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Gay & Bisex

Il Mister di Calcio


di Marcus95
09.01.2024    |    12.610    |    19 8.8
"Tutti e tre si girano e mi guardano ma vanno avanti a parlare..."
Capitolo 1: Fischio d’inizio



Dopo i 30 anni la mia vita devo dire che è soddisfacente. Per la prima volta mi faranno seguire una squadra di calcio tutta mia, non devo più rendere conto a nessuno, questa squadra la posso gestire io come voglio. Inizio con i ragazzini di 14 anni, la metà die mei anni quasi, una bella sfida no?

Il calcio è sempre stato una passione per me, mi ricordo da bambino quando guardavo la televisione con mio padre e vedevo queste leggende sullo schermo che correvano per tutto il campo fino ad arrivare verso la porta avversaria e tirare un calcio al pallone che volava per aria e si infrangeva nella rete. Un’immagine davvero bella. Anche io da ragazzo ho giocato a calcio per poter diventare un giorno una star del calcio come lo erano le persone che guardavo in tv ma il fato non fu così benevolo con me. In realtà il fato non c’entra un bel niente. La realtà è che non ero del tutto bravo a giocare ma ero molto bravo nello schema, nell’analizzare il gioco. Infatti molte volte mi ritrovavo col mister ad analizzare i giocatori e la partita. Ero molto bravo in quello.

Ben presto anche gli altri mister si accorsero della mia bravura e pian piano iniziai ad sfiancarli tutti quelli della mia cittadina. Era bello poter dare una mano e accrescere le mie conoscenze nel mondo del calcio. Non sarei mai diventato un calciatore è vero, ma io volevo diventare un allenatore. Pian piano col passare degli anni, i mister della città mi davano sempre più libertà e fiducia e ora, a 30 anni, hanno deciso di affidare la mia prima squadra. Il mio compito era condurla per tutte le stagioni e non avrei avuto alcun supporto, solo io avrei preso le decisioni. Ovviamente in caso di bisogno il comitato mi avrebbe supportato ma volevano testarmi per vedere come me la cavavo.

È settembre e la stagione sta per incominciare. Tutti nuovi iscritti dato che è una squadra nuova, un nuovo progetto. Avevo fatto già una chiacchierata con tutti i papà dei ragazzi e avevo spiegato loro come avrei portato avanti i lavori, le partite, gli allenamenti e tutto il contorno.

I genitori erano rimasti molto contenti di come volevo impostare il lavoro con i loro ragazzi di 14 anni. Tuttavia, c’era un argomento che mi piaceva approfondire. È anche vero che è una squadra dilettantistica ma io volevo puntare in alto così li avrei trattati da veri giocatori. Avevo chiesto ai genitori di prendere degli slip sportivi per i loro figli da usare durante gli allenamenti. Fuori da lì potevano poi mettere e fare quello che volevano ma al campo sportivo volevo che fossero die professionisti. Come marca avevo consigliato loro Puma, Adidas e Nike. Devo dire che quasi tutti hanno preso bene la notizia. Solo pochi avevo storto il naso ma avevano obbedito. Avevo anche portato dei modelli di quelle tre marche da mostrare ai padri il tipo di tessuto che cercavo. Quelli sportivi tengono tutto bene fermo e sono super traspiranti. Il che è molto comodo nel calcio. C’era un’ultimo argomento che mi premeva: la doccia era da fare nudi, nessuna eccezione.

***

Il primo giorno di allenamento è arrivato e i ragazzi si presentano al centro sportivo, tutti contenti ed euforici di iniziare questa nuova avventura. Io ho un pò di paura ma sono contento di questo incarico e voglio portarlo avanti nel migliore dei modi. Saluto anche i genitori che li accompagnano e scambio qualche parola prima di entrare in spogliatoio. La prima cosa che posso notare è che ovunque guardi vedo i ragazzi con gli slip della Nike, Puma e Adidas. Questa cosa mi fa davvero molto piacere perché significa che sono stato ascoltato. Li vedo cambiarsi e mettersi per la prima volta la divisa da calciatore. Sono tutti abbastanza timidi e sono sicuro che riuscirò a creare una bella squadra. Pian piano la timidezza farà spazio a una grande amicizia. Quando si sono quasi tutti cambiati li chiamo a raccolta e mi presento.

«Ciao a tutti, io sono Mauro, il vostro mister. Da oggi inizia una nuova avventura, una nuova sfida. Non siamo dei campioni oggi ma con il duro allenamento e con le partite fatte bene, lo diventeremo. Conto su ognuno di voi oggi in questi spogliatoio. Ora iniziamo il nostro allenamento!» Dico con voce squillante e allegra.

I ragazzi scappano fuori correndo pronti per iniziare il loro primo allenamento. Mi dirigo fuori anche io e li guardo sparsi nel campo. Vedo che sta per iniziare anche la mia di avventura, non solo la loro. Prendo il fischietto e lo metto in bocca. Mi fermo ancora un momento e li guardo sapendo che sarebbero diventati una bella squadra. Solo allora fischio.

***

2 anni dopo

***

«Su ragazzi, non perdiamo le speranze» dico ai giocatori che stanno correndo per il campo.

Li guardo mentre corrono e si passano la palla e ogni tanto fanno goal. Sono stupendi, soprattutto Federico, il mio preferito. Alto, capelli neri, corporatura tonica, gambe da vero calciatore e occhi marroni che ti sanno entrare dentro. Hanno una sfumatura strana di marrone. È come se cambiassero colore quando il sole li colpisce. Vedo i suoi capelli corti sudati e il suo sguardo fisso sul pallone. Tra tutti i giocatori che ho, lui è quello più promettente. Adesso che ha 16 anni posso dire che è davvero talentuoso e sexy. Col la divisa di calcio sta ancora meglio. Federico è il classico ragazzo popolare della scuola, quello che tutti vorrebbero ma che pochi riescono a ottenere. Lui invece si concede tanto con le ragazze. Ne cambia una ogni settimana e nonostante questo loro vogliono sempre avere una chance con lui.

«Fede dai rimonta» urlo per farmi sentire da lui che corre.

Con un gesto della mano mi fa capire che mi ha sentito e corre in direzione della palla. Le sue scarpe della Nike sono arancioni e creano un bel contrasto con l’erba del campo. Per me tutto di lui è sexy. Non nascondo che ho avuto delle fantasie su di lui nel corso di questi due anni.

«Basta! Ora di andare che anche oggi abbiamo sforato il tempo massimo» dico guardando l’orologio.

I ragazzi corrono verso gli spogliatoio ridendo e scherzando. Sono molto uniti. Io li seguo mettendo prima a posto tutto l’occorrente usato per l’allenamento, tanto so che se la prendono con calma. Finito di sistemare le cose dentro al mio ufficio e dentro agli armadietti mi dirigo verso il loro spogliatoio dove sento provenire delle urla. I soliti ragazzi al posto di parlare urlano.

«Testa di cazzo se me la passavi» dice un ragazzo che riconosco come Michael. Palestrato, basso e con i capelli scuri.

«Stronzo di merda non hai visto che era fuori gioco, come facevo?» Sento dire da Alessio, un ragazzo molto magro, sveglio e biondo.

«Smettetela, rimarrete vergini per tutta la vita se fate così» sento dire da Federico. La sua voce è inconfondibile.

«Non siamo mica tuti come te fra» ribatte Michael.

«Solo perché non siete dotati come me!» Ridacchia Federico.

«Tu non hai un cazzo. Tu hai una cercai come i cavalli» dice Alessio in tono serio scherzoso.

Mentre Federico sta nitrendo come farebbe un cavallo vero io apro la porta e me li ritrovo tutti lì a parlare in mutande. Federico con i suoi classici slip della Nike neri con l’elastico spesso, lui mette solo quelli. Michael mette le Puma come Alessio, solo che uno le ha verdi e l’altro blu. Tutti e tre si girano e mi guardano ma vanno avanti a parlare.

«Dai ragazzi andate a fare la doccia e non fate i cavalli» dico ridendo verso Federico.

Lui mi si avvicina. «Mister ma io sono un cavallo».

«Lo so bene che lo sei. Ho già visto il tuo cazzo un sacco di volte. Non c’è bisogno che ricordi a tutti quanto lo hai grosso».

«Non vorrei che qualcuno lo dimenticasse» dice lui serio.

«Come si fanno a dimenticare 19 cm su un sedicenne?» Dico io ridendo. «Ora vai in doccia per favore».

«Va bene» dice lui calandosi gli slip davanti a me. Il suo pisello non solo è lungo ma anche largo e senza alcun pelo. All’età di 15 anni gli avevo consigliato di depilarsi il pisello come fanno i veri calciatori in modo tale da essere più comodo nei movimenti. Lui aveva accettato di gran gusto. Da quel giorno non ho più visto un pelo sul suo pube. Si depilava molto spesso e neanche la ricrescita faceva spuntare.

«Questi me li tieni tu?» Dice Federico mettendomi i suoi slip sudati in mano.

Con un ghigno si volta e va verso le docce. Nel mentre gli riesco a vedere il suo culo marmoreo e chiaro. È davvero stupendo. Gli altri ragazzi mi guardano con gli stio della Nike di Federico in mano. Io mi avvicino verso il borsone di Federico e li appoggio sopra. Sono bellissimi come il loro proprietario.
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