Sottomesso, ho iniziato a bere sul serio

Avevo sempre quella fantasia di essere sottomesso ad un uomo possibilmente maturo, che oltre alle solite cose mi “costringesse” a bere la sua urina.
Girando per varie chat mi capitò un giorno di conoscere un tizio intrigante, molto maturo, con cui chattammo per giorni, e tra una chiacchiera e l’altra mi fece capire che lui aveva un gusto personale molto particolare, lui godeva nel pisciare in bocca a un sottomesso, che naturalmente doveva bere tutto. Usava la definizione “Ho bisogno di pisciare in bocca”, era proprio una cosa che amava fare.
Che dire, già solo nel fare questi discorsi io ero eccitato! Continuammo a chattare a lungo, finché ci si decise per un incontro. Lui viveva abbastanza lontano, ma si spostava volentieri se trovava quello che cercava.
L’accordo era molto preciso: dovevo lasciare la porta socchiusa, lui sarebbe entrato chiudendo la porta e sarebbe venuto nella stanza a destra. Io dovevo essere nudo e in ginocchio, a capo chino.
Venne il giorno dell’incontro, e io feci tutto come d’accordo. Mi spogliai nudo e rimasi in attesa dell’ora dell’appuntamento. Doveva varcare la soglia alle 18 precise, il portone di ingresso era aperto, e infatti quando mancava nemmeno un minuto sentii l’ascensore mettersi in moto. Lasciai la porta d’ingresso socchiusa, mi spostai quindi nella stanza a destra, e mi posizionai in ginocchio. Ero molto eccitato e pieno di ansiosa aspettativa.
Sento l’ascensore che arriva al piano, la porta che si apre e viene chiusa, poi dei passi in avvicinamento. Io chino la testa, come indicato, e in breve vedo due gambe che mi si avvicinano. La sua voce, una voce calda, da uomo maturo, dice “Bravo”, poi mi tocca la testa, passa sul mio viso. Sento che si sbottona i pantaloni, si spoglia, e in breve mi mette l’uccello in bocca, è barzotto. Mi dice “Lecca, leccami le palle” e io eseguo prontamente. Lo lecco per un po’ mentre lui si posta per agevolare il mio leccare, mi dice di leccargli il culo e io lo faccio. È profumato e ben lavato il che mi consola. Dopo un po’ mi fa rimettere in ginocchio e mi mette di nuovo il cazzo in bocca, stavolta è duro, grosso e venoso. Io mi dedico a fargli un pompino, e dopo un certo tempo sborra riempiendomi la bocca, ovviamente bevo tutto. Dopo che ha sborrato rimane nella mia bocca, e mi viene da pensare che ci siamo: adesso mi piscerà…
Sto lì in ginocchio col pisello in bocca che pian piano si ammoscia, e attendo. Lui mi mette le mani sulla testa, e dopo un tempo interminabile inizia a pisciare. Sento il liquido che mi riempie la bocca e inizio a deglutire, non ho problemi di sorta, lui si svuota lentamente permettendomi di bere senza staccare la bocca. Si vede che è esperto.
Mentre bevo mille pensieri mi passano per la mente, quei pensieri rapidissimi che durano una frazione infinitesimale di secondo, ma il pensiero principale è che sto bevendo il piscio di un uomo. La mia eccitazione sale, e continuo a bere.
Quando ha finito rimane lì col pisello nella mia bocca, finché si ritiene soddisfatto e si allontana dicendo “Sei stato bravo. Possiamo rivederci.”
Quello fu l’inizio di un rapporto durato anni, in cui ci si vedeva sempre con quella modalità, io nudo in ginocchio ad attendere il mio padrone, che arrivava e mi usava come sborratoio e pisciatoio. Col passare del tempo ci fu qualche variazione, qualche volta mi pisciava in bocca e poi si faceva spompinare fino a sborrare, qualche altra volta prima sborrava e poi pisciava, altre volte pisciava due volte, anche dopo sborrato. E col tempo iniziò a colpirmi, schiaffi, sculacciate, fino ad arrivare anche alla cinta. Ad un certo punto iniziò a baciarmi in bocca, mi schiaffeggiava e mi baciava, e per me quello era l’atto definitivo, mentre ci slinguavamo io mi sentivo completamente di sua proprietà.
Con lui ci si incontrava in un appartamento che avevo a disposizione, ma spesso anche all’aperto, avevamo trovato in campagna un posto tranquillo all’interno di un enorme cespuglio, e soprattutto nel periodo estivo era bello incontrarsi in quel posto. Mi eccitava tantissimo il fatto di essere nudo all’aperto, e lì essere usato da lui.
Ci incontravamo spesso, compatibilmente con gli impegni di lavoro e della vita, come ho detto lui viveva a una cinquantina di chilometri, ma cercavamo di vederci almeno una volta al mese, e in certi periodi anche una volta a settimana, il che calcolando che ci siamo visti per qualche anno può dare un’idea della quantità di piscio che ho bevuto da lui.
Il rapporto si interruppe con la pandemia, dopo la ripresa della vita normale non ci siamo più visti perché lui è stato male, si è ripreso ma non è più riuscito a venire da me per tante ragioni. Siamo rimasti in contatto, e lo siamo ancora.
Dopo di lui, altri mi hanno pisciato in bocca, non tantissimi, ma ormai è una cosa che mi piace praticare con la persona “giusta”, mi fa sentire estremamente troia. Devo dire però che quel rapporto con lui, il mio padrone maturo, è stato qualcosa che difficilmente si potrà eguagliare. Mi usava, mi possedeva, mi amava. E io ero la sua troia, il suo oggetto di piacere. Lo amavo.