orge
Io e Claudia a Marina di Vecchiano


18.04.2025 |
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"“Tutti voi, ” mormorò, gli occhi carichi di desiderio, “mi avete riempita..."
@@@ Storia Vera@@@La brezza salmastra di Marina di Vecchiano accarezzava la pelle, mescolandosi al calore soffocante dell’estate toscana. La sera era calata da poco, e l’aria era densa di un’eccitazione palpabile. “Claudia, sei pronta?” sussurrai, guardandola mentre accendeva una sigaretta. Lei mi lanciò uno sguardo malizioso, quel sguardo che mi faceva sempre perdere il controllo.
“Pronta? Sono stata pronta da un’ora,” rispose con un sorriso, le labbra carnose che si incurvarono in una smorfia provocatoria. La sua mano scivolò lungo la mia coscia, e sentii un brivido attraversarmi la schiena. Eravamo parcheggiati in un angolo isolato della spiaggia, lontano dalle luci della città, con solo il rumore delle onde a fare da sottofondo.
Lei abbassò il finestrino, lasciando entrare l’aria fresca della notte. “Voglio che mi guardino,” mormorò, mentre iniziava a slacciarsi la camicetta. I suoi seni prosperosi erano già in vista, il reggiseno nero che lasciava poco all’immaginazione. “Voglio che si masturbino guardandomi.”
Era quello che ci piaceva. Il rischio, l’eccitazione di essere visti. Claudia era una donna che amava il palcoscenico, e io ero solo uno spettatore privilegiato.
Non ci volle molto perché arrivassero i primi spettatori. Due uomini, uno giovane e uno più anziano, si avvicinarono con passo incerto, attratti dalla scena che si stava svolgendo dentro la macchina. Il giovane era magro, con un corpo atletico e un cazzo lungo che già sporgeva dai suoi pantaloni, completamente depilato. L’anziano, invece, aveva un’aria più grezza, con un ventre prominente e palle enormi che si intravedevano appena.
“Che bella vista,” borbottò il giovane, iniziando a masturbarsi senza vergogna. “Davvero una bella vista.”
Claudia ridacchiò, lasciando scivolare le dita lungo il suo collo, poi tra i suoi seni. “Ti piace?” chiese, guardando il giovane dritto negli occhi. Lui annuì, accelerando il movimento della mano sul suo cazzo.
“Non posso credere che stiamo facendo questo,” sussurrai, sentendo il mio cazzettino già rigido tra le gambe. Claudia mi lanciò un’occhiata di sfida, poi aprì la portiera, mostrandosi in tutta la sua gloria. Il vecchio con le palle enormi emise un gemito basso, iniziando a masturbarsi con ancora più ardore.
“Guardatela,” disse uno degli uomini, un tizio sulla trentina con un cazzo di media grandezza. “È una dea.”
Claudia si sistemò sul sedile, allargando le gambe per mostrare la sua figa rasata, con quel ciuffo nero ben curato che faceva impazzire tutti. Le sue dita iniziarono a muoversi lentamente, accarezzandosi, toccandosi in modo così volgare che sembrava quasi uno spettacolo teatrale.
“Cazzo, ti voglio,” borbottò il giovane, avvicinandosi un po’ di più alla macchina. “Ti voglio così tanto.”
“Nessuno la tocca,” dissi con voce ferma, sentendomi improvvisamente geloso di tutti quegli occhi su di lei. “Solo guardate.”
Claudia ridacchiò di nuovo, quel ridacchiare che mi faceva impazzire. “Non preoccuparti, amore,” mormorò, guardandomi mentre iniziavo a masturbarmi. “Sono tutta tua.”
Ma lei era tutta di tutti in quel momento, e lo sapevamo entrambi. I suoi occhi si spostavano da un uomo all’altro, osservando i loro cazzi mentre si strofinavano, godendo dell’attenzione che le veniva riversata addosso.
“Chiudi gli occhi,” le dissi, sentendo il mio orgasmo avvicinarsi. “Immagina che sia solo io.”
Ma lei non chiuse gli occhi. Invece, allungò una mano fuori dal finestrino, afferrando il cazzo del giovane. “Sei così duro,” sussurrò, iniziando a strofinarlo con le dita. Lui gemeva, il respiro affannoso, mentre gli altri uomini si avvicinavano sempre di più, formando un cerchio intorno alla macchina.
“Claudia,” dissi, sentendo il mio cazzettino pulsare tra le mie dita. “Claudia, stai diventando troppo volgare.”
Ma lei non mi ascoltò. Invece, sorrise, poi si alzò dal sedile, aprendo completamente la portiera. “Voglio di più,” mormorò, accovacciandosi davanti allo sportello con un’aria di sfida. “Voglio che mi guardino tutti.”
Gli uomini si strinsero ancora di più intorno a lei, i loro cazzi duri che pulsavano sotto la luce fioca della luna. Claudia li guardò uno per uno, poi sorride, quel sorriso che significava solo una cosa: il gioco era appena iniziato.
La luce della luna filtrava tra gli alberi, creando un’atmosfera ovattata che sembrava avvolgere Claudia in un alone di provocazione. Lei era lì, accovacciata davanti alla portiera della macchina, i fianchi larghi che si muovevano lentamente mentre le dita si infilavano tra le pieghe della sua figa rasata. Ogni movimento era un’esibizione, un’invito a guardare, a desiderare.
“Claudia,” sussurrai, sentendo il mio cazzettino pulsare tra le dita. Era così piccolo, così insignificante rispetto a ciò che stava accadendo intorno a noi. Ma lei non mi degnò di uno sguardo. Era troppo occupata a osservare gli uomini che la circondavano, i loro cazzi duri che brillavano sotto la luce fioca.
Il primo, il giovane dal cazzo lungo e depilato, si avvicinò, le vene del suo membro che pulsavano con un ritmo implacabile. “Sei così bella,” mormorò, la mano che si muoveva su e giù lungo il suo cazzo, lentamente, quasi con una devozione religiosa. Claudia lo guardò, gli occhi carichi di desiderio, poi sorrise e allungò una mano per afferrare il suo cazzo. “Voglio che tu mi guardi,” disse, il tono della sua voce dolce ma carico di impudenza.
Il secondo, un uomo sulla quarantina, aveva un cazzo medio ma con una forma perfetta, la punta rosata che sembrava quasi supplicare per un tocco. “Ti voglio,” confessò, la voce rauca mentre il suo pugno si muoveva lungo il suo membro. Claudia si chinò leggermente in avanti, le sue labbra che sfioravano la punta del suo cazzo. “Aspetta,” sussurrò, la lingua che leccava delicatamente la punta. Lui gemette, il corpo che si irrigidiva sotto il tocco di quella lingua esperta.
Il terzo, un uomo più anziano, aveva un cazzo non particolarmente lungo, ma le sue palle erano enormi, pesanti, che pendevano tra le gambe come un trofeo. “Ti voglio tutta,” disse, la voce carica di avidità. Claudia lo guardò, i suoi occhi che si lasciavano sfuggire un luccichio di divertimento. “Ti piacerebbe, vero?” rispose, le dita che si muovevano più veloci tra le sue pieghe, il suono bagnato del suo piacere che si mescolava ai gemiti degli uomini.
Il quarto, un ragazzo più giovane, aveva un cazzo lungo e magro, la pelle che sembrava quasi traslucida sotto la luce della luna. “Sei così calda,” borbottò, la mano che si muoveva velocemente lungo il suo membro. Claudia lo guardò, poi sorrise e si chinò in avanti, le labbra che inghiottivano la punta del suo cazzo. “Ti piace, vero?” sussurrò, la bocca che si muoveva su e giù lungo il suo cazzo, la lingua che danzava sulla punta.
Io ero lì, seduto al volante, il mio cazzettino che pulsava tra le dita, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena di puro desiderio. “Claudia,” sussurrai di nuovo, la mia voce che tremava. Ma lei non mi ascoltò, troppo immersa in quello che stava facendo.
All’improvviso, il giovane dal cazzo lungo gemette, il suo corpo che si irrigidiva. “Sto per venire,” sussurrò, la voce rotta. Claudia sorrise, poi si ritrasse, il suo viso che si posizionava proprio di fronte alla punta del suo cazzo. “Vieni per me,” ordinò, il tono della sua voce che non ammetteva repliche. Lui gemette, il corpo che si contraeva mentre il suo seme schizzava fuori, ricoprendo il viso di Claudia in una calda, bianca soddisfazione.
Il secondo uomo seguì poco dopo, il suo cazzo che pulsava mentre il suo seme schizzava fuori, ricoprendo il viso di Claudia in un’altra ondata di piacere. Lei sorrise, la lingua che leccava il seme dalle sue labbra. “Delizioso,” mormorò, gli occhi carichi di desiderio.
Il terzo uomo, quello dalle palle enormi, sembrava lottare per raggiungere l’orgasmo. “Non riesco,” gemette, la voce piena di frustrazione. Claudia lo guardò, poi sorrise e si alzò, aprendo completamente la portiera. “Vieni qui,” ordinò, sdraiandosi a pecorina sul sedile della macchina. Lui non ebbe bisogno di essere invitato due volte, il suo cazzo duro che scivolava tra le pieghe della figa di Claudia, iniziando a scoparla con un ritmo implacabile.
Io ero lì, seduto al volante, il mio cazzettino che pulsava tra le dita, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena di puro desiderio. “Claudia,” sussurrai di nuovo, la mia voce che tremava. Ma lei non mi ascoltò, troppo immersa in quello che stava facendo.
Il vecchio scopava Claudia con una furia che sembrava quasi animale, i suoi fianchi che si muovevano avanti e indietro con un ritmo implacabile. “Ti vuoi venire anche tu, vero?” sussurrò Claudia, il suo sguardo che si posava su di me. Io annuii, il mio corpo che tremava sotto l’intensità di quello sguardo.
Poi, all’improvviso, il vecchio gemette, il suo corpo che si irrigidiva mentre il suo seme schizzava fuori, ricoprendo il viso di Claudia in un’altra ondata di piacere. Lei sorrise, la lingua che leccava il seme dalle sue labbra. “Delizioso,” mormorò, gli occhi carichi di desiderio.
Io ero lì, seduto al volante, il mio cazzettino che pulsava tra le dita, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena di puro desiderio. “Claudia,” sussurrai di nuovo, la mia voce che tremava. Ma lei non mi ascoltò, troppo immersa in quello che stava facendo.
“Vieni per me,” sussurrò Claudia, il suo sguardo che si posava su di me. Io annuii, il mio corpo che tremava sotto l’intensità di quello sguardo. Poi, con un ultimo gemito, il mio seme schizzò fuori, ricoprendo il viso di Claudia in un’ultima ondata di piacere. Lei sorrise, la lingua che leccava il seme dalle sue labbra. “Tutti voi,” mormorò, gli occhi carichi di desiderio, “mi avete riempita.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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