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Prime Esperienze

Sega dalla dottoressa


di Hustle
11.09.2017    |    47.898    |    7 9.5
"Quindi, capisco il vostro scetticismo ( io stesso sarei stato il primo scettico ), ma vi giuro e scongiuro di credermi in quello che sto per andare a scrivere..."
So cosa starete pensando.

Questo è il solito racconto di fantasia scaturita dalla mente "maliziosa" dell' autore.
Si sa d' altronde, il rapporto tra paziente e dottoressa è sempre uno dei più ricorrenti ( e spesso abusati ) nel mondo dell' eros; il ruolo sottomesso e talvolta impaurito del paziente, la camicietta scollata, il rilassante silenzio della clinica, il caldo respiro della dottoressa in contrasto con il freddo tatto dello stetoscopio.....sono tutti elementi che hanno da sempre fatto da sfondo ed hanno contribuito ad alimentare l' immagine ( quasi mitologica ) della dottoressa "porca" che, annoiata dalla solito routine lavorativa, si concede una sveltina amorosa con il paziente ( sempre interpretato da noi stessi nelle nostre fantasie ) di turno.
Quindi, capisco il vostro scetticismo ( io stesso sarei stato il primo scettico ), ma vi giuro e scongiuro di credermi in quello che sto per andare a scrivere. E vi prego anche di perdonare il mio titolo un po' troppo diretto e privo di fantasia, ma non trovavo un altro modo più "elegante" per esprimere quello accadutomi pochi giorni fa, cercando al contempo di catturare la vostra attenzione.

Ripeto, quello che sto per scrivere è reale e ( sembra una frase scontata, è vero ) ma anche io faccio fatica ancora a crederci. L' unica prova a mio sostegno è che, pur trattandosi, come vedete dal titolo, di un qualcosa di parecchio inusuale, non vi è nulla ( a differenza di molti altri racconti simili ) di incredibile, eccezionale o, per essere diretti, di un qualcosa simile a un video di Brazzers. Poi oh, siete liberi di crederci o meno.
Detto questo, scusate il lungo preambolo e iniziamo.

Sono un ragazzo ventenne non particolarmente bello ma neanche brutto: altezza nella media, viso discreto, pelle color caffelatte ( sopratutto d' estate ), non magari con un corpo da bodybuilder ma con un fisico tutto sommato ben definito e con qualche accenno di addominali.

Da qualche tempo mia madre soffriva di dolori intestinali tali da costringerla a letto per parecchi giorni, dovendo rinunciare anche ad andare al lavoro. Nonostante io abbia un' indole da scansafatiche, in quei giorni mi adoperai parecchio per farla stare al meglio ( vivendo anche noi due soli, essendo mio padre andato via di casa parecchio tempo fa ), facendo cose che mai mi sarei immaginato di fare in casa: stiravo, preparavo da mangiare, facevo la spese, ecc..; insomma le varie faccende domestiche ( e non ) che mia madre era solita fare. Ero molto attaccato a mia madre e vederla così, abituatomi ad una sua immagine forte e sempre frenetica, mi fece dare il 110 % di me stesso ( per chi se lo chiedesse: mia madre ora sta meglio ed è tornata il solito tornado che è sempre ).
Nel mezzo dei mille impegni, un giorno di questi mia madre mi disse che sarei dovuto andare dalla dottoressa a ritirare delle ricette che si era fatta prescrivere per telefono, dovendomi poi recare successivamente in farmacia.
Il mondo mi cascò addosso. Non lo sapete, ma tra le cose che odio di più al mondo una di queste è andare dal medico: ore di fila in mezzo a vecchi lamentosi, il tutto per una visita da 5 minuti o meno dove ci si sente dire quello che bene o male già si sapeva. Per farvi rendere conto della mia indisposizione verso le visite mediche, vi dico che quando avevo un leggero malanno ( o un qualcosa di non grave ) mandavo mia mamma dalla dottoressa a elencargli i miei sintomi e i miei malanni, facendogli prescrivere una cura adatta.
Cercai così di farla desistere da questo intento, ma lei fu inflessibile; ci accordammo quindi con il mio proposito di passare in studio l' indomani mattina, quando ci sarebbe stato molta meno gente.

Il giorno successivo mi sveglia così di buona lena e mi avvia verso lo studio.
Come avevo sperato ( e in un certo senso predetto ), la sala d' aspetto dello studio era vuota. Sentivo provenire da dentro la voce della dottoressa al telefono e difatti dopo qualche minuto mi aprì la porta invitandomi ad entrare.

Mi interrompo un attimo per illustravi la figura della dottoressa: donna ( credo ) sui 35-38 anni, sull' 1.65-1-70, capelli lunghi castani, viso normale ma con un bel paio di labbra e ( so che qua si casca nello stereotipo, ma è effettivamente così ) un bel seno florido, che premeva contro il camicie bianco.L' avevo vista solo un' altra volta ( circa un annetto e mezzo prima ) e, nonostante sia oggettivamente una bella donna, vi giuro e vi rigiuro, che mai e poi mai, avevo pensato a lei dal punto di vista sessuale ( neanche nel momento del racconto in cui la vidi ) ne si erano mai sentite in giro voci o pettegolezzi "maliziosi" riguardo ad essa. Era semplicemente la dottoressa che cura me, mia madre e una buona parte del paese. Punto.

Ora inserirò dei dialoghi, so già che saranno diversi e più "schematici" da quelli realmente avvenuti, ma cercherò di riprodurli nella maniera più fedele possibile a quello che il ricordo mi permette. Spero di riuscire a ricreare per voi la stessa atmosfera e le stesse emozioni provata da me ( la D è la parte della dottoressa ).Censuro ovviamente il mio nome.

D - Ciao ***, finalmente ci vediamo eh? Stavolta tocca finalmente a te invece che a tua mamma? ( riferendosi qui, con ironia, a quello che vi ho accennato prima, ovvero il mandare mia madre dalla dottoressa quando non mi sentivo bene )

- Eh sì, purtroppo non si sente bene, mi ha mandato qui a prendere delle ricette...giusto?

D - Certo, accomodati pure che te le preparo.

Qui incominciò la solita sfilza di domande di circostanza: l' università, gli amici, i complimenti per il mio cambiamento fisico ( fino ad un anno prima ero grassotello e ora, come spiegatovi all' inizio, sono abb. fisicato e definito; lì per lì non feci caso al complimento, dato che, vista la mia precedente condizione, lo ricevevo da molti ), sport e...........salute.

D - È da un po' che non vieni qui, non hai avuto altro dopo quella febbre? ( qui si riferisce al motivo della mia ultima visita, ovvero una forte febbre per cui ero dovuto anche andare in ospedale )

- Sì, fortunatamente non ho avuto altro.

D- Meno male. Comunque non ti spiace se poi ti do un' occhiata? Non odiarmi, ma tua madre me lo ha chiesto. Ha paura che ti ammali in prossimità del rientro delle lezioni universitarie.

Seppur riluttante, acconsentii, altrimenti tornato a casa mia madre mia avrebbe fatto uno scenata pazzesca. La dottoressa fece le ricette per mia madre, mi visitò ( solite cose come "respira", "tossisci", "senti male qui?", ecc. ). Mise via lo stetoscopio e gli altri strumenti e mi chiese:

- non hai per caso altri problemi che vorresti dirmi? Tua madre qualche settimana fa mi aveva accennato qualcosa...

Altra piccola pausa. So che in molti di voi non crederanno a questa dinamica, ma vi prego di continuare a seguirmi. Soffro di un leggero problema di fimosi e qualche settimana fa, preoccupato della cosa e non sapendo con chi parlarne, esposi, non senza imbarazzato il problema a mia madre. Ovviamente non gli feci vedere nulla e gli spiegai tutto a parole, così lei mi disse che ( giustamente ) non sapendo molto, avrebbe chiesto alla dottoressa, in quanto doveva già andarci per altri motivi. Io la bloccai subito e gli impedii assolutamente di parlarne con la dottoressa. La cosa quindi si perse nel dimenticatoio. O almeno, credevo.

In preda al panico freddo e alla rabbia di essere stato "tradito" da mia madre, feci finta di nulla:

- Ma no, era una cosa così, detta per dire. No, sto benissimo.

D - Sicuro? Guarda che sono la tua dottoressa, è il mio lavoro, non devi avere problemi a dirmelo. Non lo viene a sapere nessuno, neanche tua mamma.

Ormai nel pieno dell' imbarazzo e con la faccia rossa come un peperone, rispondo ( quasi farfugliando e cercando di parlare il più veloce possibile ):

- ma no, è una cosa da nulla, una leggera fimosi, probabile che mi sia passata..ahahah, no guardi non c'è nessun problema...

D - Davvero ***, non farti problemi. Noi medici siamo qui apposta.

- No, davvero, nessun problema, cioè, non è così grave insomma.

D - Dai ***, fammi vedere. Non c'è nulla di male e questa è una patologia che, se portata avanti senza essere curata, può causare parecchi problemi nel futuro. Togliti i pantaloni e le mutande e fammi vedere. Ripeto, stai tranquillo che non c'è nessun problema in tutto questo.

Io, vuoi per l' imbarazzo, vuoi per il panico/ansia ero ormai in uno stato di agitazione incredibile, e il tono autoritario della dottoressa misto con l' espressione "può causare parecchi problemi nel futuro", mi "costrinse" a togliermi i pantaloni. L 'imbarazzo però prese il sopravvento e rimasi così in mutande. Al che lei mi fece:

D - Ehm ***, so e ti vedo che sei un po' imbarazzato, ma se rimani in mutande io non posso visitarti.

Ci un ulteriore breve intramezzo dopo mi ripetè il fatto che non ci sia nulla di male, essendo questo il suo lavoro, ecc... Ve lo risparmio.

Così, esausto delle continue rassicurazioni, con un imbarazzo che credo mai riproverò in vita mia, mi tolsi le mutande davanti alla dottoressa.

Era una situazione kafkiana: io, in evidente stato di "panico", con il cazzo a penzoloni ( non è grosso come quello di un pornoattore, ma essendo abb. largo fa la sua bella figura, anche da moscio ) di fronte alla dottoressa che all' apparenza, sembrava imperturbabile.

Ma vi ripeto, fino a quel momento non provavo nulla dal punto di vista sessuale, provavo solamente un grande, grandissimo, imbarazzo.

La dottoressa non disse nulla, tranne un circostanziale "ah, che bel fisichetto". Si allontanò, prese uno sgabello e lo posizionò vicino a me. Riandò alla scrivania, prese dei guanti, se li infilò e si sedette infine sullo sgabello, proprio con il mio cazzo a livello dei suoi occhi.

D - Vediamo....se ti faccio così senti male?

Al che, con tutta la naturalezza del mondo, abbasso la pelle e scoprì il prepuzio. Successivamente, dopo la mia risposta di diniego, incominciò a toccarlo un po' ovunque e spostarlo delicatamente. Nel mentre mi chiedeva sempre se mi facesse male dove toccava e via via il clima si faceva più rilassato. Forse fin troppo, difatti l' iniziale imbarazzo si stava trasformando pian piano in eccitazione. Se prima l' imbarazzo mi "offuscava" la vista e i pensieri, ora non potevo fare a meno di notare la situazione in cui mi trovavo: una bella donna più grande di me aveva gli occhi a livello del mio cazzo, e nel mentre le sue mani ( seppur con circospezione ) non facevo altro che toccarlo. Non potevo anche non notare i suoi grossi seni che sembravano scoppiare sotto il camice.

So che potrete pensare "che bella situazione in cui trovarsi". Vero, a mente lucida ed esterna alla situazione lo penserai anche io. Peccato solo che in quel momento pensavo solamente alla immensa figura di ( concedetemi il termine ) merda che avrei fatto se il mio cazzo si fosse completamente eretto.

Così mentre cercavo di resistere all' eccitazione oramai più scatenata, facendo i pensieri più brutti e tragici che mi venivano in mente, la dottoressa mi "graffiò" inavvertitamente un testicolo con l' unghia. Questo non mi provocò nessun tipo di dolore o fastidio, ma lei disse qualcosa del tipo:

D - ti ho fatto male, vero? Devono essere stati i guanti, si attaccano sempre e graffiano tutto, devo ricordare di cambiarli....aspe' che me li tolgo.

Così la vidi prendere i guanti e togliersi. Ormai era finita, non avevo scampo. La sua pelle era direttamente in contatto con il mio cazzo e di conseguenza "grazie" al suo continuo lavoro di "controllo" il mio pene raggiunse in pochissimo tempo una completa erezione.

Ero fuori di me. Vedere il mio cazzo, pulsante e svettante sulla faccia della dottoressa, mentre le sue mani continuavano il lavoro di controllo su un "affare" che pochi secondi prima era meno della metà di grandezza, mi faceva impazzire. E il mio sguardo che continuava a cadere sulle sue enormi tette di certo non aiutava. Lei, visto il mio stato, mi disse:

- D: Non preoccuparti, alla tua età è normale. Sarei preoccupata del contrario. Anzi meglio che sia in erezione, lo posso visionare molto meglio che a riposo. Se faccio così ti fa male?

Con questa frase riprese a scappelarmi il pene, facendo salire un ondata di libidine. Il mio cazzo si trovava stretto tra il suo indice e il suo pollice e quel continuo movimento mi stava facendo impazzire.
Feci segno di no con la testa, al che riprese in modo leggero il movimento.

- D Se stringo un po' più forte invece? Senti fastidio?

Strinse a pugno la sua mano attorno al mio pene e prese a muoverla su e giù lungo l' asta in maniera lenta, anzi lentissima, continuandomi a scoprire e ricoprire il mio glande.

- No....anzi, mi fa....

- D: Piacere?

Accompagnato da un sorriso ( non malizioso ). Intanto io, in preda ad ogni forma di piacere ( che cercavo però sempre di nascondere ), fissavo ancora intensamente le sue grosse tette, malgrado nascoste dal camicie. Il movimento della sua mano si vece un poco più veloce. In pratica, mi resi conto, mi stava facendo un qualcosa che, alla lontana, assomigliava ad una sega. La velocità della mano aumentò ancora ed all' improvviso la dottoressa, quasi destandomi dal mio stato di trans, mi fece:

- D: Posso?

Reclinando un poco la testa verso il mio pene. Sul momento non capii e feci segno di sì con la testa. La mano si fece più rapida lungo l' asta. Il mio piacere aumento ancor di più. Nel frattempo l' altra mano della dottoressa si andò a stringere alla base del pene, mentre l' altra continuava il movimento sempre più frenetico di secondo in secondo. La mia mente incominciò ad elaborare...mi stava facendo una vera e propria sega!

Guardai in faccia la dottoressa. Si ravvivò i capelli con un movimento del capo, mi sorrise e con una mano andò a toccarmi gli addominali. Ormai in piena fusione con il piacere, appoggiai i gomiti al lettino dietro di me, spinsi in avanti il bacino e mi lascia trasportare.

Ora, so che di solito questo tipo di racconti si conclude con scopate incredibili o scene clamorose, ma io voglio raccontarvi la verità. Per questo non ho nessun problema a dire che da lì a 1-2 minuti dopo venni.

Un fiotto denso di sperma si riversò sulle sue mani, che a malapena riuscivano a contenere la mia eccitazione. Lei non disse nulla, ma il suo sguardo rivelava un senso di compiacimento.

La dottoressa continuò a menarmelo sorridendomi per qualche secondo, poi si alzò, si lavò le mani, prese un fazzoletto e mi ripulì il pene dallo sperma residuo, massaggiandomi lievemente i testicoli.

- D: Effettivamente un problema di fimosi c'è, seppur lieve...per ora è meglio lasciar stare tutto così, in futuro vedremo.

Detto questo interruppe il massaggio e andò alla scrivania, lasciandomi nudo e con l' eccitazione e l' adrenalina che pian piano stavano incominciando a calarmi. Io, ancora scioccato e in stato di trans, stavo solo in quel momento incominciando a realizzare quello che era appena successo. Rimasi in silenzio fissandola, incapace di formulare una risposta sensata, così lei riprese:

- D: È meglio che tu venga spesso a trovarvi, così vediamo l' evolversi del...problema.

Stavolta terminando la frase con una risata maliziosa, indicando con un cenno del capo il mio cazzo, ancora libero ed esposto in bella vista.

Mi limitai a sorridere ed annuire. Del resto dell' incontro ho un ricordo davvero annebbiato e confuso: lei che parlava di mia madre e delle ricette che mi aveva prescritto, i modi e i tempi per somministragli le medicine, ecc. mentre io non facevo altro che annuire con il capo fissandogli le grosse labbra che mi parevano si muovessero nel vuoto.

Mi accompagnò alla porta, disse di portare i saluti a mia madre e mi congedò con una carezza sul volto.

La mia esperienza finisce qui.
Io, come ho cercato di dirvi all' inizio vi ho detto la pura e semplice verità, raccontata nel modo più fedele possibile ( memoria purtroppo permettendo ). Siete liberi di crederci o meno. Ma io, e questa sarà l' ultima volta che lo ripeto, vi giuro su tutto ciò che volete che questa racconto è reale.
Come vedete e come vi ho accennato all' inizio, questa esperienza è sì un qualcosa di assolutamente inusuale e pazzesco, ma, come avete letto, nella sua "follia" non vi è nulla di clamoroso o incredibile.

Dopo questa visita non ho sono più andato a "trovare" la dottoressa ( come detto all' inizio, sono passati pochi giorni ), ma appena vi farò ritorno, se avrò tempo ( e se ne siete interessati ) vi aggiornerò sicuramente.

A presto ( si spera ).


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