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Venuto al Capolinea


di Fustone
15.05.2023    |    4.970    |    1 8.8
"Il treno annuncia la prossima fermata dove i ragazzi dovranno scendere, Cristina però mi chiede "tu scendi pure alla prossima?" io rispondo di no e..."
Era il giorno dopo la notte di ferragosto, dovevo prendere un treno per rientrare al mio domicilio, la mia compagna, una ragazza bionda sui 26 anni, alta, magra e con due tette sode come due arance, non voleva lasciarmi andare, usò il metodo più semplice per trattenermi, apri le gambe ed iniziò ad accarezzarsi, mi ero appena rivestito ma avevo ancora qualche minuto prima che il treno partisse, abbassai la sola cerniera e lo tirai fuori, quando entrò lei era già inondata come se lo aspettasse da un sacco di tempo, la penetrai con vigore, mi muovevo con impulso frenetico dato anche dallo scorrere delle lancette e dall'orario dell'ultimo treno disponibile, lo dovetti estrarre senza essere venuto mentre un filamento denso si allungava dalla mia punta della mia cappella alla sua vagina ancora desiderosa. Lo misi a fatica di nuovo tra le mutande la baciai un ultima volta e corsi in stazione con un durello che non accennava minimamente a calmarsi. Salgo sul treno appena in tempo, mi siedo vicino al finestrino con due posti liberi davanti e uno di fianco.

La fermata successiva salgono sul treno un gruppo di adolescenti appena 18-enni, si siedono intorno a me nei posti vuoti, un ragazzino cicciottello di fronte a me, il fighetto del caso nel posto accanto al ragazzino cicciottello attaccata a me una ragazzina con due tette abbondanti un po' pienotta si mette tra due i due sedili e di fianco a lei un altro ragazzetto con il cappuccio della felpa sulla testa, infine una ragazzina si siede sul tipo fighetto con le gambe verso di me, mettendone una sotto il mio polpaccio e una sopra il mi piede , in pratica io avevo una gamba tra i suoi piedi, ed ero ancora eccitato dalla scopata incompleta di prima. Mi cadeva già l'occhio sulle poppe della ragazzetta di fianco, mentre l'altra, quella sul fighetto, mi guardava con sguardo malizioso, mi sono accorto avesse notato il rigonfiamento sotto i miei jeans.

Come dicevo mi cadeva l'occhio sulla ragazza di fianco a me, questa era vestita con delle scarpe da ginnastica basse, una minigonna di jeans e una canotta rosa scollata al punto da far vedere il costume bianco sottostante, a triangolo, largo per contenere i seni, i capezzoli erano palesemente induriti dall'umido delle toppe di acqua di mare e dal sale, si erano formate sulla maglietta due aloni che circondavano quello spettacolo lievemente trasparente, lei aveva capelli neri e ricci, teneva lo sguardo basso sul cellulare, un paio di occhiali da sole neri messi a metà naso e delle labbra carnose.

L'altra invece, aveva solo una maglia lunga rossiccio scuro che arrivava appena sotto il culo, un culo sodo e giovane, sotto uscivano delle belle gambe con cosce piene e dure non muscolose ma abbastanza corpose, non era altissima, i capelli lunghi e castani, selvaggi e sciolti dopo la giornata di mare, un seno piccolo e sodo, aveva palesemente tolto il pezzo di sopra in quanto anche da lei si intravedevano i capezzoli duri, ai piedi portava solo delle infradito.

Ritornando al viaggio i ragazzi iniziano a scherzare, la tipa che stava sopra al fighetto scherzosamente prova scusarsi della caciara fatta dagli amici ripetendomi insistentemente: mi scusi, mi scusi, mi scusi.
Si presentano un po' tutti e lei dice di chiamarsi Cristina, continuando a strusciarmi i piedi sulle gambe e ridendo con il suo insistente sguardo malizioso, ripetendo ancora, mi scusi, ad un certo punto interrompo il suo gioco e dico a Cristina, "ora hai rotto il cazzo" ridendo. Lei esplicitamente me lo guarda e poi ritorna la calma.

Il viaggio prosegue io mi ritrovo a osservare le bombe della tipa vicino a me che rimbalzavano a ogni vibrazione del treno, Cristina prende a limonare col tipo fighetto sulla quale era seduta dando sempre qualche strusciata alle mie gambe con i piedi, intanto la mano del tipo era tra le cosce sode di Cristina ed io stavo ancora in tiro.
Il treno annuncia la prossima fermata dove i ragazzi dovranno scendere, Cristina però mi chiede "tu scendi pure alla prossima?" io rispondo di no e che sarei dovuto scendere al capolinea,
Io: "tu scendi a questa?"
lei mi risponde: " per me è indifferente, tu a quale vuoi che scendo?"
gli dico, "quella che ti viene più vicino a casa",
lei mi risponde: "be allora al capolinea pure io".
I ragazzi scendono, quello che fino a poco fa la limonava mi guarda con aria di complicità, scendono tutti tranne lei, quindi restiamo soli sul treno. Indicando la sua la maglia corta da vedersi il culo ed il costume a perizoma, gli dico "vedi che i sedili qui sono sporchi, si siedono tutti e non vengono puliti, non dovresti mettere qualcosa sotto?"
lei mi dice che non ha nulla da mettere,
allora continuo con "...in caso puoi sederti sulle mie gambe cosi non stai a contatto con i sedili"

Non se lo fa ripetere e si siede subito sopra di me, si muove un po' e sente già che la punta del mio cazzo spingeva tra la sua vagina attraverso i jeans ed il suo costume, pronto a stapparli solo spingendo.
Poggio le mani sulle sue cosce le accarezzo lentamente, fino a raggiungere il costume umido di mare e degli umori della sua vagina, con la punta delle dita sento che in quelle parti è già tutto bagnato, lei scende le sue e incontra le mie poi vanno più giù alla zip dei jeans e lo tira fuori, lo stringe con una mano e gli dai giusto due massaggiate, scosto il costume e la penetro, lei inizia a gemere, godere e bagnarsi, sento la sua vagina accogliente pulsare intorno al mio cazzone duro, la sento venire in un fiume di umori, spingo ancora più in fondo prima di liberarla da quella profonda penetrazione e lei gode più che può, poi lo fa uscire lo mette tra le cosce sempre seduta su di me, bastano pochi movimenti e sborro tra le sue cosce, lei mette le mani e spalma tutto come una crema, si sistema il costume con le dita, parte di sborra va a mischiarsi al costumino bagnato e restando tutta appiccicata si alza, il treno si ferma, rimette le infradito e scende, io mi sistemo velocemente, scendo anche io al capolinea, la rivedo solo fuori dalla stazione salire in una macchina lato passeggiero andare via con una macchia riconoscibilissima di sborra anche sulla maglia proprio sopra la natica destra.

Io prendo il telefono, premo ultima chiamata, invio: " Ciao amore sono arrivato!..."
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