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Qualcuno volò sul nido del Cuckold...


di Membro VIP di Annunci69.it HitchCock
06.06.2019    |    1.032    |    5 9.5
"Sapevo da precedenti esperienze che la larghezza e la durezza del mio cazzo erano un tasto dolente per il sesso anale e temevo che nonostante il plug le potessi fare male..."
Il mio corpo di giovane trentenne è sempre stato impregnato dal dono di una sessualità vorace ed incontenibile, un'indole che mi ha sempre garantito l'attenzione di parecchie donne, inconsciamente attratte dalla mia personalità fortemente maschile e dominante, una caratteristica sempre più rara da quando le rivoluzioni culturali del Novecento hanno portato l'Occidente a femminilizzare troppo i propri uomini.

Anche Anita e Jerome, coppia cuckold con lei brasiliana e lui francese, erano rimasti intrigati dalla mia attitudine quando li conobbi in maniera casuale la scorsa estate in un bar di Cap d'Agde, li avevo sentiti dialogare in portoghese ed avendo vissuto anch'io in Brasile compresi subito che non potevo perdere l'occasione ghiotta di attaccare bottone facendo leva sull'effetto sorpresa che mi garantiva poter comunicare nella loro lingua.
Fino a prova contraria se mi ero trovato a 30 anni fluente in 5 lingue non era tanto perchè questo mi garantisse un vantaggio sul piano della carriera lavorativa, di cui non me ne fregava proprio nulla, ma piuttosto perchè avevo velocemente compreso, sin dagli "early days" della mia adolescenza in cui spendevo intere estati al campeggio delle olandesi, che poter parlare diverse lingue era la chiave di volta per poter allargare i miei orizzonti sessuali fuori dai confini nazionali che percepivo sempre più bigotti e soffocanti.

"Oi tudo bem?" fu la banalissima quanto efficace frase d'aggancio. Anita, quarantenne di Bahia dalle prosperose e femminili forme, si voltò di scatto squadrandomi velocemente dalla testa ai piedi e con un sorriso tropicale che solo le donne brasiliane hanno nelle loro corde rispose: "Oi, sim! voce è brasileiro?" mi domandò sorpresa dal fatto che qualcuno l'avesse approcciata nella sua lingua. Spiegai loro che avevo vissuto in Brasile ma che ero italiano e che amavo tantissimo la cultura brasiliana, di cui apprezzavo il calore umano, i tempi lenti, la musica e la carica erotica che si respira nell'aria in quel paese, un'energia sessuale che mi sembrava essersi persa in Europa a causa dell'eccessivamente rapida modernizzazione della società.
La piacevole chiacchierata durò circa mezz'ora ed alla fine ci scambiammo i contatti whatsapp promettendoci di rivederci la sera, in uno dei bar-discoteca del Cap, con l'ovvio intento di approfondire la nostra conoscenza.
Siccome mi trovavo al Cap non in qualità di singolo, ma con un trio FFM spagnolo conosciuto al club Uhomo di Barcellona, purtroppo la sera non riuscimmo ad incrociarci perchè il nostro gruppetto latino era "special guest" ad una festa in una casa affittata da una coppia olandese che aveva invitato altre 6 coppie tutte del Nord Europa e siccome si trattava della mia prima volta in quel fantastico universo parallelo vicino a Montpellier, la mia sete di esperienze nuove era incontenibile e sapevo bene che l'aver salvato il loro numero di telefono non mi avrebbe fatto perdere la preda. Infatti il giorno successivo, al risveglio con le palle scariche dalla sera prima e la testa ancora un po' inebriata dallo champagne, aprendo la chat con loro scoprì a malincuore che oggi viaggiavano verso la Costa Azzura dove i suoceri di Anita avrebbero portato i loro figli per le vacanze. La tristezza per l'occasione mancata fu subito attenuata dalla conclusione del messaggio in cui Anita e Jerome mi scrivevano che comunque sarei dovuto passare da Cannes per rientrare in Italia e che i suoceri erano felici di fare da babysitter dei nipotini. Un chiaro invito a procedere.

Il lunedi pomeriggio salutai i miei amici spagnoli che andavano nella direzione opposta verso Barcellona e con l'eccitazione di un adolescente in preda al testosterone scrissi Cannes su Google Maps e mandai loro un messaggio in portoghese che recitava più o meno cosi: " arriverò a Cannes alle 21, non voglio perdere tempo, ho già prenotato a vostro nome una camera all'hotel Campanile lungo l'autostrada, io vi raggiungo li"

Dopo circa 4 ore di viaggio arrivai a Cannes, lasciai i bagagli in auto per sembrare un turista dell'hotel che aveva già fatto il check-in ed una volta entrato nella hall mi diressi verso la camera 172 che loro mi avevano comunicato in precedenza. Bussai e dopo alcuni istanti la porta si aprì, Anita aveva addosso solo una vestaglia di velluto che lasciava intravedere i suoi grossi capezzoli turgidi, dopo aver chiuso la porta velocemente non fui in grado di resistere e cominciai a succhiarglieli mentre con la mano stringevo la sua bella "bunda" piacevolmente carnosa, Jerome invece aveva già i pantaloni abbassati e con il cellulare in mano mi chiese: "posso riprendere?" "Certo" gli risposi con fare beffardo "almeno cosi quest'inverno rivedendo il video in cui mi sbatto tua mogli ti farà venire il cazzo duro e riuscirai a darle piacere come si merita". Sapevo che potevo permettermi quel gioco mentale, infatti nei dialoghi avuti in precedenza avevo capito che psicologicamente lui era quel tipo di cuckold estremamente sottomesso dalla personalità esuberante e forte della moglie e che entrambi si eccitavano molto in situazioni in cui lui veniva trattato male da un bull aggressivo quel tanto che bastava per farlo sentire umiliato. Anita, sentita quella frase, mi guardò negli occhi e mi prese il cazzo duro in bocca iniziando a succhiarmelo tutto, sollevò le palle con una mano ed inizio a leccarmi il perineo, una zona erogena molto sensibile per il sottoscritto, sembrava quindi che mi conoscesse da secoli ma invece era solo la prima volta, la solita magia delle donne brasiliane in grado di leggere i bisogni ed il piacere dell'uomo con un solo colpo d'occhio.
La presi per i fianchi portandola verso il letto e mentre la baciavo sul collo, sulla bocca e sulle tettone, il cuckold si era seduto sulla poltroncina tenendo lo smartphone con una mano ed il cazzo semiduro con l'altra, allora mi girai verso di lui e malignamente gli chiesi: "Chi ti ha dato il permesso di sederti? devi restare in piedi e venire qui davanti a filmare il mio cazzo che entra per la prima volta nella figa di Anita perchè vogliamo che il ricordo della prima volta sia indelebile". Jerome obbedi e si avvicinò al letto, io lo aspettai e appena il cellulare puntò verso di noi entrai come un coltello nel burro nella vulva gonfia e bagnatissima di Anita, il mio cazzo percepì un'energia fortissima avvolgerlo rendendolo duro al punto di sentirmelo quasi scoppiare dentro di lei. Iniziai a penetrarla ed i suoi gemiti ed imprecazioni in portoghese mi facevano eccitare ancora di più, anche il cuckold percepiva quell'energia nell'aria e notavo che il suo cazzo stava finalmente raggiungendo una dimensione degna, colsi la palla al balzo perchè sotto sotto sono un generoso, e gli dissi ora mettilo in bocca a tua moglie fino a quando lo dico io, lui si avvicinò al viso da porca DOC di Anita che glielo iniziò a succhiare portandolo a sborrare in neanche due minuti. Gli dissi: "Voce vale nada, senta ai", (tu non vali niente, torna a sederti), nell'ascoltare il mio tono dominante Anita con la faccia ancora tutta sborrata si eccitò ancora di più, la girai quindi a pecora spingendole la faccia sul cuscino, prendendola finalmente da dietro vedevo quel suo fantastico culo latino sbattere ritmicamente a mò di Samba sul mio osso pelvico facendomi perdere la testa... Dopo alcuni minuti di penetrazione intensa, lei mi disse lo voglio sentire nel culo, adoro il sesso anale, prendi il dilatatore nella mia borsa, un'azione che delegai ovviamente al cuckold mentre continuavo a stantuffare a pecora la fantastica Anita. Jerome rovistò alcuni istanti nella borsa e mi passò il dilatatore che io senza perdere tempo inseri assieme ad un po' di saliva. Sapevo da precedenti esperienze che la larghezza e la durezza del mio cazzo erano un tasto dolente per il sesso anale e temevo che nonostante il plug le potessi fare male. Capi subito che invece Anita non sembrava preoccuparsi, anzi appena entrai dentro di lei vidi la sua faccia eccitata andare in "overheating", era come impazzita: urlava, si dimenava, mi prendeva con le mani le natiche chiedendo di andare fino in fondo. Ero scioccato, non avevo mai visto prima nessuna godere cosi tanto del sesso anale, la cosa però mi eccitava da matti ed il connubio tra le grida d'eccitazione di Anita e la minor larghezza dello sfintere anale iniziava a porre serie problematiche alla mia resistenza, sentivo il cazzo raggiungere il limite del piacere, quel sottile confine da cui è impossibile tornare indietro e decisi quindi di abbandonarmici, le presi una tetta da dietro e tirandola verso di me assestai ancora una decina di colpi profondi, mentre con l'altra mano provavo a stimolarle il clitoride che nel frattempo era diventato duro quanto il mio cazzo. In quel momento esatto senti quella piacevole sensazione di calore orgasmico prendermi tutto il corpo, stavo per godere e lei era tremendamente eccitata, tirai fuori il cazzo e le dissi velocemente di girarsi perchè volevo sborrarle sulle tette, lei in estasi si voltò appena in tempo per ricevere il mio copioso schizzo che arrivò a lambire i suoi bellissimi capelli scuri e sudati vista la calura estiva.
Jerome, di cui mi ero smesso di importare negli ultimi minuti, aveva ripreso tutto e mi ringraziava per averlo fatto partecipare all'happening.

Saluti Anita con un bacio sulle labbra ed una carezza mentre Jerome con un abbraccio promettendogli che ci saremmo rivisti la prossima volta che sarei andato in viaggio di lavoro a Parigi. Dopo una scopata del genere sapevo già che quella non poteva essere l'ultima volta che ci incontravamo.

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