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Prime Esperienze

Il gioco di Micaela


di Enrico1972
27.11.2017    |    46.075    |    3 9.4
"Ma allora ero veramente in uno stato di imbranataggine totale..."
Questo racconto è una storia vera di avvenimenti accadutimi molti anni fa, ai tempi del liceo. Io e Micaela eravamo stati compagni di classe alle scuole elementari, poi ci eravamo persi di vista e ritrovati infine nella stessa classe al liceo. Vivevamo entrambi in un piccolo paesino di provincia e a 15 anni non avevamo ancora avuto nessuna esperienza sessuale.

A quei tempi internet e i cellulari non esistevano e le uniche donne nude le avevo viste su qualche giornalaccio porno scambiato con gli amici. Poca roba comunque. Un po' per la paura di essere scoperto, un po' per remore morali, avevo dato solo qualche occhiata e mai osato portare a casa una simile rivista.

Ricordo che un giorno, andando a scuola, in seconda media, vidi per terra un giornalino porno aperto su un primo piano di una fica pelosa e sborrata. Mi fermai alcuni secondi a guardare, ma poi, per non rischiare che qualcuno mi vedesse, ripresi a camminare. Quell'immagine però turbava i miei pensieri: non avevo mai visto una fica così in dettaglio. Tornando da scuola rifeci la stessa strada deciso a fare un atto di coraggio: raccogliere la rivista e portarmela a casa....purtroppo non c'era più...chissà che fine aveva fatto.

L'educazione sessuale alle medie non l'avevo fatta e perciò ero, sessualmente parlando, un ignorante totale. L'unica cosa che riuscivo a combinare era farmi qualche sega nascondendomi in soffitta, guardando depliant di intimo o di costumi da bagno.

Torniamo ora a Micaela. Non mi piaceva, però mi guardava e mi provocava come mai prima mi era successo. Con certi discorsi a doppio senso, venendomi vicino per chiedermi se il suo trucco fosse a posto.....e altre piccole civetterie. Mai nessuna ragazzina mi aveva considerato, avevo un desiderio fortissimo di fare sesso ma nessuna, proprio nessuna mi considerava. Ero trasparente, sentivo raccontare di tresche, di storie di tutti i tipi ma io ero fuori dai giochi.

In compagnia di Micaela prendevo tutti i giorni l'autobus che ci conduceva dal nostro piccolo paesino sino in città, presso la scuola che frequentavamo e poi al ritorno da scuola a casa . Si trattava di un tragitto lungo circa mezzora, l'autobus era quasi sempre strapieno. Un giorno eravamo in piedi, non avevamo trovato posto per sederci e Micaela fece una cosa che ricordo ancora oggi, a distanza di tanti anni, nitidamente. Eravamo vicini, c'era molta gente che spingeva e ad un certo punto sentii il suo pube spingere contro il mio fianco, un volta, poi un'altra assecondando i movimenti del mezzo, poi ancora...batteva contro, senza farsi vedere dagli altri passeggeri, approffittando della ressa....la sentivo spingere....si stava masturbando su di me. La lasciai fare. Quando arrivammo non dissi nulla, neppure lei: come se nulla fosse successo. Io ero eccitatissimo, era la mia prima esperienza pseudo-sessuale, per uno completamente digiuno era già un bel progresso.

C'è da dire che appartenevo a una famiglia molto religiosa, in casa mi avevano inculcato molti tabù sessuali, fra i quali quello che fare sesso prima del matrimonio è un peccato. Perciò non mi sognavo neppure di organizzare qualcosa di più concreto con Micaela, anche perchè i nostri genitori si conoscevano e avevo paura di essere considerato un pervertito. Micaela invece era un più intraprendente, quel giorno stesso, quello del giochino sull'autobus, al ritorno mi chiese di venire a studiare a casa mia. Io, da autentico coglione quale ero, le dissi di no....avevo paura a portarla a casa, avevo paura delle prediche di mia madre, .....o mi vergognavo...oppure non so che fisime avessi. Allora mi propose di andare al cinema con lei il sabato successivo....e anche qui le dissi che non mi piaceva andare al cinema.....ripensandoci adesso, mi rendo conto che lei ci stava provando di brutto ed io ero cosi idiota da non accorgemene. Del resto l'esperienza si fa maturando e col passare degli anni. Ma allora ero veramente in uno stato di imbranataggine totale.

Qualche giorno dopo l'episodio del "giochino", sul solito autobus io ero dietro di lei e, a causa della ressa, mi capito di appoggiarmi involontariamente al suo culo con il mio pacco. Dopo una leggerissima e impercettibile toccata, il mio cazzo cominciò a indurirsi, in quel momento maledissi l'idea di aver indossato dei pantaloni di stoffa sottile che non tenevano in posizione l'uccello e l'indossare i boxer di certo non aiutava. Ce l'avevo durissimo e ora chiaramente lo sentiva anche lei. Io non volevo, mi vergognavo, però ad un certo punto mi resi conto che le piaceva, cambiò posizione in modo da sentirlo in mezzo alle natiche. Indossava dei pantaloni neri elasticizzati, una sorta di leggings, e sentivo che con le chiappe tentava di massaggiarmi la cappella durissima. In una curva mi lasciai andare e spinsi più che potei il cazzo in quella invitante fessura fra le chiappe....lei si inarcò un po'...era molto magra e sono convinto di aver spinto contro la sua passera da dietro. Eravamo pressati come sardine, nessuno si accorgeva del gioco che stavamo facendo. Incominciati a spingere in modo ritmato, dandole delle piccole pacche ripetitive, simulando una scopata....anche lei spingeva....ad un certo punto lei insinuò una mano ad accarezzarmi le palle. I miei pantaloni sottili lasciavano sentire molto bene il tocco delle sue mani. Feci in modo di farle sentire la cappella dura e gonfia, volevo la tastasse con le sue piccole mani....ci riuscii ma successe una cosa inaspettata.... Ero troppo eccitato, sentire la sua mano sulla mia cappella mi fece perdere il controllo....troppo rapidamente venni e iniziai a sborrare appoggiando la mia faccia sulla sua schiena per nascondere il respiro affanoso e le smorfie del volto e continuando a strusciare il cazzo sulla mano e sul culo. Lei se ne accorse e mi assecondò.....

Scendendo dall'autobus, per nascondere la chiazza di sborra sul davanti dei pantaloni, tenni lo zaino in mano. Mi andai a sedere in classe e quel giorno mi mossi il meno possibile.

Quello che era successo si ripetè altre volte, divenne poi il nostro gioco...fatto in modi diversi, sempre sul pullmann che ci portava a scuola. Un gioco da ragazzini certamente, ma fu comunque il nostro primo contatto con il sesso.
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