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Prime Esperienze

3. Il weekend al mare (2° parte)


di trombamico74
30.08.2020    |    15.353    |    2 9.0
"Oggi al mare, sarebbe tornato ad essere il ragazzo timido e impacciato, che non sa come approcciare con le ragazze, in attesa di rientrare a casa e..."
Il pomeriggio Fabrizio tornò in spiaggia con gli zii e ritrovò i ragazzi con cui da molti anni ormai trascorre l’estate.
Preso dalla loro compagnia e dai suoi tredici anni, per un momento si liberò dai pensieri peccaminosi che affollavano la sua mente, ma rimase fermo sui suoi propositi e con il radar puntato cercò di scorgere qualche ragazza con cui potesse provare ad approfondire la conoscenza.
Ma, per lui che è sempre stato timido e impacciato, non sarà un’impresa semplice, anche perché le ragazze che conosce tra cui Erica e altre compagne di scuola non arriveranno al mare che tra qualche settimana.
Se vuole anticipare i tempi Fabrizio dovrà mettere da parte la sua timidezza e provare a conoscere qualche nuova ragazza, ma come fare? Con nessuna coetanea nei suoi paraggi e con le ragazze più grandi che difficilmente si lasceranno avvicinare da un moccioso come lui, le probabilità di riuscita sono prossime allo zero.
Il pomeriggio trascorse in fretta e ogni suo tentativo di approccio fallì miseramente.
Non gli restava che passare la serata solitario in casa, smorzando le sue fantasie e le sue pulsioni con l’ennesima sega della giornata sperando che un bis notturno degli zii potesse quantomeno infiammare di vigore l’andirivieni della sua mano.
Quella notte però tra gli zii non accadde nulla e mentre suo zio russava, non gli rimase che masturbarsi ammirando il culo nudo di sua zia illuminato dai riflessi lunari che entrando dalle persiane aperte, si stagliavano contro le sue rotondità e la sua figa glabra, mentre dormiva a pancia sotto e gambe aperte.
Ancora una volta, la sua crema bianca, finì per concimare l’ibiscus che sua zia amava tanto, ma questo non gli impedì comunque di leccarsi le dita imbrattate del suo sperma, in un gesto di amore e di complicità verso sua mamma che forse nel silenzio solitario della sua stanza dopo essersi masturbata lo stava imitando.

La luce, entrando in camera dalle persiane lasciate aperte per non far rumore durante la notte, annunciò la domenica mattina con almeno tre ore di anticipo rispetto a quando si sarebbe sentito il primo bussare e il primo “alzati che è già tardi”.
Fabrizio ancora in dormiveglia e con la luce a premere sugli occhi sentendo la mamma e la zia parlottare, capì che le due sorelle, come fanno tutte le volte che sono da sole, stavano parlando dei rispettivi mariti e di come non capiscono che con i loro atteggiamenti le trascurano rendendole infelici.
Probabilmente suo zio come tutte le mattine era andato a correre e non era ancora tornato, e questo lasciava spazio alle due sorelle per parlare in libertà sicure di non essere ascoltate.

“Sai cosa ti dico, che ce li siamo sposati per la certezza che non ci sarebbero mancate le scopate, ma alla fine godo di più con te quando me la lecchi”

A dire quelle parole, era stata sua madre, Fabrizio di colpo era completamente sveglio e seduto sul letto.

“Stai buona, che se ci penso, mi fai smuovere una cosa dentro e bagnare le mutande”

Adesso era la voce di sua zia.
Evidentemente erano in camera di lei e trovandosi dal lato opposto del piano e non pensando alla veranda in comune si sentivano in piena libertà di esprimersi come se fossero sole in casa.
In un sol colpo, era stato confessato un rapporto incestuoso lesbo, che probabilmente si protraeva sin dalla giovane età delle due sorelle, ancor prima che entrambe prendessero marito.
Il cazzo di Fabrizio duro e dritto, come l’ago di una bussola che indica il nord puntava verso le persiane accostate della camera della zia, trascinandolo in punta di piedi verso quella direzione.
Arrivato dietro la solita pianta e guardando dentro, in direzione dello specchio, colse perché improvvisamente non sentiva più parlare.
Le lingue, avvinghiate l’una nella bocca dell’altra mentre frugavano tra i denti e il palato risucchiando tutto quello che trovavano erano troppo prese per emettere alcun vocabolo che non fossero semplici vocali, mentre le dita dopo averle liberate di ogni vestito correvano dal collo verso i capezzoli, per poi prendere l’intero seno come un panettiere che maneggia l’impasto.
Fabrizio con il cazzo tra le mani non credeva ai suoi occhi, entrambe si conoscevano a perfezione, sapevano dove toccare, cosa leccare, le parti da baciare e quelle da accarezzare, ognuna toccava il corpo dell’altra come un’estensione del suo.
Dopo un po’ anche le mutande inizialmente spostate, lasciarono il posto alle dita, per poi definitivamente sfilate, far sì che le lingue voraci e lascive si addentrassero tra i sessi umidi creando un intrigo di labbra.
Le labbra di sua zia succhiavano le grandi e piccole labbra di sua madre e viceversa, in un fantastico sessantanove; mentre le mani affondavano le dita sui glutei, allargando sempre più la fessura che dalla figa scorre verso la rosellina, che a ogni colpo di lingua sulla figa, pulsava rilassando i muscoli dello sfintere allargandosi.
Dopo un po’ i respiri si fecero più profondi e le labbra si spostarono sul clitoride, succhiandolo come se fosse un piccolo cazzetto da spompinare, mentre le dita, racchiuse a cono, iniziarono a fare dentro e fuori dalla figa, come un cazzo che chiede solo di riempirla fino in fondo.
Fisicamente le due donne erano molto diverse, più alta ed esile la zia, più bassa e in carne sua mamma, ma al contrario di ogni previsione, benché la mano di sua mamma fosse più grande, sprofondava interamente dentro la figa della zia fino al polso senza opporre nessuna resistenza, mentre al contrario la mano della zia entrava sino alle nocche fermando la sua corsa, malgrado la zia ad ogni colpo ruotando il polso cercava di spingerla sempre più in fondo senza riuscirci.
Solo le labbra strette a succhiare e spompinare senza sosta i clitoridi smorzavano ogni grido di piacere che si sarebbe sentito sin da fuori.
Fabrizio con il cazzo duro come il marmo per l’erezione mattutina e per la scena che gli si mostrava davanti si masturbava senza sosta.
Ormai davanti a sé non vedeva più sua zia e sua mamma, ma due dee del sesso che si accoppiavano, senza ritegno. Una parte di sé avrebbe voluto irrompere nella stanza e buttarsi nella mischia brandendo il suo cazzo duro, ma i suoi tredici anni impedivano ogni sua mossa, che potesse interrompere ciò che stava vedendo.
Ad ogni avanti e indietro del braccio di sua zia assestato nella figa di sua mamma, il culo, probabilmente abituato a frequenti inculate si apriva sempre più, quasi a reclamare una mano tutta per sé a penetrarlo fino in fondo.
Sembrava che quasi sapesse che li a pochi metri c’era un bastone di carne dura, che chiedeva solo di riempirlo per poi saziarlo di calda crema.
A quel pensiero Fabrizio venne con un orgasmo che gli tolse ogni forza dalle gambe. I brividi lo colsero per tutto il corpo e quei pochi ma lunghi getti, gli riempirono totalmente l’incavo della mano sinistra.
Non ne avrebbe sprecato una sola goccia, lo avrebbe ingoiato tutto, leccandosi le dita e le labbra.
Per un attimo pensò che in quel momento se fosse stato possibile avrebbe voluto mettersi il suo cazzo in bocca e bere i suoi schizzi direttamente dalla fonte, per sentirli con tutta la pressione con cui avevano riempito la sua mano.
I pensieri ormai correvano senza senso, le immagini di sua zia e di sua mamma continuavano ad eccitarlo, i loro respiri e le loro godimenti sommessi lo investivano avvolgendolo. Con la destra continuava a menarsi il bastone di carne che malgrado la venuta continuava a restare duro, pronto di lì a poco ad esplodere nuovamente.

Vedere due donne fuse nel loro piacere, era qualcosa che i suoi tredici anni mai avrebbero potuto immaginare, gli orgasmi seppur silenziati per quanto possibile dalle loro bocche intente a succhiare si susseguivano travolgenti e incontrollati, in un crescente che ad un tratto irruppe con delle scosse che fece contorcere i loro corpi all’unisono come se colpiti da scosse elettriche, mentre ognuna schizzava nella bocca dell’altra tutto il suo godimento.
Era la seconda volta che vedeva squirtare una donna, ma questa volta a farlo erano state in due contemporaneamente.
Anche lui volle "squirtare" insieme a loro, e per la seconda volta venne schizzando sulla mano e bevendo e leccando tutto ciò che il suo corpo aveva prodotto.

Poi tutto tacque, i due corpi femminili esanimi l’uno sull’altro, mentre lui finì inginocchiato dietro la pianta, dopo che i muscoli le sue gambe tremanti hanno perso ogni energia.
Ci volle qualche minuto perché i tre trovassero le forze, e mentre le due donne tornavano a essere sua mamma e sua zia, lui tornando in silenzio nella sua camera, rientrava nel suo ruolo di figlio e nipote, dormiglione.
Di lì a qualche ora sarebbe tornato suo zio dalla corsa mattutina e una mano di mamma avrebbe bussato alla sua porta, seguito da “alzati che è già tardi”.
Avrebbe fatto finta di nulla e alla terza volta si sarebbe alzato, per andare in bagno e poi andare a fare colazione.
Ma questa mattina il latte con i biscotti sarebbe stata la seconda colazione, la prima molto più nutriente c’era stata già.
Oggi al mare, sarebbe tornato ad essere il ragazzo timido e impacciato, che non sa come approcciare con le ragazze, in attesa di rientrare a casa e l’indomani, lunedì finalmente poter incontrare Erica e sancire il loro patto con un bel pompino.
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