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A casa di Barbara


di Enrico1972
19.10.2017    |    31.824    |    6 9.1
"Mi rispose "vieni su che ci facciamo un aperitivo"..."
Quella che andrò a raccontare è una storia realmente accaduta. Nomi e ambientazione sono stati modificati per garantire la privacy del protagonista (io) e della mia amica. Barbara era una mia collega di lavoro, una cinquantenne soda, magra con un bel culo. Felicemente sposata, e di (apparenti) solidi principi morali. E' inutile girarci intorno, qualche fantasia me la facevo su di lei, soprattutto qando indossava jeans stretti che facevano immaginare (e vedere abbastanza nitidamente) le sue parti intime. Solo fantasie. Non osavo andare oltre, ero (e sono) anch'io sposato e non volevo avere casini, soprattutto con una collega. Tra l'altro ero convinto di non interessarle. Di più, ero convinto proprio di non piacerle.

Apro una parentesi: non sono certamento uno sciupafemmine o un belloccio che attira l'attenzione. Sono nella norma: altezza media, peso medio, ne bello ne brutto, ecc...diciamo un signor nessuno.

Ebbene, ogni tanto pensavo a lei, me la immaginavo nuda, immaginavo di fare sesso con lei....il tutto però sempre nella mia fervida fantasia. Cominciai a chiederle di uscire a pranzo con me durante la pausa, spesso, anzi quasi sempre, accettava. Uscivamo, andavamo nelle varie trattorie o pizzerie delle vicinanze e passavamo un'oretta insieme. Ovviamente, in modo un po' goffo, qualche volta cercavo di fare qualche battutina a sfondo sessuale, restando soft, senza esagerare. Un po' sul serio, un po' sullo scherzoso, per sondare il terreno. Nessuna risposta da parte sua. Non le piacevo proprio, non era minimamente attratta da me. Chiacchierare si, sparlare dei colleghi ok.....altro niente, proprio zero.

Apro una seconda parentesi, su Barbara, questa volta. Non era particolarmente bella di viso, aveva però un corpo magro e sodo che accendeva molti miei desideri. Anzi, dirò di più, di faccia era un po' bruttina, aveva qualche anno in più di me. Però mi attizzava. Mi faceva venire voglia di sesso. Me la immaginavo gemere di piacere mentre le leccavo la fica.

La cosa è andata avanti per anni, almeno 4 o 5. Io mi facevo le fantasie, lei non mi considerava, o meglio mi considerava ma non nel modo che io avrei voluto. "Diamine" mi dicevo "è un po' bruttina, possibile che se la tiri? che non abbia voglia di provare qualcosa di diverso dalla solita routine....o forse sono io cretino che non sono capace di propormi in modo concreto."

Per vari motivi cambiai lavoro, scambiai il numero di cellulare con alcuni colleghi fra cui Barbara, e iniziai un lavoro in proprio. Per un po' di tempo non ebbi il coraggio di chiamarla. Non sono particolarmente intraprendente in queste cose, diciamo pure che sono abbastanza imbranato. Un giorno però le telefonai, le chiesi come andava, se l'azienda andava bene, come erano andate le vacanze e altre chiacchiere di circostanza. Mi disse che le cose andavano male, che faceva periodi di cassa integrazione e periodi di ferie forzate, era preoccupata per il posto di lavoro. Le chiesi se nei giorni in cui era a casa poteva venire a pranzare con me. Di solito pranzavo da solo perchè mia moglie tornava dal lavoro nel tardo pomeriggio. Disse di si. Tutti i venerdì era a casa. Ripartirono le mie fantasie. Sapevo che suo marito era dirigente in una importante azienda e tornava molto tardi dal lavoro. Mi feci un sacco di masturbazioni mentali (e qualcuna anche reale), immaginandomi di andare a prenderla a casa e di riuscire a sedurla, di spogliarla e scoparla sul divano. Queste purtroppo erano solo fantasie. La realtà invece fu che quando andai a prenderla la trovai già sulla porta di casa, vestita, tra l'altro, non in modo particolarmente provocante. "Ok", pensavo, "ci saranno altre occasioni, ora abbiamo creato un contatto, prima o poi troverò il coraggio di provarci in modo pesante: o la cosa va, oppure basta, fine, non ci penserò più".

A fine agosto di quest'anno, al ritorno dalle vacanze, le telefonai per chiederle di uscire a pranzo. Acconsentì, mi raccontò che era appena tornata dalla Puglia dove era andata in vacanza con il marito. "Chissà che abbronzata che sarai" le dissi "dai c'è caldo metti qualche abitino provocante che voglio vedere l'abbronzatura" "dai" rispose lei "sempre il solito, guarda che non ho vent'anni" "appunto per quello" continuai "hai il fascino della donna cinquantenne" "ahahahah....dai smettila, vieni a prendermi alle 12.30, a dopo, ciao"

Quel giorno c'era veramente molto caldo, almeno 35 gradi, speravo veramente si fosse messa qualche abitino estivo che lasciasse sbirciare un po' il suo corpo. Arrivai davanti alla sua casa. Viveva in un condominio con molti appartamenti. Questa volta non mi stava attendendo fuori, suonai quindi il campanello. Mi rispose "vieni su che ci facciamo un aperitivo". Salii. Non mi feci molte illusioni, mi aveva invitato a bere un aperitivo, punto e basta....però...chissà. La fantasia maschile è sempre pronta a inventarsi situazioni sessualmente propizie.

La porta dell'appartamento era socchiusa "vieni, vieni avanti" mi disse. Entrai. Era la prima volta che entravo nella sua casa. Spettacolo. Vestitino estivo corto e scollato. Il seno era piccolo, non più di una seconda, ma intravedevo i capezzoli. Non portava il reggiseno. "Alcolico o analcolico?" mi chiese "alcolico, fuori c'è caldo e lo suderemo tutto, ma preferisco alcolico". Andò in cucina e mi fece accomodare su uno dei due divani nel grande e luminoso soggiorno dell'appartamento. Tornò, posò il vassoio sul tavolino di fronte al divano. Si sedette vicino a me. Mi parlò dei problemi della ditta dove lavorava, dove eravamo stati colleghi. Le dissi che il mio lavoro stava andando abbastanza bene e che, se le cose fossero continuate così, avrei avuto bisogno di una mano "restiamo in contatto, avrei piacere fossi tu a collaborare con me" " grazie, magari" mi rispose "c'è veramente un clima pesante in ufficio in questo periodo". Ero inebriato, posavo lo sguardo sulle sue gambe "che bella abbronzatura" "finchè dura" rispose lei sembrando incurante del fatto che le stavo guardando in modo abbastanza insistente le cosce messe in vista dalla posizione seduta e dal vestitino molto corto.

"Beh, le tue gambe sono belle anche quando non sono abbronzate, hai una pelle molto liscia" iniziai ad accarezzarle le gambe, lentamente, dolcemente. Lei lasciò fare, non disse niente. Si inarcò quando cominciai a massaggiarle il pube. Spingeva, aveva voglia di sesso. Le sfilai le mutandine, aveva una bellissima fica pelosa. Le leccai il clitoride, massaggiando e penetrando con due dita, sentendo che era molto, molto bagnata. Spingeva, strusciava la fica contro la mia faccia, stava perdendo completamente il controllo. Mi tolsi i vestiti. Restai davanti a lei nudo col cazzo duro e pulsante. Iniziò subito a succhiarlo bramosamente. Sentivo le sue labbra che stringevano la cappella, stavo impazzendo di piacere....avevo paura di venire subito, volevo scoparla prima. Non le tolsi l'abito corto che indossava, mi eccitava il pensiero di scoparla così. La distesi dolcemente sul divano. Iniziammo a baciarsi, le nostre lingue si intrecciavano, aprì le gambe, vidi il suo ventre piatto, il ciuffo di peli della fica. Le infilai dentro il cazzo. Iniziammo a scopare di brutto, la sbattei sempre più velocemente per 15 minuti buoni. Sentivo i suoi gemiti "si ...ahhh...mmmm...scopami ti prego...continua...sento il cazzo dentro ...spingi ...sbattimmmiii ahhhh...mmmm" Stavo impazzendo per l'eccitazione. Sentivo le contrazioni della sua vagina. Provavo un desiderio quasi animalesco di riempirle la fregna della mia sborra. Persi il controllo, iniziai ad emettere grida strozzate stavo venendo, il bacino andava avanti indietro in modo meccanico e involontario.
"agh..aghh...mmm...ahhhh..ahhh...mmm.agggh...sborrrooo...ahhhh...sborrooo..ahhhh....sborro in figa...agh..agh.aaaa"

Feci una intensa sborrata in più riprese, ansimavo, mi tremavano le gambe, lo tirai fuori e vidi la passera piena di crema bianca e lei che respirava convulsamente, e si muoveva inarcandosi su e giù ancora in preda all'orgasmo.

Si alzò, si sistemò il vestito in qualche modo....sembrava dispiaciuta, come se si vergognasse di essersi lasciata andare. "Vado a farmi una doccia, andremo un'altra volta a pranzo assieme. Ciao" ......mi rivestii lentamente e me ne andai. Felice.



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