tradimenti
La genesi di un cuckold

21.07.2023 |
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"Oramai tutto il resort la starà sentendo per come urla ad ogni colpo e anche così, con un ritmo incessante di lui lei viene annunciandolo con incoraggiamenti..."
La storia che sto per raccontare inizia diversi anni fa, quando avevo trentaquattro anni e lavoravo in un’azienda sanitaria a Milano durante un periodo della mia vita particolarmente esaltante. Ero arrivato in questa azienda, nella quale lavorava già mia moglie, per una magnifica esperienza in un ruolo manageriale di alto livello che mi avrebbe aperto diverse porte in futuro. Questa esaltazione mi portava ad essere più sciolto rispetto al passato nel relazionarmi alle altre persone, la mia storica timidezza era sparita ed anche fisicamente mi sentivo in forma con chili in meno di pancia e chili in più di muscoli. Non era tutto perfetto, ma sicuramente non potevo lamentarmi.Mia moglie è stupenda ma non è lei la protagonista di questo racconto. La vita sessuale con lei è soddisfacente anche se la monogamia accende un tarlo nella testa di un uomo che alimenta diverse fantasie fino a quel momento destinate a rimanere tali anche perché, da quel punto di vista, mi ritenevo già fortunato così e non volevo complicazioni. Poi se la devo dire tutta, non sono mai stato uno sciupafemmine e sessualmente non ho mai fatto stragi; anzi, è più facile che con una donna io mi senta dire “ma sei entrato?” o che nell’imbarazzo generale mi trovi a dire “scusa, è che mi hai eccitato troppo”; per intenderci fino in fondo sono uno di quelli che dopo palestra va a farsi la doccia a casa “perché mi fa schifo usare quella della palestra” o che negli orinatoi ci va sempre con un po' di imbarazzo se c’è qualcuno di fianco. Penso di aver reso l’idea, per questo avere una moglie che di fronte a tutto questo è comunque soddisfatta non mi faceva pensare ad altre donne.
Dopo pochi giorni di lavoro, tra lo spaesamento del nuovo ruolo, nuovo team e nuovi luoghi mi viene affidato il coordinamento di un gruppo di lavoro multidisciplinare e multisettoriale per l’attivazione di un progetto innovativo. In questo gruppo c’è LA protagonista della storia, Vanessa, che è tra l’altro lavora con mia moglie. Non ho una particolare prima impressione di lei, siamo ognuno sulle sue, ma lavoriamo molto bene insieme. Anche lei sembra essere in sintonia lavorativa con me, per questo viene naturale iniziare la routine dei caffè al bar insieme al mattino appena arrivati, dopo pranzo e a metà pomeriggio: appuntamenti immancabili. Trovo sempre il modo di offrirglielo io nonostante le sue timide proteste. Sarà forse il retaggio del patriarcato ma per come la vedo io una donna non deve mai pagare, mi sento a disagio fisico a far pagare qualcosa a loro. A lei questa ostinata galanteria maschilista non sembra dispiacere, anzi ne sembra quasi affascinata da questo modo di fare che, almeno in quell’azienda, non è affatto comune.
Passano le settimane e poi i mesi e la conoscenza diventa una sincera amicizia basata su una forte stima reciproca. Le barriere erette da lei a causa, scoprii successivamente, dalla soggezione che aveva nei miei confronti per via del ruolo che ricoprivo in maniera, a suo dire disinvolta nonostante la mia giovane età, sembrano superate. I nostri caratteri sono simili, molto forti e competitivi; siamo costantemente in competizione per dimostrarci superiori l'una rispetto all’altro. È un gioco che consente che le nostre giornate trascorrano senza prenderci troppo sul serio, trovando ogni occasione per punzecchiarci e trovare un terreno di confronto per vincere una qualche “medaglia” da aggiungere al rispettivo albo d’oro. Tutto avveniva alla luce del sole, nulla lasciava presagire quello che sarebbe successo nei mesi a venire tanto che nemmeno mia moglie riusciva a provare fastidio o gelosia per il nostro legame anzi, questa nostra amicizia è stata per lei lo spunto per organizzare diverse cene con lei e suo marito: anche Vanessa è sposata e anche suo marito sembra prendere serenamente la nostra intesa.
Parliamo davvero di tutto ed è anche questa la base della nostra amicizia che fino a quel momento aveva garantito un’adeguata distanza e rispetto dei limiti. La prima rottura di questo equilibrio avviene un venerdì pomeriggio di maggio. Siamo nel mio ufficio da soli dopo una riunione e, figuriamoci, nella struttura non c’è quasi più nessuno perché a Milano il venerdì pomeriggio vanno tutti fuori per il weekend. Siamo soli e possiamo dare libero sfogo al cazzeggio che ci porta a parlare delle categorie di Pornhub. Tra il serio e lo scherzoso le confesso che la categoria che più mi eccita è quella dei cuckold ma non sono mai riuscito a capire se è una fantasia reale o se poi nell’eventualità riuscissi a provare questa esperienza sarei poi in grado di non rimanerne turbato. Lei ride, non sa che è l’unica persona a conoscenza di questa mia fantasia ma manterrà sempre il segreto. Affronta questo argomento con naturalezza e con sincera curiosità; mi riempie di domande per poi concludere: “secondo me non ti piacerebbe, hai un carattere talmente dominante da manager, hai solo bisogno di staccare mentalmente ed immaginarti sgravato da ogni responsabilità, almeno nel sesso”. La mia apertura la libera di ogni inibizione riguardo ai porno: “A me fanno ridere perché sono tutti piselli enormi che durano ore. Io di grossi così ne ho visto solo uno. Poi per il resto solo miseria”. Sorrido anche se è un’affermazione che mi ferisce e contemporaneamente mi eccita il pensiero di essere relegato ad alimentare il concetto di miseria delle donne che incontro, così le rispondo sorridendo: “Non sei l’unica – scherzo io – anche Roberta (mia moglie) con me è stata sfortunata”. Lei sorride: “È come sai suonare il batacchio, non la sua dimensione, che fa rimbombare la campana”. Scoppio a ridere per la metafora originale ma le faccio notare la contraddizione delle sue affermazioni che lei corregge: “Se ce l’hai grosso vinci facile anche se magari non lo sai usare molto bene. Se non ce l’hai grosso fai più fatica e ti devi impegnare di più ma puoi far godere lo stesso una donna. E poi in genere gli uomini dotati sono dei gran narcisisti: si piacciono tanto per quello e hanno bisogno di sentirsi gratificati continuamente vedendo le reazioni di più donne. Se stai con uno così ti fai delle gran scopate ma hai delle gran corna e dei gran travasi di bile”.
Il secondo episodio di rottura dell’equilibrio avviene il mese successivo, nel giorno del suo compleanno: le porto un pensiero e lei reagisce istintivamente abbracciandomi; è un contatto spontaneo e piacevole, forse il primo così intenso tra i nostri corpi; lei è piccolina fisicamente e il mio corpo nell’avvolgerla mi trasmette molte sensazioni piacevoli. Anche lei sembra attardarsi e abbandonarsi tra le mie braccia. Ci stacchiamo e sorridiamo e rompo il silenzio chiedendole in che modo festeggerà. Sembra rabbuiarsi un poco mentre mi dice: “mah no nulla di che, lo sai che a Federico piace fare sempre aperitivo fuori con gli amici del paese mentre a me piacerebbe cambiare”. Lo dice annoiata e mi viene quindi spontaneo ribattere e provocarla “ma sì dai è bello avere una vita sociale, poi tanto quando sarete a letto avrai il tuo regalo di compleanno”. Non si prende nemmeno il tempo per riflettere: “Eh sì magari avessi quel regalo!”. Non so cosa rispondere e probabilmente lo capisce, ma ha la necessità di sfogarsi sul fatto che il sesso con lui ha funzionato solo su sua iniziativa, che lui non ha mai voglia di entrare in intimità con lei e che era in astinenza da più di sei mesi. Capisco che è insofferente ed è la prima volta che penso a lei come una donna che sarebbe disponibile a esperienze extraconiugali: “Sai, da quel punto di vista ragiono come un uomo, lo farei tutti i giorni ecco perché sono così insofferente”
Arrivano le vacanze estive ed è l’ultimo giorno prima della sua partenza per gli Stati Uniti, arriva quindi il terzo ed ultimo elemento di rottura. Le auguro buone vacanze e la provoco dicendo di non tornare con dieci kg in più a furia di hamburger e altro cibo spazzatura. Lei raccoglie la sfida, si toglie il camice rimanendo con solo gli abiti civili mentre mi anticipa nel salire le scale: “Guardami bene il culo, quando torno mi dirai se sono stata brava o se devo mettermi a dieta”. Senza neanche pensarci le fisso il suo sedere avvolto in questi jeans aderenti. Ha un bel sedere, tondo e sembra sodo. “Affare fatto, ma non credo che in due settimane tu possa fare così tanti danni da rovinare questa notevole visione”. Mi sorride: “Di uomini adulatori come te ne dovrebbero fare di più, coccoli la vanità senza essere volgare”. La mia testa però non l’ascolta più: non vedo più un’amica ma solo una bella donna che mi piace. E anche tanto.
Durante il suo viaggio, purtroppo, ho dovuto prendere atto che nel lavoro le cose sono cambiate e la fortuna professionale sembra essere venuta meno. Capito che l’ambiente di lavoro è diventato tossico, a settembre decido di rassegnare le mie dimissioni: al termine dei due mesi di preavviso sarò disoccupato. Rientrata dalle ferie Vanessa apprende la notizia e cambia; da donna che giocava a fare la forte e la dura manifesta tutto il suo smarrimento per il fatto che non potremo più vederci tutti i giorni. Rimango stranito dal suo turbamento emotivo che non è certo lo stato d’animo di una semplice amicizia. Anche lei ricambia il mio stesso desiderio?
Gli ultimi due mesi sembrano correre via velocemente mentre io e Vanessa studiamo uno gli atteggiamenti dell’altra, entrambi timorosi di esporci. L’attrazione diventa però ogni giorno più evidente, le conversazioni su whatsapp sempre più frequenti, i nostri corpi sembrano cercarsi con insistente casualità e i suoi seni sembrano richiamare sempre la mia attenzione facendo emergere dalle magliette i tondi capezzoli. Emotivamente è uno strazio: entrambi sottolineiamo quanto siamo diventati importanti l’uno per l’altra e quanto sarà doloroso salutarci; dovrei fare qualcosa ma maledetto me e la mia incapacità di capire quando devo farmi avanti! I giorni sono un flirt insistente e martellante scandito da un conto alla rovescia implacabile senza che nulla smuova questo stallo.
Manca una settimana alla fine. Roberta e Vanessa hanno organizzato un aperitivo di saluto in mio onore con diversi colleghi. Quel giorno sono euforico perché sono di rientro da Parigi dove ho appena firmato un contratto con una multinazionale: più prestigioso e più remunerativo di quello che sto lasciando, alla faccia dei miei superiori attuali! Arrivo al locale raggiante e vedo mia moglie e Vanessa. Mi manca il fiato: dovrei concentrarmi su Roberta ma Vanessa è spaziale. Ha un vestito da sera verde che le lascia scoperta la schiena e le spalle (adoro le spalle scoperte) e le modella il seno che sta su da solo senza reggiseno e il sedere. La sua pelle olivastra risalta nel vestito, è la prima volta che la vedo vestita così femminile e sono veramente in confusione. La serata trascorre, a tratti piacevole, a tratti malinconica per il saluto ai colleghi e in parte nella paura che Roberta e Federico possano accorgersi della mia attrazione per Vanessa a cui vorrei riuscire a dire quanto sia spettacolare. Tuttavia la protagonista della sera è in realtà una giovanissima ed estroversa collega di Vanessa e Roberta, di origini napoletane, che, complice qualche bicchiere di troppo, si lamenta del fatto che ha conosciuto un ragazzo che le piace ma che non si sveglia a farsi avanti cosa a suo avviso inconcepibile visto che “A Napoli non mi succederebbe mai”. Le donne si schierano in due correnti di pensiero: quelle più “femministe” che la esortano ad essere moderna e a prendere in mano la situazione e chi, più “tradizionale”, concorda con questa ragazza. E Vanessa? Ne approfitta per recapitarmi un messaggio forte e chiaro: “Ah no, assolutamente, l’uomo deve fare l’uomo. O si fa avanti lui o va in bianco”.
Venerdì, ultimo giorno, ho salutato tutti tranne lei. Finisco di riempire gli scatoloni dell’ufficio. Roberta oggi non è a lavoro perché ha la febbre ed essendo venerdì non c’è nessuno del mio settore. Prendo forza e col cuore in gola invito Vanessa a tenermi compagnia mentre finisco di sistemare, in modo da poterci poi salutarci. Accetta e a me oramai la sua vista mi fa venire il groppo in gola e raggelare il sangue nelle vene. Ostentiamo normalità ma è palese che siamo entrambi tesi, in ogni caso proviamo a parlare come sempre e commentiamo la festa dell’altra sera; decido di espormi: “…tra l’altro Vane, l’altra sera eri incantevole vestita così…”; lei sorride, mordicchiandosi le labbra: “Non prendermi in giro, sai che mi sento fuori luogo quando non sono vestita da maschiaccio!”. Mi avvicino a lei fino a percepire il suo odore e il suo respiro che si fa affannoso: “Non scherzo, mi mozzavi il fiato e avrei tanto voluto fare questo…”, la bacio e in un’stante lei risponde e le nostre lingue si incontrano sciogliendo ogni esitazione. Il tempo diventa impercettibile, corre e si ferma contemporaneamente. Mentre mi bacia lei si sfila i pantaloni e le mutandine. Si gira appoggiandosi alla scrivania dandomi per la prima volta la vista del suo sedere nudo, sodo e perfetto. Il suo sguardo è malizioso e quasi impaziente. Non mi faccio pregare perché il bacio mi ha acceso e sono già pronto. Mi abbasso i pantaloni e mi dirigo verso di lei: con una mano le tengo il fianco, con l’altra guido il mio membro dentro di lei. Fa qualche resistenza perché è stretta perfino per me ma poi scivola dentro di lei, bagnatissima. La scappa un gemito mentre entro, io ho ogni cellula del corpo pervasa dal piacere. L’avvolgo con il braccio sinistro per arrivare con la mano a stimolarle il clitoride, con la destra le metto la mano sulla bocca per attutirne i gemiti. Inizio a muovermi dentro di lei che per non fare rumore mi sta mordendo con forza il dito. Il suo sedere accompagna la penetrazione più in profondità mentre sento il suo corpo reagire tremando. È tutto davvero intenso, i miei colpi sono profondi e veloci e nella stanza si sentono i colpi del mio bacino contro il suo sedere da urlo. Mi sembra passato solo un istante ma il mio orgasmo la riempie. Nel riprendermi vengo assalito da mille pensieri e dal dispiacere di non essere durato abbastanza. Ma lei si gira: è raggiante, gli occhi luminosi, il sorriso sul volto e il fiato corto. Mi abbraccia e mi bacia: “Meraviglioso, era da troppo tempo che non mi sentivo così desiderata!”. Poi mi indica una pozza sul pavimento: “Devi darmi qualcosa per pulire, mentre venivo ho fatto un po' di casino…forse se non mi avessi fatto aspettare tutti questi mesi per farti avanti e scoparmi a dovere non sarei arrivata così al limite…” Ridiamo e mi bacia. Sono felice. Oggi finisco di lavorare qui, ma tra di noi sarà un arrivederci.
Il nuovo lavoro comporta frequenti trasferte che rappresentano la copertura perfetta per la nostra relazione extraconiugale dove lei è la protagonista assoluta grazie alla sua passionalità che aveva represso in anni e anni di astinenze e alla sua inaspettata fantasia che ci ha fatto fare di tutto, senza aver mai perso il nostro rapporto aperto e schietto, imparando ad amarci e ad entrare nell’intimità l’uno dell’altra e senza aver perso la voglia di stuzzicarci e competere. Questo fino a quando lei non è riuscita a fare scacco matto nella nostra partita.
È infatti trascorso quasi un anno dal nostro primo incontro. Io sono arrivato a Bologna per lavoro e lei è lì per seguire un convegno. Siamo rientrati in hotel dopo aver cenato insieme ed aver passato la sera in città. Dopo essersi fatta la doccia si aggira nella suites tutta nuda ed è uno spettacolo a cui non mi abituerò mai: non tanto alta, magra, capelli lunghi castani, pelle liscia. Era una bella donna quando l'ho conosciuta ma durante quest’anno si è trasformata in una gran figa perché, come dice lei, una donna che scopa si tira a lucido e lei non fa eccezione; la palestra ha dato i suoi frutti e il pancino morbido ha lasciato spazio agli addominali leggermente definiti e tutto il resto del corpo è ancora più tonico. Abbigliamento e trucco pure sono più curati anche se adesso è nuda e acqua e sapone. Giochiamo su chi abbia vinto una nostra partita, ma lei con tono calmo e deciso mi gela: “Forse non ti è chiaro che da quando hai visto lei – la sua mano si indica accarezza in mezzo alle gambe – tu (silenzio) hai perso. Ho vinto io. Non potrai mai fare a meno di me mentre io di uomini ne trovo quanti ne voglio”
Rimango impietrito da questo sorprendente atto di dominazione che mi ha provocato un’erezione violentissima. Lei si avvicina e avvolge il mio pene che inizia ad accarezzare piano mentre lei si appoggia su di me e rivolta al mio orecchio continua senza tentennamenti: “Per non parlare del fatto che ora che facciamo sesso sei senza la corazza dell’uomo di successo che ti ha sempre protetto e mascherato ma sei solo un uomo nudo e inerme di fronte a me” Prende una pausa che aumenta la mia incredula eccitazione: “E senza corazza sei un uomo di cui conosco limiti e punti deboli. Sei un uomo col pisello piccolo che non potrà mai durare abbastanza per dominarmi.” La sua mano, nel frattempo, lo impugna e inizia a stimolarlo lentamente: “E i tuoi limiti non ti consentiranno mai di scoprire e mettere a nudo i miei, a meno che non ti metti da parte e non mi guardi scopare con altri uomini”. Oddio lo ha detto sul serio! “Mentre tu non sarai mai in grado di farmi godere se non sono io a guidarti e a gestire i tuoi limiti”.
Non riesco a controbattere mentre lei si inginocchia di fronte a me e lo avvolge tra le sue labbra facendomi sussultare. Mi fissa negli occhi. Il suo tocco è leggero, in questo momento è una gatta che sta giocando con la sua preda che non ha più scampo. “Devi ammettere la sconfitta e sottometterti a me. D’ora in avanti sarò la tua padrona a meno che – sorride – tu non voglia provare a sfidarmi e tenermi testa”. Di scatto lo impugna e inizia a masturbarlo con decisione e foga. “Vediamo se riesci a resistere più di dieci secondi. 10…9…8” Sono già al limite, la sua mano è meravigliosa, l’altra mi stimola i testicoli e i suoi occhi mi stanno entrando nell’anima (7…6…) lotto con tutte le mie forze ma oramai le mie resistenze sono vane. “5…”. Sento il calore dello sperma che mi sta attraversando quando lei appena in tempo si ferma e preme sul dotto deferente ricacciando indietro il seme di cui fuoriesce solo qualche goccia. Ho il fiatone, siamo entrambi immobili perché un minimo movimento potrebbe farmi esplodere all’istante. “Uno a zero per me. Sei pronto per perdere anche il secondo round?”
Ho ripreso un minimo di controllo anche se so di essere già al limite in questa trappola erotica che sembra essere stata copiata dalle mie fantasie. Vanessa è l’incredibile interprete di questo gioco che ha già vinto, ma col quale sta dimostrando di conoscermi come nessun altra. Si alza in piedi e si dirige verso il letto dove si appoggia in avanti invitandomi alla pecorina: “Se vuoi vincere tu devi essere in grado di scoparmi così e sottomettermi tu. Fammi venire prima di farlo tu, ma non puoi aiutarti con le dita. Le mani puoi usarle solo per tirarmi i capelli o tenermi le spalle.” Mi faccio forza e vado verso di lei, lo spettacolo che vedo è bellissimo. Le sue labbra proporzionate e perfettamente depilate sembrano chiamarmi. Le sue natiche scoprono l’ano che più volte ho penetrato con le dita per facilitarle il raggiungimento dell'orgasmo, cosa che adesso mi è stata sapientemente impedita di fare. Guido il mio pene verso di lei e scivola in mezzo alle sue labbra fortunatamente bagnate accompagnato dal suo gemito. Il gioco piace anche a lei in fondo. La tiro per i capelli mentre inizio a scoparla piano, ma lei mi sfida: “Hei tutto qui? Se non mi scopi con forza non verrò mai. Ti arrendi già?” La risposta sarebbe scontata ma devo provarci e inizio a scoparla con tutta la forza che ho in corpo. “Oh sì! Così!” mi incita riempiendo la stanza di mugolii di piacere; ma il suo orgasmo non arriva mentre io inebriato di piacere fisico amplificato dalla vista della mia bellissima amante e dei suoi suoni di piacere mi sento vicino al limite e rallento per recuperare un po' di forze. Lei se ne accorge e con un sorriso malizioso spinge il suo sedere verso di me rendendo vani i miei tentativi di recuperare le forze. Anzi, inarca la schiena verso di me e mi afferra il collo spingendomi verso di lei mentre il suo sedere è ormai contro il mio bacino avvolgendomelo fino in fondo. Sono in trappola, è lei che ha il controllo del ritmo e inesorabilmente mi avvicino alla resa. Ancora una volta, vicino al limite, si interrompe spingendomi via e lasciandomi esausto con i testicoli indolenziti e il pene gocciolante ma ancora in gioco. Entrambi abbiamo il fiatone ma lei è padrona della partita: “Due a zero per me…che succede? Sono troppo per te?”
Mi accascio stravolto sul divanetto seguito da Vanessa che non ha intenzione di darmi tregua. Si avvicina, mi bacia e poi mi porge i suoi seni, una terza abbondante e piena che bacio e succhio mentre lei sale a cavalcioni su di me infilandolo dentro. Aspetta qualche istante prima di muoversi. Poi dalle ginocchia si mette in piedi sul divano e in modo da cavalcarmi dando decisi colpi di bacino. Il suono dei colpi riecheggia in mezzo alle sue parole: “Arrenditi! Non sei abbastanza e non ce la puoi fare con me. Sottomettiti a me!”. Riesco solo a urlare di piacere in questa tortura. Da questa posizione continua a farmi arrivare alla soglia dell’orgasmo per poi interrompersi. Una, due, tre, quattro volte. Sono sfinito.
Lei si rimette appoggiata sulle ginocchia per avere una penetrazione più profonda mentre decide di muoversi più delicatamente e in maniera sinuosa, mi prende il viso tra le sue mani sorridendo: “Allora, mi pare che la partita sia finita da un pezzo, chi ha vinto?”. “Tu” rispondo. “Ohh siii” mentre continua a muoversi in maniera più profonda e lenta “D’ora in avanti ti sottometterai a me e ammetterai di essermi inferiore?” dice in un crescendo di gemiti. “Si lo sono sempre stato” A quelle parole mi abbraccia e appoggia le sue labbra sul mio orecchio per farmi ascoltare il suo bellissimo e intenso orgasmo. Poi si toglie e si inginocchia a terra e inizia a leccarmi lentamente i testicoli facendomi raggiungere un piacere talmlmente intenso che lo schizzo parte incontrollato fino in alto centrandomi anche in faccia. Lei ride, si alza e mi lecca il seme che ho addosso sussurrandomi “Ti amo schiavetto”. “Ti amo padrona – rispondo – mi hai reso tuo per sempre”. “Lo sei sempre stato”
Torno dal bagno dopo essermi sistemato e mi accascio nel letto, lei mi raggiunge ancora nuda e si sdraia abbracciandomi e appoggiandosi su di me. Sono in estasi, sfinito, ma anche imbarazzato; non so cosa dire, non so se il gioco è finito oppure se continuerà, di certo mi ha fatto vivere una serata indimenticabile. Anche lei rimane in silenzio come a non voler rovinare le emozioni intense provate. Improvvisamente dalla suites accanto alla nostra giungono rumori di colpi contro il muro ed inequivocabili urla di sesso e distinguibili dialoghi spinti che provocano un risveglio del mio pene. Vanessa lo accarezza: “Quanto pagheresti per essere in quella stanza a guardare?”. Annuisco: “Una donna che gode così tanto è impagabile. Purtroppo non sono in grado di provocare questo”. Lei assume un atteggiamento dolce: “Riesci comunque ad essere un amante fantastico nonostante i tuoi limiti e ti meriti le esperienze più intense. Vuoi essere il mio cornuto?”. Non ci credo: “Dici sul serio?”. “Lo sai che mi piace sentirmi desiderata, quindi se posso provare altri uomini che mi fanno sentire questo loro desiderio, perché no? L’importante è che tra noi non cambi nulla e che tu mi voglia ancora.” “Certo, diventerai una regina, la mia pornostar personale, non riuscirò a pensare ad altro”. “Allora mettiti al lavoro e cerca il primo stallone!”
Concentrarsi a lavoro diventa oggettivamente difficile con il pensiero di Vanessa e un altro uomo, soprattutto non sapendo da che parte iniziare per la ricerca. L’identikit della persona da trovare: bicipiti grossi e muscolosi (con lei vai sul sicuro) e possibilmente prestante ma dove lo trovo? Dopo un lungo periodo di trasferte torno finalmente a casa e posso riprendere la palestra. Lo spogliatoio in effetti è un catalogo di materia prima, devo ammettere molto diversa una dall’altra. Passano un paio di sessioni di allenamento e individuo un possibile pretendente: un poco più giovane di noi, curato, alto, massiccio e scolpito, bicipiti grandi quanto la mia coscia, tatuato per metà torace e la dotazione è indubbiamente la più grande che abbia visto in palestra. Ma sarà disponibile a questi giochi? E come lo approccio? Inizio ad osservarlo e vedo che riscuote un discreto successo con le donne che si allenano qui e a lui piace vantarsene con il suo gruppetto di amici “Questa pompa che è una meraviglia”, “Chissà se riesce ancora a sedersi dopo ieri sera?” e così via. Diciamo non proprio un lord inglese.
L’occasione si presenta una sera tardi, quando in palestra sono rimaste poche persone, a dire il vero solo lui e i suoi amici e nessun altro. Uno di loro ha un appuntamento con una ragazza per cui sono tutti esaltati e intenti a scambiarsi commenti ed esperienze sessuali. Salta fuori lui: “Comunque ragazzi, le migliori sono le donne sposate o fidanzate! Sono tutte represse con i loro mariti che, credetemi, alcuni ce l’hanno così piccolo che neanche lo vedi in mezzo ai peli. Queste c’hanno così tanta voglia arretrata che sono disposte a fare tutto ciò che vuoi pur di squittire con dentro un vero cazzo!”. Tra le risate generali ho fatto bingo! Lui saluta tutti e va a farsi la doccia, lo seguo. Prendo coraggio, mi spoglio e per la prima volta entro in quella doccia completamente imbarazzato. Non passa molto che lui interviene: “Certo che ne hai di coraggio a entrare in doccia con quel mignolo in mezzo alle gambe. Guarda che se sei f**cio io non sono interessato e non voglio rotture”. Sono imbarazzato, in fondo è quello che ho evitato tutta la vita mostrarmi nudo in mezzo ad altri uomini ed evitare di essere schernito in quel modo; ma il gioco vale la candela per cui mando giù l’orgoglio e rispondo: “No tranquillo sono eterosessuale e non ho interessi di quel tipo”. Lui finisce la doccia e sorridendo esce: “Ah bene, allora se sei venuto qui dopo i nostri discorsi è perché sei un marito che vuole essere cornuto. Sbrigati che devi offrirmi una birra e spiegarmi un po' di cose”.
Seduti nel dehor del pub gli racconto la situazione ma in realtà crede che lo stia prendendo in giro: “Si vabbè, tu con quel cazzetto fai le corna a tua moglie con una donna sposata e vuoi che lei si faccia altri uomini davanti a te, prendi in giro qualcun altro”. Non dico nulla, prendo il telefono e chiamo mia moglie in vivavoce: “Ciao Robi, ascolta, in palestra ho incontrato un amico del liceo. Prendo una birra con lui, torno un po' più tardi”. “Va bene amore, non fare troppo rumore se mi sono già addormentata”. E una e andata. Prendo il cellulare di lavoro, quello che uso per scrivere messaggi con Vanessa, cerco “Valter – Controllo di gestione” e chiamo sperando possa rispondere. “Sono fuori a cena con Fede e amici non posso stare molto al telefono” dice con tono basso di chi ha paura di essere scoperto. “Scusami ti rubo solo un secondo. Sto facendo QUELLA ricerca e sono con un amico che però pensava lo stessi prendendo per il culo”. Lei ride: “Puoi dargli torto? Ora vado, poi mi racconti”. Stacco: “Ora mi credi?”. Lui scoppia a ridere rumorosamente: “Questa poi! Che sfigato è suo marito se la moglie è talmente disperata gli mette le corna con uno come te? E tua moglie spero si diverta con altri e non si lasci solo tradire!”. Non è proprio l’atteggiamento che sto cercando, però devo dire che fisicamente è perfetto per questo gioco. Approfondiamo la conoscenza e risulta molto interessato: “Caro vedi tu, io sono così senza filtro. Mi piace sottomettere, ma alla fine si divertono tutti. E Vanessa mi sembra una gran figa che non vedo l’ora di conoscere”
L’organizzazione richiede più tempo del previsto per la necessità di trovare un’occasione che non destasse sospetti e un luogo comodo per tutti ma che non presentasse rischi di essere scoperti. Per mia moglie sono ancora in trasferta a Londra anche se in realtà sono rientrato prima. Ad attendermi in aeroporto c’è Vanessa: suo marito è in Puglia per l’addio al celibato di un suo amico. È bellissima come sempre anche se si vede che è tesa. Ne abbiamo parlato molto nei giorni scorsi, per questo il viaggio in auto è fatto di molti silenzi. Abbiamo optato per un resort in montagna, poco distante dalla città ma con abbastanza privacy. Entriamo in stanza e ci prepariamo, in un silenzio teso, dopo questa notte non saremo comunque più come prima. Nei giorni scorsi io e lei abbiamo fatto un gioco a distanza: lei è andata a fare shopping, sceglieva tre capi, li indossava e mi mandava la foto. Io sceglievo quale dei tre mi piaceva di più anche se poi tutto sta bene addosso a lei: “Devo farmi bella per lo stallone” mi ripeteva e, bhè, c’è riuscita alla grande visto il risultato: è elegantissima. Capelli raccolti con due ciuffi ondulati che le incorniciano il viso impreziosito dagli orecchini di perle, rossetto leggero per far risaltare la pelle olivastra del viso. L’abito lungo rosa scuro con le spalle scoperte, abito che lasciava il collo libero per la collana che le ho regalato per la serata. Tacchi che la slanciano. Quello che non si vede e che non vedo l’ora che si tolga sono il perizoma nero e il reggiseno a fascia che si mimetizzano nel vestito.
È ora. Arriviamo nel ristorante del resort dove ci attende Alessio, vestito indubbiamente in maniera meno sobria. Camicia sgargiante aperta sul petto liscio, probabilmente di una taglia più piccola per aderire alla massa muscolare, Jeans scuri attillati e Converse bianche. Sicuramente non in tono con il ristorante. Ci sorride e abbraccia lei le cui mani sono appoggiate sulle sue braccia muscolose. “Madonna mia che schianto! Ma cosa ci fai con uno come lui?!” Lei sorride imbarazzata. La cena prosegue senza fasi esaltanti. Lui si assenta per una telefonata e lei si gira verso di me: “Ma dove l’hai trovato questo? È insopportabile! Non fosse che è un figo me ne sarei già andata”. Immaginavo questa reazione: “Lo so, ho pensato la stessa cosa, ma fisicamente è il tuo prototipo…” Ritorna: “Voi avete ancora fame? Gli antipasti mi hanno saziato, che ne dite se facciamo due passi fuori? Si sta benissimo” Siamo tutti troppo tesi per mangiare. Effettivamente è una bella serata e arriviamo al belvedere sulla valle e vedo Vanessa rilassarsi un poco. Lui le si avvicina e la sovrasta: lei 155, lui più di 190. Le appoggia le mani sulle braccia sorprendendola: “Sei davvero una bellissima donna”, si china verso di lei e la bacia. Vanessa sgrana gli occhi dalla sorpresa ma risponde al bacio poggiando le sue mani sul suo petto. Osservo il bacio e lei che non sembra porre alcuna resistenza. Si staccano, lei si asciuga dalla saliva sul viso: “Che dici, andiamo in stanza?”. Alessio la guarda: “Sei pronta? Voglio che tu faccia tutto ciò che ti dico. Se mi fate entrare in stanza tu sarai la mia troia e tu un cornuto, chiaro?”. Vanessa non risponde ma prende per mano lui e anche me e ci guida verso la stanza. Che strano quadretto che dobbiamo essere dal di fuori, ma ormai ci siamo.
Entriamo in stanza ed ho il cuore in gola. Lui la solleva leggermente per i fianchi per farla arrivare all’altezza delle sue labbra e continuare a baciarla con il respiro di entrambi che si fa più affannato. Poi la lascia ed inizia a slacciarsi i pochi bottoni della camicia. Guardo Vanessa che sembra disorientata ma ha lo sguardo di quando è eccitata. Lui si sfila la camicia e rimane a petto nudo a mostrare muscoli e tatuaggio, le due cose che fanno detonare le fantasie di lei. “Ti piace?”, lei annuisce con gli occhi pieni di desiderio. Lui ne è soddisfatto: “Allora vieni ad assaporare un vero uomo”. Lei si avvicina timorosa e con delicatezza inizia ad accarezzare le sue braccia e il suo petto. Con una mano lui le prende la testa e l’appoggia sui suoi pettorali; lei inspira profondamente e assapora la pelle del nostro bull baciandolo e leccandola tutta. Lui è compiaciuto vedendo lei che sta eseguendo i suoi ordini con naturalezza; mi guarda: “Vieni qui e senti sotto il vestito se è già eccitata o no”. Mi avvicino mentre mi chiedo perché devo sentire io e non abbia voglia di sentire lui. Mi posiziono dietro a lei, le sollevo il vestito quanto basta, faccio scivolare la mia mano in mezzo alle gambe e le mie dita, scostato il perizoma, senza resistenza riescono a penetrarla venendo avvolte da un’abbondante quantità di denso liquido di eccitazione. Penso di avere un’espressione sorpresa e incespicandomi con le parlo rispondo: “è bagnatissima”. Lui scoppia in una risata compiaciuta: “Hai visto? Neanche l’ho ancora toccata che è già mia e pronta a soddisfarmi!”. Lei appoggia una guancia sul suo petto e si gira rossa in viso con un’aria mista di imbarazzo e consapevole senso di colpa per aver perso il controllo di sé stessa. A quella vista il mio pene ha un’erezione violenta e dolorosa contro i pantaloni.
Lui si allontana da lei che rimane in mezzo alla stanza con me mentre lui si siede sulla poltrona della stanza: “Cornuto, ora spogliala, voglio gustarmi lo spettacolo”. Io guardo lei: “Sei pronta?”. Mi bacia: “Dio sì!”. Mi metto dietro di lei che è di fronte a lui come un’alunna in attesa del giudizio del proprio professore. Le sfilo la zip del vestito lungo la schiena scoprendola piano piano e ammirando la sinuosità della colonna vertebrale, fino ad arrivare all’altezza delle fossette dei reni e all’inizio delle sue natiche. La voglia di lei inizia ad impadronirsi di me come l’insofferenza nel volerla possedere ma sapere che quello spettacolo stasera non è per me. Appoggio le mie mani sulle sue spalle per farle scivolare a terra il suo vestito ma lui mi interrompe perché vuole che lei si giri per potersi godere meglio lo spettacolo del suo sedere. Ora io e lei siamo uno di fronte all’altra e ci guardiamo negli occhi: la donna che mi ha vinta è ora qui di fronte a me senza difese. Il vestito scivola via fino a terra: i suoi capezzoli spiccano da sotto il reggiseno a fascia. Lui impazzisce: “Che culo fantastico!”, si alza e si fionda su di lei, abbassandole il perizoma e affondando il suo viso tra le natiche e le mani su di lei che, sbilanciata in avanti, si appoggia su di me per non cadere. È sempre più rossa, si morde le labbra e si lascia scappare qualche mugolio mentre lui le assapora l’ano. Si rialza e gira Vanessa che guarda come il cacciatore con la sua preda; le sfila via il reggiseno con le areole e i capezzoli tesi per l’eccitazione: “Che zizzone!” Con le mani le riesce ad afferrare e coprire entrambe; si abbassa per gustarsele mentre lei con molta dolcezza lo accoglie tra i suoi seni tenendogli le mani sul viso che spinge a sé. Appena lui si scosta leggermente lei lo guida verso il suo volto per baciarlo nuovamente questa volta con molta più passione. Io sono rimasto a pochi centimetri da loro al momento sembro essere nemmeno percepito. Lui la guarda: “Stai bene?”; “Sto morendo di voglia” risponde lei. “Muori dalla voglia di prendere il mio cazzo?” nel chiederglielo infila il suo pollice nella bocca di lei che risponde succhiandoglielo forte. “Allora fai la brava troia ed inginocchiati e sottomettiti”.
Lei solleva le gambe dai vestiti che erano rimasti a terra e si toglie le scarpe, poi esegue l’ordine inginocchiandosi di fronte a lui che lentamente quasi a creare più desiderio in lei, si sfila le scarpe, i calzini e poi la cintura. Infine si sbottona i pantaloni e se li sfila insieme ai boxer mostrandolo nella sua interezza: dal pube completamente depilato penzola giù ancora a riposo un cazzo che arriva a metà coscia, circonciso, nerboruto e con le palle grandi quanto due albicocche. Lei esplode in una risata nervosa e si gira verso di me: “Cazzo Flavio! Non ti pare di avere un po' esagerato?!”. Non faccio in tempo a rispondere che interviene bruscamente: “Hei no no no! Innanzitutto lui lo chiami Cornuto!”. Lei prova a giustificarsi: “Scusa, non ho mai visto…”. Non la lascia finire che si rivolge a me: “Spogliati e vieni qui”. Eseguo con imbarazzo, e ci mettiamo uno di fronte all’altro davanti a lei: “Guarda troietta, ce l’ha duro il cornuto! Eppure cosa vedi?”. Silenzio. “Avanti dillo!”. Alla fine trova coraggio: “Il tuo a riposo è molto più grande del suo duro”. “E quale ti piace di più?” incalza lui. Vanessa si libera di ogni inibizione: “Il tuo. Sono eccitata da quando ci siamo conosciuti!”. A questa scena il mio pene pulsa di eccitazione mentre lei si protende verso il suo pube per iniziare a prendere confidenza con lui: appoggia il naso e il volto sulla sua asta mentre le mani gli accarezzano le palle e la cappella. Lo maneggia incerta, leccandogli l’asta che diventa lucida di saliva. Prova ad avvolgere tra le labbra la cappella, le vedo la lingua accarezzare la parte bassa dell’asta. Tutto questo provoca in lui gemiti e versi di approvazione e una voglia di controllo. Le afferra la testa per guidarla: “Prendilo fino in fondo”. Il cazzo non è ancora eretto per cui riesce ad arrivare con la bocca fino in fondo mentre la lingua riesca a stimolare le palle. Tutto ciò le provoca dei conati per via di tutta la bocca ormai piena oltre i suoi limiti di capienza. Lui regola la profondità spingendo il suo viso verso di sé o allontanandola per farle riprendere fiato. Dopo ogni affondo lei riesce ad andare sempre meno a fondo, segno che sta diventando sempre più duro. Raggiunto l’apice dell’erezione Alessio lascia la presa dalla testa di Vanessa che inspira a fondo come se le avessero fatta stare in apnea tenendole la testa sotto l’acqua mentre con le mani continua a segarlo. Entrambi guardiamo quasi increduli il cazzo di Alessio che è cresciuto, non tanto in lunghezza, quanto in larghezza arrivando ad essere quanto il braccio di lei. La cappella è persino più grossa e rossa dell’asta che è leggermente e quasi impercettibilmente ricurva verso l’alto. Devo ammettere che non c’è paragone con me e che anche io fossi una donna sceglierei lui. Vanessa sembra adorante e, ripreso fiato, inizia a succhiarglielo e segarglielo insieme con una passione che non le ho mai visto fare.
Lui gradisce e anche molto e divertito mi chiama: “Prendilo in mano cornuto”. Non credo di capire. “Devi toccare con mano per capire fino in fondo quanto sei inferiore”. Vanessa guarda divertita e incredula mentre sembra approfittare per rifiatare. Eseguo con un po' di disgusto, è la prima volta che tocco il cazzo di un altro. È comunque impressionante e faccio fatica ad afferrarlo. “Ahaha! Cazzo pure le mani sono piccole, non lo stringi nemmeno con vigore! Ora bacia lei e assapora la sua bocca che sa del mio uccello!” Vado verso di lei e la bacio, ovviamente non il miglior bacio. L’alito è acre ma non posso non essere eccitato per la situazione. Mentre ci baciamo Vanessa me lo accarezza con dolcezza per sentire se sono ancora eccitato per poi prenderlo in mano e stimolare anche me. Lui ci guarda: “Avresti voluto essere al mio posto eh?” Vanessa ci sorprende e aumentando il ritmo della sua mano su di me: “Eh si come no? Con un pompino del genere il cornuto sarebbe già venuto!”. Un piacere intenso mi pervade mentre lui scoppia in una fragorosa e compiaciuta risata. Si siede sulla poltrona massaggiandoselo: “Allora vieni troietta, facciamogli vedere quanto ci mette un vero uomo a venire dopo un bel pompino. Deve capire quanto è inadeguato”. Lei si avvicina appoggiando un cuscino per terra di fronte a lui mentre lui rincara la dose: “Cornuto cronometra!”. Eseguo mentre lei si avventa sul suo cazzo emettendo versi di piacere come se stesse gustando una pietanza particolarmente prelibata. Lui chiude gli occhi e tira indietro il capo: “Oh si fantastico”. Effettivamente da fuori è uno spettacolo divino, lei lo sta facendo con passione, si vede che si sta divertendo a farlo, aiutandosi con la mano per trovare momenti per ritrovare fiato. Sulla sua fronte e sulla sua schiena compaiono gocce di sudore. Lui geme e incita, forzando il ritmo della bocca con le sue mani sul capo se non è soddisfatto. Il tempo passa e lei sembra provata e senza fiato, ma non demorde nonostante lui sembri essere instancabile. La guancia di Vanessa continua a gonfiarsi per accogliere la generosa dotazione del suo amante che finalmente sembra tremare un poco e mostrare segni di cedimento: “Sei fantastica, continua a segare succhiandomi le palle che voglio riempirti la faccia”. Lentamente lei fa fuoriuscire la grossa asta dalla sua bocca appoggiandola al viso che viene coperto per buona parte mentre la sua lingua stimola la base dell’asta per poi arrivare ai testicoli che assapora superficialmente. Mentre afferra l’asta, chiude gli occhi e inspira gonfiando il seno e quasi sottovoce si lascia scappare: “è stupendo”, inizia a muovere la mano con tutta la forza rimasta mentre prende in bocca il testicolo sinistro di lui. Lui oramai si contorce dal piacere mentre lei, senza allentare il ritmo, passa all’altro testicolo facendogli digrignare i denti prima di annunciare l’orgasmo urlandolo come una liberazione: “Oh siiii vengooo!”. Lei si stacca indirizzandosi il cazzo verso il volto come in attesa del plotone di esecuzione. Il primo schizzo denso arriva diretto e con poca intensità sulle sue labbra. Lei riduce la velocità seguendo i suoi movimenti di bacino che portano ad un secondo getto, questa volta più violento che si deposita su di lei dai capelli al naso passando per la fronte. E poi ancora un terzo e un quarto abbondanti, poi un quinto meno intenso e potente che le arriva sul polso. Il suo volto è un’istantanea porno, la cosa più erotica che potrò mai vedere: sorridente e ricoperta dalla manifesta superiorità sessuale di Alessio che sta ancora urlando mentre lei, anche se senza fiato, dolcemente continua a succhiare la sua cappella per prolungarne il piacere. Lui si ridesta: “Allora cornuto, a quanto siamo?”. Guardo il cronometro: “Quarantatré minuti”
“Bene cornuto, ora avrai capito. Porta qui dei fazzoletti per pulirla e i preservativi dalla mia tasca dei pantaloni”. Eseguo e porgo a entrambi quanto richiesto: “Ma cosa fai? Il preservativo me lo devi mettere tu, almeno senti che non è come il tuo che si affloscia”, ed in effetti nel metterglielo sento che non ha perso vigore. Lei, nel frattempo, si è coricata sul letto a gambe larghe. Lui è soddisfatto: “Guarda è impaziente…”. Vanessa mi fa cenno di mettersi dietro di lei mentre gli risponde: “Ho voglia, ma fai piano”. Ci avviciniamo entrambi e lei mi afferra con una mano la mia mano e con l’altra il pisello, lui si pone di fronte a lei ad ammirare la sua figa depilata e pronta: lui inizia a premere trovando la resistenza delle piccola labbra e provocando l’irrigidimento del suo corpo, le sue mani mi stringono. Con molta fatica e molto lentamente cede millimetro dopo millimetro le resistenze della sua figa stretta che ora accoglie solo la sua cappella: lei trattiene il fiato con occhi sgranati. “Amore tutto bene?” le chiedo. “Eh non lo so, mai provato nulla del genere….quando ho perso la verginità ho fatto meno fatica”. Non finisce di rispondermi che con un colpo deciso vince tutte le sue resistenze entrando tutto e facendola sussultare. Lo spettacolo però è bellissimo: da qui si vede il suo pube gonfio e tirato, le labbra spalancate scoprono per la prima volta il clitoride gonfio. Alessio ha lo sguardo del godimento e lei sembra rilassarsi al punto che lascia le mani che mi stavano tenendo. Lui si muove lentamente fuori e dentro; ogni volta che esce il preservativo viene ricoperto dagli umori di lei sempre più grigi e densi. La pelle di lei si raggrinzisce tutta dei brividi che le stanno percorrendo il corpo: non emette suoni ma l’atmosfera è carica di eccitazione con lei che protende il bacino verso di lui per aumentare il ritmo. Lui solleva le gambe di lei appoggiandole strette sul suo petto e con le mani afferra le natiche, tutto questo per avere un maggiore controllo e poter aumentare forza e profondità. “Oddio sì…”. Questa reazione è il via libera per lui che inizia ad aumentare velocità e forza che in pochi minuti provocano il primo e rumoroso orgasmo in Vanessa che ora giace bellissima e tutta tremante.
Lui le lascia cadere le gambe nel letto e le infila il cuscino sotto il sedere per meglio orientare il bacino verso di lui che ora si china sollevandosi sui piedi e sulle braccia muscolose in tensione. Lei si protende verso di lui per cercare il contatto con lui con tutto il suo corpo mentre le sue mani cercano i suoi muscoli e le gambe avvolgono il bacino in segno di massimo desiderio. Io sono a pochi passi ma lei è su un altro pianeta, offuscata dal desiderio e dal fragoroso orgasmo appena provato che per decibel non è nulla di lontanamente paragonabile a quanto mai sentito prima. Con un atletismo e un equilibrio invidiabile lui riprende a dare colpi di bacino riuscendo ad arrivare fino in fondo e provocando sordi rumori dai colpi che ora sferra. Ogni colpo è un gemito di piacere di entrambi. Il ritmo è martellante ma lui non sembra cedere nonostante entrambi siano zuppi di sudore. L’acconciatura di Vanessa è saltata, il trucco colato ed è completamente sottomessa alla virilità del suo amante. Che rallenta solo in prossimità degli orgasmi di lei: uno, due, tre. Il tutto accompagnato dalle sue urla di piacere che, senza fiato: “Non avevo mai provato più orgasmi in una volta, sei incredibile.” Lui sorride: “Non abbiamo ancora finito, mi dai carta bianca?”. “Prendimi” risponde lei.
“Bene, mi sono goduto la vista delle tue tette, ora voglio vedere il tuo culo. Girati a pancia in giù” Lei si gira mettendo sotto la pancia per sollevare leggermente il sedere, bellissimo e tondo. Lui si sega alla vista prima di avvicinarsi e sedersi a cavalcioni su di lei: “Un culo così lo hanno solo le indossatrici, non resisto”, nel frattempo prova ad infilarlo non senza difficolta tra le gambe di lei: “Oddio, così sembra ancora più grande. Mi sento pienissima”. Lui è galvanizzato ed inizia a spingerlo dentro e fuori stringendo e massaggiando le sue natiche. Oramai tutto il resort la starà sentendo per come urla ad ogni colpo e anche così, con un ritmo incessante di lui lei viene annunciandolo con incoraggiamenti a lui: “Continua sei fantastico!”. Lui non si ferma un secondo anche se ora ha il fiatone. Mentre la scopa i suoi pollici giocano attorno al suo ano per poi penetrarlo. Questo a lei la fa impazzire di solito con me, con lui perde la testa e implorandolo di scoparla forte, viene a ripetizione. Una, due, tre, quattro volte perdendo dalla figa una quantità di umori incredibile. Lui non molla ma digrigna i denti dallo sforzo e il suo ritmo si fa irregolare, la tira per i capelli: “Che troia che si, mi fai sborrare”. Li fa scivolare le sue mani sotto la pancia per scivolare sul suo clitoride mentre lo incita: “Riempimi che veniamo insieme!”. I suoni di entrambi oramai mi sono entrati nell’orecchio e non sento più nient’altro, poi silenzio e respiri affannati. Lui si toglie, lei rimane lì sfinita. Alessio si sfila il preservativo pieno di sperma e me lo porge: “Cornuto tieni la sborra di un vero uomo”.
Buttato il preservativo mi siedo perché, come anche Vanessa, pensiamo che sia finita. Ho il pisello dolorante per l’erezione prolungata che ha premuto sui miei boxer durante lo spettacolo porno. Ma entrambi ci sbagliamo, Alessio infatti si sta infilando un altro preservativo ed è ancora eccitato. Dalla tasca dei pantaloni prende un tubetto di gel lubrificante che poi spalma abbondantemente attorno al cazzo. Si riposiziona seduto su Vanessa che gira la testa sorpresa: “Hai ancora voglia? Sei una macchina da sesso!”. Lui con decisione: “Pensavi forse che non avrei castigato questo bel culo?!”. Nel farlo le versa tra le natiche copiose quantità di gel, lei ora sembra disorientata. Con le dita concentra il gel attorno all’ano che penetra con le dita: “Ohh che bel buchetto stretto che hai”. Lei sorride divertita dalla penetrazione delle dita. Il suo cazzo pulsa dall’eccitazione e lui sembra impaziente. Con la mano inizia ad entrare con molta fatica. Lo sguardo di lei si fa terrorizzato: “Fermo fermo, mi fai male”. Lui non sente e prosegue a forzare avanti e indietro finché la grossa cappella non entra. Lei lo sta supplicando di uscire per il troppo dolore ma l’asta ormai e metà dentro. Vanessa sta piangendo dal dolore mentre morde il cuscino. Intervengo per intimargli di smettere. Lui mi guarda male: “Zitto cornuto, si deve solo abituare! E tu – rivolgendosi a lei – ricordati che mi hai promesso di essere la mia troia e una vera troia si fa sfondare il culo! Sottomettiti al cazzone”. Lui è irremovibile e oramai lentamente ma inesorabilmente è tutto dentro il suo culo. Lei piange e lo supplica mentre lei lentamente va avanti e indietro. Oramai è rassegnata mentre lui aumenta il ritmo. “Vuoi ancora che mi tolga?”. “No” risponde lei, io rimango di stucco ricevendo il suo sguardo che sembra quasi volermi dire “Qui comando io!”. Lui è soddisfatto e continua a fare avanti e indietro piano: “Sei la mia troia?”. “Si”. “Si cosa?” “Si sono la tua troia”. Ora lui entra ed esce con decisione: “E cosa sto facendo alla mia troia?”. “Mi stai sfondando il culo” “E ti fa male?”. “Si è troppo grosso”. “Ma ti piace.” Lei tarda a rispondere mentre lui aumenta il ritmo: “Rispondi”. “Lo adoro”. “Brava cagna ora ti spacco”. La afferra per i capelli sollevandole il viso che stava nascondendo sotto il cuscino. È rossa in viso sorridente mentre lui ora sta spingendo tutto dentro di lei: “Sto venendooo!”. Le sue urla sono ancora più forti e intense di prima. Ora lui è una furia accecata dall’eccitazione dell’aver sottomesso Vanessa: si solleva sulle braccia e sulle gambe per poter concentrare la sua forza nel bacino. La scena è spiazzante, intensa, un’espressione di forza primitiva con lui che sembra dare pieno sfogo alla propria virilità senza più controllare il turpiloquio che investe lei la quale gradisce e lo asseconda con parole e gemiti; e ancora una volta un orgasmo che squassa e fa vibrare la stanza e poi ancora un altro. Lui gronda sudore quando finalmente anche lui giunge al culmine dentro di lei accasciandosi di lato subito dopo, allo stremo delle forze.
Lei è uno straccio, il suo ano e la sua figa ancora pulsano aperti e completamente arrossati, si gira come fosse stata in apnea da una vita, affamata d’aria. Passa un tempo che sembra eterno di silenzio in cui nessuno riesce a dire una parola. Naturalmente è lui a prendere il controllo: “Allora vi è piaciuto?”. Lei lo guarda: “è stato pazzesco”. “E a te? Era come te lo immaginavi fare il cornuto?”. Prendo tempo, come faccio a riordinare le idee? “Onestamente non pensavo lei potesse essere così calda”. Lui coglie la palla al balzo: “Nemmeno io, infatti Vanessa volevo dirtelo, non sono tante come te”. Lei lo interrompe scherzando: “Ahahah! Mi stai dicendo che sono una brava troia?”. Lui sembra non prendere troppo in considerazione il tono scherzoso: “Tutte le donne nel loro intimo vogliono giocare a fare le troie. Tutte vogliono il cazzo grande e la scopata della vita. Ma appena infili 5 centrimetri urlano di dolore oppure dopo 10 minuti vengono e non hanno più voglia di proseguire. Tu hai retto tre ore senza limiti, anzi sei sprecata col sesso coniugale. Se vi è piaciuto continuate perché ti divertirai un sacco e gli altri si divertiranno molto con te.” Sorridiamo tutti, lei sicuramente è gratificata: “Mi fa piacere se ti sei divertito. Sei uno stronzo e un cafone, ma a letto sei impareggiabile, mai venuta così tante volte. Quello che faremo e se lo faremo con altri lo vedremo io e Flavio. Intanto mi piacerebbe organizzare altre volte con te, se ti va”. Lui è raggiante: “Tutte le volte che lo desideri!”
La porta si chiude e Alessio ci lascia soli per gli ultimi scampoli della notte. Vanessa viene verso di me e mi abbraccia, sento il suo corpo nudo ancora caldo. Mi bacia, mi prende per mano e mi fa coricare a letto mentre lei si sdraia a fianco a me: “Tutto bene?” mi chiede. “Solo un po' frastornato, ma direi di sì, e tu piuttosto? Raccontami tutte le tue sensazioni”. Si siede per guardarmi negli occhi: “Sono stravolta, ma lo sai che dopo tanta astinenza, sentirmi desiderata mi manda fuori di testa e mi rinvigorisce; e lui mi ha desiderata tanto.” Io sono curioso: “E hai goduto tanto?” Lei annuisce come per dire “non si è visto?”, allora rincaro la dose: “eheh le misure non contano eh?”. A questo Vanessa mi guarda male: “Scemo! Più è grande più godo ma se devo essere sincera ciò che mi amplificava eccitazione e piacere era sapere che tu mi stavi guardando e saperti eccitato. Sapere di mostrarti fino a dove riesco arrivare…”. La sua mano si insinua nei miei boxer: “…e sentirti eccitato all’idea. Ma io ti amo, quindi non pensare di delegare tutto agli altri. Io voglio provare sempre l’emozione del sesso con te”. Mi sfila i pantaloni e sale sopra di me. Le scivolo dentro la figa ancora allargata: “Ma non sei stanca? E poi riesci a sentire ancora qualcosa?” Lei si muove lentamente e sinuosamente, il suo viso è dolce e malizioso ed io sono già al limite: “Sono stanca, ma il mio cornuto – geme – ancora non è venuto e non mi ha fatto vedere quanto l’ho eccitato”. È incredibile che ancora riesca ad ansimare e godere: “E soprattutto – ansima sempre più forte – non mi ha ancora detto se vuole che lo renda ancora cornuto”. Veniamo entrambi nel dire di sì: Flavio, benvenuto tra i cuckold.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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