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Al lavoro seconda parte


di troiaecuckpassivo
06.01.2024    |    230    |    1 6.8
"Detto questo irruppe nella bocca di Simona una tale quantità di sborra che quasi soffocava..."
Nei giorni successivi Simona passò buona parte del tempo a porsi domande alle quali non sapeva trovare le giuste risposte. Ovviamente da lei di coppia trasgressiva mi confidò subito l'accaduto ed io, da bravo Cuck e soprattutto da amante della trasgressione pura, non potei che tranquillizzata e spronarla a continuare in quel gioco che, per una volta, era nato da qualcun altro, qualcuna che forse nemmeno immaginava della nostra seconda vita. Simona però cercava di capire dove la piccola smorfiosa volesse arrivare, fino a che punto si sarebbe spinta, fino a quando la propria privacy sarebbe stata protetta perché, era evidente, Marco avrebbe di certo saputo tutto. Claudia mancò per qualche giorno dopo i fatti raccontati e la situazione fu propizia per Simona per raccogliere le idee e testare quanto Marco sapesse di quella storia. Quel pomeriggio, a sorpresa, Simona si presentò al lavoro in gonna sopra al ginocchio, non certo una mini da discoteca e da piccola traietta come quelle che usava Claudia, ma quel tanto sexy che basta per attrarre gli sguardi di Marco. Voleva provocarlo, voleva capire se sapeva, voleva capire se c'era qualcosa dietro quella faccia da bravo ragazzo, una faccia così ingenua quasi da sembrare stupido. Complice la solitudine dei due in ufficio, le scrivanie posizionate l'una davanti all'altra, l'abbigliamento insolito per il posto di Simona, poté partire il gioco di donna. Simona muoveva nervosamente i piedi inguainati in calze nere velatissime dentro un décolleté nero svettante su tacchi da 14 cm sottilissimi ed audaci. Mentre scriveva al pc, sbadatamente accavallava e scavallava le cosce ed il pizzo delle autoreggenti raggiungeva oramai la luce fredda della stanza. Il bamboccione che gli sedeva davanti pareva non accorgersi di nulla.... Ma come era possibile che quel tipo si scopava Claudia? Come era possibile che la comandasse a bacchetta come ella stessa aveva confidato? Come poteva essere la persona che imponeva alla figlia diciottenne del capo di stare sempre senza intimo per poterla comodamente prendere in ogni situazione? È se fosse tutta una fantasia della puttanella? Se Marco in effetti era quello che appariva? Ma che figura di merda stava facendo allora? Quando questa certezza si svelò nella mante di Simona, si sentì arrossire a capire che stava a gambe aperte davanti a quello che, in effetti, era solo un inconsapevole ragazzo timido incapace, certo, di tutte le cazzate raccontate da quella puttanella... Proprio in quell'istante, inebetita dai dubbi che si rincorrevano vide Marco alzarsi e venire incontro alla sua scrivania. La puntava fissa negli occhi, il suo sguardo non era più timido e remissivo, la squadrava gelido e severo. Simona,seduta, vedeva avvicinarsi quel ragazzone con un'evidente erezione mal celata sotto i pantaloni classici, le si avvicinò fino al viso e senza dire una sola parola liberò il suo membro facendolo sbattere direttamente in viso a Simona. Marco aveva un Cazzone come pochi, lungo e molto grosso, con una cappella svestita e profumata. Il timido o ex timido con fare autoritario che ricordava molto quello di Claudia comandò :" svuotami le palle". Simona iniziò a succhiare quell'asta nerboruta cercando di farsela entrare tutta in bocca ma non riuscendo a farne sparire che la metà. Sentiva la figa grondante ed era pronta a farsi sbattere sulla scrivania ma Marco, prepotente, le chiarì che il suo compito era quello di svuotargli le palle e non certo quello di godere. Detto questo irruppe nella bocca di Simona una tale quantità di sborra che quasi soffocava. Da brava pompinara ripulì tutto e ingoiò fino all'ultima goccia. Marco poi prese i suoi capelli e li usò per ripulirsi il cazzo dalle ultime gocce di sborra e beffardo disse: " domani in ufficio senza intimo e con gonna corta. A Claudia dovrai obbedienza assoluta in quanto le appartieni come un oggetto. Claudia appartiene a me quindi ciò che é suo é prima mio. Spero che tuo marito non sia un tipo geloso perché noterà delle novità in te." Detto questo se ne uscì fumando e Simona restò sola qualche minuto per poi uscire a sua volta. Passò dal solito macellaio e prendere qualcosa ma oggi aveva quella gonna, quelle calze, quei tacchi vertiginosi, lo stomaco pieno di sborra di Marco e i capelli appiccicosi. Chissà se se ne sarebbe accorto. Il giovane dietro al bancone si fece subito intraprendente " che siamo belle stasera dottoressa... Vuole le solite fettine o gradisce un bel pezzo di carne nuova?" Il doppio senso fu quasi banale tanto fu la sua crudezza e Simona, rinvigorita da quella bella bevuta di sborra, rispose al rude che la squadrava da dietro il suo bancone "dammi il solito per oggi ma tieni da parte quel pezzo di carne che passerò a prendere presto..." Il rude arrossì , abbassò lo sguardo e consegnò la busta. Era quasi ora di cena... ( continua )
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