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Seduzione Tantrica a La Spezia (storia vera)


28.04.2025 |
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"«Ora prenditi il tuo tempo per integrare tutto..."
@@@STORIA VERA@@@La porta dell’appartamento si aprì con un leggero scricchiolio. Ero lì, nella loro casa a La Spezia, con il mio borsone in spalla e un nodo nello stomaco che mescolava ansia ed eccitazione. Paola mi accolse con un sorriso timido, i suoi capelli castano scuro mossi a incorniciarle il viso. Dietro di lei, Antonio stava in piedi, il suo sguardo già penetrante, curioso, come se volesse leggermi dentro.
«Benvenuto, Marco», disse Paola, la voce calda come miele. «Grazie per essere venuto. Abbiamo letto molto sul trattamento yoni, ma non sapevamo a chi rivolgerci… fino a quando non ti abbiamo trovato su Annunci69.»
«È un piacere», risposi, cercando di nascondere la tensione nella mia voce. Il mio cinto mi stringeva un po’ troppo, ma era solo la mia insicurezza a farmi sentire così. Piccolo, troppo piccolo – la solita litania nella mia testa. Ma ora non era il momento di pensarci.
Mi fecero entrare nel salotto, arredato con toni caldi e qualche candela già accesa. L’aria era impregnata di un profumo di lavanda e sandalo, un mix rilassante che mi fece sentire subito più a mio agio. Antonio si sedette su una poltrona in angolo, le gambe aperte, mentre Paola si sistemò sul divano, avvolta in un kimono leggero che lasciava intravedere le curve del suo corpo.
«Allora, come funziona?», chiese Paola, incrociando le gambe con naturalezza. I suoi seni piccoli e sodi si intravedevano appena attraverso il tessuto, e non potevo fare a meno di notare come ogni suo movimento fosse carico di una sensualità discreta.
«Prima di tutto, dovremo creare un ambiente sicuro e rilassante», iniziai, cercando di mantenere un tono professionale. «Il trattamento yoni è un rituale che aiuta a riconnettersi con la propria energia femminile. È un modo per prendersi cura di sé, per liberare tensioni e blocchi emotivi.»
Paola annuì, seria, mentre Antonio rimaneva in silenzio, il suo sguardo fisso su di me. Sentivo il peso di quell’attenzione, come se ogni mia mossa fosse sotto esame.
«Se sei d’accordo», proseguii, «cominceremo con una pulizia energetica, poi passeremo al massaggio esterno e, se ti sentirai pronta, anche a quello interno.»
Paola chinò il capo in segno di assenso. «Sì, va bene. Sono pronta.»
«E tu, Antonio?», chiesi, volgendomi verso di lui. «Come ti senti rispetto a tutto questo?»
Lui si strinse nelle spalle, un sorriso sfuggente sulle labbra. «Io resto qui a osservare. Paola è la protagonista, non io. Ma… non ho problemi a guardare.»
La sua risposta mi lasciò perplesso, ma decisi di non insistere. Era il loro rapporto, le loro dinamiche. Non spettava a me giudicare.
Preparai il mio materiale: oli essenziali, una piccola campana tibetana, un telo morbido. Accesi un paio di candele in più e feci accomodare Paola su un tappeto al centro della stanza, sul quale avevo già steso un telo di seta. Lei si sdraiò, il kimono leggermente aperto a rivelare la pelle liscia del suo ventre.
«Cominciamo?», chiesi, posando le mani sopra il suo addome senza toccarla ancora. Lei annuì, chiudendo gli occhi.
Presi la campana tibetana e la feci risuonare, il suono profondo e vibrante che riempì la stanza. Eseguii un piccolo rituale di purificazione con un rametto di salvia bianca, passandolo intorno al suo corpo per eliminare l’energia stagnante.
«Respira profondamente», le dissi, la mia voce bassa e rassicurante. «Lascia che il suono ti porti in uno stato di rilassamento.»
Sentii il suo respiro rallentare, il petto alzarsi e abbassarsi in modo regolare. Presi un po’ di olio di cocco e lo riscaldai tra le mie mani, sfiorando appena la sua pelle prima di iniziare il massaggio esterno.
Le mie dita iniziarono a muoversi in cerchi lenti, partendo dal ventre e scendendo verso le cosce. Paola emise un sospiro di piacere, un suono che mi fece accendere più di quanto volessi ammettere. Cercai di concentrarmi sul mio compito, ma il mio sguardo continuava a spostarsi verso Antonio, che era ancora seduto in poltrona, con una mano che si muoveva lentamente lungo la sua coscia.
«Come ti senti?», chiesi a Paola, cercando di mantenere il controllo della situazione.
«Bene… molto bene», rispose lei, la voce un po’ roca. «Le tue mani sono magiche.»
Sorrisi, anche se sentivo il calore salirmi al viso. Continuai il massaggio, spostandomi verso la zona pubica, evitando ancora il contatto diretto con la sua yoni. Paola si inarcò leggermente, come se il suo corpo cercasse di avvicinarsi alle mie dita.
«Sei pronta per il passo successivo?», chiesi, guardandola negli occhi.
Lei annuì, un lieve tremore nelle labbra. «Sì… fammi sentire tutto.»
Presi un altro po’ di olio e iniziai il massaggio interno, infilando un dito dentro di lei con estrema delicatezza. Paola gemette, un suono basso e gutturale che mi fece trasalire. La sua figa era stretta, calda, perfetta. Sentii il mio cazzo pulsare dentro i pantaloni, ma cercai di ignorare la sensazione.
«Rilassati», le sussurrai, muovendo il dito dentro di lei con movimenti lenti e circolari. «Lascia andare ogni tensione.»
Paola aprì gli occhi, il suo sguardo carico di desiderio. «Marco… è incredibile. Non avrei mai immaginato…»
Ero troppo concentrato su di lei per accorgermi di cosa stesse facendo Antonio, fino a quando non sentii il rumore di una cerniera che si apriva. Mi voltai e lo vidi, seduto in poltrona, con il cazzo in mano, mentre si masturbava lentamente.
«Continua», mi disse, il suo sguardo fisso su di noi. «Non fermarti.»
La mia mente era un vortice di emozioni: imbarazzo, eccitazione, curiosità. Paola sembrava non accorgersene, o forse lo aveva già accettato come parte del loro gioco. Decisi di proseguire, aggiungendo un secondo dito dentro di lei, questa volta cercando di stimolare il suo punto G.
Paola gridò, il suo corpo che si contorceva sotto le mie mani. «Dio, Marco… non fermarti…»
«Non lo farò», le sussurrai, sentendo il mio respiro farsi più pesante. «Voglio che tu ti lasci andare completamente.»
Era come se il tempo si fosse fermato, con i nostri corpi connessi in un momento di pura intensità. Ero completamente immerso in lei, ma non potevo ignorare Antonio, che si stava masturbando sempre più velocemente, il suo sguardo fisso su di noi.
«Paola…», sussurrò Antonio, la sua voce roca. «Voglio vedere tutto…»
Il respiro di Paola era lento e profondo, il suo corpo completamente rilassato sotto le mie mani. Avevo scaldato l’olio di cocco frazionato tra i palmi, sentendo il calore diffondersi mentre le mie dita si avvicinavano all’ingresso della sua yoni. La luce soffusa della stanza, arricchita dal profumo di lavanda e rosa, creava un'atmosfera quasi magica, e il sottofondo di musica meditativa amplificava la sensazione di sacralità.
«Paola», sussurrai, posando delicatamente l’indice all’ingresso della sua vagina. «Fammi sentire quando sei pronta. Il tempo è tuo, non c’è fretta.» Lei annuì, i suoi occhi chiusi, il petto che si alzava e si abbassava lentamente. Sentii i suoi muscoli rilassarsi gradualmente, fino a quando il suo corpo invitò il mio dito a entrare. Con un movimento millimetrico, iniziai a penetrarla, lentamente, ascoltando ogni minima reazione del suo corpo.
«Mmh…», mormorò lei, un suono basso e gutturale che mi fece capire che ero sulla strada giusta. Rimasi immobile per alcuni secondi, sentendo il calore e la morbidezza delle sue pareti vaginali avvolgermi. Era come se il tempo si fosse fermato, e tutto il resto del mondo fosse scomparso.
«Sto bene, Marco», sussurrò Paola, aprendo gli occhi per un attimo e guardandomi con un’intensità che mi trapassò. «Puoi continuare.»
Iniziai con piccoli movimenti circolari, la punta del mio dito che disegnava cerchi delicati all’interno di lei. Sentivo ogni tensione, ogni battito del suo corpo, e rispondevo con un tocco che oscillava tra il carezzevole e l’esplorativo. La sua respirazione si fece più profonda, e le sue mani si strinsero ai bordi del tavolo da massaggio.
«Sì… così…», mormorò, lasciandosi andare completamente.
Dal mio punto di vista, potevo vedere Antonio seduto su una sedia a pochi passi da noi, i suoi occhi fissi su Paola mentre si masturbava con un ritmo sempre più veloce. La sua presenza aggiungeva un’energia elettrica all’atmosfera, come se la sua eccitazione alimentasse quella di Paola.
«Antonio…», sussurrò lei, come se potesse sentire il suo sguardo su di lei. «Stai guardando?»
«Sì, amore», rispose lui con una voce roca. «Voglio vedere tutto.»
Mi concentrai nuovamente su Paola, esplorando delicatamente le pareti della sua vagina. Sentii una zona leggermente più rugosa, e capii subito che era il punto G. Con un movimento lento e misurato, piegai il dito verso di me, come se stessi facendo il gesto di "vieni qui".
Paola emise un gemito basso e profondo, il suo corpo che si contorceva leggermente. «Marco… non so perché, ma mi sento così… aperta.»
«È normale», le dissi dolcemente, continuando a massaggiare il punto G con una pressione ritmica. «Stai rilasciando tensioni che forse non sapevi nemmeno di avere.»
La sua respirazione si fece più irregolare, e sentii che le sue pareti vaginali si stringevano intorno al mio dito. «Dio… Marco… è così… intenso.»
«Respira», le ricordai, mantenendo il ritmo del massaggio. «Lascia che tutto fluisca.»
Antonio si alzò dalla sedia, avvicinandosi a noi. «Posso toccarla?», chiese, la sua voce carica di desiderio.
Paola annuì, i suoi occhi chiusi, completamente immersa nella sensazione. Antonio posò una mano sul suo seno, accarezzandolo delicatamente mentre io continuavo il massaggio interno. La combinazione dei nostri tocchi sembrava portarla in un’altra dimensione, un luogo di puro piacere e rilascio.
«Non fermarti…», sussurrò Paola, il suo corpo che rispondeva a ogni movimento. «Voglio sentire tutto.»
Mi concentrai ancora di più, alternando movimenti circolari sul punto G a piccole pressioni e rilasci. Sentivo il suo corpo reagire, ogni gemito, ogni contrazione, e rispondevo con un tocco che era sempre ascolto e risposta, mai invasivo.
«Marco… Antonio…», gemette Paola, la sua voce che tremava. «Sto per…»
Non finì la frase, ma il suo corpo parlò per lei. Le sue pareti vaginali si strinsero intorno al mio dito, e un’onda di piacere la attraversò, facendola tremare. Le sue mani si aggrapparono al tavolo, e un gemito lungo e profondo le sfuggì dalle labbra.
«Sì, Paola…», sussurrai, continuando il massaggio fino a che il suo corpo non si rilassò completamente. «Lascia che tutto vada.»
Antonio si chinò su di lei, baciandola profondamente mentre lei riprendeva fiato. «Sei incredibile», le disse, la sua voce piena di ammirazione e desiderio.
Paola sorrise, i suoi occhi ancora pieni di stupore. «Grazie, Marco», mormorò, guardandomi con gratitudine. «Non sapevo di aver bisogno di questo.»
Sorrisi, sentendo un senso di appagamento che andava oltre il fisico. «È stato un onore», dissi, ritirando lentamente il mio dito e coprendo la sua zona pubica con un telo caldo. «Ora prenditi il tuo tempo per integrare tutto.»
Antonio tornò alla sua sedia, la sua eccitazione ancora palpabile. «Marco», disse, il suo sguardo penetrante. «C’è qualcosa che posso fare?»
Mi guardai intorno, sentendo che la sessione non era ancora finita. «Forse», risposi.
Antonio mi fissò, il suo sguardo carico di intenti. Senza dire una parola, fece un cenno con la testa verso la sedia dove era seduto. Capii immediatamente ciò che stava suggerendo. Mi avvicinai lentamente, sentendo il mio cuore battere più forte, e mi sedetti al suo posto. L’aria nella stanza era densa, carica di desiderio e di un’energia che non avevo mai sperimentato prima.
Paola, con una grazia naturale, si avvicinò a me. I suoi occhi erano pieni di una mistura di curiosità e eccitazione. Senza dire una parola, si inginocchiò davanti a me, le sue mani posate delicatamente sulle mie gambe. Sentii il suo respiro caldo avvicinarsi al mio corpo, e un brivido mi percorse la schiena.
«Paola…» mormorai, ma lei mi fermò con un’occhiata che non ammetteva discussioni. Le sue dita iniziarono a toccarmi con una dolcezza che mi fece sobbalzare. Era la prima volta che qualcuno si prendeva cura di me in quel modo. Sentii le sue mani muoversi con sicurezza, sfiorando il mio cazzo piccolo, ma il suo tocco era così intenso che sembrava non importare. «Non preoccuparti, Marco», sussurrò, la sua voce bassa e rassicurante. «Ora è il tuo turno.»
Il suo respiro si avvicinò ancora di più, e poi sentii le sue labbra calde avvolgermi. Un gemito mi sfuggì dalle labbra mentre lei iniziava a succhiare con una lentezza che mi faceva perdere il controllo. Le sue mani continuavano a massaggiarmi, alternando tra il tocco delicato e una presa più ferma. Era come se sapesse esattamente cosa fare per farmi sentire esplodere.
Antonio osservava, silenzioso, ma il suo sguardo era incendiario. Si stava ancora masturbando, ma ora la sua attenzione era completamente su di noi. «Paola», disse improvvisamente, con una voce roca. «Fallo per me.»
Lei rispose con un sussurro: «Certo, Antonio», e poi tornò a concentrarsi su di me. La sua bocca si muoveva con un’abilità che mi lasciava senza fiato, e sentivo le fiamme del piacere salirmi lungo la schiena. Avrei voluto che quel momento non finisse mai.
Ma Paola aveva altri piani. Con un movimento lento e deliberato, si allontanò da me, lasciandomi con un gemito di frustrazione. Poi, senza fretta, si distese sul pavimento, aprendo le gambe in un gesto che era tanto invitante quanto audace. «Marco», disse, con un sorriso malizioso. «Vieni qui.»
Mi alzai con un po’ di difficoltà, le gambe ancora tremanti per l’eccitazione. Mi avvicinai a lei, sentendo il mio cuore battere all’impazzata. Non ero abituato a questo, ma non potevo resistere. Mi inginocchiai tra le sue gambe, guardandola negli occhi per un attimo prima di posizionarmi.
«Paola…» mormorai di nuovo, ma lei mi prese il viso tra le mani e mi guardò con intensità. «Non pensare», sussurrò. «Sentimi.»
E così feci. Con un movimento lento e incerto, entrai in lei. Era calda, stretta, e perfetta. Un gemito mi sfuggì mentre iniziavo a muovermi, cercando di mantenere un ritmo che non fosse troppo veloce. Paola chiuse gli occhi, lasciandosi andare al piacere, mentre io cercavo di resistere alla tentazione di cedere troppo presto.
Antonio continuava a guardarci, la sua mano che si muoveva con un ritmo sempre più rapido. «Sì, Marco», disse, con una voce che era piena di approvazione. «Falla godere.»
Era troppo. Sentii l’orgasmo avvicinarsi, inarrestabile. «Paola…» gemetti, cercando di trattenermi. «Sto per…»
Lei aprì gli occhi e mi sorrise. «Vieni», sussurrò, spingendo il bacino verso di me. «Vieni dentro di me.»
Ma non ebbi il tempo di obbedire. Con un ultimo, disperato movimento, sentii l’orgasmo esplodere, e il mio corpo si contrasse mentre il piacere mi travolgeva. Sborrai su di lei, il mio seme caldo che le colava lungo il ventre. Era stato troppo intenso, troppo veloce, ma non potevo fare nulla per fermarlo.
Paola mi guardò, il suo sorriso ancora malizioso. «Bene, Marco», disse, con una voce che era piena di soddisfazione. «Sei stato bravo.»
Antonio si alzò dalla sedia, avvicinandosi a noi. Si chinò su Paola, baciandola con passione. «Sei incredibile», mormorò, prima di voltarsi verso di me. «E tu, Marco, hai fatto un ottimo lavoro.»
Mi sentii arrossire, ma anche orgoglioso. Avevo fatto qualcosa che non avevo mai creduto possibile.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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