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Prime Esperienze

Amiche da sempre 4 La verità dietro una porta


di CpCapricorno
23.04.2024    |    221    |    0 9.4
"Le braccia legate dietro la schiena, la rendevano vulnerabile, pronta alla imprevedibile sottomissione del padrone..."
Un racconto a volte racconta storie di vita vissuta, esperienze inaspettate come inaspettato è l'attimo che sopraggiunge a quello appena passato....

Quella fu la mattina che, precedeva il giorno più importante di Agnese è Françoise ma era anche la mattina che anticipava una serata e un dopocena inaspettatamente intrigante fuori dell'immaginazione.
Dopo la colazione, messi i costumi da bagno, scendemmo in piscina a passare qualche ora tra nuotate e relax sulla sdraio.
Guardavo Loredana, chiuso in un silenzio che mi riportava a ciò che avevo vissuto mentalmente la notteprima, mentre si godeva quei momenti unici per spensieratezza. I suoi occhi chiusi e le labbra semiaperte il ventre che seguiva il ritmo del respiro, riaccesero in me l'idea perversa, di vederla posseduta da qualcuno che non ero io.
Cercavo di togliere quell'immagine dalla mia mente, Loredana mai sarebbe stata come io l'avevo pensata quella notte, quello era frutto della mia a volte perversa immaginazione, tutto nasceva da quello che mi aveva raccontato e fatto giurare di non prendere iniziative, sopratutto nei confronti di Françoise per non fare del male alla sua amica.
Dovevo starmene buono e zitto, mentre lei lì con viso sereno sicuramente ripercorreva il sogno erotico che aveva fatto quella notte... non poteva essere altrimenti, troppo evidente era il suo piacere, troppo sinuosi erano i suoi movimenti mentre mi pressava il suo culo sulla mia verga, inconsciamente o no, capivo che lei era in estasi per qualcosa che ancora oggi porta dentro di sé, un uomo desiderato, un uomo impossibile d'avere... Françoise, non poteva essere che lui.

Non conosciamo mai abbastanza chi ci sta accanto, possiamo solo illuderci di conoscere i loro pensieri.

Agnese è Françoise tornarono dal loro tour di commesse dalla Ville Lumiere, pacchi e pacchetti uscirono da quell'auto, prontamente io e Loredana ci offriamo di dare una mano, anche perché si erano fatte le 12 e ci eravamo risistemati, dopo l'intera mattinata in piscina.
Dopo una sistemata agli acquisti, le ragazze si misero al piacevole lavoro di preparare il pranzo che, puntualmente fu pronto per le 13.
A tavola fu riproposta la solita disposizione dei posti, dove Loredana sedeva alla destra di Françoise mentre Agnese sedeva alla mia, ritrovandomi ancora una volta difronte a colui che desiderava la mia donna .... lo sapevo... troppe frasi che, alludevano ad un desiderio quasi sfrontato della mia donna, frasi che non lasciavano totalmente indifferente Loredana che, sorridendo, cercava di celare un inevitabile imbarazzo, anche nei confronti dell'amica che non sembrava assolutamente disturbata dalle adulazioni del suo uomo nei confronti della sua migliore amica.
Françoise era un buon oratore, sapeva intrattenere gli ospiti con storie di vita vissuta, le sue parole sembravano ammaliare Loredana che lo fissava come in estasi e lui sapeva e godeva, di ciò che provocavano quelle parole dette con quell'accento e quella voce da uomo vissuto e maturo in Loredana.
Fu lì, che ad un tratto vidi Loredana arrossire. Sorrideva guardandolo, cosa stava accadendo sotto quel tavolo? La mia immaginazione si riaccese, la sua mano la stava nuovamente frugando tra le gambe o era già oltre gli slip di Loredana?
Stavo scoppiando dentro, non potevo reagire ma in me si sprigionava un sentimento fatto di rabbia, gelosia e di strana complicità. Una nuova erezione stava per nascere tra le mie mutande e menomale che la tovaglia mi fu d'aiuto ad evitare un'imbarazzante inconveniente.
Agnese era lì accanto a me, che sorridendo interveniva ogni tanto per ribattere a qualche frase detta da Françoise. Sapeva quanto libertino era chi l'indomani doveva sposare e sapeva che anche Loredana sarebbe stata per lui graditissima preda. Per Agnese quei quattro anni a Parigi e l'incontro con Françoise fu come l'iniziazione ad un nuovo modo di pensare di vivere la vita e di come bisognava goderne ogni sua sfumatura.

Tra buon cibo, chiacchiere, risate e buo vino, si erano fatte le 17:00, nessuno aveva avuto l'idea di andare a fare il solito riposino pomeridiano, dato che l'intrattenimento si era fatto interessante. L'atmosfera era cambiata, complice una penombra che era calata nella stanza che aveva costretto Agnese ad accendere le piantane a luce soffusa, il tutto rendeva l'ambiente più soft e intrigante, era come se la natura fosse complice a spingere di più su gli argomenti che da parola in parola diventavano sempre più hot.
Agnese si alzò e tirò fiori dalla cantinetta, un'altra bottiglia di buon Bordeaux, forse la quarta, diciamo che anche il vino stava facendo la sua parte. Forse fu proprio quel Bordeaux, l'artefice principale della rottura di qualsiasi freno ininitorio.

Quando si ama una donna, lasciamo che sia solo amore, il piacere, l'intrigo, la complicità, la sana gelosia lasciamo che, siano cosa disgiunte dall'amore, poiché sono le sole cose che possono mantenerlo vivo ... l'amore!!

Le discussioni, entravano sempre più nell'intimo, tra risatine e ammiccamenti vari, al centro della discussione c'era sempre lei, la mia Loredana, la mia donna, colei che fino a quella sera, avevo visto soli e semplicemente come la classica ragazza di provincia, con qualche piccolo amore alle spalle. Françoise la fissava, cercava in lei quella luce negli occhi che gli avrebbe permesso di fare la mossa successiva.
Se il suo braccio sinistro era poggiato sul tavolo, il braccio destro era giù, non c'erano dubbi, la stava accarezzando, stava mettendo nuovamente le mani addosso alla mia donna. Agnese mi guardò e si accorse della mia condizione, non mi vedevo ma potevo immaginare l'espressione del mio volto.
Fu lì che mi si avvicinò e mi sussurrò qualcosa che capì a stento, fu più chiara quando prese la mia mano e sorridendo mi disse guardala, rivolgendo lo sguardo verso Loredana.
Io non avevo mai smesso di guardarla, cercavo di cogliere ogni piccolo particolare movimento delle sue labbra, le stesse che avevo visto socchiudersi durante quel sogno. Era paonazza in volto, il vino l'aveva resa più brillante e più leggera e per i miei occhi per certi versi anche più puttana dalla Loredana che conoscevo...
Si stava concedendo quell'uomo, che sapientemente aveva fatto in modo renderla sincera sotto ogni punto di vista, le aveva fatto confessare queli erano le sue fantasie erotiche, che tra un bicchiere e un'altro furono messe pubblicamente in piazza.
Non era da Loredana, si vedeva che era su di giri, nella normalità delle cose, mai avrebbe detto a qualcuno delle sue fantasie, se non ci fossero stati di mezzo quei bicchieri exstra di
Bordeaux e quel modo di toccarla nell'intimo da parte dell'amico acquisito.
Dio, come avrei voluto guardare sotto quel tavolo, trovare quelle certezze che infiammavano il mio animo, chissà quale morbidezza stava palpando la mano di Françoise. La stretta della mano da parte di Agnese si fece più audace, cercava di attrarre la mia attenzione su di lei e ci riuscì, quando con l'altra mano mi afferrò per il braccio.
Mi disse vieni. Andiamo a prendere dell'altro vino, lasciamo che loro continuano a conoscersi meglio.
Non riuscivo a togliermi Loredana dalla mente. Ora che, non potevo vederla, i miei pensieri si infiammavano sempre di più. Lei da sola con colui che, non aveva solo che un pensiero.
Agnese, mi venne vicino e mi disse di essersi accorta della mia eccitazione. La mia erezione non lasciava dubbi... ero carico di gelosia e voglia di trasgressione.
Mi chiese cosa mi rendesse così eccitato e data la condizione leggera di entrambi, non esitai a confessarle il motivo.
Mi si avvicinò ulteriormente e senti la sua mano afferrare la mia, la strizzò quasi a farmi male... Guardandomi negli occhi, mi parlò con voce calda .... E la cosa ti eccita? Mi chiese.
Sono fantasie, le risposi io
Solo mie fantasie, Loredana non è così come la penso io, replicai
Lei continuò a fissarmi negli occhi e mi sorrise....
E se le fantasie si realizzassero? Incalzò ancora
Impossibile, sai com'è Loredana, le dissi
Si!! So com'è Loredana ma conosco bene anche Françoise e quando vuole qualcosa la prende a prescindere che sia cosa o persona.
Lei mi parlava, ma io ero sicuro della mia donna, conoscevo i suoi limiti che non amava oltrepassare.

Tornammo di là e con non poca sorpresa da parte mia, il tavolo era vuoto, anche Françoise e Loredana si erano alzati, ci stava, anche per muovere un pochino le gambe e prendere un pò d'aria.
Lo ammetto, la cosa mi disturbò un tantino, potevano almeno aspettare che noi, io e Agnese, tornassero da prendere il vino.
Non ebbi il tempo di pensare ancora, poiché fui tirato dal braccio verso giù da parte di Agnese, che mi invitava a sedermi con lei sul divano.
Lasciamoli andare. Tu non sei geloso vero? Sorridendomi cercava di provocarmi.
No! Forse giusto un pochino....Le risposi.
E mettiamo che tu vedessi la tua Loredana abbracciata a Françoise, come reagiresti?
Continuava a provocarmi e io cercavo di mantenermi. Ma le sue provocazioni accesero nuovamente quella lampada dentro la mia testa, non riuscivo a togliermi quella immagine, di lei mentre veniva scopata in tutti i modi da quel toro... Si toro, perché mi tornò in mente anche quella figura di quando uscito dalla piscina, arrivò in cucina con il costume ancora bagnato, che nulla lasciava all'immaginazione.
Lo aveva enorme, uno di quelli che quando passano si fanno sentire e lasciano il segno.
Vieni andiamo a cercarli, mi disse Agnese alzandosi per prima dal divano....
Lei sapeva dov'erano, sapeva delle intenzioni di Françoise ma non sapeva a come io avrei potuto reagire a qualsiasi situazione mi si presentasse davanti agli occhi.

Come aveva accettato l'invito Loredana da parte di Françoise, a seguirlo, per mostrarle qualcosa che nessuno conosceva di quella casa? Quali parole aveva usato per sedurla fino a quel punto?
Agnese, mi teneva per mano e mi conduceva per un'altra della villa che fino a quel momento era per noi sconosciuta, il corridoio era pieno di quadri rappresentanti scene del kamasutra, e due porte sul lato destro venivano scarsamente illuminate da due lampade di bassa potenza.
Il percorrere di quel corridoio mi mise agitazione, non sapevo cosa aspettarmi, era inquietante ma eccitante. Dentro di me ero combattuto tra aspettarmi qualcosa di insolitamente erotico oppure essere condotto a visitare qualcosa che ancora non conoscevamo ne io tantomeno Loredana.
Superata la prima porta, Agnese si fermò e si appoggiò con le spalle al muro, mi tirò a se è sussurandomi all'orecchio, mi disse....
Ora promettimi, che qualsiasi cosa tu vedrai dietro quella porta, rimarrai in silenzio, guarderai ma non ti è consentito parlare, lascerai che sia lei a decidere.

Già la parola "lei", tolse ogni dubbio di chi poteva esserci dentro quella stanza, ma non riuscivo ad immaginare in quali condizioni

Agnese spinse la porta, lasciata socchiusa apposta, così da non fare rumore, abbassando la maniglia, nulla era stato lasciato al caso, neanche il fatto che la stanza era buia e con un solo faretto, che illuminava il centro del letto sacrificale.
Quello che vidi oltre quella porta mi fece impazzire, il fuoco mi divampava nel corpo e nella mente. Agnese nel frattempo si strusciava contro il mio corpo, aumentano così la mia eccitazione.

Li, su quel letto c'era la mia Loredana nuda, in ginocchio su quel letto, bendata e con le braccia all'indietro e i polsi legati.
Françoise non era visibile, poiché era in penombra e inizialmente facevo fatica a vederlo, ma già bastava solo la vista di lei in quelle condizioni, che regalai alla mano di Agnese la mia ennesima erezione.

Loredana era ancora più bella, quella benda negli occhi la rendeva misteriosa, ansimava, il suo ventre danzava al ritmo del suo cuore, l'eccitazione in lei era evidente. Stava per ottenere, forse quello che il sogno le aveva fatto immaginare... Anche lei stava realizzando una fantasia che, a nessuno aveva raccontato se non a quell'uomo, che da li a breve le avrebbe regalato uno dei momenti indelebili della sua vita. Le braccia legate dietro la schiena, la rendevano vulnerabile, pronta alla imprevedibile sottomissione del padrone... .
Tutto sembrava irreale quasi teatrale, ma quando apparve Françoise tutto ritornò maledettamente realistico, era lì pronto ad abusare della mia donna.
Salì sul letto, vestito solo dai suoi slip, che a malapena intratteneva un pitone di abbondanti misure, mettendosi dritto davanti Loredana, gli si avvicinò e le fece sentire sulle labbra, il calore del suo membro, una prima volta, poi ritornò indietro e ripeté la sesta cosa per due o tre volte. Loredana stava lì, immobile ma al terzo contatto, aprì leggermente la bocca, come a ricevere quell' enorme cazzo.

Era il segnale che Françoise aspettava, si erano rotti gli indugi.... si abbassò gli slip e ne venne fuori qualcosa che mai i miei occhi avevano visto, poiché nel frattempo durante quei contatti con la bocca di Loredana, la sua verga aveva preso impressionante vigore, un 23cm x6 erano certi.
Iniziò a far sentire a lei, il profumo e il calore ďel suo membro senza avvicinarsi troppo, voleva renderla vogliosa, accrescere in lei quel desiderio di cazzo che attimo dopo attimo si faceva sempre più grande. Poi gli appoggiò la grande cappella sulle labbra e Loredana azzardò un bacio su quella cupola liscia, tentò di aprire le la bocca per accoglierlo, ma Françoise si ritrasse... aspettava che Loredana lo implorava, sapeva che ormai lei le apparteva mentalmente, aveva lavorato bene il bastardo, le aveva fatto uscire la puttana nascosta in lei, tanto da farle desiderare di essere montata come una cagna.
Ero incredulo, ma su quel letto c'era la mia donna che, da lì a breve avrebbe ricevuto in bocca il cazzo di un'altro uomo e che uomo....
Françoise l'avvicinò a lui, prendendola per la nuca, Loredana capi che era il momento di aprila quella bocca ma non si aspettava che l'impegno doveva essere tanto.
Françoise era esperto amatore. Fece assaporare centimetro dopo centimetro il suo membro alla bocca di Loredana, che ne fece suo un pò meno della metà, impossibile andare oltre si rischiava il soffocamento da cazzo.
Da quella distanza era chiaro vedere la sua testa muoversi contro il cazzone di quell'uomo e la bocca che si apriva e chiudeva a ogni affondo.

Quanto è troia. Si troia e da troia si era fatta sedurre e ora scopare dal futuro marito della sua migliore amica.
Françoise dirigeva il gioco, date le condizioni di parziale immobilità di Loredana, non le tolse la benda neanche quando fini di scoparle la bocca. Voleva ancora scopare la sua mente e quella benda sugli occhi era motivo di immaginazione, alleata fedele dell' eccitazione che, stava esplodendo in Loredana.

CONTINUA 》》》》

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