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Dirty dancing (balli proibiti)


di ninfea01
08.09.2017    |    9.733    |    12 9.6
"Restammo fermi ed in silenzio per un po’, godendo di quegli attimi, prima di iniziare a ricomporci un po’..."
Finalmente io e mio marito eravamo riusciti a ritagliarci un po’ di spazio tra i vari impegni e concederci una serata solo per noi. Avevamo sentito che in una discoteca non molto lontano da casa nostra organizzavano delle serate con balli latino-americani, che a me piacciono tantissimo. Erano molti anni infatti che non andavo a ballare, anche perché lui non aveva questa passione e per ogni tipo di danza era veramente negato.
Questa volta però per farmi felice, aveva acconsentito ad andare insieme una sera in questo locale e per l’occasione mi aveva aiutato anche a scegliere, qualche giorno prima, un bel vestitino che fosse adatto alla serata. Conoscendolo, intuivo che per lui la serata avrebbe preso anche un risvolto un po’ erotico trasgressivo e la cosa però non mi dispiaceva affatto.
La giornata era calda, eravamo infatti in pieno agosto, e l’uscita serale era a maggior ragione ancora più piacevole. Mi preparai con cura, sistemando i capelli, indossando il mio vestitino molto corto nero ed i sandali con il tacco alto. Un’ ampia scollatura davanti lasciava intravedere le forme del mio seno ed un’altra dietro, la schiena nuda. Inoltre, come da sua richiesta, non indossai le mutandine cosa che mi costringeva ad una grande attenzione nei movimenti e soprattutto a tenere d’ occhio il vestito che tendeva a salire.
Vedevo gli occhi di mio marito che mi guardavano un po’ furbetti ed un po’ eccitati. Leggevo nel suo sguardo tutta l’eccitazione e la voglia di possedermi che aveva e questo eccitava molto anche me!
Uscimmo di casa poco dopo le venti e ci recammo in auto nei pressi della discoteca fermandoci a mangiare qualcosa in un ristorante vicino, prima di entrare. Il locale era in riva al mare ed era molto affollato. Poco lontano arrivavano gli echi della musica di altri locali situati in prossimità della spiaggia. Cenammo con calma, parlando e scherzando in attesa che la discoteca aprisse al pubblico.
Cercavo di tenere le gambe accavallate temendo che dai tavoli vicino si potesse scorgere qualcosa, anche se ogni tanto, quando le condizioni lo permettevano, mi volgevo verso mio marito aprendo le cosce e facendogliela vedere. Mi divertivo ed eccitavo allo stesso tempo a stuzzicarlo ed anche lui apprezzava questa mia “intraprendenza”.
Pagammo il conto e ci avviammo a piedi verso il locale. Bisognava percorrere un po’ di strada a piedi costeggiando la spiaggia, cosa peraltro piacevole vista la leggera brezza marina che rendeva un po’ più sopportabile quella serata estiva. Mi sentivo elegante, bella, desiderata, quando passando vedevo gli sguardi degli uomini (ma non solo) che mi scrutavano e mi scannerizzavano dalla testa ai piedi. Mano nella mano con il mio uomo mi sembrava di stare su una passerella e questo da una parte metteva a dura prova la mia innata timidezza e dall’ altra mi rendeva sicura di me stessa.
Arrivammo alla fine al locale che aveva aperto da poco e che pertanto era ancora praticamente vuoto. Le persone presenti si potevano contare facilmente. Ci guardammo un po’ intorno, essendo la prima volta che entravamo, per conoscere il locale e per vedere come era disposto. La location era molto bella, essendo la discoteca a ridosso del mare con vari gazebo dove potersi accomodare e con più piste da ballo, di cui un paio all’ aperto. Trovammo un posto carino dove accomodarci, mentre la musica già suonava ed una coppia aveva già preso possesso della pista da ballo. Ma non feci nemmeno in tempo ad appoggiare la borsa che un uomo si avvicinò chiedendo a mio marito se poteva ballare con me. Lui annuì senza esitazione e mi trovai subito catapultata al centro della scena.
Il tipo ballava bene e finalmente dopo tanto tempo potevo sfogarmi e divertirmi. La musica era una salsa e mi lasciai condurre mentre ogni tanto lanciavo uno sguardo a mio marito che a sua volta mi guardava divertito. Quando lui mi guardava improvvisamente mi ricordavo che ero senza mutandine e cresceva la preoccupazione che i movimenti del ballo facessero salire troppo il vestito. Terminato il brano, ringraziai e tornai a sedermi al gazebo, dove rimanemmo per un po’ ascoltando la musica, chiacchierando e sorseggiando qualcosa.
La serata proseguiva tranquilla. Probabilmente eravamo arrivati troppo presto, perché la pista stentava a riempirsi, ma in ogni caso la musica ed il clima erano piacevoli e rilassanti. Era comunque bello vedere le coppie che si cimentavano nei vari balli. Ogni tanto mettendomi seduta di fronte al mio uomo, lo provocavo aprendo in modo quasi spudorato le gambe. Provavo un po’ di piacere sadico vedendolo soffrire per questo “vedere e non toccare” e percependo la sua voglia che saliva inarrestabile.
Ad un certo punto la musica diventò “live”. Un complesso cubano, salì sul palco all’ aperto ed iniziò a suonare dal vivo. Come per magia la discoteca iniziò a riempirsi di gente. In altre due piste separate, continuava a suonare altra musica. Tutte le piste ora erano piene. Molte le coppie che quasi gomito a gomito si cimentavano nella “salsa cubana”. Altre persone ai bordi guardavano le coppie ballare e tra queste in particolare molti uomini.
Per un po’, non avendo nessuno che mi accompagnasse rimasi a guardare gli altri che ballavano, fino a quando mio marito avvicinandosi mi fece notare un ragazzo solo che sembrava attendere qualcuno. “Perché non vai da lui e gli chiedi se vuole ballare con te”, mi disse. “Ma no… mi vergogno!”, risposi io. “L’ho visto ballare prima con una tipa e sembra che se la cavi molto bene! ”, continuò ad insistere lui. Provai a ribattere con poca convinzione e lui continuò ad incalzarmi:” Non sei venuta qui per sfogarti e divertirti? Allora non vorrai mica rimanere seduta a guardare!”. Guardai il ragazzo, era moro con i capelli ricci, carino mi feci coraggio e mi avvicinai a lui e gli chiesi: ” Vuoi ballare con me ?”. Lui accettò senza esitazioni e prendendomi la mano mi accompagnò al centro della pista.
Mio marito aveva ragione. Il ragazzo sapeva ballare e muoversi molto bene. Il movimento del suo corpo era armonioso e riusciva a condurmi con sicurezza. Il ballo non lasciava scampo e per forza di cose i nostri corpi dovevano essere molto vicini. La sua mano era scivolata con naturalezza sulla mia schiena nuda e con una leggera pressione mi spingeva verso di lui. “Sei molto brava, ti muovi benissimo !” mi disse nell’ orecchio per farsi sentire, avvicinando la sua bocca al mio lobo. Un piacevole brivido percorse per un attimo la mia schiena eccitandomi.
Lui mi strinse ancora di più a sè annullando anche la minima distanza tra i nostri due corpi ed i movimenti sensuali della salsa mi fecero involontariamente strusciare contro il suo cazzo che scoprii essere molto duro ed anche di dimensioni interessanti. La sua mano era scesa all’ altezza delle mie natiche e sicuramente a questo punto il ragazzo aveva capito che non indossavo le mutandine. Mi sentii quasi nuda ma invece di provare imbarazzo la mia eccitazione salì ancora di più. Alzai lo sguardo cercando di incrociare quello di mio marito e lo vidi vicino al gazebo mentre mi osservava sorridendo e lanciandomi un bacio. Sapevo che anche lui in questo momento si stava eccitando per la situazione.
Le musiche si susseguivano, l’eccitazione saliva e le sue mani diventavano sempre più intraprendenti. Il suo cazzo sempre più gonfio continuava a strusciarsi sempre di più sul mio corpo. Le nostre gambe nella danza si incrociavano; mi faceva girare di schiena e mentre muoveva il suo bacino a ritmo, sentivo il suo gonfiore tra le natiche. La musica, il ballo, l’eccitazione mi stordivano ed inebriavano allo stesso tempo. Il mio corpo si muoveva in modo sempre più sensuale e provocante.
A parte qualche breve pausa, ballammo per tutta la serata, fino a quando il complesso cubano terminò il suo repertorio. In seguito ci recammo al gazebo dove si trovava A. per bere qualcosa. Il povero ragazzo cercava in tutti i modi ma con scarso successo di nascondere agli occhi di mio marito la sua erezione. Diedi un bacio appassionato ad A. e gli dissi: ”Amore, ti presento P.” I due si scambiarono una stretta di mano ed A. si congratulò con P. e lo ringraziò per avermi fatto “sfogare” per tutta la sera.
“Perché non andiamo a bere qualcosa da un’altra parte !”, propose mio marito rivolgendosi a me ed al ragazzo. A dire il vero, l’unica cosa di cui avevo voglia in quel momento era di correre a casa e farmi scopare da A. perché ero completamente bagnata dall’ eccitazione ed avevo bisogno urgente di sfogarla. “Va bene ! Mi fa piacere !” rispose senza esitazioni il ragazzo. “Ok !” esclamai anch’io, prendendo coscienza che i miei programmi avrebbero dovuto aspettare.
Uscimmo tutti e tre dal locale chiacchierando e facendo un po’ di conoscenza reciproca, riprendendo la camminata sul lungomare in direzione della nostra macchina. “Tu sei in macchina ?” chiese mio marito a P. “Si !” rispose lui. “Perché non la lasci qui parcheggiata e vieni in auto con noi, così chiacchieriamo un po’! Dopo ti riaccompagniamo a prenderla.” – “Va bene… per me va bene !” rispose il ragazzo.
Arrivammo al parcheggio e P. si accomodò sul sedile posteriore, mentre io stavo per aprire la portiera per accomodarmi davanti vicino a mio marito. A. però mi bloccò e mi disse :”Perché non ti siedi dietro con lui, così almeno non è solo e potete parlare.” Richiusi la portiera ed andai a sedermi dietro vicino a P. mentre il motore della nostra auto si avviava. Ci fu un attimo di silenzio e di imbarazzo reciproco, ma quando A. iniziò a guidare ed imbocco la strada e le luci dell’abitacolo si spensero sentii una mano appoggiarsi sulla mia coscia e sollevarmi delicatamente il vestito. Sobbalzai per un attimo, poi guardai davanti e vidi lo sguardo di mio marito nello specchietto retrovisore che mi sorrideva e mi mandava un altro bacio.
La mano di P. era ormai tra le mie gambe e non ci avrebbe messo molto a scoprire quanto ero bagnata e vogliosa. Le socchiusi leggermente per agevolarlo e lasciare che la sua mano potesse raggiungere il suo obbiettivo. I vetri oscurati della vettura ci proteggevano da sguardi indiscreti e presa da un po’ di coraggio appoggiai la mia mano sui pantaloni di P. afferrando quel cazzo che per tutta la sera avevo immaginato mentre si strusciava su di me. L’ eccitazione stava prendendo il sopravvento ed i freni inibitori si stavano allentando. Abbassai la zip dei suoi pantaloni e con la mano gli presi l’uccello facendolo fuoriuscire dagli slip. Lo ammirai constatando che quanto avevo immaginato corrispondeva esattamente alla realtà. P. era veramente dotato ed il suo cazzo ora era molto duro e gonfio !
Persi ogni controllo e mi gettai verso il suo cazzo, ingoiandolo quasi tutto in un solo colpo ed iniziando a succhiarlo avidamente e vogliosamente. P. mi prese per i capelli quasi a volere trattenere e calmare tanta foga e tanta voglia, salvo poi spingermi di nuovo a succhiare il suo membro. La mia lingua si dedicava con passione alla sua cappella, la leccava, la succhiava, la baciava e poi ancora la avvolgeva regalando al ragazzo un indimenticabile pompino.
P. mi fece sollevare e staccare dal suo cazzo, forse per interrompere un orgasmo che stava sopraggiungendo troppo velocemente e con la sua mano si rituffò tra le mie gambe iniziando a perlustrare la mia fica ormai bagnata in modo indecente. Stuzzicò il mio clitoride, mentre con l’altra mano scostò il vestito ed il reggiseno, facendo fuoriuscire le mie tette ed iniziando a succhiare i miei capezzoli.
Mio marito continuava a guidare per strade sempre più piccole, buie ed isolate, mentre due dita di P. mi penetravano facendomi sospirare e reclinare la testa all’ indietro. A. guidava ed ogni tanto lanciava il suo sguardo voluttuoso nello specchietto retrovisore incrociando il mio sguardo e scoprendo le mie espressioni di piacere e di goduria. Le due dita uscivano dal mio sesso impregnate del mio piacere e sadiche si divertivano a stringere con sapienza il mio clitoride in una morsa delicata ma decisa allo stesso tempo. Urlai dal piacere !
Sentii la macchina che si fermava ed il motore che si spegneva, ma continuai ad abbandonarmi a quelle dita che sapienti frugavano alla ricerca dei miei punti più sensibili. Mentre P. mi toccava io tenevo stretto nella mia mano il suo cazzo segandolo ed accarezzandolo. Aprii gli occhi che stavano socchiusi per cogliere al massimo le sensazioni di piacere e vidi che mi marito, davanti, si era aperto i pantaloni ed a sua volta si stava masturbando guardandoci dallo specchietto retrovisore. Con quella visione, presa da un’eccitazione quasi incontrollabile, mi sfilai completamente il vestito rimanendo completamente nuda. Scostai dolcemente la mano di P., mi sollevai e mi misi a cavalcioni sulle sue ginocchia nel centro del sedile posteriore. Afferrai il suo cazzo con la mano, lo appoggiai alla mia fica e mi ci sedetti sopra facendolo entrare tutto nel mio corpo ed iniziando a cavalcarlo. Sentii il suo bellissimo cazzo possedermi, o forse ero io che possedevo lui ! Mi voltai ancora una volta a cercare lo sguardo di mio marito che continuava a tenere in mano il suo uccello. Anche il suo era grosso e duro !
Dopo un po’ mi voltai e dando la schiena al ragazzo continuai a cavalcarlo potendo in questa posizione guardare A. che si stava toccando. Mi muovevo sul cazzo di P. mentre lui stringeva con le mani il mio seno e giocava con i miei capezzoli. L’ eccitazione stava prendendo il sopravvento su tutti. Vedere gli occhi vogliosi di mio marito, il suo cazzo duro mentre mi guardava, mi faceva perdere il controllo e sentivo l’ orgasmo che stava sopraggiungendo impetuoso ! Mi sentivo molto troia, ma questo, in quel momento non mi faceva sentire vergogna, ma mi eccitava da morire !
Mentre continuavo a cavalcare P. un grande calore interno mi pervase e il mio corpo fu percorso da piacevoli scosse. Godevo ed urlavo il mio piacere e mentre urlavo, vedevo il cazzo di mio marito che schizzava in modo irrefrenabile. Un piacere immenso che per un attimo mi fece perdere contatto con la realtà proiettandomi in un mondo ovattato e dove tutto sembrava scorrere al rallentatore.
Volsi lo sguardo verso P. e mentre stavo ancora custodendo il suo cazzo nella mia fica completamente bagnata e calda, vidi dall’ espressione del suo volto che anche lui era vicino all’ orgasmo. Quando mi resi conto che stava per schizzare, mi sollevai e girandomi verso di lui avvicinai il mio seno al suo cazzo, impugnandolo con la mia mano. Bastarono pochi movimenti e la sua sborra iniziò ad uscire copiosa spalmandosi sulle mie tette e sui miei capezzoli. Alcuni schizzi più potenti raggiusero anche il mio viso ed i miei capelli sciolti.
Restammo fermi ed in silenzio per un po’, godendo di quegli attimi, prima di iniziare a ricomporci un po’. Poi A. avviò di nuovo il motore e dopo esserci fermati a bere qualcosa in un locale riaccompagnammo P. alla sua macchina. Ringraziammo il ragazzo per la splendida serata e veloci ci avviammo a casa poichè la nostra voglia non si era ancora spenta.
Nella nostra camera, accendemmo un paio di candele, ci spogliammo e sfogammo tutta la nostra passione. Una notte di sesso e di amore di quelle che non si si possono dimenticare.
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