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Prime Esperienze

tutto in famiglia.....


di in_due
27.12.2015    |    13.403    |    5 9.5
"Lei più di dieci anni con quello che era stato il suo primo ed unico uomo e con il quale aveva convissuto negli ultimi tre anni, io un matrimonio alle spalle..."
Con Lea ci frequentiamo oramai da dieci anni e da qualche anno conviviamo formando a tutti gli effetti una coppia.
Quando ci siamo conosciuti venivamo entrambi da importanti esperienze sentimentali. Lei più di dieci anni con quello che era stato il suo primo ed unico uomo e con il quale aveva convissuto negli ultimi tre anni, io un matrimonio alle spalle dal quale avevo avuto un figlio che oggi è già venticinquenne.
Tra me e lei c’erano praticamente gli stessi anni di differenza che c’erano tra loro due. Venticinque, trentasette, quarantanove, e per tanto che lo avesse conosciuto come “mio figlio” poco più che ragazzo, ora non poteva fare a meno di notare quanto fosse cresciuto con il suo fisico ben curato e sportivo che non passava inosservato allo sguardo delle ragazze.
Più volte mi capitò di notare che quando Giulio si fermava a dormire a casa nostra , nonostante ci fosse apparente confidenza e spontaneità, qualche sguardo ogni tanto si soffermava un po’ più a lungo su qualche scollatura generosa di lei o sul pacco di lui che spesso e volentieri girava per casa solo con gli slip aderenti tenuti sempre molto bassi in vita lasciando in mostra buona parte dell’inguine.
Questo accadeva soprattutto in estate quando noi eravamo abituati a girare per casa completamente nudi, e solo in occasione delle visite di Giulio indossavamo il minimo indispensabile a coprire almeno le parti intime. Io pantaloncini larghi e comodi , lei mutandine e canottierine molto leggere che aderendo al seno ne risaltavano la forma, una terza ancora decisamente tonica da far invidia a molte ragazze ben più giovani.
Lea di abitudine si alza completamente nuda dal letto durante la notte o la mattina presto per andare in bagno, e questo anche quando c’è Giulio, senza mai preoccuparsi della possibilità di incrociarlo in giro per casa. Questa sua disinvoltura mi ha sempre divertito, senza capire quanto possa essere spontanea e casuale intontita dal sonno, o quanto invece possa essere voluta. L’idea di poter essere vista nuda da Giulio forse in fondo un po’ la stuzzica, ma sull’argomento non le ho mai fatto domande dirette affinché non pensi che il mio possa essere un rimprovero o una forma di gelosia. In fin dei conti se mai dovesse succedere non ci sarebbe nulla di male, anzi troverei la cosa buffa e sarei curioso di vedere la loro reazione.
L’estate scorsa un giorno Giulio chiese di venire al mare con noi, la cosa ci fece molto piacere perché in genere le domeniche le trascorreva a casa sua a poltrire o in compagnia degli amici, ed accettammo subito la sua richiesta portandolo con noi in spiaggia. Lea che non usava mai il pezzo di sopra per prendere il sole e che non aveva nessun segno del costume mi chiese mentre uscivamo di casa se avesse dovuto indossarlo per l’occasione o se poteva restare in topless nonostante la presenza di Giulio. Io le risposi di non farsi alcun tipo di problema, “non vorrei mettere lui in imbarazzo” mi rispose Lea. “Tranquilla che Giulio ne ha viste tante di tette che non è certo il tipo da imbarazzarsi per un topless”.
Così quel giorno cadde un altro piccolo tabù, Lea era disinvolta in topless, consapevole di avere un seno molto bello e che stava mettendo in mostra una parte di sé di cui andava molto fiera. Anche io in fondo ero un po’ orgoglioso che Giulio potesse apprezzare dal vivo il suo corpo e che potesse pensare a quanto fosse fortunato suo padre ad averla come compagna.
Era una domenica di caldo afoso, e trascorremmo molto tempo in acqua anche giocando e facendoci qualche dispetto, il che inevitabilmente causò qualche accidentale contatto tra i corpi seminudi di tutti e tre, ed è lì che mi si svegliarono un po’ di fantasie che fino a quel momento non avevo mai avuto.
Realizzavo che Giulio era un bel ragazzo e che non era di ferro, dunque non poteva restare indifferente al corpo seminudo di Lea, e lei a sua volta per quanto disinvolta non poteva essere del tutto immune ai suo sguardi che spesso e volentieri sentiva soffermarsi sui suoi capezzoli inturgiditi dall’acqua fredda del mare ma forse anche da un pizzico di eccitazione.
Dopo quella giornata, quando Giulio capitava a casa nostra la sera per cena, tra noi c’erano sempre meno formalità. In un paio di occasioni Lea era uscita dal bagno solo con le mutandine ed i capelli avvolti nell’asciugamano non preoccupandosi affatto della sua presenza mentre controllava la pentola sul fuoco prima di andare ad indossare una maglietta.
Episodi all’apparenza casuali che però non lasciavano indifferenti ne me, ne tanto meno Giulio che sebbene ostentasse disinvoltura sicuramente notava ed apprezzava la piacevole visione.
Quella sera dopo cena era veramente caldo, o forse il vino aveva contribuito a far salire la temperatura corporea, Giulio ed io giravamo comodamente scalzi in mutande cercando un po’ di refrigerio dal marmo fresco del pavimento. Lea indossava delle brasiliane che coprivano ben poco del suo bel culetto, ed una canottierina aperta sul davanti che considerata la calura della serata, probabilmente aveva l’effetto di un maglione di lana. Volevo dirle di mettersi in libertà pure lei ma non volevo suscitare imbarazzi.
Da li a poco però Lea mi disse che le faceva male una gamba e mi chiese con tono di preghiera se avessi avuto voglia di farle un massaggio.
La invitai a distendersi pancia sotto sul divano vicino al balcone, sul quale preventivamente avevo disteso un fresco lenzuolo. Presi l’olio di mandorle ed iniziai a massaggiarle la gamba con molta cura, prima il piede e la caviglia e poi piano piano con movimenti decisi e regolari il polpaccio dal basso verso l’alto fino al ginocchio.
Giulio era seduto vicino a noi sul divano e lei per stare comoda si era appoggiata con la testa e le braccia sulle sue gambe.
Guardavo il culetto di Lea, in altre occasioni mi sarei concentrato professionalmente sul massaggio e quindi sulla gamba, ma quella sera non potevo distogliere lo sguardo da quei glutei belli pieni e tondi che erano coperti a malapena dalle mutandine.
Giulio con un bicchiere in mano osservava il massaggio in silenzio e penso che a sua volta fosse attratto dalle rotondità di Lea in bella mostra. La situazione incominciò ad eccitarmi inconsciamente e sentii un principio di erezione muoversi nei miei sottili pantaloncini aderenti.
La penombra giocava a mio favore, proseguii il massaggio anche all’altra gamba, quindi salendo lentamente lungo le cosce, iniziai a sfiorarle i glutei sempre con maggiore insistenza. Giulio le accarezzava i capelli con la mano sinistra e Lea completamente rilassata, era praticamente in estasi. Iniziai a sollevarle la maglietta con un po’ di timore, ma lei con un gesto rapido se la tolse completamente lanciandola sul pavimento e dicendo: “ah, finalmente, non la sopportavo più, fa veramente caldo”.
Versai un po’ d’olio sulle sue spalle e chiesi a Giulio di occuparsi della sua schiena. Lui inizialmente un po’ rigido, iniziò più che altro a spalmare l’olio di mandorle sulle spalle con una sola mano, poi sentendo lei che gemeva dal piacere, si scostò leggermente per esser più comodo ed iniziò a massaggiarla con entrambe le mani.
Si soffermava con cura sul collo, sulle spalle, e scendeva lungo la schiena fino all’attaccatura delle natiche.
Le mie mani si erano fatte sempre più intraprendenti ed oramai si dedicavano quasi esclusivamente al suo bel culetto facendo scivolare le mutandine per quanto possibile tra le natiche in modo da non incontrare ostacoli.
Lea gemeva e sospirava ad occhi chiusi godendosi le attenzioni di queste quattro mani calde che si dedicavano al suo corpo.
Ad un tratto chiesi a Lea di voltarsi per completare il massaggio. Lei si mise a ridere quasi volesse rispondermi se fossi scemo, ma in realtà dopo qualche secondo di esitazione si voltò con gesto di sfida mettendosi supina ed offrendosi alle nostre mani affinché proseguissimo il piacevole massaggio.
Il seno era turgido, visibilmente sollecitato dalle lunghe carezze, i capezzoli svettavano duri e tradivano un avanzato stato di eccitazione.
Giulio rimase con le mani sospese come preoccupato di dove poterle posare senza fare danni, poi ebbe un’intuizione ed iniziò a massaggiarle le tempie con un movimento rotatorio. Nella stanza la luce era proprio fioca, eravamo nella penombra ma i nostri occhi si erano abituati al buio, e sicuramente anche il suo sguardo era catturato dai capezzoli e dal seno di Lea.
Io avevo iniziato a massaggiarle l’interno delle cosce che è morbidissimo ed è una delle parti del suo corpo che mi piace di più accarezzare. Le mutandine erano visibilmente imumidite sul davanti a causa di un misto di olio, sudore e sicuramente anche di umori.
Io a quel punto mi accorsi di averlo completamente duro che premeva eccitato contro la sottile stoffa dei pantaloncini, e vedendo il rigonfiamento nelle mutande di Giulio compresi che si trovava nella mia stessa situazione.
Parlavamo sempre meno, si sentivano solo i sospiri di Lea ed i nostri respiri profondi. Aleggiava sempre più un forte senso di eccitazione, ed un misto di ormoni ed umori si mischiava al profumo dell’olio di mandorle sulla pelle di Lea.
Le mie mani iniziarono a percorrere tutto il suo corpo, salivano dalle ginocchia lente lungo le cosce morbide per passare lungo le linee dell’inguine ed arrivare ad accarezzare i seni senza però toccare i capezzoli.
Il suo corpo rispondeva visibilmente alle sollecitazioni, iniziava ad inarcare la schiena accompagnando i miei movimenti. Sorrideva ad occhi chiusi e sospirava in un misto di eccitazione e rilassamento.
Decisi con un po’ di coraggio di sfilarle anche le mutandine per far scorrere liberamente le mie mani durante le carezze. Lei non pose resistenza facilitando anzi il mio compito sollevando i fianchi.
Completamente depilata, offriva ora tutto il suo corpo liscio e nudo agli sguardi miei e di Giulio, e la cosa non sembrava affatto recarle il minimo imbarazzo, anzi, Lea accarezzò una mano di Giulio e dalla tempia la portò lentamente sulla sua spalla per guidarla poi lentamente fino al seno.
Giulio guardò me in visibile stato di difficoltà, io mi limitai ad un sorriso facendo un cenno di approvazione.
A quel punto le nostre mani si scatenarono rapidamente. Il massaggio era sempre più profondo. Giulio accarezzava il seno di Lea con energia, attento a non farle male desideroso di tastarne la consistenza. Giocava con i suoi capezzoli stuzzicandoli, facendoli irrigidire ulteriormente.
Io dopo aver sfiorato a lungo le sue grandi labbra iniziai a far scivolare le dita verso le piccole labbra ed il suo clitoride. Trovai praticamente un lago ed il suo sesso già completamente dischiuso, voglioso e pronto ad offrirsi alle carezze e ad accogliere una penetrazione.
Assaggiai le mie dita, il suo sapore era delicato e dolciastro e se mai fosse possibile aumentò ulteriormente la mia erezione. Il cazzo mi pulsava eccitatissimo provocandomi dei brividi lungo il corpo uguali al preludio ad un orgasmo spontaneo.
Lea si accarezzò tra le gambe e poi avvicinò le dita alle labbra di Giulio che a quel punto dopo averla assaporata, proseguì il massaggio con la sola mano sinistra per iniziare a masturbarsi con l’altra mano libera non resistendo più all’eccitazione.
Mi sfilai i pantaloncini e lui fece subito altrettanto, avevamo a lungo e gradualmente stuzzicato i nostri sensi dapprima con gli occhi, poi con il tatto , infine con il sapore. Oramai faticavamo a controllare le nostre reazioni.
Mi soffermai un po’ di più sul clitoride di Lea ed immediatamente arrivò un suo orgasmo che progressivamente si impossessò del suo corpo. Inizialmente le sue cosce che si erano spalancate iniziarono a scattare come mosse da una scossa elettrica, il suo bacino iniziò a sussultare senza riuscire a trattenere forti gemiti di piacere.
Mi scostò le dita perché l’orgasmo era troppo forte e il contatto diretto iniziava a darle fastidio durante i violenti spasmi. Allora appoggiai sul suo sesso il palmo della mia mano e continuai un massaggio caldo, leggero e circolare che proseguì per almeno un minuto coccolando ripetuti incontrollabili spasmi di piacere.
Quando Lea si riprese dal lungo orgasmo mi accorsi che aveva un braccio dietro la testa e con una mano aveva affermato l’uccello di Giulio tenendolo ancora stretto e muovendolo lentamente su e giù.
Questa visione non mi diede fastidio ma anzi mi eccitò ulteriormente e mi inginocchiai sopra di lei offrendole anche la mia erezione a pochi centimetri dal suo seno.
Lei non se lo fece ripetere due volte e con l’altra mano iniziò a masturbare anche me. Sembrava sfigurata dal desiderio e dal piacere, tirò a se anche Giulio per potersi muovere più agevolmente si alzò leggermente su un gomito e glielo prese in bocca.
Lo succhiava avida, desiderosa di portarlo al massimo del piacere e di restituire quelle sensazioni che assieme le avevamo appena fatto provare.
Giulio non resistette a lungo e sfilandosi rapidamente dalla sua bocca iniziò a schizzare sul suo petto, sembrava avere delle riserve di sperma inimmaginabili perché proseguì a schizzare con getti che colpivano un po’ ovunque.
A quel punto Lea si concentrò su di me e non impiegò molto a farsi cospargere anche dal mio seme caldo che andò a mischiarsi a quello di Giulio.
Anche il mio orgasmo fu molto lungo, ed anche dopo aver terminato, la mia erezione non accennò a diminuire.
Raccolsi alcuni fazzoletti di carta che erano vicino al divano e li porsi a Lea aiutandola a pulirsi alla bene meglio fino a che non corse in bagno per farsi una lunga doccia.
Giulio si accese una sigaretta ed uscì sul terrazzino a prendere una boccata d’aria.
Io mi abbandonai sul divano rilassandomi e godendomi la sensazione di piacere e rilassamento. Socchiusi gli occhi mentre mi scappava una piccola risata spontanea.
Non sapevo se il giorno dopo avremmo confessato a noi stessi ciò che era accaduto. Ed infatti non si è mai fatto cenno all’episodio in presenza di Giulio, però ogni tanto quando inizio un massaggio a Lea, torna in mente ad entrambi quanto accaduto e gli ormoni scattano prontamente aumentando in entrambi l’eccitazione.
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