Racconti Erotici > Prime Esperienze > UNA STORIA MAI DIMENTICATA (4)
Prime Esperienze

UNA STORIA MAI DIMENTICATA (4)


di Grande_Bruno
05.05.2025    |    429    |    0 8.0
"Bisticciammo in modo che oserei dire quasi brutale, fino a quando io lo minacciai di chiedere il divorzio l’indomani..."
Quarta ed ultima parte del racconto, risalente a circa 32 anni fa, quando lavoravo nella Guardia di Finanza, presso l’aeroporto di Fiumicino e nominato «tutor operativo» per un agente dell’Agenzia delle Dogane, che doveva essere impiegato nelle indagini doganali.


Sinceramente dormii poco quella notte e la mattina dopo mi svegliai abbastanza presto. Rimasi a letto fino alle 08:00; poi con calma mi alzai e feci colazione, feci la doccia, mi vestii ed andai a casa di Silvia. Arrivai con qualche minuto d’anticipo; suonai il campanello e Silvia mi aprii il cancello e mi venne incontro. Indossava un paio di fuseaux bianchi leggermente trasparenti ed una maglietta rosa. Il mio pomo d’adamo ebbe un sussulto; rimasi attonito nel vedere Silvia che se ne accorse quasi subito e mi baciò. Mi ripresi dalla meraviglia e dissi:

– “Sono meravigliato dalla tua sensualità mescolata alla bellezza”,
– “grazie Bruno… Mi fa piacere che io ti piaccia… Mi son vestita così per piacerti…”
– “e ci sei riuscita benissimo…”. Ci mettemmo a ridere tutti e due ed entrammo in casa. Mi fece accomodare in cucina e facemmo colazione.
– “Mi sono svegliata da un quarto d’ora circa…”,
– “ma hai fatto tardi ieri sera allora?”,
– “no, ieri sera io e mio marito abbiamo bisticciato…”,
– “ma su cosa avete bisticciato se non sono troppo indiscreto?”. Mi guardò negli occhi e arrossì. Ci fu un attimo di tentennamento poi mi disse:
– “sai, ieri sera mio marito voleva… ed io mi sono rifiutata e quindi abbiamo bisticciato…”.

Pensai nella mia testa che, la sua voglia di fare sesso, magari, la voleva sfogare con me stamattina. Non volli toccare ulteriormente questo discorso: facemmo colazione e salimmo nello studio. Silvia accese il computer e vi trovai delle domande molto simili a quelle che le potevano fare i docenti durante l’esame ed iniziai ad interrogarla. Rispose molto bene, a parte qualche tentennamento su un argomento un po’ ostico che mi prodigai nel rispiegarlo con parole semplici ed usando esempi che potessero essere di chiarimento. Dopo due ore di studio facemmo una pausa; Silvia era stufa e la sua attenzione era bruscamente calata. Non so come mai ma Silvia mi baciò in modo passionale. Io avevo già voglia di fare sesso con Silvia e l’abbigliamento di quel giorno era secondo me molto provocante. Quindi l’abbracciai, iniziai ad accarezzarle i fianchi, scendendo sempre più giù arrivando fino al sedere che accarezzai. Smettemmo di baciarci e Silvia si tolse la maglietta ed i fuseaux. Indossava solo un reggiseno bianco ed un perizoma alquanto succinto. Era a dir poco incantevole. Mi spogliai anch’io e ci mettemmo a letto. Stavolta volli cambiare modo di far godere Silvia. Iniziai a scendere con la bocca direttamente sulle gambe: le baciai alternandole a delle leccate di lingua. Posai le mani sul seno, ancora imprigionato nell’indumento, facendo dei movimenti lenti e circolari, passai ai capezzoli, toccando la punta e facendo un lento giro a spirale per poi estendere il tocco, al resto della zona e nei suoi dintorni come disegnare dei cerchi. Silvia si slacciò il reggiseno che volò sulla poltrona mentre io continuavo baciare l’interno cosce, andando dalle ginocchia fino all’inguine. Ben presto notai che il perizoma aveva una macchia di liquido che usciva dalla figa. Decisi quindi di baciare la figa sul perizoma. Silvia allora mi spostò di lato e si tolse il perizoma. Rimasi sorpreso quando vidi che si era depilata il pube. Di quel bel folto pelo, era rimasta solo una striminzita strisciolina che ricopriva a mala pena la figa. La guardai e lei mi disse:

– “Quando inizia a far caldo, mi piace tenere i peli della figa così. Sudo di meno!”,
– “ah!”, dissi sorridendo.

Mi avvicinai fino ad avere la figa ad un palmo di naso ed iniziai a leccare le piccole labbra, andando su e giù lungo tutta la figa. Silvia iniziò a godere, stranamente in modo rumoroso (non lo aveva mai fatto prima), dicendomi frasi senza senso e mettendosi le mani nei capelli e sul seno. Mi spostai un po’ più su e stavolta presi in bocca il frenulo del clitoride succhiandolo e rilasciandolo. Ben presto Silvia ebbe un orgasmo; con una spinta mi allontanò dalla figa, chiuse gli occhi e le gambe divennero tese, accavallò le caviglie e una serie di fremiti pervasero tutto il corpo. Ormai sapevo che, quando faceva così, era perché aveva un orgasmo. Terminati i sussulti, si girò su un fianco e così ci restò per un po’ di tempo. Intanto mi ero avvicinato e baciavo Silvia sulla guancia. Aprì gli occhi, mi abbracciò e mi baciò non so quante volte, poi divaricò le gambe ed io potei mettermi in mezzo. Con molta delicatezza, stavolta, inserii il cazzo nella sua figa ed iniziai a scoparla, variando il ritmo lento, veloce, velocissimo poi ancora lento. Quando sentii che stavo per venire, accelerai il ritmo il più possibile ed eruttai il mio sperma nel fondo della figa mentre Silvia diceva:

– “dai, continua… non ti fermare… più veloce…!”, mi distesi sul letto, avevo il fiatone ed ero piuttosto stanco ma felice,
– “vedo con molto piacere che quando facciamo sesso finalmente mi dici qualcosa”, dissi,
– “ci sto provando Bruno ma non è facile per me!”,
– “apprezzo molto i tuoi sforzi Silvia”, risposi.

Ci baciammo ulteriormente, poi Silvia andò a lavarsi e subito dopo lo feci anch’io. Quando tornai in cucina, Silvia stava preparando il pranzo, che dopo poco consumammo. Diedi una mano a sparecchiare la tavola ed a mettere tutto in lavastoviglie. Poi bevemmo il caffè che precedentemente Silvia aveva preparato, mi sedetti sul divano e Silvia andò a cambiarsi. Partimmo quasi subito e ci recammo al lavoro. Parcheggiammo le auto, poi il solito bacio di Silvia ed arrivammo in ufficio. Il pomeriggio si svolse senza particolari intoppi anzi fu particolarmente noioso e monotono. Silvia uscì verso le ore 21:15 mentre io un’ora dopo. Come ogni sera Silvia mi aspettava fuori e facemmo il tratto di strada insieme, poi chiesi a Silvia:

– “stasera ti puoi fermare un po’ di tempo con me?”,
– “sì ma poco tempo!”, aprii la mia auto e ci sedemmo sui sedili anteriori.
– “posso venirti a vedere quando fai l’esame orale?”, chiesi,
– “ma certo ne sarei felicissima!”, rispose,
– “ma la data dell’esame?”,
– “ti mando un messaggio sul cellulare appena la scuola me lo comunica”,
– “va bene”, mi baciò ancora e se ne andò via.

Purtroppo il tirocinio di Silvia era terminato e quello era l’ultimo giorno di affiancamento con me: decisi di non dirle ed insegnarle nulla e farle fare quello che voleva. Personalmente ero un po’ triste, in quanto non avevo più Silvia che mi supportava nelle attività quotidiane e mi mancava quella persona gradevole ed amorevole con cui passavo qualche ora dopo aver terminato il lavoro. Anche Silvia era un po’ triste e lo si vedeva dal viso che non era sorridente e felice come tutte le altre volte. Terminato il turno salutò tutti i colleghi baciandoli sulle guance e dicendo che l’esperienza che si stava concludendo era stata esaltante. Terminato il turno, aspettai Silvia ed insieme facemmo la strada per andare a prendere le rispettive auto. Le chiesi:

– “Oggi pomeriggio vuoi che ripassiamo insieme?”,
– “no! Oggi non sono sola a casa e poi io e te non ripasseremmo nulla”, ci mettemmo a ridere, ci baciammo e tornammo a casa.

Passarono i giorni e io continuai a lavorare; sapevo che Silvia andava a scuola di mattina e ripassava di pomeriggio e quindi non volli disturbarla con messaggi o telefonate. Anche se avrei voluto sentirla o meglio ancora vederla. Era appena iniziato il mese successivo: Silvia mi chiamò:

– “Ciao Bruno volevo dirti che l’esame orale è tra tre giorni. Sono stata un po’ sfortunata perché sono tra le ultime persone che affronta l’esame”,
– “non tutti i mali vengono per nuocere. I docenti sono stufi e quindi dovrebbero farti delle domande abbastanza facili e sbrigative”,
– “speriamo!”,
– “ma, a che ora hai l’esame?”, chiesi,
– “il mio turno è verso le 10:00”,
– “benissimo allora: arriverò 20 minuti prima della fatidica ora”, risposi,
– “oh! Molto bene, Bruno”.

Per quel giorno chiesi un cambio turno in modo tale da essere libero tutta la giornata. Mi presentai a scuola e trovai Silvia. Era nervosa e tesa come una corda di un violino. Non mi baciò e camminava nervosamente su e giù lungo il corridoio. Improvvisamente venne chiamata da un docente in aula.

– “in bocca al lupo Silvia”,
– “che crepi”, mi rispose

Si sedette davanti alla commissione; Silvia consegnò la tesina che aveva fatto. I docenti iniziarono a sfogliarla e presero qualche spunto per iniziare ad interrogarla. Io, invece, entrai in aula e mi sedetti in fondo all’aula per ascoltare l’esame orale. I docenti posero altre domande a Silvia, alcune facili e qualcun’altra, dove la risposta prevedeva un certo ragionamento; ma Silvia se la cavò egregiamente. Dopo 30 minuti il Presidente della Commissione disse a Silvia che l’esame era terminato e se ne poteva andare. Si alzò dalla sedia e uscì dall’aula, poco dopo uscii anch’io. Contentissima, m’abbracciò e mi saltò in braccio. A questo punto le proposi:

– “Vuoi che stasera andiamo a cenare fuori io e te?”. Mi guardò un po’ perplessa poi mi disse:
– “stasera no. Ma mi organizzo per un’altra serata”,
– “peccato… avevo già in mente un ristorantino per me e per te molto romantico e chic.
Ma vorrà dire che ti ci porterò la prossima volta”.

Passammo l’intera mattinata insieme, camminammo per la città, entrammo in una caffetteria e facemmo colazione, perché quella mattina Silvia non era riuscita a farla per la tensione. Verso mezzogiorno mi disse:

– “devo andare a casa, Bruno, perché all’una arriva mio figlio e devo preparargli il pranzo”,
– “va bene. Anche se mi dispiace un po’”,
– “non ti preoccupare ci saranno altre volte dove potremmo stare insieme”. Mi baciò romanticamente, salì in auto e se ne tornò a casa.

Passarono i giorni e ripresi a lavorare con i soliti turni; ogni tanto mandavo dei messaggi a Silvia che non sempre mi rispondeva. Eravamo verso il 20 del mese quando mi arrivò un messaggio da Silvia:

Silvia: Ti posso chiamare?
Bruno: Ma certo!

Mi chiamò e facemmo una lunghissima telefonata: lei mi disse che era stata impegnata con i figli e li aveva portati a diversi Open Day di diversi atenei a Padova, poi doveva gestire il marito, la casa e non aveva avuto il tempo di rimanere sola e chiamarmi.

– “Se vogliamo uscire e festeggiare la mia promozione lo possiamo fare venerdì sera. Mio marito è ad una cena di lavoro e torna a casa a notte fonda, mentre i figli escono con le rispettive compagnie e, visto che sono a casa da sola, ho pensato di chiamarti e uscire con te”,
– “ma certo Silvia, hai fatto benissimo. Organizzo la serata e trovo un bel posto romantico per me e per te.
– “io sono a casa la sera”.

Terminammo la telefonata e organizzai la serata. Chiamai il ristorante e prenotai un tavolo per due, dicendo espressamente che doveva essere una cena romantica. A mia moglie dissi che dovevo uscire e trovarmi con amici delle scuole superiori ed al lavoro feci un cambio turno in modo da essere libero venerdì sera.

Arrivò il fatidico giorno, mi feci la doccia e pensai di vestirmi elegante, ma non in modo eccessivo, quindi optai per una camicia bianca sportiva con i pantaloni neri, una giacca nera e scarpe nere. Uscii e andai a prendere Silvia. Suonai il campanello e mi apparve una dea, che indossava un abito nero con collo quadrato e maniche in tulle che arrivava fino a metà coscia, scarpe decolletè nere con tacco 10 centimetri. Era stupenda a dir poco. Mi baciò sulla guancia e io feci altrettanto. Partimmo per il ristorante ed arrivammo dopo 20 minuti circa. Il locale era raffinato ed alquanto signorile. I camerieri ci accompagnarono al tavolo che era affacciato alla finestra dove si poteva ammirare il panorama, reso ancora più bello dalla serata particolarmente tersa e resa luminosa dalla luna piena. Silvia guardava il posto e poi mi disse:

– “Bruno ma che bel posto. Bravo”,
– “grazie”.

Cenammo ed il cibo era davvero raffinato e molto buono; le portate si susseguirono in modo cadenzato ed il vino accompagnò ogni piatto. Arrivò la torta che venne servita con dell’ottimo prosecco di Conegliano. Brindammo alla promozione di Silvia ed alla nostra conoscenza e ci demmo un bacio. Verso le ore 22:30 ci alzammo dal tavolo, pagai il conto e tornammo a casa. Silvia era felice per la serata trascorsa; aveva visto un posto nuovo e aveva mangiato molto bene. Mi diede diversi baci sulle guance mentre io guidavo ed io accarezzavo le gambe scoperte dal vestito che era leggermente salito quando si era seduta sul sedile del passeggero. Quando arrivammo a casa, avremmo voluto fare l’amore, ma lei aveva qualche timore. Le dissi: «intanto prova a vedere se c’è qualcuno in casa oppure se non c’è nessuno…», Silvia scese dall’auto, aprì il cancello ed entrò in casa. Uscì poco dopo e mi disse che in casa non c’era nessuno e potevo entrare. Parcheggiai l’auto ed entrai in casa. Notai subito le luci soffuse e Silvia mi prese per mano, accompagnandomi in salotto. Mi abbracciò in modo passionale e mi disse: «Grazie Bruno per la serata, è stata bellissima…». Non mi diede il tempo di replicare che mi baciò calorosamente. Le nostre lingue iniziarono a toccarsi ed a roteare nelle nostre bocche. La voglia di far l’amore saliva pericolosamente in entrambi. Cominciai ad accarezzarle la schiena, poi scesi sempre più giù, fino ad arrivare al sedere, che toccai in modo sensuale. Alzai il vestito ed accarezzai le gambe, per poi risalire verso il sedere, completamente nudo, in quanto indossava un perizoma. Si staccò da me e si tolse il vestito, tirando giù le cerniere che erano di lato ed il vestito finì sulla poltrona accanto al divano. Indossava un completo di biancheria intima nero stupendo alquanto succinto. Mi venne vicino e cominciò a baciarmi, mentre una mano scese a toccarmi quel rigonfiamento dei pantaloni ben visibile a chiunque abbassasse lo sguardo. Toccai il seno e Silvia si tolse il reggiseno che finì sulla poltrona. Mamma mia, che visione celestiale. La presi per mano e la feci sedere sul divano, m’inginocchiai davanti a lei e molto dolcemente le aprii le gambe. Sfilai il perizoma e mi avvicinai col viso per iniziare a leccare la figa. Percepii subito quanto era profumata e con un buon odore. Leccai prima le grandi labbra, poi le aprii e mi dedicai alle piccole labbra che leccai; sapevo che a Silvia piaceva tantissimo. Iniziò a godere ed a gemere, dicendo frasi senza senso. Mi spostai leggermente più in su, continuando a leccare e fermandomi sul prepuzio del clitoride. Con la lingua feci un movimento laterale avanti e indietro, continuando per diverso tempo fino a quando Silvia ebbe l’orgasmo. Mi spinse via dalle gambe che si chiusero e si irrigidirono e dei movimenti simili a scosse che pervasero tutto il corpo. Terminate le scosse, Silvia si girò su un fianco e così rimase per diverso tempo. Io mi avvicinai e presi a baciarla sulle guance. Lei apri gli occhi e mi baciò passionalmente, si distese sul divano ed io potei distendermi sopra di lei. Con molta delicatezza inserii il cazzo dentro alla sua figa ed iniziai a scoparla. Avevo una voglia arretrata e quindi la scopai in modo energico. Il mio bacino e le mie palle sbattevano contro il bacino di Silvia che godeva come non mai, cercando di andare a stimolare il fondo dell’utero con la punta del mio cazzo. Aumentai il ritmo e riversai il mio seme dentro la figa. Quando il cuore si colmò, mi alzai e mi sedetti sul divano e Silvia mi abbracciò e mi baciò non so quante volte. Questa volta, durante il rapporto sessuale, era rimasta zitta e me ne rammaricai. Mi accompagnò in bagno e mi lavai le parti intime, mi vestii e me ne andai, ma non prima che Silvia mi desse ulteriori baci e carezze.

– “Ti chiamo io nei prossimi giorni!”,
– “va bene!”.

Me ne andai a casa felice e contento di come avevo passato la serata. Ripresi la solita vita routinaria e monotona di tutti i giorni. Sabato e domenica lavoravo di mattina, poi lunedì pomeriggio e martedì notte, poi a casa due giorni di riposo e poi il turno riprendeva in modo sempre uguale e cadenzato. Durante la settimana non ricevetti nessun messaggio poi verso fine settimana Silvia mi inviò un messaggio:

Silvia: Ciao Bruno, ti posso chiamare?”
Bruno: Ma certo che lo puoi fare!”

Mi chiamò quasi subito: «Ciao Bruno, ti devo dire che è successo un gran casino!». Preoccupato dissi di raccontami tutto ciò che era successo. Innanzi tutto mi disse che suo marito era arrivato circa 20 minuti dopo che io ero andato via. «Al ristorante c’era un cliente di mio marito che era seduto abbastanza vicino al nostro tavolo e ci aveva sorpresi mentre ci baciavamo. Lunedì, alla ripresa delle attività lavorative, aveva chiamato mio marito, raccontando quanto aveva visto venerdì sera al ristorante. Mio marito, quella sera, arrivò a casa incazzato ed arrabbiato e mi aveva chiesto spiegazioni. Io mi sono giustificata con delucidazioni molto vaghe ed astratte e lui si era arrabbiato ancora di più. Bisticciammo in modo che oserei dire quasi brutale, fino a quando io lo minacciai di chiedere il divorzio l’indomani. Continuammo a discutere animatamente per tutta la serata fino a notte fonda e mio marito m’impose d’incominciare a lavorare nel suo studio terminato il weekend della settimana”.

Silvia non era affatto contenta, anzi era triste e le veniva da piangere. Lavorare con suo marito significava essere controllata sempre e non avere nessuno spazio per lei. Capii che non l’avrei più rivista e pensai che era una storia troppo bella per poter durare a lungo! Nessuno dei due era innamorato dell’altro ma il nostro continuo frequentarsi avrebbe posto le basi per un innamoramento che sarebbe sicuramente sfociato in una convivenza. A distanza circa 8 mesi, la rividi in città di sfuggita. Ci scambiammo proprio un saluto molto veloce e fugace. Ogni tanto adesso la rivedo, sempre accompagnata dal marito o dal figlio, ma ci limitiamo ad un semplice cenno col capo.

FINE
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per UNA STORIA MAI DIMENTICATA (4):

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni