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L'inizio del processo


di Sashadev
15.07.2023    |    8.873    |    10 9.0
"Sasha, ancora all’oscuro di chi aveva davanti, emise i primi gemiti di piacere misti a dolore, bloccati parzialmente dalla presenza del ring gag, la saliva..."
Arrivava quindi l’ennesimo week end di Marzo a Milano, il cielo coperto di nuvole che da un momento all’altro avrebbero fatto scendere giù la pioggia, fuori l’aria ferma quasi come se il tempo si fosse fermato aspettando il temporale. Matteo dopo una lunga settimana di lavoro si era svegliato con calma, recuperando un po’ di ore di sonno dalle settimane precedenti che, vuoi per impegni lavorativi, vuoi per le uscite con gli amici, lo avevano lasciato particolarmente esausto. La sera prima si era addormentato alle 22.30 e non si ricordava quasi cosa aveva fatto dopo cena. Il sonno era stato però ristoratore, sapendo che tutto il week-end sarebbe stato solo, tutti gli amici fuggiti da Milano per tornare nelle proprie case, dalle proprie famiglie. Matteo poteva quindi godersi il suo piccolo ma accogliente monolocale, vedersi un film, ascoltare un po’ di musica e, se il tempo fosse migliorato, magari uscire un po’ per comprare qualcosa al supermercato. Ma soprattutto Matteo poteva sfruttare quel tempo per recuperare i suoi fabbisogni sessuali. Non era un gran periodo con le ragazze. Matteo è un bel ragazzo, alto 1 metro e 85, sui 78 Kili, non muscoloso ma con un fisico che potremmo definire atletico, poco peloso. Occhi azzurri, capelli biondi, la barba non folta sul viso che sicuramente incorniciava bene la parte bassa del viso. Aveva sempre avuto modo di trovare una ragazza per poter uscire un po’ e divertirsi a letto ma quel periodo, impegnato dal lavoro, non aveva proprio avuto il modo e le forze di impegnarsi nella cosa e veniva quindi da più di una settimana di astinenza. La carica sessuale era veramente molto alta e già i sogni del dormi veglia di quel Sabato mattina erano stati ricchi di ragazze e scene sporche. Nel programma della mattina ci sarebbe stata quindi almeno una sessione di porno, sex chat e almeno una sega per potersi poi concentrare meglio sugli eventuali lavori al PC che si era dato da finire entro la mattinata per poi potersi godere il resto del tempo. Fatta colazione Matteo non perse tempo e accese subito il suo PC per connettersi ai suoi siti preferiti.
Matteo è un ragazzo fondamentalmente eterosessuale. È sempre stato con donne, per strada si girava guardando le donne. Aveva anche sempre avuto un animo alquanto sottomesso, sperando di trovare delle donne che non solo gli tenessero testa ma che, soprattutto a letto, lo avessero in pugno. Quando veniva però da periodi così lunghi di astinenza, la sua carica sessuale era così alta da renderlo molto più aperto a qualsiasi forma di piacere e pensiero perverso. Iniziava quindi ad interessarsi ed ad eccitarsi anche per tante altre cose, dal fetish, in particolare per i piedi, al BDSM, alle travestite. Aveva anche avuto modo, tramite chat online, di incontrarsi ed avere un rapporto attivo con una trav ed era rimasto sorpreso dalla loro voglia di cazzo, dalla loro passione per il cazzo e dal piacere che evidentemente provavano nel prenderlo nel culo. Era rimasto così incuriosito da voler provare anche lui a giocare con il proprio ano. Aveva quindi iniziato a giocare con il proprio buco con le dita, poi con oggetti trovati in casa tra cui alcuni vegetali, per poi iniziare a comprarsi vari sex toys tra plug, dildi e vibratori. Era stata una vera e propria escalation e a Matteo piaceva giocare con il proprio culo, per quanto alla fine veniva sempre tramite la classica masturbazione. Ma quel mondo lo eccitava e, ad intervalli di tempo, tendeva sempre a tornarci e, non solo, ad andare progressivamente sempre più avanti. Aveva iniziato a giocare con i propri capezzoli, comprando dei giochi anche per loro. Aveva comprato una cintura di castità, imparando la bellezza nella frustrazione di essere super eccitato ma di non poter fare nulla per poter raggiungere l’orgasmo. Aveva iniziato a comprare in maniera progressiva sempre più vestiti femminili, dalle mutandine, alle calze, ai reggiseni e qualche vestitino. Aveva comprato la parrucca e, per quanto non fosse mai riuscito a depilarsi in maniera completa, aveva iniziato a rasarsi quasi completamente il corpo ad eccezione delle gambe. Tutte queste cose le aveva imparate tramite il fantastico mondo dell’internet, tramite i numerosi blog, i forum e le chat riguardanti il mondo del crossdressing e delle sissy. Aveva poi conosciuto i siti pieni di video di ipnotizzazione, che non facevano che accrescere la sua voglia di vestirsi, di giocare con il proprio culo e piano piano creavano in lui l’idea di provare un cazzo. Di provare ad assaggiarlo con la propria bocca, di sentirlo crescere dentro la propria bocca ma anche di provare la sensazione di averlo dentro al posto dei suoi toys di plastica. Ogni tanto si esercitava a giocarci con la bocca, ad esercitarsi per diventare bravo, ma sapeva che era diverso rispetto ad un cazzo vero. Sapeva anche che, probabilmente, quelle sarebbero sempre rimaste fantasie. Matteo infatti impazziva per quel mondo, lo eccitava da morire, ma non era mai riuscito a fare alcune cose come depilarsi le gambe, depilarsi il volto o avere un incontro con un uomo. Il primo problema era infatti che una volta venuto, tutta quell’eccitazione scompariva. Anzi, Matteo si sentiva anche un po’ in colpa e quasi schifato per quel che aveva fatto, pur non avendo fatto niente di male. L’altro problema è che, effettivamente, a Matteo piaceva l’idea di provare un cazzo ma non gli piacevano gli uomini. Di questo era convinto ed era effettivamente una situazione complessa, sia nella sua testa, sia per poter realizzare queste sue fantasie. Ad un certo punto era quindi entrato in una fase di stallo nella sua crescita da questo punto di vista. Si era iniziato ad iscrivere in alcuni siti di incontri, molto conosciuti, dove aveva creato un proprio account con la sua controparte femminile “Sasha” postando delle foto accattivanti. A Matteo, o meglio a Sasha, piaceva che vedessero le sue foto, che si eccitassero per lei, che magari sborrassero anche per lei. Piacere che la contattassero scrivendole di potersi vedere. Il più delle volte però o restavano delle semplici chat sconclusionate o Sasha spiegava la situazione, della mancata depilazione, della barba etc e gli uomini, che cercavano una vera donna, preferivano chiudere li la conversazione, prospettando un eventuale incontro in futuro se Sasha fosse riuscita a superare i suoi blocchi perché in realtà era una per cui ne valeva la pena. Effettivamente Sasha era una bella ragazza, con un bel fisico, la pelle liscia, un culetto accattivante e un buon gusto per i vestiti. E, almeno sulla carta, sembrava essere una gran troia. Ma, come ben sappiamo, tra il dire e il fare….
Quella mattina Matteo indossò quindi i suoi vestiti preferiti dopo esserci fatto la routinaria doccia anale: un paio di mutandine nere a brasiliana, le sue calze autoreggenti che arrivavano fino alla coscia nascondendo quasi completamente la peluria delle gambe, un paio di calzini argentati e sbrulluccicanti con un fiocco posteriore, un reggicalze in pizzo, il reggiseno nero anch’esso pizzato, la parrucca a caschetto argentata e, infine, un vestitino leggero in lino che gli arrivava a livello coscia, poco sotto il limite delle calze, con una fantasia leopardata. Con indosso quei vestiti si sentiva una vera troia. Gli piaceva da impazzire la sensazione di quei tessuti, dal lino del vestito un po’ aderente al nylon delle calze, che toccavano la sua pelle e già solo indossarli era sufficiente per provocargli una bella erezione. Erezione che però sarebbe stata bloccata quasi sul nascere perché Matteo inizialmente indossava sempre la sua cintura di castità per evitare di toccarsi il membro che una donna non dovrebbe avere. Metteva, invece, sempre un piccolo plug rosa per iniziare così da far rilassare e adattare il proprio buco, pronto per i più impegnativi giochi successivi. Ora poteva iniziare la sua routine che prevedeva la lettura di storie piccanti, la visione di video ipnotici e di video porno e infine di stare un po’ sui siti di incontri.
Come di consueto si collegò al suo sito preferito, Annunci69, fece il login con il suo account. Controllò che il suo profilo fosse a posto e iniziò a guardare un po’ i vari profili delle trav e degli uomini collegati. La sua descrizione nel sito recitava così:
“Sissy crossdresser alle prime armi ma di bella presenza. Mi piacerebbe incontrare persona dominante che mi aiuti in questo mio processo di femminizzazione e con cui avere il mio primo incontro reale. Mi piacerebbe avere anche il mio primo sissygasm sapere aiutarmi?? Per maggiori dettagli  chat!”
Non la migliore delle descrizioni ma a Sasha piaceva parlare un po’ in chat così de poter spiegare bene la situazione. E, per quanto fosse un annuncio aperto a tutti e tutte, alla fine le scrivevano per lo più uomini.
Continuando il proprio zapping tra i vari siti e profili, ad un certo punto arrivò una notifica di un nuovo messaggio. Come sempre quella piccola icona rossa era sufficiente per creare uno stato di eccitazione notevole. Click con il mouse, si apre un nuovo messaggio da parte di “MissNila”. Foto profilo un paio di stivali con tacco in latex. Accedendo al suo profilo non c’erano molte foto, solo alcune con oggetti BDSM e una del seno abbondante avvolto da un reggiseno nero in pizzo. Anche la descrizione era piuttosto sintetica e in soldoni era una Misstress che sporadicamente cercava degli schiavi. Nonostante il profilo poco descrittivo, c’erano pochi profili come quello e pertanto risultava molto ricercato. Perché un profilo così, solitamente pieno di richiesta di messaggi e amicizie, avrebbe dovuto inviare un messaggio a lui? Matteo aprì così il contenuto della chat e vide il messaggio che subito lo turbò oltre che a farlo eccitare ancora di più, in quello stato di euforia sessuale per cui ogni cosa aveva il suo lato intrigante:
“Ciao Sasha, o forse dovrei dire Matteo. Stavo spulciando i profili di questo sito e, capitata per caso nel tuo, ti ho subito riconosciuto dalle foto. Non sei stato molto bravo (o brava, dato che a quanto pare preferisci così) a nascondere tutti i dettagli. Io so chi sei, però tu ora non sai chi sono io. Sono una persona a te abbastanza vicina e devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa dalla scoperta di questo tuo segreto. Ho ovviamente il coltello dalla parte del manico e ti propongo di vederci tra poco a casa tua. Non so se ti conviene rifiutare se ci tieni a mantenere questa tua passione una cosa segreta ma sono sicura che accetterai. Non c’è bisogno che mi dai il tuo indirizzo, so già bene dove abiti”.
E adesso chi era questa persona? Sapeva il suo nome, a quanto pare sapeva dove abitava e lo aveva riconosciuto dalle foto, quindi, era per forza di cose qualcuno che lo conosceva abbastanza bene. Ma chi? E cosa voleva da lui? Cosa doveva fare? Nonostante tutta l’ansia di quel momento sentiva il cazzo premergli dentro la cintura di castità quasi a far male, le palle che stavano diventando blu. Non poteva di certo rifiutare ma forse poteva fare qualcosa? Sentire la polizia per il ricatto? Però così lo avrebbero saputo. Magari incontrandola avrebbe saputo chi era e avrebbe potuto pregarla di non fare cazzate. Un turbine di pensieri, di confusione.
“Ciao MissNila. No, non so chi sei. Vediamo se hai veramente capito chi sono, ti aspetto allora a casa mia… tra quanto?”
“Brava Sasha. Tra quanto però lo decido io. Facciamo così. Dammi il codice del portone principale, tieni la porta aperta e aspettami vestita da troia con la cintura di castità ed il plug nel culo in ginocchio davanti alla porta. Devi anche indossare una benda, il ring gang che ti tiene aperta la bocca facendo scolare la saliva come nelle tue foto e mettiti delle cuffie con della musica. In questo modo non puoi sapere quanto tempo è passato e se sono arrivata o meno. Fai come ti dico e non ci saranno problemi. Puoi fidarti di me, come puoi vedere ti conosco veramente. A dopo tesoro”.
Questa stronza aveva una mente perversa. A quanto pare sapeva veramente chi era e dove viveva. Sapeva anche che, come la maggior parte delle case di Milano, se la porta era schiavata poteva essere aperta dall’esterno con la maniglia. Matteo/Sasha era molto turbato ma cazzo se era eccitato. E non poteva far altro che obbedire a quegli ordini. Rispose al messaggio con il codice, chiuse le imposte, mise su una playlist riprodotta dalle cuffiette, indossò il ring gag e la benda, entrando così nel buio assoluto, si inginocchio davanti alla porta ed iniziò così l’attesa.
Quanto tempo era passato? Una attesa infinita, ma forse erano passati 10 minuti? Dopo un po’ perse il senso del tempo ma l’eccitazione era sempre alle stelle, così alta da non far percepire il dolore alle ginocchia che premevano sul pavimento fresco. La bocca secca per l’aria che entrava attraverso il ring gag, la saliva che iniziava a scolare dalla bocca. Ogni tanto gli sembrava di sentire qualche rumore fuori dalla porta o intorno a lui, rumori di porte chiudersi, di tacchi sul pavimento. Chi si sarebbe presentato? Un uomo che fingeva di essere una donna? Una donna anziana? Una sua amica? Era tutto confuso, il quel mondo nero che non gli permetteva di capire lo scorrere del tempo se non per le canzoni che passavano ad alto volume una dietro l’altra e che in qualche modo gli facevano immaginare che era passata più o meno mezz’ora.
Sentì finalmente una mano che gli toccava il culo, prima una natica poi fino ad arrivare al suo buco premendo sul plug, come ad accertarsi che fosse realmente lì. L’altra mano che intanto gli toccava il corpo sopra il vestitino di lino, fino a raggiungere il reggiseno e da li uno dei capezzoli. Erano tocchi decisi e molto piacevoli. Le mani si spostarono poi sulla cintura di castità e verso le palle, dove si serrarono a strizzare i suoi testicoli. Anche in questo caso con sicurezza e decisione, tale da provocare un po’ di dolore ma in maniera piacevole. Sasha, ancora all’oscuro di chi aveva davanti, emise i primi gemiti di piacere misti a dolore, bloccati parzialmente dalla presenza del ring gag, la saliva che continuava ad uscire e a bagnargli il vestito fino ad arrivare a terra dove probabilmente si era ormai formato un laghetto. Le mani della sconosciuta gli sfilarono quindi le cuffiette e tornò a sentire i rumori, in particolare la voce della Misstress
“Ciao Sasha, ben trovata. Ora potrai rispondere solo si o no e farai quello che dico. Sei eccitata vero? Riconosci la mia voce?”
Era una voce giovane, femminile, familiare. Ma anche molto decisa e sicura di sé come i procedenti tocchi. Mano a mano che parlava nella testa di Matteo iniziava a delinearsi un viso a cui associare quella voce ed ebbe la conferma quando gli fu levata anche la benda. Vide la sua amica di università Manila compiaciuta dal suo sguardo di sorpresa e di eccitazione.
Manila era una sua compagna di corso. Innanzitutto, è una ragazza carina, non particolarmente bella, ma che aveva il suo perché. Alta circa 1 metro e 65 cm, snella, un seno molto abbondante ma magra con un sedere tonico anche se non particolarmente formoso. Due belle gambe lunghe nonostante l’altezza non spropositata della ragazza. Un viso un po’ spigoloso, con dei tratti accattivanti anche se non particolarmente delicati, una bocca carnosa al punto giusto, occhi marroni, capelli castani e mossi, al limite del riccio. Non era una ragazza che avresti notato in mezzo alle altre ma che comunque aveva la sua sensualità. Non era truccata o vestita in chissà che modo, indossava infatti una t-shirt, una felpa grigia ed un paio di leggings neri con delle sneakers bianche. Non era una amica stressa di Matteo, erano compagni di corso e si erano conosciuti all’università. Avevano però partecipato a diversi progetti insieme, motivo per cui lei era già stata a casa di lui. Per quanto l’aveva conosciuta Matteo era una ragazza sicura di sé, decisa, un po’ prepotente nel far valere le sue idee che però non dava troppa confidenza agli altri. Nelle sue ipotesi non aveva mai pensato a lei. La ragazza si sedette sul divano, di fronte a Matteo, guardandolo compiaciuta (o meglio, guardando Sasha), con un sorriso in volto.
“Non ti aspettavi di vedere me vero? Ora che siamo a questo punto di spiego due cose, dato che comunque continuo ad avere il coltello dalla parte del manico anche grazie alle foto che ti ho scattato prima di sbendarti. Tu ora sai la mia identità ma non hai niente in mano contro di me e questa mia posizione di vantaggio non solo faciliterà le cose tra noi ma le renderà più eccitanti. Mi sono iscritta da poco al sito di incontri per capire se è una buona base per continuare la mia attività. Come sai sono fidanzata ma nascondo dei segreti, anche al mio ragazzo. Diciamo che nel tempo libero mi piace fare qualche soldino in più grazie a delle offerte da parte di ragazzi che vogliono essere sottomessi. Di solito sono anche solo contenti a farsi maltrattare un po’ anche solo in chat, altre volte dal vivo… e solo raramente arriviamo a concludere con qualcosa di più fisico, se capisci cosa intendo. Diciamo però che la mia figa rimane fedele al mio ragazzo. Detto ciò, ti chiederai perché siamo qui. Non è per soldi, comunque rispetto il fatto che siamo amici. E per quanto ti minacci se ad un certo punto vorrai mai chiudere la cosa o scappare o far finta che tutto questo non sia mai successo, è possibile che accetterò la tua richiesta, con il rischio però anche che non lo faccia. La verità è che mi piacerebbe avere uno schiavetto fisso e tutto il tuo profilo mi è sembrato perfetto per quello che cerco. Incontrare una tantum una persona è bello per i soldi ma non fa crescere il nostro rapporto, non permette di farmi sentire il controllo quando ci salutiamo. Con te invece potrebbe essere diverso. Sono disposta ad ascoltare i tuoi limiti ovviamente ma rimango io quella che comanda. E mi piace molto il crossdressing e che tu sia o voglia essere una sissy. Inoltre, con la mi attività segreta, potrebbe anche esserci spazio per qualcosa in più con qualche persona esterna se tutto va bene e se ti dovesse interessare. Ora, voglio solo che tu mi dica se questa cosa potrebbe interessarti o meno”.
Matteo seguì il lungo discorso come se fosse uno spettatore, non gli sembrava che stesse succedendo veramente. E sempre come se ci fosse qualcun altro, sentì che l’eccitazione pensava e parlava per lui, e gli fece fare un cenno della testa a dire “si, cazzo che mi interessa”. Sentiva un fuoco dentro che era divampato, che voleva far uscire ma che non poteva, con un senso di frustrazione che non faceva altro che renderlo più eccitato. Gli piaceva anche l’idea di essere praticamente costretto a seguire quegli ordini. È vero che la sua amica, Manila, gli aveva dato la possibilità di rinunciare, ma non era così sicuro che avrebbe accettato un No come risposta.
“E brava ancora la mia Sasha. Ora, per iniziare, togliti il ring gag e vieni qui sempre in ginocchio vicino a me. Per prima cosa voglio che mi togli le scarpe ed inizi a leccare i miei piedi. Poi, quando ti farò un cenno, potrai togliermi anche i calzini e continuare a leccarli con la pelle nuda. Vai inizia”

La sua prima mansione da schiavetta. Sasha si avvicinò a 4 zampe al divano, prese la prima gamba della Mistress e tolse la scarpa da ginnastica, liberando il piede avvolto dal calzino nero con dei pallini bianchi che arrivava alla caviglia Iniziò a saggiarne l’odore, di piede sudato ma comunque piacevole, come se fosse stat lavato poco tempo prima. Iniziò a leccare la punta dei piedi, le dita che sotto il calzino si muovevano e separavano piacevolmente toccate dalla sua lingua. Poi la pianta ed il dorso fino ad arrivare alla caviglia. Il sapore di piede ma soprattutto il sapore di sottomissione in quell’atto che lo vedeva inginocchiato di fronte alla sua padrona, vestito da troia e senza alcuna dignità. Toccò poi all’altro piede, a cui dedicò altrettanta premura per poi togliere entrambi i calzini ed iniziare ad assaggiare la pelle liscia dei piedi di Manila. La sua lingua che si muoveva rapida cercando di assaporare ogni dito del piede. Quando Manila decide che il lavoro era stato compiuto fermò Sasha con una mano sulla testa. A quel punto si tirò giù i leggings fino alla caviglia assieme alle mutandine grigie. Prese la testa di Sasha e la portò tra le sue gambe. Li la sua figa depilata, un triangolino di peli sul monte di Venere, con un po’ di liquido che si affacciava tra le labbra carnose. Sotto spuntava il suo buco di dietro, anch’esso ben depilato. Sasha ebbe quindi la fortuna di poter assaggiare quel nettare della padrona. La sua lingua che con movimenti esperti usciva ed entrava dalle grandi labbra, passando con movimento circolari anche sul clitoride. Le mani di Manila che accompagnavano i movimenti, spingendo la testa di Sasha sempre più dentro le sua gambe come a far intendere che ne voleva di più. Poi una mano di Manila portò la testa di Sasha anche verso il suo buco di dietro mentre l’altra se la portava al voluminoso seno.
Quando Manila sembrava iniziare a provare del vero piacere e a emettere i primi gemiti si fermò all’improvviso, allontanando Sasha. La guardò e sorrise, era compiaciuta.
“Vedo che ti sta piacendo e che sai fare la zoccola. Ma questo è solo l’inizio. Ora vado a casa che tra poco arriva il mio ragazzo e non vedo l’ora di farmi scopare da lui. Oggi voglio che tu rimanga sempre vestita così. Se devi uscire puoi metterti dei vestiti sopra e togliere la parrucca. Continua ad indossare la cintura di castità e il plug, almeno fino a stasera. Puoi fare delle pause di 20 minuti se non riesci. Per qualsiasi cosa puoi scrivermi su Telegram, hai già il mio numero. Se non siamo in pubblico il mio nome è Mistress e devi darmi sempre del Lei. Noi ci vediamo domani mattina alle 10 allo store ****** in piazza, lontani dall’università. Mi raccomando, anche domani, i tuoi vestiti da troia sotto il tuoi vestiti normali. Pensa bene a quello che vuoi, a quello che è successo oggi, pensa bene a me che mi faccio scopare dal mio ragazzo. Devi essere eccitata sempre. Vedo grandi cose per noi….”

Così Manila uscì dalla porta, senza dire altro, con la promessa di vedersi il giorno dopo, lasciando Sasha ancora in ginocchio sul pavimento, più eccitata che mai.
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