tradimenti
Il trenino e un abito rosso

03.05.2025 |
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"Sonia , dopo aver girato rapidamente su se stessa facendo svolazzare la gonna e sollevare i capelli biondi, gli aveva chiesto: “Allora? Che ti sembra? Posso venire cosi?”..."
Sonia , dopo aver girato rapidamente su se stessa facendo svolazzare la gonna e sollevare i capelli biondi, gli aveva chiesto: “Allora? Che ti sembra? Posso venire cosi?”.Biagio era rimasto muto per alcuni attimi, ad occhi sgranati, attonito, senza respirare, prima di allungare le braccia per afferrare delicatamente la donna dalle spalle e dirle: “No, così non andiamo da nessuna parte”.
Prima che Sonia potesse stupirsi di quella risposta aveva aggiunto: “Sei troppo bella con questo vestito rosso, con questo trucco, con questa pettinatura. Spogliati”
Aveva infilato lui stesso i pollici sotto le sottili bretelline dell'elegantissimo abito come a volerlo far scivolare verso il basso. Anzi, proprio con questa precisa intenzione.
Infatti dopo aver spostato le spalline cinse la donna con le sue braccia, per arrivare alla lampo sulla schiena e far scorrere verso il basso il cursore.
“Ma dai! Che fai? Siamo già in ritardo”
“Mica siamo obbligati ad andare!”
“Invece sì. E poi cos'avrebbe questo vestito che non ti va bene?”
“Un gran difetto: ti copre”
“Cosa?”
Biagio aveva stretto a se la donna dicendole: “Lo so che sono ancora stupido come quando ero bambino. Te l'ho mai raccontato di quel trenino elettrico che mio padre mi aveva regalato per il compleanno?”
“Anche troppe volte: non hai neppure voluto aprire la scatola dicendo che quel trenino non ti piaceva, semplicemente perché la scatola era leggermente rovinata su uno spigolo”
“Esattamente. Tanto che mio padre in seguito lo confezionò con una carta rossa e luccicante e me lo ripropose come regalo portato da Babbo Natale, quando fu dicembre”
“E tu come un fessacchiotto non ti accorgesti del riciclaggio e gradisti molto il trenino”
“Appunto, come un fessacchiotto. Esattamente come adesso. Ti ho vista tutti i giorni e anziché te ho visto il tuo abbigliamento poco accurato perché, sii sincera, non è che quando sei in casa badi molto a te stessa...”
“Vorrei vedere te, alle prese con le tue esigenze e quelle dei figli, trovare il tempo per badare anche al tuo look”
“Infatti sono un fesso, l'ho già detto: Mi serviva questa confezione speciale per apprezzare....il bel trenino che sei...”
“Trenino a me? Non sei certo gentile. Tira su quella cerniera e non rovinarmi il trucco o faremo tardi”
“Lo sai quanto ho apprezzato quel trenino dopo. Ecco perché ti ho chiamata così: ho voglia di giocare tanto con te, mio trenino di oggi, ma tanto, tanto, tanto, fino a logorarti, romperti, distruggerti...”
“...e dai, lasciami scemo...”
Sonia però aveva detto queste ultime parole con un tono che contraddiceva quello che diceva, come se fosse divertita e lusingata al massimo, come se volesse incitare Biagio più a strapparglielo di dosso quel vestito che a sfilarglielo, come l'uomo stava facendo.
Biagio però la conosceva bene e sapeva che se le avesse rovinato l'abito sarebbe andata in bestia e di conseguenza quell'atmosfera inebriante si sarebbe trasformata in atmosfera infernale. Di tutto aveva voglia tranne che di far arrabbiare la sua donna in quel momento, perciò nonostante avesse capito il desiderio di lei, lo ignorò per non distruggere tutto.
E via, diciamola tutta, era un vestito da diverse centinaia di euro, mai indossato prima: anche dal punto di vista economico. strapparlo sarebbe stato un capriccio piuttosto costoso.
Si concesse la distrazione di un attimo per pensare, senza dirlo, "Le strapperò il vestito un'altra volta, quando avrà addosso uno dei suoi soliti abitini da strapazzo"
Se Sonia avesse immaginato questo suo calcolo economico sarebbe andata in bestia molto più che se le avesse sciupato l'abito. Tutto sopportava tranne le persone meschine, e quello di Biagio in effetti era stato un calcolo meschino, o meglio: venale.
Sapeva recitare Biagio quando il ruolo gli piaceva e in quel momento il ruolo del marito innamorato gli piaceva molto perché in effetti sua moglie Sonia era molto diversa dalla solita versione di "brava donna di casa e madre premurosa"; davvero l'abito elegante e non solo costoso, il trucco accurato, l'acconciatura perfetta avevano messo in risalto tutta la sua bellezza e probabilmente lo specchio lo aveva detto anche a Sonia di essere una gran figa quando le aveva restituita l'immagine di una gran bella donna, nel momento che si era osservata alla ricerca di eventuali piccole imperfezioni che però non aveva trovato. Sonia si era piaciuta molto e per questo era bella anche di umore.
Biagio invece al vederla così diversa dal solito, sorridente come non la vedeva da tempo, bella come nessun'altra al mondo, era stato come folgorato da una domanda: "Che cazzo sto combinando?"
In parte era anche vero che il vedere Sonia in quello stato gli aveva smosso anche il desiderio di fare sesso, ma questo non era una novità; in lui la voglia di scopare esisteva sempre, come se si fosse radicata in lui e non aveva certo bisogno di stimoli particolari per eccitarsi.
Proprio per questo aveva sofferto abbastanza quando Sonia aveva dato molta più importanza ai suoi ruoli di madre e di amministratrice dell'economia familiare che al suo ruolo di moglie. Addirittura definendo a volte "stupidate" i rapporti intimi, negandosi al marito perché erano più importanti i figli da seguire o il contestare il lavoro male eseguito dall'idraulico.
Forse anche per questo oltre che per la sua naturale predisposizione allo scopare aveva cominciato a cercare fuori casa i soddisfacimenti che la moglie gli negava.
In coscienza si riteneva un marito fedele perché aveva sempre considerato Sonia migliore di qualsiasi altra donna di sua conoscenza, sotto tutti i punti di vista tranne che nei rapporti intimi. Per questo si era scopato innumerevoli donne ma non aveva voluto mai bene a nessuna di loro. Non era mai andato a prostitute, ma ci aveva provato con tutte le altre, arrivando allo scopo con molte di esse. Ci aveva fatto talmente l'abitudine alle sue avventure da essere arrivato ormai a ritenerli comportamenti normali di un vero maschio.
Poi era arrivata Sabry, probabile diminutivo di Sabrina. Troppo giovane per suscitare interessi in Biagio sessualmente orientato prevalentemente sulle signore di età prossima alla sua e comunque signore sposate, perché non rompono i coglioni come chi cerca sistemazione e non soddisfazione.
Sabry era troppo giovane d'età, poco più che ventenne, ma non tanto timida da non avere lei stessa l'audacia di stuzzicare il bell'uomo di mezza età, che era Biagio.
Inizialmente aveva sorriso delle particolari attenzioni di Sabry, considerandoli capricetti da bambina, ma quella poi l'aveva provocato nel suo punto d'orgoglio dicendogli: "Devo ammettere che professionalmente parlando sei davvero insuperabile come dicono, invece l'altra fama di cui godi mi sembra più leggenda che realtà"
"E quale sarebbe l'altra fama di cui goderei?"
"Mi avevano detto che eri uno sciupafemmine, invece.."
"Invece? Ne dubiti forse?"
"Basandomi sull'esperienza diretta più che dubitarne sono propensa a smentire questa diceria sul tuo conto"
"Se tu avessi almeno dieci anni di più ti smentirei con i fatti, ma sei troppo giovane.."
"E la giovinezza ti fa schifo? Oppure pensi che io non abbia già abbastanza esperienza da essere capace di soddisfarti? I tempi sono cambiati sai e le donne della mia generazione non aspettano un marito che le istruisca. Potrei stupirti...se solo tu fossi meno fumo e più arrosto"
Sì. lo aveva accusato di essere solo fumo e niente arrosto e lui, da maschio, quest'accusa non poteva non smentirla. La risposta era stata come un rilanciare la sfida "Ti metto alla prova. Sabato di porto in riviera dove ho un mini alloggio per le vacanze d'estate, ti concederò tutto il tempo che vuoi per dimostrarmi le tue capacità. Possiamo fermarci lì anche tutto il giorno se vuoi"
Lei gli aveva risposto con sarcastica malizia "Beh lo so che per far partire i motori non nuovissimi a volte ci vuole un poco di tempo. Ti serve più tempo per poter agire? Te lo concedo: vada per sabato"
"Il tempo mi serve per sfoggiare il mio repertorio e dimostrarti quanto duro, non per partire. Per questo sono sempre pronto"
"Anche adesso?"
"Se vuoi!"
"Voglio"
Era andata così più po meno che aveva portato Sabry in archivio e un poco usando un vecchio tavolo, un poco stando in piedi, un altro poco adattandosi sul pavimento, Sabry davvero aveva dato prova d'essere una "sfinisci cazzi" espertissima di mano, di bocca e fantastica nei movimenti di bacino quando aveva voluto il rapporto completo. Biagio le aveva confermato di meritarsi la fama di trombatore, facendola sentire donna maiala e regina del sesso.
Con tutte le altre aveva semplicemente scopato. Con Sabry era stato diverso. La ragazzina lo aveva sfidato, sfottuto, provocato e lui era andato ben oltre la mera prestazione fisica, sfogando anche la rabbia per l'essere stato in qualche modo sospettato di inadeguatezza dalla ragazzetta, per dimostrarle che non era un motore vecchio, lento a partire, ma un motore potente.
Anche con altre donne qualche volta aveva avuto un secondo incontro dopo il primo, mai un terzo, e comunque sempre e solo scopate normali, da sfogo degli istinti e basta.
Con Sabry già il primo incontro era stata di una focosità tutta particolare, ma poi c'era stato anche il sabato nella casa al mare: una intera giornata durante la quale avevano ripetuto tutte le fasi del primo incontro, ma godendosele tutte, una per una e non assaporando tutto di tutto in maniera concitata. La prima volta si erano toccati poco per correre subito all'uso delle bocche. Sui capezzoli di lei la bocca di lui, sul cazzo dell'uomo la bocca di lei. Appena percepito che la cosa piaceva ad entrambi aveva no corso al sodo per accoppiarsi e scopare in maniera classica: cazzo in figa e movimenti dell'uno nell'altra.
Il sabato no, il sabato le carezze erano state prolungate, quasi a volersi imprimere nella mente le forme dei corpi trasmettendo dalle mani alla memoria ogni piccola curva dei corpi, ogni consistenza corporea, dalla morbidezza dei seni, alla compattezza dei muscoli, dal soffice dei capelli al turgidezza dei capezzoli. S'erano baciati sì, con foga, ma senza aver fretta di passare subito ad altro. Lasciando invece che le lingue si assaporassero l'un l'altra, che le labbra battagliassero tra loro, che le salive si mescolassero. E quando le lingue da dentro le bocche erano passate sulla pelle, non avevano avuto fretta di correre subito alla meta ma avevano passeggiato lungo il collo, attorno ai lobi delle orecchie, sulle spalle, lungo la schiena seguendo la colonna vertebrale o deviando a volte, per arrivare ai glutei, intrattenersi tra le natiche, scendere lungo le cosce, deliziarsi con i piedi, succhiando i diti uno ad uno e poi risalire fino ai ventri al petto e poi ridiscendere per arrivare affamati alle parti intime e li saziarsi, leccando, titillando, succhiando fino a godere sprigionando liquidi senza fare ancora all'amore. Cosa che comunque fecero poco dopo, e sia il cazzo che la figa si presero tutte le rivincite possibili sulla lunga attesa del loro unirsi.
Era stato un sabato unico nella vita di Biagio. Non era possibile archiviare quella esperienza come tutte le altre avventure da "una botta e via". Per questo anziché nel dimenticatoio si era collocato nell'angolo del desiderio e della nostalgia, nella mente di Biagio. A differenza delle altre avventure erano stati inevitabili quindi ulteriori incontri.
Sabry ne sapeva una più del diavolo sul come far impazzire Biagio, sia con il corpo, sia "lavorandoselo" psicologicamente e Biagio se ne era invaghito e nella sua mente cominciava a vagheggiare l'idea di lasciare Sonia per andare a vivere con Sabry. Non sarebbe stato il primo a separarsi, bastava solo aspettare il momento giusto per parlarne alle due donne.
Non era facile, bisognava trovare il momento opportuno e le parole giuste. Ci stava pensando da vari giorni e ormai era quasi pronto a farlo.
O meglio, sarebbe stato pronto se Sonia quella sera non si fosse vestita con quell'abito, non si fosse truccata con tanta cura, non si fosse mostrata così bella e s, a differenza di troppe altre volte, nonostante fossero attesi ad una festa non aveva opposto molte resistenze al lasciarsi spogliare, rendendosi finalmente disponibile ad un momento di intimità fregandosene del mondo intero.
Sonia era Sonia, era la sua donna, la sua storia di vita. Non c'era Sabry che potesse competere con lei. Era partito recitando la parte del marito innamorato arrivò all'orgasmo innamoratissimo della moglie, ben deciso sì a parlare finalmente, ma a Sabry, non a Sonia. E non avrebbe avuto bisogno di molte parole, avrebbe detto solo "E' finita tra noi"
E se quella l'avesse tentata ancora?
Lui sarebbe tornato da Sonia e le avrebbe detto: "Ti rimetti il vestito rosso che ti ho sfilato quella sera?"
C'era voluto la confezione per far apprezzare il trenino ad un bambino, c'era voluto il vestito per far apprezzare la moglie ad un marito.
Povera Sabry, aveva perso la gara con chi indossava l'abito rosso o semplicemente con un abito?
Le avventure sono belle, le storie sono resistenti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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