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Marco e Lara una nuova scoperta


14.04.2025 |
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"Marco la seguì, quasi in trance, attraverso il locale e verso una stanza privata al piano di sopra..."
Il locale era un’oasi di eleganza nel cuore della città, un luogo dove il tempo sembrava rallentare per lasciare spazio a conversazioni sussurrate e sguardi complici. Le luci soffuse, i candelabri di cristallo e il profumo di legno antico creavano un’atmosfera che invitava all’intimità. Marco, con i suoi 32 anni, i capelli castani spettinati e gli occhi verdi che sembravano catturare ogni dettaglio, era seduto a un tavolo d’angolo, la sua macchina fotografica appoggiata accanto a un bicchiere di vino rosso. Era un fotografo, un osservatore per natura, e quella sera era lì per staccare la spina, per lasciarsi trasportare dalla bellezza del momento.Fu allora che il suo sguardo incrociò il suo. Lei era lì, in piedi vicino al bancone, un’apparizione in un abito bianco che cadeva perfettamente sul suo corpo slanciato, i suoi capelli lunghi e scuri incorniciavano un viso delicato, e i suoi occhi scuri brillavano di una malizia sottile. Marco la notò subito, era una donna affascinante. La sua voce, quando parlò con il barista, era dolce e femminile, e Marco non poté fare a meno di sentirsi attratto da quella presenza magnetica.
I loro sguardi si incontrarono per un attimo, e lei sorrise, un sorriso che sembrava promettere qualcosa di più di una semplice serata. Marco distolse lo sguardo, sentendosi improvvisamente timido, ma quando alzò di nuovo gli occhi, lei stava già attraversando la stanza, muovendosi con una grazia che lo lasciò senza fiato. Lei si fermò accanto al suo tavolo, aveva un profumo floreale che invadeva i sensi di Marco.
“Ciao, mi chiamo Lara, posso unirmi a te?” chiese Lara, la sua voce calda e suadente.
Marco annuì, incapace di trovare le parole. Lei si sedette, incrociando le gambe in modo che il suo piede nudo sfiorasse la sua caviglia. Marco sentì un brivido percorrergli la schiena, ma lo attribuì al vino e all’atmosfera del locale.
La conversazione iniziò in modo innocuo, parlarono di arte, di fotografia, di viaggi. Lara era estroversa, sapeva come tenere alta l’attenzione, e Marco si trovò a ridere delle sue battute, a sentirsi a suo agio in modo insolito per la sua natura introversa. Ma c’era qualcosa di più, un’energia sottile che cresceva tra loro, alimentata dai suoi sguardi intensi e dai suoi gesti deliberati.
A un certo punto, mentre Marco parlava di un suo recente viaggio, Lara iniziò a fare piedino con lui, il suo piede scivolando lungo la sua gamba, sfiorando la sua pelle attraverso il tessuto dei pantaloni. Marco si interruppe, sorpreso, ma lei sorrise come se nulla fosse, continuando a guardarlo con quegli occhi profondi.
“Mi piace il modo in cui parli,” mormorò lei, la sua voce bassa e seducente. “Sei così... appassionato.”
Marco deglutì, sentendo il calore salire lungo il collo. Non era abituato a quel tipo di attenzioni, soprattutto da una donna così affascinante. “Grazie,” rispose, la sua voce appena udibile.
La serata proseguì, e i loro corpi si avvicinarono sempre di più. Lara era una maestra nel gioco della seduzione, e Marco si trovò a cedere, attratto da quella forza che sembrava trascenderlo. Quando lei si sporse in avanti, il suo respiro caldo sul suo orecchio, Marco sentì il cuore accelerare.
“Vieni con me,” sussurrò lei, la sua voce un invito irresistibile.
Marco la seguì, quasi in trance, attraverso il locale e verso una stanza privata al piano di sopra. La stanza era piccola, con un divano di velluto e tende pesanti che filtravano la luce. Lara si voltò verso di lui, il suo sorriso malizioso illuminando il suo viso.
“Marco,” disse, “voglio mostrarti qualcosa.”
Prima che lui potesse rispondere, lei iniziò a spogliarsi, lentamente, con una grazia che lo lasciò senza fiato. L’abito bianco scivolò a terra, rivelando un corpo perfetto, la pelle liscia e i seni pieni che sembravano sfidare la gravità. Ma quando il suo sguardo scese più in basso, Marco sentì il sangue gelarsi nelle vene.
Lì, tra le sue gambe, c’era un cazzo, eretto e pulsante, che sfidava ogni sua aspettativa. Lara lo guardò, il suo sorriso ora un po’ nervoso, ma anche provocatorio.
“Sorpreso?” chiese, la sua voce ancora femminile, ma con un tono che tradiva una punta di ansia.
Marco indietreggiò, il suo cervello che cercava di elaborare quella rivelazione. “Io... non sapevo,” balbettò, sentendosi improvvisamente confuso e imbarazzato.
Lara si avvicinò, posando una mano sul suo petto. “Non importa,” mormorò. “Quello che importa è quello che provi ora.”
Marco la guardò, i suoi occhi verdi che si scontrarono con i suoi scuri. C’era qualcosa in lei, una forza, una sincerità che lo disarmante. Lentamente, la sua riluttanza iniziò a sciogliersi, sostituita da una curiosità che non poteva ignorare.
“Prendilo in mano,” disse lei, la sua voce un comando dolce.
Marco esitò, ma poi obbedì, le sue dita che avvolsero il suo membro caldo e duro. Sentì un brivido di eccitazione percorrergli la schiena, qualcosa che non aveva mai provato prima. Lara gemette piano, incoraggiandolo con il suo sguardo.
“Baciami,” sussurrò lei, avvicinandosi a lui.
Marco la baciò, le sue labbra che si posarono sulle sue, e in quel momento ogni dubbio svanì. C’era una connessione, una chimica che andava oltre il genere, oltre le aspettative. Lara guidava la sua mano e con i fianchi accompagnava il movimento gemendo.
Poi quando Marco sembrò autonomo lei stacco la mano e dopo aver sbottonato i pantaloni del ragazzo immerse la mano nelle sue mutande.
Marco la lasciò condurre, pronto a esplorare quella nuova dimensione del piacere.
Lei gli calò i pantaloni e le mutande fino alle caviglie e lo spinse su un divanetto, si posizionò tra le sue gambe e lo prese in bocca.
Il desiderio di Marco superava ogni esitazione. Lara sorrise, e scese ancora con la lingua, fino al suo buchetto ed inizio a leccarlo.
Marco la lasciò fare, scoprendo che la cosa era molto piacevole, continuò finchè il corpo del ragazzo non si distese, solo allora Lara torno a prendere in bocca il suo cazzo mentre spingeva un dito dentro Marco che impazzi, buttò la testa all’indietro ed emise un gemito, Lara attese fino a che il corpo di Marco non si adattò a quella nuova sensazione,
“Ti piace, vero?” sussurrò lei,
Marco non rispose, ma il suo corpo parlava per lui, i suoi muscoli che si contraevano, il suo piacere che cresceva con ogni spinta della mano di Lara che intanto lo guardava, i suoi occhi pieni di desiderio e ammirazione, e Marco si sentì libero, come se avesse scoperto una parte di sé che non sapeva di avere.
Poche spinte e Marco esplose nella bocca di Lara.
Quando finalmente si riprese, Marco la guardò, il suo cuore pieno di gratitudine. “Grazie,” sussurrò, la sua voce rauca.
Lara sorrise, posando una mano sul suo viso. “Grazie a te,” rispose. “Per avermi permesso di mostrarti chi sono.”
In quel momento, Marco capì che quel momento non era solo un attimo di passione, ma un attimo di connessione, di accettazione, di amore. E mentre tornavano nella sala del ristorante Marco sapeva che nulla sarebbe stato più come prima.
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