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La Bambola di Marco


di Segreta
28.10.2011    |    24.592    |    32 9.3
"“Io vorrei… vorrei spogliarla, ecco” ”Non ho mai visto una donna nuda e vorrei vedere proprio lei… dovrà rimanere solo un desiderio?” "Me?” “si vorrei”..."
La bambola di Marco

“Marco Marco… accompagna la signora a casa, sbrigati su…”
Le strade erano semideserte e assolate ma non manca chi prima di rientrare a casa attraversa il mercato di fretta e sbriga qualche fresco acquisto di giornata per il fine settimana. Stavolta la “bella signora” di turno sono io, in jeans e camicetta, passo svelto e ampio nonostante l’ora, passo marcato, come gli sguardi che proprio non volendo comunque mi tiro addosso. Frutta e verdura, banchi del pesce e voci di piazza, ultimi strappi prima della canicola, ombre a zero. Entro nel negozietto e un caloroso saluto mi accoglie - cosa prendiamo quest’oggi per lei, signora bella? - il solito Ernesto, lo sai già… quello che hai di più fresco, più saporito e più colorato stamattina, avrò ospiti domani, mi raccomando -
Gli sorrido, lui mi fa un cenno di assenso e sorridendo sparisce nel retro ricomparendo ben presto con due ceste ricolme di verdure freschissime. Guardi questo, guardi quest’altro…e questo qui poi è proprio una specialità; io scelgo, ordino e sono servita in modo premuroso.
“Marco Marco allora… vuoi accompagnare la signora a casa? svelto su…”.
Marco mi guarda, io gli sorrido, prende le borse e mi segue… silenzioso. Io avanti, lui un passo dietro di me. si, dietro… e con due borse piene di verdure nelle mani tese, una processione in due e occhiate al seguito. La strada non è tanta ma ci accaldiamo… finalmente il buio del portone, lo scatto della serratura che si richiude riecheggia nell’atrio silenzioso e si avverte sulla pelle una leggera stagnante frescura tipica dell’androne in estate. Faccio strada, lui è dietro di me… come spesso accade.
Saliamo le scale, non lo vedo ma sento il suo sguardo sul mio corpo modellato dalle luci dei finestroni, i miei fianchi gli ondeggiano sul naso… è imbarazzante ma molto piacevole.
“Ti sei iscritto all’Università quest’anno vero Marco?”
“Si Signora… Ingegneria”
“Ah, però. Un pò difficile come facoltà, non è così”
“Si sì ma me la cavo abbastanza bene” mi sorride…che carino… e che sorriso che ha.
“Ci credo, sei sempre stato molto bravo… i tuoi sono molto fieri di te ed anche i tuoi compagni, dicono tutti che sei un tipo in gamba… sveglio! Complimenti Marco…”
Apro la porta, entriamo, mi porta la spesa fin nella cucina, gli offro un bicchiere d’acqua, poi apro la borsa e cerco il borsellino, ho gli occhi bassi ma sento il suo sguardo seguire le mie mani ed entrare fin dentro la scollatura della camicetta… non ho monete! Un attimo solo che vado di là. Entro in camera da letto, apro il cassettone, prendo delle

monete, mi volto e lui è lì, appoggiato alla porta. Mi aveva seguito, i suoi occhi fissi sul lettone: “lasci stare signora, non fa nulla, desidererei qualcos’altro” “Marco ma... ma cosa?”.
Lo guardo negli occhi, è così vicino, non avevo notato che fosse più alto di me. Mi prende allora entrambe le mani, me le apre, le guarda, raccoglie la moneta dal palmo, mi bacia l’interno “mi perdoni signora, Ilaria… non volevo”. Aveva pronunciato il mio nome, Ilaria, molto lentamente, guardandomi fissa. Poi aveva percorso rapidamente il corridoio, stava per richiudere la porta e, voltandosi, mi guarda, poi abbassa lo sguardo. Sparisce.
Resto sbalordita! Non pensavo di suscitare il suo interesse… questo tipo d’interesse; arrossisco.
Il giorno dopo per strada passo davanti al negozietto di verdure; è sabato, il locale è pieno di gente, non entro mai quando c’è così tanta folla, avverto la sua assenza ma non faccio parola, mi salutano con un gesto ampio della mano Ernesto e sua moglie, allungo il passo.
Oggi è lunedì, mi sembra passata un’eternità il fine settimana è andato e finalmente lo rivedo…eccolo, provo una piacevole sensazione.
Il suo sguardo mi segue, allora mi avvicino a lui per farmi servire. Noto il suo buonumore, i gesti più decisi ma acquisto poche cose evitando la necessità di essere accompagnata a casa. Gli sorrido conciliante. Inconsapevolmente forse ho aperto uno spiraglio di possibilità.
Cosa desidererà? mi chiedo, è un ragazzo… ed è proprio un bel ragazzo!! Oddio… perché desidero saperlo? La cosa mi inquieta. Ora sono io curiosa di scoprire le fantasie che mi cela.
Il giorno seguente è martedì, mi lascio accompagnare a casa con la spesa.
Già mentre salivamo le scale sentivo che qualcosa era cambiato in noi, un silenzio diverso ci divideva e una certa complicità ci univa, apro la porta e richiudendola, con il volto rivolto alla porta appena chiusa; evitando il suo sguardo chiedo a lui che è fermo alle mie spalle: ”dimmi Marco… Cosa desideravi l’altro giorno? io non ti ho fatto neppure parlare, scusami” "Mi scusi lei, Ilaria… Ilaria è proprio un bel nome… il fatto è che lei è… tanto bella… tutti la notano e… tutti la spogliano con gli occhi quando passa per strada e io… io sento i loro commenti bisbigliati, noto le occhiate furtive quando è voltata… i sospiri dei passanti quando l’accompagno a casa… e l’invidia di chi vorrebbe essere al mio posto per salire con lei… a casa sua…”.
“Io vorrei… vorrei spogliarla, ecco” ”Non ho mai visto una donna nuda e vorrei vedere proprio lei… dovrà rimanere solo un desiderio?”
"Me?” “si vorrei”. Cercando di controllarmi dissi: ”Non so, devo pensarci, Marco… è una richiesta particolare non credi?”. “Il suo corpo è l’unico che desidero vedere, le altre donne mi interessano poco”. “Lasciami sola adesso, Marco” mi scappò ”tu mi tenti troppo”.
”Domani venga in negozio proprio all’ora di chiusura, lascerò credere ai miei che mi sia fermato a casa sua a pranzare da lei, ci pensi”.
Senza aspettare una mia risposta, mi afferra la mano appoggiata alla maniglia, la porta alle labbra, ci appoggia sopra un bacio schioccante e, rapidamente, scende giù per le scale.
Quell’ incosciente, quell’irresponsabile, quel gran figlio di…
Ma perché prendermela con lui? sono io che sono turbata, combattuta, incuriosita, eccitata e poi...
Dirlo o non dirlo a mio marito? Tradirlo? No!
Glielo dico.
Un sorriso radioso si apre sul suo viso: ”Hai fatto proprio una bella conquista... ma si, regalagli pure questa emozione, la merita quel ragazzo… e pure tu, amore mio… se proprio lo desideri… ma promettimi che mi racconterai quel che farete… sono orgoglioso di te ma vorrei essere al suo posto e goderti io, lo sai, ma tu sei tanta e sei fatta per essere amata”.
Mi stampa un bacio sul petto e mi saluta uscendo di casa, improrogabili impegni di lavoro.
Tutta la mattinata sono nervosa, al lavoro distratta… non faccio che pensare e ripensare… lo voglio o non lo voglio, come sarà, cosa accadrà, cosa proverò, reggerò? no non ce la faccio a farmi vedere in negozio.
Tornerò a casa, da lì telefonerò e ordinerò la spesa. Faccio proprio così.
È quasi l’una, entro nella doccia, mi lavo lentamente, accuratamente. Mi depilo, solo lì… mi piace essere liscia, con quel ciuffetto a triangolino. Un vestitino leggero, due zoccoletti e via.
Sono agitata non so se metter su o no della musica, se preparare da bere o uno spuntino ma lo stomaco mi si è chiuso e ho un solo desiderio: scoprire al più presto cosa accadrà.
Suonano alla porta, il cuore mi batte forte, è lui e… se non andassi ad aprire? Non posso! ha la spesa, come giustificherebbe con i suoi?
Devo aprire!
Guardo dallo spioncino e vedo i suoi riccioli, le sue labbra carnose, il suo sguardo dalle ciglia folte e penso: ha un fisico mozzafiato, mio Dio, non dirmi che sto già pensando a come ce lo avrà nei pantaloni?
Apro la porta, mi sorride come se già volesse mangiarmi “salve” mi dice. Porta le borse sempre lì in cucina e mi viene incontro, dandomi del tu “Vieni Ilaria… è bellissima la tua camera da letto voglio vederti lì”.
Mi prende per mano e mi tira” “E’ proprio un incosciente” penso… Ma mi lascio trascinare…
“Sai cosa devi fare adesso?”. Mi domanda.
”No” gli rispondo. “Non devi fare proprio nulla…faccio tutto io… tu fa come se fossi ipnotizzata o addormentata” ”Addormentata?” gli chiedo
“Come?” ”Dai vieni su, su svelta… vieni che ti faccio vedere. comportati come se fossi una bambola… ora ti spoglio prima”.
Mi gira, apre la chiusura lampo, fa scivolare per terra il vestito, mi slaccia il reggiseno, rapidamente infila le mani ai lati dello slip e me lo tira giù fino ai piedi, sfiorando con la punta del naso il centro delle natiche. Siediti sul letto, mi toglie una scarpa e mi appoggia il piede sul tappeto poi mi sfila l’altra scarpa … ora sono completamente nuda… in un attimo mi ha denudata; “e adesso?”. "Adesso ti stendo come se fossi addormentata". Mi mette una mano dietro la nuca a sorreggere il capo e lascia scendere in mio corpo disponendo i lunghi capelli a raggiera sul letto. Mi accarezza con le mani il volto chiudendomi gli occhi con i pollici e facendoli poi scorrere, mi accarezza le labbra e mi sospinge il mento leggermente verso l’alto lasciando libero in evidenza il collo, sfiorandolo appena con i polpastrelli.
“Per favore tieni gli occhi chiusi, vorrei spogliarmi ma non voglio che tu mi veda, posso farlo?” “Si Marco puoi” rispondo con un fil di voce. “Ma tu non aprire gli occhi, promettimelo” Resto immobile con gli occhi socchiusi mentre sento Marco svestirsi facendo dondolare il letto. Un attimo di silenzio …poi lo sento davanti a me, le sue mani prendono una delle mie braccia la portano lentamente verso l’alto poi le sue dita scorrono sul mio corpo, sfiorando e accarezzando l’avambraccio, il gomito, le ascelle sollevandosi lievi, pudiche all’altezza del seno. Sento poi afferrare l’altro braccio, anche questa mano viene portata in alto,e la sue dita accarezzarmi percorrendo un nuovo, analogo tragitto.
Avverto un caldo respiro sulla pancia, un leggero soffio sull’addome… come se mi stesse annusando, ora le sue mani corrono dai fianchi lungo le cosce, scendono poi sui polpacci, sento accarezzare un piede che viene sollevato e appoggiato sulla sua bocca. Marco è li. Sento il suo respiro sulla caviglia, poi i suoi baci, poi delicatamente la sua lingua bagnare le mie dita …una ad una. Appoggia ora la mia coscia lentamente sul letto divaricandola leggermente.
In quella posizione mi sento vulnerabile, sotto il suo sguardo, completamente nuda, gli occhi chiusi, le braccia alzate. Ora le sue mani corrono, accarezzandola, sull’altra coscia, sul polpaccio, sulla caviglia, prende il mio piede, lo solleva, si accarezza con quello i capelli, strusciandosi come un fa un cucciolo, e così fa sulla guancia e sull’orecchio, lo annusa, lo lecca, la punta del piede scendendolo sfiora leggermente il suo sesso, l’ha fatto apposta, voleva che sentissi la sua nudità…
Marco è in ginocchio sul letto davanti a me e ripone ora sul letto quel piede divaricandomi le cosce ancor più di quanto avesse fatto prima. Ero in attesa, cosa avrebbe fatto ora? Aspettavo, aspettavo ma non succedeva nulla, allora immaginavo… cosa starà facendo? Non sentivo alcun rumore, non un sospiro, non un movimento del letto. Un lungo momento di attesa, con gli occhi socchiusi cominciai a immaginare… mi starà guardando, come sarà il suo sesso ora? Sarà turgido e fremente? E le sue labbra? Quelle labbra carnose saranno umide ora? Sento le sue mani e il suo viso avvicinarsi al mio fiore…lui è lì… in ginocchio in mezzo alle mie gambe, esplora quel posticino misterioso sfogliandomi e aprendomi come petali di rosa.
Che dolce sensazione sentirsi esplorata, sfiorata da mani inesperte e curiose.
“Posso continuare?” mi chiede.
“Non pensavo che questo totale abbandono potesse procurarmi un piacere così intenso… così non rispondo ma accenno un sorriso… è la risposta che aspettava, è il suo gioco questo, io sono la sua bambola. Resto immobile e lo sento, mi prende entrambe le gambe e le poggia sulle spalle…poi infila entrambe le mani sotto le mie chiappe per sollevarmi e mi trascina al bordo del letto.
Le mie braccia ora sono completamente distese verso l’alto, i miei capelli pure…sento infilarmi al piede una delle mie scarpe dal tacco vertiginoso, avvicinare una sedia e appoggiarlo su.
L’altro piede, dopo essere stato calzato, viene anch’esso appoggiato ma su di un comodino al lato del letto.
La mia è una posizione ora estremamente comoda…lui prende un cuscino e si inginocchia proprio in mezzo alle mie gambe, pronto ad esplorare quel monte, quella foresta, quella grotta e tutti gli anfratti pieni di sorprese. Scostando le grandi labbra cerca e trova il mio nasino… con quel suo cappuccetto, appuntito, duretto, prova a picchiettarlo, a torturarlo, schiacciandolo leggermente con le dita. Sente i miei sussulti, i gemiti frenati…e allora insiste maggiormente con le dita e insite, insiste… ora premendo, ora tirando, ora schiacciando… ignaro della sensazione che procura. Il mio fiore comincia a colare, l’odore di sesso si fa più intenso e per lui diventa irresistibile il desiderio di assaggiare quel nettare profumato …Come sarà? si chiede …”posso assaggiare?” o non rispondo… ma vorrei urlare “leccami, leccami“
”scopami con quella lingua…fammi godere …che non resisto più ti voglio!!”. Ma resto muta…desiderando… desiderando ardentemente che lo faccia… e la sento, finalmente sento la sua lingua sfiorarmi appena quel nasino incappucciato, si ferma, ha assaggiato, gli piace. Allora ecco un’altra leccata, questa volta più lenta ma che parte da più sotto, dall’apertura della vagina fino al clito, che è duro e dritto, come immagino sia il suo sesso ora.
Un’altra pausa, poi una terza leccata ancora più lenta e lunga, dall’ano purpureo e umido fin sopra il monte di venere… gli piace, che bello …piace anche a me, da impazzire. Cosa farà ora? perché non continua? Vorrei gridare ”Non fermarti, fallo ancora” e come se mi avesse letto nel pensiero, mi apre completamente le grandi labbra e inizia a succhiare energicamente in mio clito ”nooo! non farlo” vorrei gridargli
”così mi farai venire…”. Sente una grossa contrazione delle mie cosce e si ferma. Wow… appena in tempo, avrei urlato… il cuore già mi batteva già a trecento, quando sento una leggera pressione sull’ano, é la sua lingua che vuol farsi strada in un posticino impervio…stretto, angusto… trova resistenza e allora dopo un primo tentativo, ecco che gli viene in aiuto un dito…ben lubrificato dai miei stessi umori che continuavano a colare come ruscelletti da quella caverna rosea, morbida e gonfia di piacere, ancora intatta alle sue esplorazioni, lo sento penetrare e risalire piano con piccoli colpetti impertinenti… preludio di quelli che di lì a non molto sarà capace di dare col suo uccelletto…quel discolo.
Si, proprio audace quel ragazzo… adesso prova a farne entrare due, spinge, mi tortura, li bagna ancora con la saliva, ci riprova… mmmh dai dai continua, pensavo, insisti. Ma lui non sa cosa fare, non ci riesce e si ferma… peccato, pensai. Ma ecco che la sua curiosità è attratta ora dalla fessura che si apre subito sopra quel buchino… come sarà? Se lo starà chiedendo… e anch’io mi chiedo… come mi toccherà? sono così eccitata che la mia patatina è già completamente distesa e dilatata, dire che fosse naturalmente lubrificata è dir poco…ero già tutta bagnata…lì ci sarebbe entrato e scivolato un bel cazzo grosso, proprio come quello che immaginavo avesse Marco tra le gambe… ma non potevo dirglielo, né avrei avuto il coraggio di chiederglielo. Avvertii le sue dita farsi spazio dentro di me, ci giocava le ruotava, ora uno, ora due, ora provava con tre, affondava e poi se le leccava… e diceva - buonissima, è buonissima la tua essenza, mi piace, sei saporita… molto - ed io pensavo ”prendine ancora, prendila tutta…succhiala, è tutta tua, non fermarti, per favore continua ancora…fammi godere all’infinito”.
Ero tutta bagnata e pronta all’orgasmo quando mi sentii sollevare entrambe le gambe…Marco le aveva prese e se le era appoggiate sulle spalle…sentii allora la cappella del suo grosso sesso sfiorare il mio clito, scivolare sul mio fiore e, tutto bagnato di umori, premere deciso sul buco del mio culo… una spinta, una seconda più insistente ed ecco una terza, e la capella si infila dritta e tosta nel mio culo… aaah lo volevo… un’altra spinta… mmmh lo desideravo…un’altra ancora… siii, è tutto dentro, è mio, è tutto mio. Marco si muove dentro di me frenetico, prova piacere, mugola.
Come restare ancora ferma e zitta quando tutto il corpo, e non solo la mente, voleva partecipare a quel movimento? Ma Marco non voleva saperne di lasciarmi andare: ”Resta ancora zitta e ferma, ti prego" mi chiedeva, mi supplicava. “Aspetta, aspetta ancora un poco” e una sua mano vicino alla mia bocca controllava i mie respiri, mi sentiva ansimare, il respiro sempre più corto, più veloce, più rapido… stavo per scoppiare, dovevo urlare… eccolo arriva, ci sono, sto godendo… AAAAAH… all’unisono un grido soffocato fuoriesce.
Apro gli occhi, dal mio corpo Marco estrae il suo sesso, ancora grosso e duro, bellissimo, gonfio, dritto, violaceo.
“E’ tutto tuo ogni volta che vorrai” mi dice ”e farà tutto quello che desideri… obbediente… come tu ora hai fatto con me. Guardalo ora, lo vedi? è così ogni volta che ti vede…e aspetta solo che tu lo voglia… per soddisfarti”.
Io mi avvicino e lo accarezzo dolcemente…
è mio…
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