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La schiava bussa alla mia porta (pt I)


di Terra
29.07.2018    |    4.443    |    0 5.8
""Dovrei portarla nella prossima città, ci aspettano per domani..."
Era un lunedì di marzo, stavo sistemando la mia libreria dopo aver raccolto fonti per affrontare un importante caso di lavoro, le note di Tchaikovsky accompagnavano il mio riordine e tra queste mi parve di sentire il campanello suonare. Poso il libro di WIlliam Withman che avevo ancora in mano nel secondo scaffale, mi alzo e mi dirigo verso la porta d'ingresso..

Dallo spioncino scorgo un signore dall'aria distinta ma dall'aspetto sinistro, è un uomo alto e magro, come un airone. L'aspetto appare ancor più misterioso a causa del suo sguardo scurlo. Decido quindi di non accoglierlo all'ingresso ma di passare dal retro.
Avvicinatomi quanto basta per richiamare la sua attenzione esordisco con un saluto poco confidenziale e lo invito a presentarsi.

L'uomo ha una voce bassa e ferma, si presenta come Ferro.
Nonostante l'aspetto pacato sembra molto emozionato nel vedermi:

"Passavo di qui ed ho pensato di porgerle i miei saluti, probabilmente non si ricorderà di me ma io non la dimenticherò mai, lei tre anni fa mi ha salvato la vita, fu l'unico a riconoscere in me la sindrome del compasso aorto-mesenterico"

"Ah bene..effettivamente non la ricordo ma sono felice di averle dato una mano, posso fare altro per lei?"

"Oh no assolutamente, a dire il vero non sono passato di qui solo per un saluto, vorrei se me lo concede, saldare il mio debito con lei"

"Non avrebbe dovuto prendersi questo disturbo, sono un medico non ho fatto altro che il mio lavoro, la ringrazio ma lasci perdere."

Ero li per congedarlo quando la sua voce è diventata sicura e ferma

"Dottore la prego, non si neghi alla mia gentilezza mi conceda almeno porgerle il mio ringraziamento, lasci da parte per un attimo le formalità e mi attenda"

Ferro imbocca il vialetto e si dirige verso la sua auto, un mezzo vecchio almeno di vent'anni e mantenuto in ottime condizioni, carrozzeria e verniciature impeccabili come l'aspetto del mio interlocutore.
Questi muove verso il lato opposto dell'auto, vedo che apre lo sportello posteriore e torna con un'altra persona, una ragazza sui 20 anni non molto alta e vicino a lui sembra davvero davvero piccola.

Non proferisco parola, non ho idea di cosa egli abbia in mente e l'aspetto della ragazza non è a primo impatto rassicurante.
Per quanto sia giovane e di gradevoli lineamenti ha numerose piaghe sparse sul volto e sul corpo, un fiore calpestato dalla cattiveria di qualche barbaro.

"Lei è Ametista, è orfana, non ha nessun parente."
-Lo lascio continuare.
"Fino a qualche giorno fa serviva a casa di un mio cliente il quale adesso..diciamo che ha deciso di porre fine ai propri problemi nella maniera più tragica."

Questa situazione sta iniziando ad innervosirmi, osservo Ametista, la sua postura così come i suoi occhi sono remissivi, tiene le mani l'una nell'altra ha dei folti capelli ricci neri come la notte, degli occhi verdi con un bellissimo taglio a mandorla e la pelle, li dove non è stata offesa, appare candida. E' vestita soltanto di un sorta di telo in fibra grezza che le lascia scoperti petto, spalle e ginocchia, impossibile non notarne i segni che solcano il suo corpo.

"Dovrei portarla nella prossima città, ci aspettano per domani. A voler essere fiscali non abbiamo ufficializzato, l'accordo è solo verbale cosicchè ho pensato di far prima visita a lei, nel caso apprezzasse questo genere di regali"

Ametista continua a tenere lo sguardo sulla stessa mattonella, pare che nessuna distrazione possa coglierne la mente, sembra totalmente assorta dai propri pensieri e totalmente disinteressata del fatto che due persone stiano mercanteggiando sulla sua vita.

"Come le dicevo è orfana, non ha nessuno al mondo e nessuno sa che lei esiste quindi non avrà problemi di alcun tipo, che vuol fare? La prende o la porto via con me?"

Mentre ascolto le parole di quel verme vedo solo la vulnerabilità di questa creatura derubata di ogni emozione ed iniziativa e senza esitare gli dico che si la voglio con me.


"Ahahahah come vede è ben rodata la fanciulla, può far di lei ciò che vuole, può usarla per lavoretti domestici o usarla come un giocattolo, nessuno avrà nulla da ridire al riguardo.
A questo punto non mi resta che ringraziarla ancora una volta per avermi salvato quel giorno, la saluto e spero che abbia apprezzato il mio gesto".

"La ringrazio di avermi accolta SIgnore, non sono molto forte, non posso fare lavori pesanti ma potrò esserle utile per qualsiasi cosa lei voglia chiedermi.
Il mio precedente signore si divertiva a sentirmi urlare fino allo stremo, la prego soltanto di essere gentile con me."






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