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Dominato dal cazzo: Sottomissione - Parte 1

07.05.2025 |
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""Brava troietta, oggi imparerai a venerare un vero cazzone"..."
Era pieno periodo natalizio. Finalmente dopo tanto tempo ci si ritrova con tutti gli amici al pub del paese. Con alcuni non ci si vedeva da mesi, con altri addirittura da anni. Ma finalmente, complici le vacanze di Natale, siamo riusciti ad organizzare questa gran rimpatriata.E come si può immaginare abbiamo bevuto all'inverosimile tanto da diventare l'anima in quel locale fino (ed oltre) alla chiusura.
Ogni tanto Giulia, la nuova cameriera trans del locale, passava dal tavolo a prendere le ordinazioni e a sfotterci un po' "Qui fate tutti i maschioni, ma poi anche voi, sotto sotto, se vedete un uccello bello grosso, vi inginocchiate!".
Insomma una bella sera all'insegna delle risate.
L'alcool consumato era davvero troppo, e complici le dimensioni non molto grandi del paese, in molti optammo saggiamente per il rientro a piedi.
Passeggiavo, o meglio barcollavo, in direzione di casa quando mi sento chiamare.
"Marco aspetta!"
Un po' sorpreso mi girai e vidi la cameriera del pub qualche passo dietro di me, affrettarsi per raggiungermi.
"Molto responsabile a tornare a piedi, visto che tu ed i tuoi amici ci avete svuotato la cantina" disse ridendo.
Io ricambiai il sorriso e mi soffermai per la prima volta ad osservarla: alta quasi quanto me sui 28-30 anni, corporatura magra ma tonica, seno appena pronunciato, viso ovale molto androgino con una grande bocca e la dentatura che richiamava vagamente quella di un cavallo, naso dritto leggermente aquilino, zigomi pronunciati, sopracciglia folte e lunghi capelli neri ricciolini. Ecco perché nel locale non aveva attirato per nulla la mia attenzione, non rientrava minimamente nei miei canoni estetici.
Mi ritrovai così a condividere un tratto di strada con Giulia, sebbene il mio tasso alcolemico non mi permettesse di fare chissà quali conversazioni impegnate.
La strada attraversava un parchetto, ormai deserto per via della tarda ora. Giulia a un certo punto mi ferma.
"Aspetta mi sono cadute le chiavi, aiutami a cercale"
Con poca lucidità mi misi a cercare le chiavi, inginocchiandomi a terra per cercare sotto la panchina, senza trovarle.
Quando mi girai ciò che vidi mi paralizzò completamente, mandando la mia mente in tilt.
Giulia, senza che me ne accorgessi, mi si era avvicinata calandosi jeans e mutande rimanendo con il suo uccello di fuori.
Ed era un qualcosa di osceno.
Tra le gambe aveva un mostro.
Non avevo mai visto in vita mia niente del genere, nemmeno in un video porno.
Era un bastone di carne, un qualcosa di indescrivibile.
Non era solo la lunghezza ad essere inumana, ma era largo come mai mi sarei immaginato potesse essere un uccello.
Penzoloni tra le sue gambe, dava l'idea di essere incredibilmente pesante con una cappella esageratamente larga. Ma non era solo una questione di dimensioni..
Nonostante fosse moscio, la sua asta era percorsa da due grosse vene in rilievo che partendo dall'inguine si diramavano in una intricata rete venosa bluastra terminante alla fine del prepuzio.
La larga cappella fungina, dal canto suo, disegnava un alto scalino sotto la pelle che a fatica la copriva, demarcando molto chiaramente l'ingombro che occupava.
Era come se un pittore avesse deciso di rappresentare la Virilità disegnando l'uccello più maschile e potente si potesse immaginare.
Ogni aspetto del suo pene era fuori misura, un uccello in tutto e per tutto animalesco.
Rimasi lì, imbambolato come un idiota, a fissare l'uccello mastodontico di Giulia completamente paralizzato, come sotto shock.
Non riuscì a muovermi nemmeno quando la vidi prendersi in mano il cazzo usandolo per darmi un fortissimo schiaffo sulla guancia.
"Oh..!" riuscì solamente a esclamare mentre il suo uccello mi colpiva in viso paralizzandomi ancora di più, mandando la mia mente in un limbo di imbarazzo, vergogna, paura e stupore.
Non riuscivo a capacitarmi di quanto fosse accaduto, di come mi ritrovassi in quella situazione surreale. Eppure un altro schiaffone del suo cazzo sull'altra guancia mi riportò alla realtà.
"Ti piace il mio cazzo vero?" mi disse mentre con una mano mi afferrava i capelli tirandomi la testa indietro.
Io, ancora sotto shock, ero in completa balia della sua aggressività incapace a reagire.
"Senti quanto è grosso" intimò, e con un "ciaf" sordo mi appoggiò arrogante il suo uccello sul viso.
Grosso e pesante, il suo uccello mi copriva completamente il lato destro del volto ed io non riuscí a fare nulla, esclamai solo un "Oddio..." mentre questa sconosciuta mi umiliava.
"Sai che ti piace, sai di essere troia..." mi insultava mentre continuava a schiaffeggiarmi con il suo grosso uccello, facendomi sentire la sua enorme circonferenza direttamente sulla pelle.
"Ah...ba..basta...basta..." provai soltanto a dire sentendomi però senza forze impossibilitato a reagire, impotente.
"Dagli piacere!" mi disse, "Prendilo in mano" mi ordinò togliendomi il suo uccellone dal viso che tornò penzoloni tra le sue gambe.
"Avanti!" mi intimò vista la mia reticenza.
"Io...io...non..posso...io non..." balbettai spaventato, ma un nuovo schiaffone mi azzittì.
Mi prese la mia mano destra e la portò sulla sua asta bloccandomela con la sua e, guidato dalla sua, mi ritrovai il suo enorme uccello in mano.
Era incredibilmente grosso e caldo e a tenerlo in mano mi dava una strana sensazione..come di riempirla, una sensazione completamente diversa da quella che provavo quando mi toccavo il mio..
Ma la cosa peggiore è che mi sentivo in totale soggezione al suo cospetto, tanto da non aver le capacità di reagire un alcun modo, e guidato dalla sua mano andavo su e giù quell'asta incredibilmente possente.
"Guardalo quanto è enorme...Guardalo!" mi comandò dandomi uno schiaffo sul viso. I suoi modi violenti, la sua enorme presenza mi stavano completamente soggiogando col risultato di fare emergere la mia indole remissiva che iniziò lentamente a offuscare la mia razionalità, portandomi a provare un perverso piacere nel sentirmi umiliato.
Obbedii al suo comando forzato dalla sua aggressività ma anche da una punta di curiosità: volevo effettivamente valutare quanto fosse più grande del mio, quanto potesse diventare grosso, provare quell'umiliazione. Alzai lo sguardo e lo posai sul suo uccellone.
Vidi la sua mano guidare la mia indietro lungo la sua asta e la sua spessa pelle srotolarsi svogliatamente, lasciando spazio alla sua larga cappella che spuntó come la testa di un fungo. Era incredibilmente grossa, fuori misura, in completo contrasto con il suo corpo così piccolo seppur tonico.
"Brava, sottomettiti, dai piacere al mio cazzone" continuava ad umiliarmi costringendomi a segarlo.
D'un tratto me lo tolse di mano "Avanti, continua a segarlo tu" mi ordinò.
"No..Non..posso..so..sono spos.." balbettai tentando timidamente di oppormi, ma l'ennesimo schiaffo mi interruppe riportandomi all'obbedienza.
Guardai quell'enorme asta così nodosa e virile, e sottomesso la afferrai di nuovo. La mia mano attorno al suo uccello sembrava incredibilmente piccola facendo risaltare ancora di più la sua mascolinità.
Ripresi timidamente a muovermi sulla sua asta subendo i suoi insulti.
"Brava troietta, oggi imparerai a venerare un vero cazzone".
Tra le sue umiliazioni verbali, il suo costante sottomettermi ed il lento movimento della mia mano, il suo uccello iniziava diventare più duro, gonfiandosi con il mio delicato accarezzarlo. Più lo segavo più diventava grosso e pesante, iniziai ad avere quasi la necessità di prenderlo con due mani.
"È grosso vero?" mi chiese.
Io ovviamente ero troppo imbarazzato per rispondere, così lei incalzò, portando avanti il suo piano di dominazione psicologica.
"Dillo avanti" tuonò con aria minacciosa "Dì quanto è grosso"
"È..è..enorme.." mi sfuggì. Non so come mai non ripetei semplicemente "grosso" come lei mi aveva suggerito. Dissi proprio "enorme", quasi in ammirazione.
Lentamente e inderogabilmente la sua violenza mi stava soggiogando, stava plagiando i miei pensieri. Più venivo umiliato più mi sentivo sottomesso al suo grosso cazzo.
"Ti piace sentirlo così grosso vero? Brava troietta.." ghignava divertita, non perdendo occasione di insultarmi.
Effettivamente era davvero grosso nella mia mano..caldo..potente..stavo iniziando lentamente ad apprezzare quella sua dotazione esagerata..ed uno strano calore tra le gambe mi invase..
Mi soffermai a guardarlo: era davvero incredibilmente grosso. Come faceva ad essere così..virile? Mi iniziai a sentire quasi attratto dal quel membro così massiccio, così grosso, così potente.
Giulia notò il mio crescente abbandono alla sottomissione e fece la sua mossa finale. Con un colpo di bacino spinse verso la mia faccia, portando la sua cappella a sfiorare prepotentemente le mie labbra.
"Adesso succhialo dai" mi disse col suo solito tono arrogante.
Io sgranai gli occhi sorpreso e rimasi bloccato per qualche secondo con la sua cappella sulle mie labbra, quasi incerto sul che fare. Stavo per crollare.
Un momento di lucidità guidata dalla vergogna mi fece indietreggiare con la testa e mollai la presa dal suo uccello "Io..io...io...non...pos..so..." mi trovai a balbettare quasi a giustificarmi.
A quel punto Giulia, con le mani ai fianchi inizió ad ondeggiare col suo bacino. Il suo cazzone già semi eretto iniziò a schiaffeggiarmi il viso sul lato sinistro. Mi colpì una, due, tre volte, ed io rimanevo lì inginocchiato a subire i colpi del suo bastone, pensando solo a come potesse essere così grosso, così pesante, mentre la sua violenza mi seduceva sempre di più.
"Pompalo!"
"Succhialo!"
"Spompinalo!"
Ripeteva senza sosta Giulia mente incessantemente mi prendeva a schiaffi col suo uccello.
Io ero in completa balia del suo cazzo, incassando i suoi schiaffi. Sentivo quel bastone di carne bollente schiantarsi sulle mie guance, pesante e potente, affermando la sua supremazia.
Qualcosa dentro di me si spezzò.
Iniziai a gemere mentre inclinavo la testa assecondando il suo dominarmi in questo violento gioco di seduzione.
"Oh...oh....oh....ohhhhh...ohhhhh...ohhhhh" gemevo sempre più sottomesso, sempre più eccitato. La sua potente virilità mi aveva completamente soggiogato.
Iniziai ad alternare i miei gemiti a pesanti respiri affannati, come se avessi corso una maratona, in preda all'eccitazione sessuale.
I suoi schiaffi erano sempre più lenti, in modo che il suo cazzone dopo ogni schiaffo mi si strofinasse lento e pesante sul viso fino quasi alle labbra.
"Pe.. perché..è così...grosso..?" mi scappò ad alta voce questo pensiero, quasi un gemito, indice che ormai il suo violentarmi psicologicamente mi aveva finalmente reso suo schiavo.
Giulia posò la sua mano sinistra salda sulla mia nuca, bloccandomi il viso in posizione frontale rispetto al suo inguine. Con l'altra mano si assicurò che il suo cazzo fosse verticale schiacciato contro la mia guancia sinistra, ed iniziò a spingere col bacino su e giù, masturbando la sua asta direttamente sul mio viso, scopandomi la faccia.
"Oddio...ah..." gemetti quasi di piacere. "Ohhhh...Quanto è grosso...quanto è grosso.." ripetevo con gli occhi chiusi mentre la sua mascolinità mi sovrastava.
Tenendo bloccata la mia testa, Giulia prese in mano il suo cazzo e mi diede uno schiaffo prima sulle labbra, poi sulla guancia, poi sull'occhio. Poi lo strofinò sul mio viso passando dalla guancia sinistra a quella destra, accarezzandomi. Passivamente le mie labbra eccitate si muovevano delicate sotto lo strofinarsi del suo cazzo, come se volessero prenderlo, baciarlo, ma come se non avessero ancora trovato il coraggio di farlo. Sentivo su di me direttamente sul mio viso tutto il suo peso e la sua potenza, e mi eccitai incredibilmente .
Grosso e potente sentivo che il suo cazzo aveva voglia di me, che gli dessi piacere, che lo facessi godere.
"Ohh....ahhhhh.....oh..si..." Gemevo da troia completamente dominata.
Con il palmo della mano schiacciò la sua asta di nuovo sul mio volto e lo riprese a scopare muovendo il bacino finché non si staccò.
La sua cappella scendendo lentamente mi accarezzò la fronte poi giù in parte lungo il naso per poi cadere sulla guancia e scivolare giù passando da sopra le mie labbra rimanendo mezzo eretto penzoloni tra le sue gambe davanti a me. Io lo fissai con uno sguardo diverso, pieno di desiderio: uno sguardo da troia.
"Succhialo, ora!" mi disse languida ma perentoria.
Il mio sguardo voglioso si soffermò sulla sua grossa cappella, la sua larga asta, le sue vene gonfie, guardai e desiderai quella virilità, farla godere e sentirmi sua.
Avvicinai il mio viso verso il suo inguine respirando a fatica ormai perdutamente eccitato e desideroso di perversione. Desideroso di dargli piacere.
Mi liberai finalmente di tutti i miei freni inibitori e mia abbandonai a questo piacere omosessuale.
Diedi un bacio alla base dell'asta di quell'enorme uccello.
"È enorme..." sospirai.
Poi un altro bacio sulla sua larga virilità, sentendo sotto le mie labbra lo spessore delle sue vene.
"È incredibile..." gemetti.
E un altro ancora fino e un altro lungo la sua asta fino a dargli un ultimo voglioso bacio sulla cappella.
"È stupendo.." lo venerai.
Afferrai la sua asta con entrambe le mani, la sollevai verso il mio viso, sgranai gli occhi e mi piegai verso quel cazzone.
Posai la mia bocca sulla sua larga cappella, rimasi così per qualche secondo, assaporando l'eccitazione di quel gesto, pregustando quello che sarebbe accaduto finché finalmente le mie labbra non si schiusero accogliendo il cazzo per la prima volta dentro di me.
Questa fu la prima volta che presi un cazzo tra le mie labbra.
Questo fu l'inizio della mia nuova vita, una vita dedicata all'adorazione del cazzo.
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