tradimenti
Giochi proibiti al campeggio

11.07.2025 |
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"Susanna si avvicinò al primo, Davide, gli afferró il cazzo già eretto, con curiosità, tastando la consistenza e la durezza prima di chinarsi e prenderlo in bocca..."
Trama:Una normale serata tra amici prende una piega imprevista quando Alex, il fidanzato di Susanna, è costretto ad allontanarsi per un contrattempo momentaneo. Lei resta sola con i suoi amici dopo litri di alcol.
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Un altro fine settimana è arrivato.
Alex e Susanna, come ogni volta, si ritrovano insieme al solito gruppo di amici, pronti a trascorrere qualche giorno di spensieratezza.
Questa volta, però, non si tratta di un semplice weekend, hanno deciso di prendersi dieci giorni di vacanza in un campeggio sul mare, dove li aspetta un piccolo bungalow.
Con loro ci sono gli amici più stretti di Alex, tra cui Valerio, il suo amico di vecchia data, presenza fissa e spesso trascinatore del gruppo.
Susanna è l’unica ragazza, ma ormai è parte integrante della compagnia, ci sta dentro, sa stare al gioco, e tutti la considerano una di loro.
La sera era calata, dentro, il gruppo si era sistemato alla meglio, tra cuscini sparsi, bottiglie mezza vuote e il rumore della TV in sottofondo.
Le pizze erano un ricordo,erano rimasti solo i cartoni vuoti, impilati come trofei di una battaglia gastronomica. La serata scorreva lenta, tra risate, birra, stanchezza e quella solita voglia di qualcosa di diverso.
“Dai, metti un canale a luci rosse,” scherzò qualcuno, smuovendo la calma.
Il telecomando passava di mano in mano, ma i canali proponevano solo vacche repliche e pubblicità noiose. Le birre iniziavano a farsi sentire, le risate erano più sciolte, gli sguardi più lunghi, i corpi più vicini. Alex era già fuori di sé, complice l’alcol che gli annebbiava appena i pensieri e il calore crescente che sentiva sotto pelle. “Amore... e se lo spettacolo ce lo facessi tu?”
Susanna, ancora seduta sulle sue ginocchia, si voltò lentamente verso di lui rischiando di far cadere la birra. “Scusa?” chiese con un tono a metà tra lo stupore e il divertimento.
“Dai, tanto ti hanno vista mille volte in costume… mica devi spogliarti del tutto,” le sussurrò vicino all’orecchio, con quella sfumatura di voce che solo lei sapeva riconoscere.
Un attimo di silenzio. Poi Susanna si alzò, lasciandogli sulle gambe la sensazione del suo corpo ancora caldo. Fece qualche passo verso il centro della stanza, le suole di legno dei suoi zoccoli battendo piano sul pavimento. Tutti si voltarono verso di lei attratti.
Indossava una gonna verde militare che le aderiva addosso come una seconda pelle, quel russo tessuto estivo così leggero e sottile, leggermente trasparente in controluce lasciavano intuire le curve morbide delle cosce, la linea del fianco, e qualcosa in più,un accenno di intimo chiaro, appena percettibile sotto il velo di stoffa. Quando si voltava e inarcava appena la schiena, il sedere sembrava spingere fuori dall’abito. Infine la sua scollatura del suo top ingannava la mente, lasciava scoperto il giusto per far impazzire. Il reggiseno bianco, lucido e aderente, disegnava il seno pieno sotto il tessuto. Non mostrava davvero, ma faceva immaginare tutto.
Si voltò verso Alex, lanciandogli uno sguardo malizioso, e poi si lasciò andare in un piccolo gioco di movimenti. Sollevò piano la sua gonna scoprendo lentamente le gambe salendo sempre più sopra, lasciandola poi scivolare con un colpo secco, sorridendo sotto i capelli che le scendevano davanti al viso. Ogni gesto era semplice, ma carico di quella sensualità naturale, non forzata, che aveva sempre fatto parte di lei.
Le risate lasciarono spazio a sguardi più attenti, voci abbassate, un silenzio carico di tensione. La stanza era diventata più calda. Le pareti sembravano stringersi, il tempo rallentare.
E mentre Susanna danzava tra la timidezza e il coraggio, aiutata anche all'alcool, tutti capirono che non serviva nessun canale speciale quella sera. Lo spettacolo era già lì, reale, vibrante, fatto di sguardi, pelle, e di un’estate che sapeva ancora sorprendere.
E per un attimo, quel piccolo bungalow sul mare si riempie di una leggerezza rara, fatta di complicità, ironia e un pizzico di follia estiva.
La gioia degli amici e del suo ragazzo riempie l’intera atmosfera. Gli amici vorrebbero toccarsi ma la presenza di Alex e l’amicizia con Susanna li ferma, ma ad alcuni già si nota il gonfiore sui pantaloni.
Anche Susanna si accorge dell’eccitazione degli amici che la spogliano con gli occhi e ogni volta appena arriva a metà coscia lascia cadere la gonna coprendo di nuovo le gambe intrigando di più gli amici che già la credevano in mutandine. Niente da fare lascia perdere la gonna e ondeggiando si passa le mani sul corpo alzandosi la maglietta mostrando il reggiseno.
Gli sguardi nella stanza si fecero più silenziosi, più intensi. Nessuno parlava, ma l’aria sembrava vibrare. Alcuni di loro trattennero il fiato, combattuti tra il desiderio e il rispetto. L’amicizia con Susanna. La presenza di Alex. Ma i dettagli parlavano chiaro, lo sguardo fisso, il respiro più corto, il gonfiore nei pantaloni che non si poteva più ignorare.
Susanna se ne accorse. Li sentiva denudarla con gli occhi, e la cosa, invece di frenarla, accese qualcosa dentro di lei.
Con un ondeggiare lento e quasi ipnotico, Susanna passò le mani sul proprio corpo, fino a portarle sotto la maglietta aderente. Un attimo dopo, risollevò il tessuto afferrando anche il reggiseno, che nel movimento distratto si ruppe, lasciando le sue tette m all'aria. I capezzoli erano duri. Erano tutti brilli e abbastanza in confidenza da ridere di tutto, senza filtri.
Ma nel suo sguardo c’era qualcosa di nuovo. Una donna che si scopre, che si gode il potere di piacere, e il piacere di essere desiderata.
Sfilò gli zoccoli, rimanendo scalza. Le sue dita sfioravano il parquet mentre la musica iniziava, lenta, quasi liquida. Cominciò a muoversi a ritmo, ballando per sé, non per gli altri.
E mentre ancora tutti avevano gli occhi fissi sul suo seno, con un gesto fluido, come se fosse la cosa più naturale del mondo, improvvisamente con tanto stupore lasciò cadere la gonna rivelandola del tutto. Forse era l’alcol, forse l’estate, o forse semplicemente la voglia di vivere quel momento fino in fondo.
Gli occhi erano tutti su di lei. Nessuno parlava, ma l’elettricità era evidente. Susanna era al centro, mezza nuda, il perizoma bianco che tagliava le sue curve con una precisione chirurgica. Nulla lasciato all’immaginazione.
Il suo culo perfetto, teso, abbronzato, sembrava una calamita per gli sguardi. Alcuni fingevano di guardare altrove. Altri no. C’era chi arrossiva, chi si mordeva le labbra, chi stringeva i pugni. Lei se ne accorse e, con un mezzo sorriso, sbottò:
"Ragazzi, ma mi vedete ogni giorno così in spiaggia da anni. Siete scemi? Che vi prende?"
La situazione, l'intimo, era ben diverso dal solito bikini spiaggia.
A un certo punto, anche se un po’ brillo, proprio mentre ruttava, senza troppa grazia si alzò, e disse con tono mezzo ironico, mezzo serio:
"Ok, ok Susanna... Fermati che stai andando oltre. Hai bevuto un po’ troppo stasera… e lo sai che questi sono dei maiali." aggiunse ridendo.
"È arrivato il momento di rivestirti."
Susanna, si girò verso di lui con un sorriso divertito.
"Dai, mi stavo solo divertendo."
"Quanta birra hai buttato giù, eh?"
"Nessuna," rispose lei con innocenza finta.
Proprio in quell’istante, il cellulare vibrò. Era il fratellino. Un contrattempo, qualcosa da sistemare. Perfetto tempismo.
Si voltò di scatto verso Susanna, che ancora stava infilando il top lentamente, con una calma quasi provocatoria.
“Devo andare a prenderlo. Torno subito,” disse.
“Finisci di vestirti, ok? E voi non approfittate che vi taglio il cazzo uno per uno.” ridendo.
Poi si rivolse a Valerio “Tienila d’occhio tu…” Disse scherzando.
Senza aggiungere altro, Alex si voltò e si allontanò dalla casa.
Mentre si rivestiva lentamente, uno di loro, Luca, commentò con un sorriso malizioso: “Già ti rivesti? Ci stavamo divertendo.” La sua voce era carica di sottintesi, e Susanna, ancora in preda all’eccitazione della serata, sentì un brivido percorrerle la schiena.
“Allora continuiamo,” disse lei, con un sorriso furbo. “Chi di voi mi fa divertire di più, riceverà un regalino come premio.” Gli sguardi degli uomini si incrociarono, carichi di desiderio e competizione.
Fu Valerio, l’amico fidato di Alex, a rompere il ghiaccio. “Facciamo una cosa,” propose con un ghigno. “Chi ha il cazzo più bello vince.” La sua idea fu accolta da risate e approvazioni, ma Marco, il più timido del gruppo, protestò: “E gli altri che perdono?”
Susanna, con un’aria maliziosa e divertita, intervenne: “Farò una classifica di quelli più belli e ogni giorno proverò quello di turno.” La sua proposta fu accolta con entusiasmo. Tutti accettarono senza esitare.
“Allora, tirate fuori i vostri cazzi prima che torni Alex,” ordinò Susanna, con un tono che non ammetteva repliche. Gli amici obbedirono, spogliandosi lentamente e senza perdere tempo lo tenevano già in bella vista.
Susanna si avvicinò al primo, Davide, gli afferró il cazzo già eretto, con curiosità, tastando la consistenza e la durezza prima di chinarsi e prenderlo in bocca.
Strinse le labbra sul glande e lo succhió per qualche secondo e dopo aver passato lentamente la lingua centimetro per centimetro lungo la sua carne dura, proseguì con ognuno di loro a turno fino a quando non si soffermó su Vincenzo. Il suo cazzo carnoso era lungo e perfettamente proporzionato, e quando Susanna lo prese in bocca, sentì un’ondata di eccitazione travolgerla. I suoi gemiti erano più intensi, i suoi movimenti più affannosi. "Sei tu il vincitore,” sussurrò lei.
Valerio e gli altri, capendo che il gioco era finito, uscirono fuori a controllare che Alex non stesse tornando mentre dentro l’atmosfera inizió a diventare elettrica.
Una volta fuori incuriositi e eccitati, continuarono a discutere a mezza voce. “Non pensavo fosse così brava con la bocca.”
“Neanche io, te lo giuro, mi ha spiazzato.”
E mentre gli amici all'esterno continuavano fantasticare toccandosi i loro membri sotto i pantaloni cercando di sbirciare, Susanna all'interno si divertiva. Seduta, rilassata, giocava con lo sguardo e col tono della voce.
“Scopami,” disse lei, con una voce rauca. “Fammi sentire quanto sei bravo, non perdere quest'occasione.”
Vincenzo non si fece ripetere l’invito. La spinse contro il divano, tirandogli via la gonna e tirando via il perizoma con un gesto deciso. La sua lingua scese lungo il suo corpo, fermandosi a esplorare la fica già umida, chissà da quanto tempo. Susanna gemette, afferrandogli i capelli mentre lui la leccava con avidità, la sua lingua che tracciava cerchi intorno al suo clitoride prima di affondare dentro di lei.
“Non perdere tempo, voglio il tuo cazzo dentro di me.”
Vincenzo si posizionò tra le sue gambe, il suo membro eretto con un solo colpo deciso, la penetrò senza resistenza, riempiendola completamente. Susanna gemette, il piacere che la travolgeva come un’onda.
“Sei così bagnata,” ansimò lui, iniziando a muoversi con un ritmo lento e profondo. “Mi fai impazzire.”
Susanna avvolse le gambe intorno alla sua vita, spingendosi contro di lui con ogni spinta. Il divano scricchiolava sotto il loro peso, i loro gemiti riempivano la stanza. Vincenzo cambiò posizione, mettendola a quattro zampe e spingendosi dentro di lei con forza. I suoi colpi erano potenti, il suo cazzo che la riempiva completamente ad ogni spinta.
“Più forte,” sussurrò lei, il respiro affannoso. “Fammi sentire quanto sei uomo.”
Vincenzo rise, prima di afferrarle i fianchi e spingersi dentro di lei con una forza maggiore che la fece gridare di piacere. La stanza era un caos di gemiti, respiri affannosi e il suono della carne che si scontrava.
Susanna sentì il suo orgasmo avvicinarsi, “Vengo,” gridò, il corpo che si contraeva intorno a lui. Vincenzo non rallentò, continuando a spingersi dentro di lei dopo di che uscì da lei, la fece inginocchiare, schizzandole tutto il suo seme caldo sul viso.
“Sei stata incredibile,” sussurrò lui.
Pochi minuti dopo, gli amici furono richiamati all’interno.
"Ci è andato pesante il vostro amico!" commentò Susanna con un mezzo sorriso.
"Sì, qualcosa abbiamo sentito…" rispose uno di loro, lanciando un’occhiata carica di curiosità.
Lei li scrutò ad uno ad uno, poi con tono deciso aggiunse:
"Mi aspetto la stessa cosa da tutti voi."
Poi puntò lo sguardo su Valerio:
"Il prossimo sei tu."
"Non vedo l’ora," rispose lui, con un mezzo ghigno e gli occhi accesi di sfida.
Gli animi si calmarono, accesero la TV e si misero ad aspettare Alex.
Quando tornò, entrò con un sorriso stanco
"Ragazzi, ho cercato di fare più velocemente possibile, mio fratello è sempre il solito rompipalle.
Susanna, ti sei annoiata? Scusa se non ti ho portato, ma andavo di corsa."
"No no, sono stata benissimo," rispose lei con un sorriso. "Mi fanno scoppiare sempre dal ridere e Vincenzo... ci va giù pesante."
"Eh, sì, è sempre il solito," confermò Alex con una risata.
Alla fine, Susanna aggiunse con tono leggero ma deciso "Amore, sono sicura che i prossimi 10 giorni mi divertirò un sacco, quindi stai tranquillo."
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