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Prime Esperienze

FRANCESCA'S BIRTHDAY - chapter 1


di Membro VIP di Annunci69.it Maxfive5
14.02.2024    |    4.725    |    5 10.0
"Si stacca dalle mie labbra e mi fissa con il respiro ancora in overdrive..."
Tre mesi.
Novantadue giorni.
È il tempo che passa tra quel primo bip sullo schermo del pc con il quale Skype mi ha avvertito che “Francy99 ha risposto alla tua richiesta di contatto” al momento in cui la mia macchina varca la soglia del parco alla periferia di ****** , dove si trova il posto nel quale ho deciso di portarla nel nostro primo incontro dal vivo.
Perchè ieri era il compleanno di Francesca e lei, dopo aver festeggiato insieme al suo ragazzo con la solita cena-nel-posto-figo-che-costa-un-botto-ma-ci-vai-solo-una-volta-proprio-perche-costa-un-botto, stasera ha combinato il modo di uscire con le amiche, che in realtà non hanno la minima idea di essere uscite con lei, e si è fatta venire a prendere da me per scartare dal vivo il suo personalissimo regalo su misura, per la visione del quale è consigliato l’uso del parental control.
Francesca è giovane, molto giovane, dato che i giri del pianeta intorno al sole che sono trascorsi dal suo primo vagito a ieri non hanno ancora raggiunto il numero tondo con il due davanti, ed è curiosa; curiosa come un vecchio randagio affamato paracadutato nella cambusa di una nave mercantile; studentessa modello al suo secondo anno di lingue orientali con un libretto universitario che fa alzare di qualche centimetro il mento di Mamy&Papy, un classico visino nextdoorgirl da pubblicità da snack macrobiotico, carino ma un pò troppo regolare per definirlo veramente interessante, fatta eccezione per quel piccolo neo che le punteggia l’angolo inferiore sinistro di una bocca altrimenti ineccepibilmente disegnata, che la rende imperfetta e come tale involontariamente sensuale.
Francesca ama scrivere, frequenta il conservatorio dove conta di diplomarsi in violino senza intaccare il suo percorso netto accademico, nel periodo estivo fa stages in Inghilterra per perfezionare il suo speak, e spende un buon tot per cento delle sue domeniche a fare volontariato con bambini disabili affetti da difficoltà di apprendimento; eccessivamente elegante, eccessivamente educata, con il capello perennemente fresco di taglio, il sorriso da cucciola dispersa, Francesca è a tutti gli effetti di legge la perfetta, classica, vagamente pallosa brava ragazza di ottima famiglia.
Che però adora il sesso.
Farsi scopare come se il domani restasse una probabilità statisticamente remota.
Magari anche in modo un pò brutale.
Specie con uomini più maturi e piuttostamente alpha, che di solito trova sul Web, e dai quali, secondo quello che mi ha confessato durante la prima chiacchierata via CAM a seguito dello scambio dei nostri contatti su un sito per scambisti, si è gia fatta montare e smontare come un comodino dell’Ikea almeno una mezza dozzina di volte, ma il conto potrebbe risultare approssimativo per difetto.
Ecco...magari questo ultimo dettaglio esistenziale della piccola Francy non è ancora del tutto chiarissimo ai suoi genitori, distratti come sono dai suoi brillanti risultati scolastici e da tutte le sue attività di volontariato da piccola crocerossina salva mondo in very Candy Candy style.
Fatto sta che stasera la loro prediletta è salita a bordo della mia auto indossando un vestito nero di Hermes senza maniche, abbastanza corto da non dover impegnare una fantasia salgariana per notare il bordo delle autoreggenti ad ogni minimo movimento del suo piccolo culetto tonico da nuotatrice.
Che con il suo sorriso timido e la spruzzata di lentiggini appena percettibile le sta da Dio.
La bacio subito, prima di lasciare il campo ai convenevoli che spesso rischiano di diventare l'anticamera dell'imbarazzo in situazioni simili.
Lei infatti appena si accomoda in macchina si gira verso di me e cerca la mia bocca prima ancora di pronunciare una sola sillaba.
Download connessione epidermica completata.
Un bacio lungo, lento, dolce, un gesto spontaneo ed immediato di rottura di una verginità relazionale che non basta a rallentarle il respiro accelerato di qualche bpm di troppo.
Ha un sapore fresco come un cocktail analcolico alla ciliegia sorseggiato in riva al mare in una sera di settembre.
Sa usare la lingua, lenta, morbida, esploratrice, e mentre lo fa lascia invariabilmente sfuggire un lievissimo gemito, qualcosa di appena un microdecibel sopra al semplice respiro affannato.
Un suono che fa diventare il mio cazzo il sosia della sbarra di un passaggio a livello.
Si stacca dalle mie labbra e mi fissa con il respiro ancora in overdrive.
“Ciao, sono Francesca, finalmente ci conosciamo di persona...ma sai che mi sembra di conoscerti già da sempre? altrimenti non avrei mai accettato di vivere con te questa pazzia, perchè si tratta di una pazzia, vero?”
“Si Francesca, ma esiste un antico proverbio afghano secondo il quale Dio Allah deve amare molto i pazzi, dato che ne ha riempito il mondo intero”
Mi sorride, con una espressione finto spavalda che però i suoi occhi da Bambi non supportano del tutto, e capisco perché riesca ad ottenere sempre esattamente tutto ciò che vuole, con chiunque; quel sorriso dovrebbe essere vietato dalla Convenzione di Ginevra e qualificato come arma di distrAzione di massa.
Red alert: Urge recuperare immediatamente il controllo missione, suggerisce il mil Ego VM18 da Houston a Sottoscritto.
“Prima di partire hai fatto i compiti Francesca? Hai rispettato la tua parte di contratto?”
Lei annuisce maliziosa, si solleva il bordo del miniabito e allarga le cosce magre e toniche.
Non indossa alcun intimo e dalla sua deliziosa passera rigorosamente rasata spunta il piccolo cordoncino argento che trattiene dentro le cinque piccole palline da geisha che le avevo fatto arrivare a casa alcuni giorni prima, per corriere espresso, con pacco rigorosamente anonimo.
Sorrido e sfioro con le dita il piccolo laccio, tirandolo lievemente ma senza fare uscire il sextoy dal suo magnifico nido.
Francy sospira e chiude gli occhi, mordendosi impercettibilmente le labbra.
Trattiene il respiro, e non sa se sperare o meno che io prosegua adesso a giocare con la sua figa offerta, indifesa e gia chiaramente pronta al contatto.
Lascio stare il laccetto e le ricompongo il bordo del minidress.
Lei riapre gli occhi e sghignazzando nervosamente mi spiega:
“Tu non hai idea del colpo che mi è venuto quando mia madre è entrata in stanza per portarmi il pacco con dentro questo giocattolo; se avesse saputo che cosa conteneva ora non sarei qui per ricevere da te il mio vero regalo; però mi piace tanto questo coso qui sai? Ho fatto proprio come mi hai chiesto: le ho infilate subito dopo la doccia senza toccarmi ulteriormente e sono andata a cena con i miei con queste palline dentro: Ogni volta che mi spostavo sulla sedia le sentivo muovere, sfiorare le pareti della figa dall’interno e mi saliva una voglia assurda; prima del dolce mi sarei fatta scopare sul tavolo della cucina in presenza di mio padre, ah ah ah ah”
Annuisco mentre accendo la macchina e faccio manovra per iniziare il breve viaggio di venti minuti da casa sua a destinazione.
Dopo alcuni minuti interrompe l’atmosfera che il sottofondo di “Incantevole” dei Subsonica aveva contribuito a creare per rivolgermi la domanda che mi aspettavo gia da sin quando era salita in macchina:
“Beh ma non mi dici niente che sono stata ai patti e ho eseguito anche il secondo compito alla perfezione? Guarda, controlla pure…, ho fatto come mi hai ordinato tu. Indosso in totale solo tre indumenti, comprese le scarpe.
In effetti non aveva bisogno di precisarlo poiché avevo già potuto verificare che oltre al perizoma, anche il reggiseno era rimasto a far compagnia al resto della biancheria nel suo armadio da Barbygirl, e che pertanto Francesca indossava esattamente tre indumenti in totale come le avevo ordinato di fare a pena di rimandarla a casa senza soffio sulle candeline: le scarpe décolleté con tacco alto (che le stanno da Dio e le servono, perché Francesca ha un corpicino delizioso ma è piccolina, un pasticcino di 160 centimetri appena) le autoreggenti e il miniabito, senza nessun gioiello addosso a parte cinque palline di metallo legate assieme all'interno della sua vagina.
Le annuisco sorridendole.
Voglio centellinare la mia approvazione per lei, che in realtà sarebbe incondizionata ma va servita come un buon Brunello di Montalcino riserva del 1981, ogni sorso al momento opportuno.
Simula di mettere il broncio, ha sete di approvazione, un fattore che nella sua vita tende a non mancare mai a prescindere.
Mentre appoggio la mano destra sul cambio lei me la afferra all’improvviso e prova a mettersela tra le gambe.
Ma fallisce.
Le faccio segno di no con l’indice, sorridendole.
“Devi imparare a essere paziente, la notte sarà lunga e bella densa”
Le accarezzo il viso senza distogliere gli occhi dalla strada.
Lei mi prende la mano tra le sue, sceglie un dito, ovviamente il medio, e se lo porta alle labbra senza pronunciare una sillaba.
Sento la punta della sua lingua sfiorarmi il polpastrello e poi le sue labbra umide racchiudere la mia prima falange.
Non la guardo, preferirei evitare di parcheggiare in un fosso ai 120 Kmh.
Francesca non fiata, resta composta seduta nel posto passeggero e per il resto del tragitto si concentra nel fare un pompino perfetto al mio dito prigioniero di quelle labbra fottutamente morbide.
Leccandolo lentamente.
Baciandone la punta.
Lasciandolo scorrere sulla superficie delle labbra socchiuse prima di inghiottirlo nuovamente fino all’attaccatura del palmo.
In silenzio, fissando entrambi la strada violentata dai fari e subito inghiottita dalla notte.
È il suo modo di vendicarsi per non avere ottenuto il consenso preteso.
Prendo nota, ma non credere che non me la pagherai…
FINE CAPITOLO 1 - continua
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