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Mia moglie, io e l'altro prima parte


di albert1010
01.04.2022    |    5.637    |    0 8.0
"Sono venuti cosi dentro, uno davanti ed uno di dietro..."
Mia moglie, io e l'altro prima parte revisionata e corretta come da suggerimenti

Una doverosa premessa .
Questa vicenda mi è stata “passata” con tanti particolari da un lettore che ha voluto la raccontassi, è un pezzo della sua vita. Le informazioni sono state veramente molte e non facili da mettere insieme perché molte arrivano da lui ma tante e spesso sono relative ai comportamenti e pensieri della moglie ma “interpretati “ da lui.
Ho cercato di mettermi nei panni di lui e di lei facendo del mio meglio; lui dice che sono riuscito a dare un quadro veritiero. Io ho scritto, letto e riletto e ancora adesso ho punti che non riesco a decifrare.

Mia moglie, io e l’altro Prima parte
revisionata e corretta come da suggerimenti

Nell'ultimo periodo prima del giorno cruciale avevo notato strani comportamenti da parte di lei: orari di arrivi a casa diversi dal solito, utilizzo del cellulare anche a tarda sera per messaggiare, una tensione in lei non giustificata da fatti familiari o lavorativi, una nostra intesa sessuale a decrescere.
All’inizio non prestai la dovuta attenzione a questi segnali, ma con il proseguire del tempo vedendo che nulla cambiava cominciai ad avere un sospetto particolare che mi rifiutavo di pensare che potesse essere vero.
Quella sera mi decisi e le chiesi: è da tempo che ti vedo strana, cosa ti succede?
Non mi rispose e questo mi insospettì e sbottai con il mio dubbio peggiore: hai forse un altro?
Mi aspettavo mi desse del matto invece lei rimase in silenzio guardandomi in un modo strano
Quel silenzio mi sbalordì ed insistetti: hai un altro?
Con il capo accennò un sì.
Non ci potevo credere.
Rimasi impietrito e …vuoi dire che….?
Un sì forzato uscì dalla sua bocca
Mi sentii mancare e mi poggiai sul tavolo
Dopo quell’istante di capogiro cercai di riconnettermi. Ero alterato, spaventato ed emozionato.
Chi è? Perché? Da quando? Le domande mi uscivano in progressione senza una logica.
Non mi rispose subito, ma quando rispose fu un’altra “coltellata” : da circa un anno.
Mille domande e una forte ansia erano in me. Non avevo mai pensato di trovarmi in una posizione del genere. Tanti nostri amici si erano separati o divorziati ma non avevo mai ragionato sul momento in cui loro divisione fosse venuta a galla.
Questo era il mio momento e non ero pronto ad affrontarlo; mi sentivo stravolto, mi sentivo male.
Non dissi altro; imboccai la porta ed uscii da casa mentre sentivo la sua voce chiamarmi.
L ‘aria fresca per le vie che percorrevo mi fece bene; tornai ad essere quasi lucido.
Aveva un amante da un anno e non me ne ero accorto. Me lo aveva nascosto per un anno, avrebbe potuto negare e non lo ha fatto, perché? Queste domande mi rimbalzavano in testa
Era una storia importante? Voleva lasciarmi?
Pensavo a lei: una bellissima donna di successo di 35 anni. Un architetto proprietaria in società con altri due di un avviato studio. Sapevo che per il suo lavoro incontrava molti uomini e sapevo che piacendo potesse essere oggetto di corteggiamento ma ciò faceva parte della vita e mi dava un fastidio relativo. Ero orgoglioso della sua intelligenza e bellezza; era mia moglie.
Il girò durò molto e tornai a casa dopo mezzanotte chiedendomi cosa fare. Aprii la porta ed era lì in piedi, la guardai; fu lei a parlare: mi vuoi lasciare? Non farlo. Ho sbagliato, ma amo te.
Non mi raccapezzavo. Come? Ha un amante da un anno; un anno che mi tradisce e dice che ama me?
Dopo la passeggiata ero più lucido, dissi: un anno con un altro è tanto per dire che ami me , ma allora cos’è per te? E perché?
Non avevo il coraggio di parlare di sesso; del sesso che sicuramente facevano
Fu lei a nominare quella parola, rispose: lui non è niente, lo giuro, non lo amo, è solo sesso. Aveva nominato l’innominabile. Poi si morse le labbra come fosse imbarazzata per quello che aveva detto.
Le dissi: se è solo sesso perché mi confessi che hai una relazione con un altro e comunque se così fosse continuo a non capire il perché.
Mi rispose : era un peso che mi portavo da tempo e che mi faceva sentire male. Non pensavo ti fossi accorto di qualcosa, ma adesso che me lo hai chiesto ho pensato che dovevo dirtelo.
Sbottai: fammi capire. Mi tradisci, hai un peso sullo stomaco e quindi? Cosa vuol dire? Che me l’hai detto perché è finita o per altro? Sai, continuo a non capire. Lo fai per il sesso? Tutto bene con me, ma il sesso con un altro? Mi sembrava ti piacesse fare l’amore con me o mi sbagliavo?
La confusione mi opprimeva e le domande si accavallavano in modo illogico.
E adesso cosa succede?
Lei: adesso con lui finisce qui.
Io: sicura? E se a me comunque non andasse bene? E se ti sentivi in colpa perché non hai chiuso questa storia prima?
Non sapeva cosa rispondere perché si limitò a dire: è finita, non lo vedrò più.
Io insistetti: però non hai risposto alla mia domanda, perché? Hai detto che non lo ami ma ci scopi, perché?
Lei: non lo amo è vero, ma mi piaceva fare sesso con lui ma continuo ad amare te
Io: sarà, intanto ci scopi
Fini cosi quella brutta chiacchierata.
Andai a farmi la doccia e poi mi misi a letto. Lei era già nel letto e allungò una mano per toccarmi; le girai le spalle. La mattina dopo una notte insonne mi alzai prima di lei, non feci colazione in casa per non stare con lei ed andai a lavorare. Fu una lunga giornata in cui pensai a lei, a noi e a lui.
Cosa aveva da aver catturato mia moglie che diceva di non amarlo e di amare me, ma scopava con lui?
Quanto la sera tornai a casa lei c’era già ed era pronta la cena; mangiammo senza tornare sull’argomento e poi mi sedetti sul divano a guardare la tv; non ero riuscito a prendere nessuna decisione.
Lei fece la doccia e poi mentre andava a letto a leggere come di consueto mi si fermò davanti dicendomi: l’ho lasciato ,glielo detto e poi andò in camera.
Se non fosse successo quello che era successo sarebbe stata una solita serata.
Non vedevo il programma in tv, le immagini scorrevano senza che le vedessi; pensavo e riflettevo.
Pensavo: sbagliare è umano, anch’io l’avevo tradita , avevo fatto sesso con altre donne e come lei non ero innamorato delle altre, era solo sesso. Le mie erano avventure di poche settimane o pochi mesi e poi cessavano senza lasciare strascichi. E lei? Per lei era lo stesso?
Chi è senza peccato scagli la prima pietra; c’era poco da ridere
Andai a farmi la doccia e la raggiunsi sul letto; come mi vide mise via il libro attendendomi.
Si avvicinò mi baciò; in quel momento realizzai che era un po’ che non facevamo sesso e forse…
Poco dopo stavamo facendo l’amore e fu bello per entrambi, almeno mi parve.
Dopo, tenendola vicino, pensai che forse sarebbe tornato tutto come prima, però volevo sapere se non altro per capire se ci fossero stati dei miei errori da non ripetere.
La mattina facemmo colazione insieme poi ciascuno per proprio conto andammo al lavoro. Approfittai di quella giornata per schiarirmi le idee per cosa conoscere del loro rapporto.
La sera a casa e con calma mi feci raccontare ricevendo il seguito: ha un bel po' di anni più di noi, 50 anni, è un imprenditore edile abbastanza conosciuto nel settore di mia moglie, divorziato da molto senza figli.
Si sono conosciuti nello studio di mia moglie dove era stato presentato da uno dei soci.
Già dai primi contatti di lavoro le aveva fatto una corte pazzesca. Le telefonava spesso invitandola per apertivi, pranzi o cene ma lei si negava sempre. Spesso arrivavano fiori per lei in ufficio senza il nome di chi li mandava, ma lei sapeva chi fosse e ciò la metteva in imbarazzo con soci e segretarie.
Per interrompere quel pressing accettò un aperitivo. Fu un breve incontro simpatico e piacevole, la colpì la sua sicurezza ed intelligenza; gli disse che sarebbe stata l’unica volta, ma lui nei giorni successivi lui continuò con telefonate ed inviti.
In quel periodo ero spesso via per lavoro e quando ero a casa pensavo solo a riposarmi e lei si sentiva annoiata e frustrata; le mancava la “vita”.
Essere così cercata e corteggiata con quella costanza non le era mai successo e accettò il suo invito per un altro aperitivo ed a seguire accettò altri inviti.
Il suo trattarla come una regina e le mie “assenze” fecero breccia e anche se come uomo non lo trovava bello sentiva il suo fascino e la sua mascolinità.
Si incontravano la sera a termine del lavoro ed avevano cura di vedersi lontani dallo studio; con il fatto che ero spesso via lei non aveva il limite del rientro a casa, ci sentivamo sempre al cellulare, e andavano anche fuori città. Successe che una sera che ero via si fecero un aperitivo e a seguire una veloce cena in un posto fuori città ; era buio quando tornarono verso casa e di quella sera, in cui forse lei aveva bevuto troppo, ricorda che lui aveva fermato l’auto in una piazzola a fianco della strada ed incuranti delle macchine che passavano si erano baciati e gli aveva fatto un pompino ,cosa che con me o altri prima di me che sapessi non aveva mai fatto in auto. L’agire in un luogo pericoloso dove avrebbero potuto vederla facendo una cosa che non aveva mai fatto in quella situazione la scombussolò per il piacere che sentì in testa.
Mi disse che tornata a casa la chiamai al cellulare e che passata l’euforia si sentisse come una merda per me.
Il mattino dopo si svegliò assalita dall'ansia di come doveva comportarsi con lui e dai sensi di colpa nei miei confronti; decise di non accettare più i suoi inviti.
Il giorno dopo era in ufficio quando lui la chiamò. Era raggiante, le fece mille complimenti; parlava solo lui sommergendola con le parole infine, come fosse scontato, le disse dove e a che ora sarebbe passata a prenderla per pranzo poi chiuse la telefonata senza attendere alcuna risposta. Mia moglie, sorpresa, rimase con il cellulare in mano che lui aveva già chiuso la telefonata.
Ritenne opportuno vederlo per chiudere una volta per tutte la situazione. Si presentò dove indicato e andarono in una trattoria sulle colline dove nessuno di loro fece cenno di cosa fosse successo la sera prima e dove lei , contrariamente a quanto aveva deciso, non gli disse della volontà di non incontrarsi più.. Dopo pranzo, in auto, lui prese per una stradina di campagna fermandosi in uno spazio abbastanza isolato da cui si poteva vedere l’eventuale arrivo di altre auto; in lontananza si vedeva un trattore che lavorava i campi. Lui la baciò e lei non fece resistenza, si sentì come la sera prima in una situazione di perversione. Dopo breve aveva il suo pene in mano mentre lui le aveva infilato la mano sotto la gonna e la stava masturbando.
In quel momento le feci una domanda stupida: come era? Al momento non capì. Mi chiese: cosa vuoi dire? La situazione?
No, è dotato?
Stizzita, disse: non importa come lo avesse era la situazione che mi sconvolgeva non il suo pene. Comunque se ti interessa tu l’hai più grosso, più largo , lui più lungo, molto più lungo. Avevo fatto una domanda veramente stupida.
Dissi: scusa, continua
Mi sentivo accalorata come quando ho tanta voglia di far sesso e tu lo sai; avevo le mutandine bagnate e voglia di sentirmi riempita e deve essersene accorto perché disse: in macchina è troppo scomodo. Uscì dall’auto e venne dalla mia parte aprendo la portiera. Mi aiutò ad uscire e mi fece mettere appoggiata all’auto con le mani sulla capotte. Con lo sguardo spaziavo oltre la capotte e vedevo quel trattore che lavorando il campo seguiva un percorso regolare e pensai che entro pochi minuti sarebbe arrivato vicino noi ed avrebbe potuto vedere cosa facevamo. Al solo pensiero ebbi quasi un orgasmo e rimasi immobile lasciandogli fare quello che voleva. Mi sollevò la gonna e solo scostando le mutandine mi penetrò in figa entrando facilmente favorito da quanto fosse eccitata. Non so se lo fece apposta ma arrivò subito in fondo toccando dove nessuno era mai arrivato . Già mi era bastato sentirlo entrare perché si completasse l’orgasmo già in attesa, quando toccò il fondo ebbi una scossa che arrivò al cervello e quell’orgasmo divenne esplosivo; non ne avevo mai avuto uno così.
La mia forte razionalità mi fece passare in secondo piano in quel momento l’atto, il tradimento , per chiederle: ti è venuto dentro?
Al suo secco si, dissi: aveva il preservativo?
Mi disse che non aveva il preservativo, ma di farla finire di parlare altrimenti non avrebbe avuto il coraggio di dirmi tutto.
Disse: ero ancora sotto l’effetto dell'orgasmo che cambiò qualcosa, lo sentii uscire e poi riappoggiarsi, mi ci volle un po' per capire che stava ponendosi sull’altra entrata. Spinse per entrare nel culo; non ebbi il tempo di fermarlo, di dirgli che non l'avevo mai fatto. Il tuo è più grosso e quando ci abbiamo provato il dolore era troppo per proseguire, ma il suo è più stretto ed ero iper bagnata. Quando spinse entrò come se il suo cazzo fosse fatto apposta per entrarci ed infatti non sentii male solo un leggero fastidio. Avevo il suo cazzo nel culo ed ero in un luogo esposto mi sentii come una puttana e realizzando questo provai la stessa sensazione del pompino della sera prima, cioè di fare qualcosa di nuovo e di perverso.
La sola consapevolezza di averlo nel culo mi fece godere come una porca e godetti ancora quando lo sentii venire nel culo
Mi sentivo diversa; non ero io e non avevo mai goduto così.
Poi mi disse che da lì continuarono a vedersi uno o due volte la settimana.
Ero basito; avevo ascoltato e non mi capacitavo né del tradimento né che avesse avuto anche rapporti anali con lui. Non poteva finire così il nostro colloquio e poi il suo linguaggio: parlava nominando il cazzo, il culo, la figa, parole mai utilizzate precedentemente nemmeno durante le nostre scopate.
Ma il fatto che gli avesse dato il culo mi sconvolse. Mi aveva dato una spiegazione ma faticavo a digerirla
Perché gli hai permesso di metterlo nel culo? Perché con me no?
Avevo provato in tutti quegli anni a convincerla a farlo, lei si era sempre rifiutata manifestando dolore inducendomi ad interrompere l’atto ed ogni volta, sempre più rara, che ci provavo; diceva subito: ho male, ho paura.
Disse: te l’ho già detto, ma se vuoi te lo dico ancora. Il tuo cazzo è molto largo, te l'ho sempre detto, e sento dolore, ma già prima di farlo ho paura e questo non favorisce.
Il suo è fine e poi mi ha preso in un particolare momento e dopo averlo fatto quella volta non ho più avuto nessuna remora a farlo con lui e poi lui impazzisce come te per il mio culo e lo vuole sempre; con te ci abbiamo provato ancora non molto tempo fa ,ricordi?
Mi sembrò di ricordare qualcosa: si è vero.
Lei: non ci siamo riusciti, mi fa troppo male.
Mi sentii incazzato e forse dentro pure un po' invidioso di lui anche se questa sensazione non avrebbe dovuto manifestarsi.
Ero incazzato che lui avesse avuto qualcosa che di diritto era mio: mia moglie. Poi che avesse preso anche il suo culo era un inciso, un di più.
Il culo di mia moglie è fantastico. Le donne ,le amiche, ne erano invidiose e gli amici più “vicini” me ne hanno sempre parlato ancor prima che ci sposassimo dicendo: beato te che stai con una che ha un culo così pensando che io … Io non dicevo che purtroppo non fosse così. Era la mia idea fissa da anni, quante volte ci avevo provato. Sapere che lei non fosse più vergine in culo e che fosse stato un altro mi sconvolgeva. La sua vicinanza, l’ascoltare cosa mi diceva, il pensare a cosa facesse lei con lui , non so perché mi fece eccitare come un maschio che voglia montare la sua femmina .
Era strano, non ero stato il suo primo uomo e mai avevo pensato a cosa e come avesse fatto sesso con gli altri e in quel momento avevo una voglia matta di scoparla.
La baciai e ci togliemmo quelle poche cose che indossavamo, mi sentivo infoiato, niente preliminari volevo infilare il cazzo in lei. La feci girare e guardai quel fantastico culo. Mi sentii come se volessi dimostrare la mia superiorità al suo ex amante; le feci sentire il cazzo, duro come poche volte, tra i glutei.
Lei un po' si divincolò, aveva capito dove volevo andare a parare . Ebbe paura e provò a sottrarsi ma la tenni schiacciata sul materasso e il suo divincolarsi mi arrapò ancor più. Lo puntai e spinsi, entrò un po'; ,forse ce l’avrei fatta finalmente. Lei sembrò lasciarmi fare ed allora spinsi più forte; sbagliai .La mia irruenza la fece gridare di dolore ,si girò su un fianco facendomi uscire dall’ano e mi guardo con occhi lacrimanti
Ero stato un cazzone, preso dalla foia avevo sbagliato tutto; avrebbe potuto essere la volta buona. Lei si era mostrata disponibile ed avrebbe accettato un po’ di dolore ma avevo esagerato. Fossi stato più attento, l’avessi preparata, ma avevo avuto il cervello in tilt.
Scusa le dissi . Lei replicò con un dolce sorriso : proviamo con calma un ‘altra volta e quella volta arrivò tempo dopo.
Quella sera la mia eccitazione era passata e ci mettemmo a dormire. Non stupitevi se ho “accettato” il tradimento, mi sentivo perennemente in colpa con lei, anch’io non sono stato corretto con lei. Sia durante il fidanzamento che dopo il matrimonio ho continuato ad avere relazioni episodiche con altre donne.
Non mi sono mai spiegato il perché avessi questo comportamento, sono certo di amare mia moglie ma quando ho la possibilità di scopare una bella donna non mi tiro indietro; il mio lavoro, gli ambienti che frequento, il fatto che spesso sono lontano da casa favorisce questa mio comportamento che a volte penso possa essere una malattia e se lei fosse, in modo diverso, come me?
Aggiungo un inciso, sono un patito del culo , dei bei femminili culi, con le mie partners ci provo sempre e spesso questa voglia mi viene soddisfatta . A letto con loro ho un modo di fare più cattivo di quello che ho con mia moglie, ma lei l’amo le altre no, è solo il piacere del sesso.
Dopo quella sera riprese la nostra vita e scoprii qualche novità nel letto.
Me ne accorsi la prima volta che facemmo l’amore dopo quella sera. Mia moglie ogni tanto durante l’amore mi succhiava il cazzo, ma lo faceva perché sapeva che mi piaceva e ho sempre pensato che lo facesse più come fosse un dovere e non un piacere ; non lo faceva con passione come provato con altre donne e non mi aveva mai permesso di venirle in bocca. Quella sera stavamo facendo l’amore da un po', lei era alla pecorina e la stavo facendo girare per metterla in un’altra posizione quando mi anticipò, si piegò sul mio pene lo prese in bocca e le labbra e la sua lingua mi portarono velocemente all’orgasmo che era già prossimo. Sapendo quanto non le piacesse farmi pompini e pensando che lo facesse solo per farmi contento sentendosi ancora in colpa volevo evitarle il disgusto che le avrebbe provocato il mio sperma in bocca e le dissi : Mo , la chiamavo così quando eravamo in intimità, sto per venire e cercai con le mani di allontanarla dal mio cazzo, ma lei spinse in giù la testa prendendone in bocca quanto mai aveva fatto. Ripetei: sto per venire, attenta, ma lei non prestò attenzione alle mie parole, anzi con la mano preso la base del cazzo e mi segò velocemente. La sua bocca e la mano in pochi attimi mi portarono all’orgasmo; non feci altra resistenza e venni per la prima volta nella sua bocca
Il seme accumulato da giorni di astinenza le riempì la bocca e pur sotto l’influsso del piacere mi resi conto che non aveva nemmeno dopo l’eiaculazione tolto la bocca; continuava a tenere il cazzo in bocca. Fui sorpreso quando sollevato il capo mi sorrise; era evidente che avesse ingoiato tutto.
Ne ero felice, ma passato l’oblio ne fui sorpreso e dovetti fare una faccia strana perché lei mi chiese: che c'è? Qualcosa non va?
Inconsciamente si era portata le dita alla bocca e si puliva dei residui intorno e sulle labbra.
Io infatti la stavo guardando con occhi sgranati, come si guarda qualcosa che non si è mai visto prima e ci fosse un motivo strano.
La mia mente era corsa a lei e al suo amante. Era stato lui che…?
Mi hai fatto venire in bocca ed hai inghiottito tutto le dissi cercando di mostrarmi piacevolmente sorpreso.
Si rispose lei; non ti è piaciuto? Sapevo quanto lo volessi.
Non l'avevi mai fatto le dissi e mi sfuggì: lo facevi con lui vero?
Abbassò lo sguardo e si alzò dal letto andando in bagno. Era stata la sua risposta, per me una conferma. Non tornai sull’argomento e lei forse si sentì più libera di mostrarsi a letto come più le piacesse senza pensare a quanto avrei potuto pensare io.
A letto era cambiata, era come se fino a prima si controllasse ed ora in momenti di grande eccitazione il controllo venisse a cadere ed agisse liberamente.
Non le feci più notare queste “diversità”.
Fece alcune volte cose mai fatte con me: oltre a farsi venire in bocca mi leccava le palle e successe che mi infilasse un dito nel culo mentre mi spompinava. Io non dissi più nulla e mi godevo le novità anche se il mio “cervello lavorava”.
Finalmente riuscii a penetrarle il culo. A differenze delle volte non mi feci sommergere dalla foia. Sapendo che già l’aveva preso più volte e che l’ostacolo fosse la mia larghezza usai un lubrificante e le lavorai molto l’ano con le dita allargandolo più di quanto naturalmente si apriva. Ebbi comunque bisogno della sua collaborazione quando entrai la prima volta.
L’ano si dilatò ma sentii la costrizione e mi fermai chiedendole se le facesse male. Disse un po', ma vai avanti. La vidi che si mordeva le labbra
Spingevo lentamente e mi fermavo ad ogni spinta guadagnavo qualche millimetro. Finalmente stavo inculando mia moglie
Proseguii così per qualche minuto; ero entrato per quanto possibile in lei e mi sembrò che si fosse abituata alla presenza del mio pene.
Scattò qualcosa nella mia testa, la rabbia accumulata per il suo amante salì a galla, stavo possedendo il culo di mia moglie e fu come se mi sentissi in competizione con lui. Volevo confermare , stupidamente, la mia superiorità e volevo che mia moglie sentisse il mio cazzo nel culo come con lui non avrebbe mai potuto e sbroccai: ti piace il mio cazzo nel culo? Le usci un si che mi gratificò , tanto da farmi dire : ti piace più come ti inculo io o come faceva lui?
Non rispose come mi aspettavo, disse: è diverso.
Mi sentii incuriosito, diverso ? Cosa vuol dire ? Si metteva in un altro modo?
No e che tu mi riempi di più fino a sentire male con lui no .Stavo avendo l’effetto opposto di quanto sperato ma non mi controllai, stavo sfogando il mio rancore nel suo culo.
La inculai con spinte cattive e veloci fregandomene dei suoi lamenti e mi fermai solo quando la riempi del mio seme.
Poi mi stesi al suo fianco; lei era boccheggiante di dolore. La strinsi a me dicendole: scusa, non so cosa mi sia successo.
Mi disse : non importa, è tutto a posto ; le volte dopo andò molto meglio, non mi comportai da bestia e piacque anche a lei.
Mi accorsi che ero curioso, forse in eccesso , di quello che aveva fatto con lui e approfittavo del letto e dell’atmosfera della notte che favoriva certi intimi argomenti per farle domande che altrimenti non avrei mai fatto .
Era una situazione molto difficile e strana perché chiedevo in parte per capire il perché mi avesse tradito e allo stesso tempo chiedevo per soddisfare qualcosa che non riuscivo a comprendere.
Scoprii che scopavano in auto, nell’ ufficio di lui, in hotel ,a volte dove capitava, mai a casa sua.
Le chiesi chi sapesse della loro relazione. Mi disse che per quanto sapesse ne erano a conoscenza un suo amico e forse la sua segretaria, e come parlasse a se stessa: mi vedeva arrivare quasi sempre alla fine del suo orario lavorativo e mi lasciava solo con lui e poi poteva aver sentito le nostre telefonate.
Non mi disse nulla dell’amico , del come sapesse della loro relazione e mi chiesi come lei sapesse che lui sapeva ; mi parve strano.
Pensai a lungo a questo e mi riservai di tornare sull’argomento in un diverso momento.
Una notte che rimuginavo nel letto mi venne un flash ragionando che il loro rapporto si fondava dall’essere diversi dalla normalità e che tale… e se avessero fatto sesso con un terzo, con l’amico? Questo avrebbe spiegato del perché lui fosse al corrente e che lei sapesse.
Quando durante una bella scopata, sotto godimento, le chiesi se avesse fatto sesso con altri che non fosse lui fu troppo titubante nel dirmi no. La conoscevo, ogni qualvolta rimanesse in silenzio o fosse titubante c’era qualcosa che non voleva dire o il contrario di quanto diceva.
Insistetti tanto da farla cedere, mi raccontò ad occhi aperti come rivedesse quei momenti
Una volta che ero andata nel suo ufficio e la segretaria era già andata mi aprì lui e andammo nell’ ufficio, con sorpresa vidi che c’era un altro. Disse che era un suo amico e dovevano parlare d’affari. Mentre parlavano l’amico mi guardava in modo strano e mi chiesi se sapesse di noi
Parlarono di affari per un po’ poi lui si rivolse a me e direttamente come parlasse di cosa mangiare quella sera mi disse: Claudio è un mio amico di lunga data, riservato e porco come noi ,perché non gli fai un pompino?
Mi sentii morire; ero andata li per scopare e ne avevo una grande voglia ed adesso mi proponeva un rapporto con un terzo.
Aspettando che terminassero di parlare pensavo già al suo cazzo e ero già pronta e bagnata e quando mi disse di fare il pompino all’amico mentre da una parte ero imbarazzata dall’altra una insana voglia mi pervase.
Vista la mia indecisione mi esortò: dai rimane tra noi e ti piacerà ; anzi, perché non lo fai a tutti e due?
Si alzò, aveva capito che stavo cedendo; sapeva quanto fossi eccitata.
Di coinvolgere un terzo nei nostri rapporti me ne aveva già parlato e lo faceva mentre il suo pene mi entrava in fondo ed io godendo mi immaginavo il cazzo di un altro nell’altro buco o in bocca e gli dicevo di sì e godevo ancor più, ma pensavo fosse solo una fantasia
Sentivo un caldo tremendo, quella fantasia si stava verificando e ho capito di essere troppo eccitata per tirarmi indietro. L’ho guardato e poi ho guardato l’amico che intanto si era messo a gambe aperte rivolte a me con le mani dietro la testa e mi guardava come mi aspettasse.
Lui mi è passato davanti , ha preso una sedia ponendola di fianco all’amico e si è seduto . Tutti e due, come fossero d’accordo, hanno calato i pantaloni e portato il cazzo allo scoperto si segavano guardandomi.. Non so cosa mi successe, mi ritrovai in ginocchio che succhiavo il pene di uno mentre segavo l’altro. Stavo avendo un rapporto con due cazzi. Ero felice di quello che facevo e godevo senza essere nemmeno toccata solo giocando con i loro uccelli,
Fini così, con un pompino, le chiesi?
No, lui ,( era il suo amante), si è portato dietro me e mi ha fatto alzare il culo. Tenevo in bocca il cazzo dell’amico mentre sentii sollevarmi la gonna sulla schiena. Tra le gambe ero fradicia, eccitatissima. Mi prese così e mi scopò facendomi avere il mio primo vero orgasmo poi fecero scambio di posto , uno seduto l’altro in piedi e viceversa , mi scoparono così per un bel po’ ed ebbi più orgasmi .
Ti fecero il culo tutti e due?
Si.
Come ti sentivi?
Mi sentivo dominata, umiliata, mi sentivo una donna oggetto con i suoi buchi che venivano usati , ma nel contempo stavo benissimo. Provavo un grande godimento ,forte e strano, ma che non riesco a descrivere
Come fini allora?
Ho vergogna a dirlo.
Dillo, tanto ormai
Il suo amico gli ha chiesto se potevano fare quella cosa, io non capii ma tra loro c’era intesa perché lui rispose: va bene, ma solo perché sei tu.
L’amico rimase seduto sulla sedia , io ero seduta dandogli le spalle, e me lo teneva nel culo; lui me l’ha messo davanti. Sono venuti cosi dentro, uno davanti ed uno di dietro .
E tu?
Io ero venuta così tante volte che mi sembrava di avere un continuo orgasmo.
Poi mi sentii come la peggiore delle troie. L’amico se ne andò ed anche io tornai subito a casa; tu non c’eri.
E’ successo altre volte?
Mai , ti giuro.
Le credetti, ma mi sorse spontanea una domanda. Ma se ti viene dentro...tu non prendi la pillola.
Non lo sai ma dopo poco che il rapporto con lui era cominciato avevo iniziato a prenderla.
Senza dirmi nulla? ( certo, come me lo avrebbe motivato)
Il silenzio come risposta.
Avevo capito che il sesso fuori dal matrimonio; quello fatto con uno che non fosse io le dava un pacere superiore perché si sentiva libera di dare sfogo ai suoi desideri nascosti, ma facevo fatica a capire se fosse solo un fatto di sesso od altro. Perché non poteva fare le stesse cose con me in luoghi strani o in modo diverso anche con la presenza di altri ? Perché non me l’aveva chiesto prima di farsi l’amante e nemmeno dopo?
Indagai su questo aspetto. Non pensate fossero interrogatori i mie; ogni tanto con il passare dei giorni e delle notti facevo cadere le giuste domande e forse lei aspettava solo questo per confessarmi il suo altro io .
Una notte le chiesi come si sentisse quando era con lui
Provo a raccontare quello che mi ha detto.
Quando sono con lui sapendo che sono con un altro che non è mio marito mi sento una donna diversa di cui dopo mi vergogno ma nel durante mi piace.
Non è solo il sesso. Il sesso, il suo cazzo è solo la conclusione di quello che ho detto.
Quando siamo in giro e lui mi tiene sottobraccio, oppure poiché è un porco e lo sa che mi piace e mi mette una mano sul culo, so che sto facendo una cosa contraria alla morale; sei tu mio marito non lui e questo, questo essere scorretta e accettare mi fa eccitare.
Quando entriamo in un motel dove affittiamo una camera ad ore godo forse più del sesso che dobbiamo ancora fare.
Il mio piacere arriva da quando dobbiamo fornire la nostra carta d ‘identità e vedo che il receptionist la guarda e si rende conto che il mio indirizzo è diverso dal suo e che siamo una coppia clandestina; due amanti, che vanno li solo per scopare e non per riposare.
Lo so che in quei posti è spesso cosi e che per lui è usuale vedere coppie clandestine come la nostra ma il fatto che lo pensi di noi mi fa eccitare e quell’eccitazione poi la sfogo, dopo sono disposta a fare di tutto
La stessa cosa vale quando vado al suo ufficio; pensare che la segretaria mi guardi da dietro mentre sto entrando da lui e stia pensando che sono una donna sposata, troia, che sta per farsi scopare mi fa lo stesso effetto di quando andiamo nel motel. E poi se penso che non sia andata via e che stia spiando dal buco della serratura o origliando dietro la porta mentre scopiamo beh al solo pensiero godo.
Insomma l’essere per tutti una donna perbene e poi comportarmi da troia ed essere percepita come una troia mi fa impazzire
Si confermava che avesse una doppia personalità.
Per alcuni mesi le cose andarono meglio. Cercai di darle tutto il cazzo che potevo nel modo che pensavo piacesse a lei cercando anche delle situazioni intriganti come piacevano a lei: nei bagni del cinema, in aperta campagna, presso disgustosi motel. L’amavo.
Dopo quei pochi i mesi in cui pensavo che le cose si fossero aggiustate la nostra vita subì un nuovo cambiamento; in realtà cambiò lei e di conseguenza io .
Non appena a letto mi girava le spalle dicendo che era stanca e che aveva sonno e si sottraeva continuamente alle mie avances ; fuori dal letto era sempre più assente e chiusa nei suoi pensieri , mi sembrò d’essere tornato a quel nero precedente periodo.
Ero nuovamente stanco ed irritato dal suo comportamento e purtroppo ne intuivo la causa, ma lei non diceva nulla sino a che non la presi di petto.
Cosa c’è che non va? Non vuoi fare l’amore con me? Sei strana, mi sembra di essere tornati a pochi mesi fa. Vuoi dire cosa hai?
Non lo so rispose lei, è vero mi comporto in un modo che io stessa non capisco e non so il perché . Ho poca voglia di far l’amore, d’altro canto mi manca, non capisco. D’altra parte lo sai anche tu quanto sia importante per me il sesso e come divento irritante e insopportabile se non lo faccio.
Le chiesi: allora perché non lo fai con me? Non rispose.
Mi resi conto che stava avvenendo quello che avevo temuto; dopo una fase in cui era riuscita a sedare i suoi nascosti desideri gli stessi erano tornati in superficie e non riusciva a soddisfarli con me.
Il tradimento di mia moglie mi aveva fatto male ed incazzare ma avevo il desiderio di ricostruire un rapporto.
Non l’avevo messa alla gogna o minacciata, avevo cercato di capire e di comprendere anche i miei errori. Le volevo troppo bene e la mia maggiore preoccupazione era stata quella di capire. Capire i motivi, capire le responsabilità, capire come andare avanti.
Poiché sono un razionale ed ero sempre innamorato di lei mi ero fatto già tante domande cercando poi una soluzione se si fosse verificato ancora il suo problema; in realtà la soluzione l’avevo maturata sin da quando avevo individuato il suo malessere. Era stato facile e poiché mi aspettavo che il suo “malessere “sarebbe nuovamente tornato a galla ne ero preparato; avevo vagliato i pro e i contro dell’unico modo di salvare il nostro matrimonio e mantenere il nostro amore. Ero sempre innamorato di lei.
Era una soluzione assurda, ma sarebbe stato l’ultimo tentativo.


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