Prime Esperienze
Una Piacevolissima prima esperienza a tre


01.05.2019 |
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"Mi sfila lentamente i jeans, mi tira via gli slip e mi lascia li seduto sulla sedia solo con la camicia addosso..."
Sono sempre stato affascinato dall’idea di avere un incontro “ravvicinato” con una coppia ma, un po’ per la mia naturale timidezza, un po’ per la ritrosia imputabile al rischio per la riservatezza alla quale tengo in massima misura, avevo sempre rinunciato a contattare copie della mia città o comunque vicine. Ciò aveva reso di fatto impossibile soddisfare la mia curiosità che, tuttavia, latente a livello inconscio, saltuariamente tornava a galla prepotentemente. In una di queste occasioni, mentre esaminavo alcuni profili di coppie interessate ai singoli, l’attenzione viene calamitata da una coppia di coniugi il cui profilo sembrava disegnato sulle mie aspettative nascoste. Un annuncio che illustrava, con dovizia di fotografie, una coppia di coniugi, 45/50enni, che al di là delle foto della Lei, estremamente eleganti, sensuali e conturbanti, denotava dal modo in cui era formulato persone non assatanate dal gioco ma caratterizzate da una ricerca del piacere sottilmente cerebrale oltre che naturalmente carnale. Vinta la mia ritrosia e timidezza mi decido a scrivere la mia proposta di incontro nella quale mi descrivo con aderenza alla realtà, senza millantare iperboliche doti personali e, soprattutto, senza nascondere che per me, eventualmente, si sarebbe trattata di una nuova esperienza. Infatti, al di là di qualche occasionale flirt non mi era mai capitato di andare fino in fondo in un rapporto con una coppia.
Fu, quindi, con discreta sorpresa che accolsi, qualche giorno dopo, il loro messaggio di risposta nel quale mi proponevano un incontro per un aperitivo serale presso un punto di ritrovo della città vecchia. Non nego che al piacere della proposta si sommava la, per me, naturale diffidenza verso qualcosa di completamente nuovo, una situazione nella quale mi sarei dovuto destreggiare facendo esclusivamente affidamento sul mio intuito non avendo io, come detto, alcuna precedente esperienza in materia.
L’appuntamento era previsto per un giorno feriale, subito dopo il lavoro e devo dire che per quanto mi riguarda personalmente si trattò di un’esperienza molto positiva perché la coppia in questione era costituita davvero da due belle persone, colte, con tanti interessi e, lui, in particolare, si dimostrò un abile conversatore dall’eloquio forbito, un vero trascinatore. Lei, onestamente, mi era parsa decisamente timida, facendo insorgere nel sottoscritto il dubbio che fosse stata appena forzata dal marito. Era però decisamente affascinante. Magra, slanciata, alta decisamente più del marito, dotata di naturale e felina eleganza nei movimenti, emanava un’aura sensuale, un mix esplosivo di ostentata riservatezza e di sottile conturbante fascino ed esercitava su di me una magnetica attrazione sebbene io sia normalmente decisamente più attirato dalle forme giunoniche e importanti.
La serata, comunque, filò via interessante e piacevole e dopo circa due ore fatte di chiacchiere su temi diversi, qualche buon drink e qualche mio tentativo di accorciare le distanze con la lei, peraltro senza a mio parere apprezzabili risultati, ci salutammo scambiandoci in numeri di telefono comunque evitando di prendere qualunque ulteriore impegno per il prossimo futuro.
Tornai a casa comunque soddisfatto perché era stata una serata piacevole e la naturale tensione dell’incontro era sfumata per me a ragione della soddisfazione che avevo comunque provato per quell’incontro a tre intellettualmente assai gradevole.
Non nego che l’immagine di Paola, questo il nome della Lei, permeata di fascino naturale, mi era rimasta impressa nella mente e che, per i giorni a seguire, spesso mi ero scoperto a pensare a Lei in situazioni ben più concrete e coinvolgenti di un semplice incontro conoscitivo davanti ad un aperitivo.
Fu così che, trascorsi diversi giorni dall’incontro, rimasi del tutto sorpreso quando ricevetti un messaggio di Mario, il lui della coppia, che mi invitava a cena a casa loro per il prossimo sabato col proposito di saggiare le qualità di cuoca di Paola e continuare ad “approfondire” la nostra conoscenza. Il messaggio era completo di indirizzo preciso e sollecitazione ad un abbigliamento comodo ed informale.
Ammetto di essere stato combattuto prima di rispondere al messaggio. Accettare o no, questa l’alternativa. Probabilmente ero rimasto spiazzato dall’invito poiché come ho accennato durante l’incontro per l’aperitivo Paola non mi era sembrata particolarmente colpita dal sottoscritto e aveva tenuto un profilo basso e di secondo piano rispetto al marito, sollevando in me il dubbio che per lei la situazione fosse tutt’altro che naturale. La curiosità e, lo ammetto, il desiderio di accorciare le distanze da Paola, che mi aveva sinceramente colpito, ebbero la meglio e, dopo qualche minuto, vinta ogni fobia, accettai l’invito con ostentato entusiasmo.
Ecco qua, il mio primo appuntamento a tre era combinato. Non avevo idea di come avrei dovuto comportarmi ma superai i dubbi confidando sulla mia capacità di adattarmi ed essere appropriato in ogni condizione di tempo e di luogo.
Mi presentai puntualmente all’indirizzo indicatomi, una bella abitazione singola sul lungo mare cittadino, con due bottiglie di ottimo Franciacorta e una splendida rosa da offrire a Paola.
Fedele all’invito mi ero sistemato con jeans e camicia bianca, lo ammetto per esaltare il colore naturalmente scuro della mia pelle, e più o meno con lo stesso abbigliamento fui accolto da un sorridente e pimpante Mario. Paola, invece, si presentava con una sconvolgente sensualissima mise. Vestito nero con bretelle che cadeva a pennello sui suoi seni appena accennati, profondissima scollatura a v sulla schiena che finiva esattamente sul solco appena intuibile delle natiche ed evidenziava schiena e braccia toniche di donna che cura il proprio fisico, sandali in vernice con tacco vertiginoso che le consentivano di giungere al mio metro e ottantasei centimetri, un filo di perle al collo e una nuvola di profumo assai gradevole. Mai gradevole però come l’intenso profumo di femmina che da le dipartiva con naturale ed incisiva eleganza.
Fu uno shock emozionale. Al rituale bacio di saluto mi ero già perso, definitivamente, nei suoi occhi color ambra. Paola non esprime una bellezza oggettiva, almeno secondo i canoni correnti, ma la sua straordinaria, raffinata, elegante sensualità sarebbe in grado di travolgere qualunque maschio sano di mente. Ed io, almeno, fino a quel momento, ero certamente sano.
Aperitivo col Franciacorta, musica appropriata, ottimi antipasti di mare ed uno splendido dentice in umido accompagnati da diversi bicchieri di un noto vermentino di Gallura di grande prestigioso contribuiscono ad allietare la serata e scatenano i racconti divertenti miei e di Mario. Paola, invece, pur manifestandosi come un’ottima regina della casa, manteneva ancora un atteggiamento di evidente distacco, almeno nei miei confronti, resistendo elegantemente ai miei tentativi di accorciare le distanze da lei. Peraltro, ad un certo punto, esaurita un’ennesima bottiglia di bianco, mentre Mario si dirigeva verso lo stereo per aggiornare la selezione musicale, mi offrii volontario per stappare un’altra bottiglia prelevandola dal frigo e per far ciò e fermare Paola che voleva dirigersi lei stessa verso il frigo la bloccai sulla sedia sfiorandole ostentatamente il braccio. Sentii una scossa immediata attraversare la mano verso il suo braccio e ritorno. Quel minimo contatto fisico, forse, dico forse, aveva rotto il ghiaccio e chiuso definitivamente le distanze. Paola mi ringraziò con un sorriso travolgente ed ammiccante che, almeno per come la vedevo io, era portatore di intriganti promesse. Da li in poi un crescendo di trascinanti emozioni.
Torno al tavolo col vino, Mario incomincia sapientemente a sollecitare il mio giudizio sulla bellezza e fascino di Paola ed io, colgo al volo l’occasione per esprimere con la dovuta eleganza e galanteria il mio compiacimento, peraltro evidente anche a grande distanza. Paola, ormai, mostra apertamente di gradire le sempre meno timide avances. Mi alzo e vado alle sue spalle per versare altro vino nel suo bicchiere e così facendo con l’altra mano sfioro deliberatamente la schiena scoperta di Paola: è calda e fresca nel medesimo momento, o almeno io così la percepisco. Mi siedo per gustare la crema offertami come dessert e Mario riprende a sollecitare il mio parere sulle gambe atletiche di sua moglie, denunciando un palese piacere davanti ai miei complimenti. La mia eccitazione per la situazione, rotto oramai ogni indugio, sarebbe a tutti evidente se non vi fosse un lembo della tovaglia a nascondere la mia patta. Non sono mega dotato ma i jeans non sarebbero stati in grado di sopportare un ulteriore intensità della mia erezione, senza essere per me fonte di tortura. Cerco di capire come accorciare definitivamente le distanze con Paola, oramai divenuta imperioso obiettivo del mio straripante desiderio, mentre Mario continua a buttare benzina sul fuoco, con racconti di situazioni intriganti e, a questo punto, mentre sono distratto dall’abilità oratoria di Mario, sento distintamente una mano, la mano di Paola, che nel frattempo era sgattaiolata sotto il tavolo, appoggiarsi prepotentemente sull’interno della mia coscia. Non reagisco.
Mario sorride e continua nel suo racconto e la mano di Paola è sul mio cazzo ardente costretto dai jeans. Paola lo stringe e io sono inchiodato alla sedia, travolto dal desiderio mentre Mario mi costringe a sentire il finale della storia che raccontava. Là sotto sento Paola che armeggia con i bottoni della mia patta, libera il mio cazzo dalla prigione che scatta elastico verso la libertà, duro come il marmo e con la mia cappella da circonciso in lucida e distesa piena tensione. A questo punto spero che Paola là sotto senta il mio desiderio della sua bocca, senta che anelo conficcare il cazzo tra le sue labbra umide e vermiglie. E, invece, niente. Paola in ginocchio sotto il tavolo non si cura del mio arnese, mi toglie invece le scarpe. Mi sfila lentamente i jeans, mi tira via gli slip e mi lascia li seduto sulla sedia solo con la camicia addosso.
Mario, che era seduto all’altro capo del tavolo, nel frattempo si è alzato in piedi e slacciata la cintura si abbassa i pantaloni. È senza intimo e manifesta una straordinaria erezione che comincia a trattare masturbandosi in piedi difronte a me dopo essersi cosparso il cazzo di crema.
A sud del mio ombelico la situazione nel frattempo è decisamente mutata. Paola pianta le sue mani bollenti tra le mie cosce e con una leggera pressione mi fa capire di allargare le gambe. Immediatamente la accontento e qua, per la mia delizia, Paola inizia un sublime lavoro di lingua. Non tocca il mio cazzo, mi costringe a scivolare in punta di sedia e si insinua sotto le mie palle già gonfissime e sensibilissime e comincia un sapiente lavoro con la punta della lingua tra il mio scroto e l’ano indugiando ora più sotto il primo, ora quasi dentro il secondo. Sono in visibilio, non capisco come abbia capito che è il mio massaggio assolutamente preferito, non sono in grado di resistere a lungo a quel tipo di servizio. Se ne accorge anche Mario che, con un sorriso beato si mena felicemente l’uccello soltanto immaginando quale opera sapiente sua moglie stava conducendo su di me. Paola mugola, lecca, inumidisce, il mio cazzo è letteralmente un pezzo di marmo, un marmo particolare, bollente anziché freddo. In preda al parossismo incontrollabile, consapevole di non poter resistere a lungo a quel delizioso trattamento, mi faccio travolgere dai sensi, perdo letteralmente il controllo, sono una incontenibile bestia in calore. Mi alzo in piedi repentinamente, costringo Paola ad emergere da sotto il tavolo prendendola per i capelli, la sollevo facilmente e la distendo sul tavolo da pranzo. Mario da par suo si mena il cazzo mugolando e incitandomi ad una rapida penetrazione di sua moglie, mi segnala quanto lei sia bagnata. Credo, sinceramente di aver perso ogni controllo, ogni freno inibitore, il mio cazzo svettava da sotto la camicia duro ed innervato come poche volte lo avevo visto, richiedeva una immediata soddisfazione. Paola è distesa sul tavolo di schiena, le sollevo il vestito e letteralmente strappo via il perizoma nero, con decisione che rasenta la violenza, sento la voce gutturale di Mario che mi incita all’azione, come se ne avessi bisogno, e finalmente la voce decisa, calda ed arrochita di Paola che intima: “prendimi, sfondami, saziami di carne” Non mi rendo neppure esattamente conto del mio agire, vedo e sento con mano il clitoride gonfio di Paola che palpita, la sua fica inondata di umori ed invitante, punto l’asta sul pertugio della felicità deciso a penetrarla con una sola spinta ma a questo punto la sorpresa assoluta. Paola urla, letteralmente: “no la fica è di Mario, solo di Mario”. Sono interdetto, ho un momento di esitazione, l’oggetto del mio straripante desiderio è li grondante ad un centimetro dal mio cazzo imperiosamente pronto. Per un momento penso di ignorare quello che era un ordine perentorio. Mario, sempre col suo cazzo in mano urla: “prendila è tua sfondala”. Per un momento tergiverso ancora poi decide tutto l’istinto animale. Sollevo entrambe le gambe di Paola sulle mie spalle, le mie mani si appoggiano sulle sue cosce, utilizzo gli umori fragranti e grondanti di Paola per lubrificare il suo buco del culo che occhieggia invitante verso di me. Punto il glande sul buco di Paola e vedo lei aprirsi ad un sorriso di invito e incoraggiamento. Una pressione decisa, lei mia aiuta, e sono dentro, in due spinte decise sono dentro, il precedente rifiuto mi ha reso ancora più infoiato e mi accorgo che forse la spinta è stata troppo decisa anche perché non sono certo leggerino e ho provato un certo doloroso attrito anche io. Mario urla sguaiato: “scopala aprile il culo”. Attendo qualche secondo fino a quando Paola mostra di fremere e allora libero definitivamente l’animalesca voglia che si è impadronita di me e, con l’incitamento di Mario e di Wagner che dallo stereo con la sua Cavalcata delle Valchirie dettano il ritmo, do vita ad un crescendo di spinte che liberano un’autentica furia in Paola, che si dimena in preda ad un evidente quanto devastante piacere. Mario si avvicina e sempre col cazzo in una mano con l’altra stimola sapientemente la fica di sua moglie che sembra in preda ad un raptus incontrollabile di sfrenato godimento. Devo addirittura bloccarla con un braccio sul tavolo perché il suo dimenarsi quasi mi torce il cazzo intrappolato nel suo retto che ormai è accogliente con una fica lubrificata. Io non reggo oltre e mentre Paola, grazie anche al sapiente ed esperto intervento di Mario si scatena in un orgasmo devastante, mi scarico ripetutamente ed abbondantemente nel culo della meravigliosa Paola che, con voce completamente alterata, mi invita spudoratamente a riempirla. Mario avvicina il suo cazzo alla bocca di Paola e si sega furiosamente fino a imbrattare bocca, lingua e occhi di Paola con la più devastante serie di schizzi di sborra cui io abbia mai assistito. Sono attonito dalla quantità di sborra che Mario ha prodotto. Lui, Mario, appena io mi sfilo dal culo di Paola, si china devotamente sulla moglie e lecca avidamente la fica ed il buco del culo dal quale cola ancora il mio sperma. È una scena di esemplare complicità di coppia che si sublima quando Mario bacia con travolgente passione sua moglie, evidente trasferendole parte degli stessi umori di lei e il mio sperma e, quindi procede a nettarla dalla clamorosa sborrata dello stesso Mario.
Una serata, iniziata tra tanti miei dubbi e finita in gloria grazie a due persone veramente speciali che mi hanno fatto capire in poche ore il significato della reale complicità di coppia. Il resto della serata, ad un eventuale seconda puntata. Grazie a chi avrà avuto la pazienza di arrivare alla fine.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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