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Da sex chat alla carne


di goliath11
10.11.2017    |    4.211    |    0 8.9
"Quando si fece tardi salii in auto per riaccompagnarla e mentre guidavo, delicatamente accarezzava con le sue dita la mia mano che era appoggiata sul cambio..."
E’ giunse il momento di incontrarla. Mi ricordo ancora che, quando di stava preparando a partire, non stava più nella pelle per la gioia. Conoscendola, credo che la sua fica fosse già bagnata solo al pensiero di incontrarmi.
Era primavera e decise di soggiornare a Venezia visto che era una città che non aveva mai conosciuto e la sera, finito il lavoro, la raggiunsi. Eravamo entrambi imbarazzatissimi ma la serata fu piacevole anche se non facemmo niente. Credo che fosse diffidente, visto che non aveva mai conosciuto uomini italiani, ma ci promettemmo che ci saremmo incontrati il giorno dopo. Arrivò il sabato sera e questa volta lei venne da me.
L’aria primaverile frizzante e l’allegria nei locali fecero da contorno ad una cena in una pizzeria dove la vidi più serena e a suo agio. Quando mise definitivamente da parte la diffidenza e finito il pasto ci avviammo a fare una lunga passeggiata. La intrattenni per qualche ora con le mie chiacchere e quando mi soffermavo lei scrutava i miei occhi per capire le mie intenzioni. Mi sono sempre comportato da gentiluomo e non ho mai osato spingermi oltre le mie delicate parole.
Quando si fece tardi salii in auto per riaccompagnarla e mentre guidavo, delicatamente accarezzava con le sue dita la mia mano che era appoggiata sul cambio. Da questo momento mi cominciò a salire l’eccitazione. Arrivammo nel luogo dove doveva imbarcarsi per raggiungere Venezia, mi prese la mia mano, ci guardammo un attimo negli occhi e cominciammo a limonare all’impazzata. Aveva iniziato ad ansimare come quando era in chat. Allora appoggiai la mia mano nel suo vestito e sentii che la sua fica era caldissima. Ebbi solo il tempo di dirle “ perché non mi hai detto prima che volevi scopare con me?” e lei mi rispose “ Andiamo in un hotel. Sbrigati!”.
In uno stato confusionale ebbi la forza di guidare verso il primo hotel che si trovava in zona e quando entrammo nella reception lei stava ancora continuando ad ansimare, fremeva, quasi saltellava e incrociava le gambe per contenere l’eccitazione. Ero imbarazzato io e forse anche quello della reception che osservava la scena.
Raggiungemmo la camera e chiusa la porta con le luci soffuse, cominciammo a limonare. Presi entrambi da un raptus passionale ci spogliammo e alla presenza di quel delicato seno cominciai a ciucciare quei capezzoli grossi come ciliegie che per alcune settimane avevo solo immaginato. Con la mia bocca aspiravo il suo seno mentre la mia mano scendeva nella sua fica per sentire il suo livello di eccitazione. Difficile riuscire a tradurre in parole le sensazioni che il tatto mi ha procurato ma la sua fica era caldissima e bagnatissima. Ci sdraiammo nel letto e comincia a leccarla dappertutto; adoravo i suoi delicati piedini e mi infilai le sue dita nella bocca e con la mia lingua le ripassai una a una.
Le mie dita stavano iniziando ad accarezzare la fica e i suoi gemiti cominciavano ad essere sempre più forti, così, fu la mia lingua calda a sostituirsi ed immergersi il quel dolce nettare che non cessava di sgorgare e cominciando a girare intorno al clitoride, con piccoli colpetti la affondavo dentro la fica.
Non capiva più nulla, quasi mi ero impaurito perché sembrava fosse in uno stato catatonico. Quando mi raccontava che era una donna caliente, ora, avevo capito il perché. Piano piano salii verso di lei e iniziai a penetrala dolcemente mentre avevo ricominciato a baciare il suo viso e mordere i lobi delle sue orecchie. Probabilmente avevo toccato una sua zona erogena perché dopo pochi istanti mi scaraventò nel letto e si mise sopra di me. Appoggiò delicatamente la sua fica bagnata nella punta del mio uccello e in un gioco morboso faceva entrare il glande e rapidamente lo estraeva. L’esperienza di dominatrice si concretizzava nella posizione a candela e nel suo salire e scendere rivolgeva il suo viso verso il soffitto passandosi la lingua tra le labbra. Nel mio stato confusionale passavo dallo stringere il suo meraviglioso culo a toccare il suo seno e i suoi fianchi. Non si staccò mai da quella posizione fino a quando non le venii dentro e il un urlo di liberazione per l’orgasmo raggiunto distese il suo corpo sul mio e la sentii tramare come una foglia. Rimasi qualche minuto in quella posizione e quando si risollevò aveva delle piccole lacrime che gli scendevano dal viso. Credendo di averle procurato dolore mi fece invece capire con un sorriso che era felice e che si era definitivamente innamorata di me. Sarebbe stato l’inizio di una serie di incontri che ci avrebbe portato a vivere momenti sia romantici che nuove esperienze sessauali.
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