederci. Non era la prima volta che qualcuno lo faceva, ma era la prima volta che mi sentivo davvero tentato. Non so cosa mi spinse a dire sì, forse il modo in cui scriveva, così calmo e sicuro, o forse il fatto che fosse notte fonda e mi sentissi libero da ogni giudizio. Ci siamo dati appuntamento sotto casa mia, ed ero agitato mentre mi preparavo.
Quando la sua macchina nera si è fermata davanti a me, il cuore ha iniziato a battermi forte. Alessandro era ancora più affascinante dal vivo, con quel sorriso accennato e uno sguardo intenso. Mi sono seduto accanto a lui, e abbiamo iniziato a parlare. Non ero sicuro di cosa aspettarmi, ma lui sembrava tranquillo e mi metteva a mio agio. Mi ha portato in una zona residenziale poco distante, dove ha parcheggiato davanti a una villetta con un giardino curato.
Siamo entrati in casa, e subito sono rimasto colpito dall’atmosfera. Era un ambiente accogliente, con luci soffuse e un salotto ben arredato. Alessandro mi ha offerto da bere, e io, ancora un po’ nervoso, ho accettato un bicchiere d’acqua. Abbiamo parlato un po’, e lui, forse notando la mia esitazione, mi ha detto qualcosa che mi ha rassicurato: “Non c’è fretta, Marco. Andiamo con calma, tutto dipende da te.”
Quelle parole mi hanno fatto sentire al sicuro. Non c’era pressione, solo un’occasione per vivere qualcosa che avevo sempre immaginato ma mai avuto il coraggio di affrontare. Dopo qualche minuto, Alessandro mi ha invitato a seguirlo in una stanza più intima. Mi sentivo meno nervoso, anche se l’adrenalina era ancora alta.
Alessandro mi invita a sedere sul divano e lui poi si è seduto accanto a me, continuando a parlare. Non c’erano gesti improvvisi o invadenti, ma un’intesa crescente che sembrava naturale. Ogni parola, ogni sguardo, mi dava la sensazione che fossi nel posto giusto, al momento giusto.
E nel momento giusto lui mi ha presto la mano e l’ha portata lentamente sulla sua gamba.
Quella notte è stata diversa da tutto ciò che avevo vissuto fino a quel momento. Non era solo un incontro fisico, ma una scoperta, un momento di connessione e di esplorazione che mi ha permesso di capire qualcosa di più su di me.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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