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Prime Esperienze

Prima esperienza da Sissy


di Sashadev
20.11.2020    |    1.586    |    3 9.6
"Sasha risposte con un timido sorriso, non ancora pronta a parlare..."
Questo è un racconto di fantasia, una fantasia abbastanza reale essendo quello che io spero mi accada ed anche facile da realizzare. Perché non sempre i sogni devono essere impossibili.

Matteo trovò finalmente di cliccare il tasto “iscriviti” del sito di annunci su cui ormai girava da un mesetto. Era un sito ben fatto, dove si potevano trovare annunci di ogni genere di persone che vivevano in Italia oltre che esibirsi con foto e video. Gli annunci erano mirati ad incontri di carattere sessuale, non a trovare la propria anima gemella della vita (che poi, chi lo sa). Inizialmente aveva frequentato il sito per pura curiosità e eccitazione, gli veniva duro al solo pensiero di queste persone misteriose che si contattavano online per poi incontrarsi e divertirsi in ogni modo possibile e immaginabile. Poi con il passare del tempo la curiosità crebbe in qualcosina di più, diventò un’idea, una possibilità. Perché infatti anche lui non poteva iscriversi e provare questo tipo di esperienza? Alla fine era stato lasciato da poco, non aveva vincoli, si era appena trasferito a Milano, la più grande ed eterogenea città italiana, aveva le porte del mondo spalancate davanti. Quindi perché, se si ha una voglia, non provare a soddisfarla?
Matteo è un bel ragazzo: biondo, occhi azzurri, atletico, alto 1 metro e 85, sugli 80 kg. Un ragazzo che non ha bisogno di utilizzare siti di incontri, né per cercare l’amore né tantomeno per avere un rapporto sessuale con una donna, per quanto timido. Anche l’ambiente di lavoro lo aiutava molto in questo. Ma Matteo non voleva semplicemente trovare una donna da portarsi a letto, Matteo infatti aveva in testa dei sogni riguardo la sessualità molto nascosti e che nessuno conosceva. Egli era diventato nel tempo un appassionato del mondo del crossdressing (ovvero vestirsi da donna) e delle sissy (la cui traduzione è sorelline, fondamentalmente i travestiti con la passione per il cazzo e una necessità estrema di essere sottomessi). Aveva avuto modo di conoscere questo mondo tramite chat, forum, blog online, aveva così comprato vestiti da donna, intimo, sex toys di vario genere, una cintura di castità il cui obiettivo è quello di impedire di farsi le seghe e far diventare più sensibili altri punti come i capezzoli o il culo. Era un vero esperto a livello teorico, meno a livello pratico. Aveva cercato comunità online in italia che avevano questa sua stessa passione ma faceva grossa difficoltà, in particolare a trovare dei padroni che le sissy chiamano daddy o paparini che sapessero di cosa si tratta e come gestire la situazione. Ora, trovando questo sito di incontri, le speranze si erano riaccese e con loro la possibilità di avere qualche esperienza in questo ambito, capire se queste cose gli piacevano sul serio o erano solo un fetish mentale. Il problema di Matteo è infatti anche che lui si considera fondamentalmente eterosessuale, gli piacciono le donne, non gli piacciono gli uomini. Però gli piace il cazzo. Lo so, sembra contraddittorio ma questa passione sessuale per il membro maschile e non per il maschio in se e per sé erano possibili nella sua testa ed era finito così per definirsi bicurioso o bisessuale. Che poi ormai tutte queste definizioni sono superate.

Matteo iniziò allora vari tentativi per aprire un suo profilo su questo sito di annunci. Parliamo di tentativi perché più volte la mancanza di coraggio non ha permesso a Matteo di completare il tutto, in particolare il passaggio difficile era quello di caricamento delle foto personali. Ma alla fine, con tanta eccitazione in corpo, Matteo ce l’ha fatta: creato il profilo di Sasha nella categoria trav, messe le informazioni personali, selezionate le foto migliori, caricato l’annuncio specificando quello che cercava… ovvero non un semplice incontro con una persona random, bensì una persona che fosse dominante, di bell’aspetto che lo aiutasse nel migliorare come sissy, nella sottomissione e che, alla fine dei conti, diventasse il suo daddy sul lungotermine. Voleva essere sicuro di trovare una persona affidabile, che sapesse trattare l’argomento e che gli permettesse di soddisfare le proprie voglie nel miglior modo possibile. Anche perché, come abbiamo detto, Matteo è una persona molto timida e deve avere una figura adatta, che lo sappia aiutare in questa esperienza, per evitare che fugga via davanti alla prima insicurezza.

L’iniziale eccitazione ci mise poco a svanire: i successivi giorni arrivano pochi messaggi e quasi tutti da persone che non avevano compreso appieno l’annuncio o che si dimostravano non conoscere il mondo e le cose che lui voleva e cercava. Matteo rimase deluso da tutto ciò, forse c’erano annunci migliori dei suoi, di trav più belle e formate che proponevano rapporti più semplici e immediati. Ma, ad un certo punto, forse la svolta. Arriva un messaggio ben scritto, di una persona che si presentava con eleganza, che subito dalle prime parole si intendeva essere ben inserito sull’argomento. Parlava di sissy, di castità, di femminilizzazione. Matteo sbirciò sul profilo e si trattava di un uomo sui 45 anni, tutto sommato di bell’aspetto, brizzolato, con un bel fisico (e senza la classica pancia presente in tutti gli altri profili che lo avevano contattato) e con un cazzo niente male, sia per aspetto che per dimensioni (perlomeno per quanto ne poteva capire lui). Non potendo farsi sfuggire l’occasione Matteo decide di rispondere, per capire meglio la situazione e vedere come poteva andare. La sua impressione fu confermata, si trattava di una persona informata e conscia di quello che significava essere un daddy. Di messaggio in messaggio si arrivò al punto decisivo: la possibilità di incontrarsi. Il daddy poteva ospitare Matteo, o meglio Sasha, già due giorni dopo, di Sabato pomeriggio, presso la sua casa. La proposta era semplice, incontrarsi per la prima volta senza grosse aspettative in modo da permettere a Sasha di capire se era veramente quello che voleva, di avere in tranquillità questa prima esperienza, in modo tale, se tutto andava per il meglio, da iniziare questa relazione in cui però Sasha avrebbe dovuto impegnarsi per colmare le lacune che aveva in quel momento. Era la soluzione ideale sotto tutti i punti di vista, il problema era solo uno: avrebbe avuto Sasha il coraggio di procedere? Si prese la notte per pensarci, super eccitata ma anche estremamente impaurita. La notte, passata con poche ore di sonno per i mille pensieri, portò consiglio: Sasha si decise perché le opportunità andavano colte e accettò la proposta, forse nemmeno conscia al 100% di quello che stava facendo. Le successive ore prima dell’incontro, durante le quali i due si finirono di accordare, furono deliranti, un mix di eccitazione e paura. Sasha non riusciva a pensare ad altro, alternava momenti di sconforto in cui voleva fuggire a momenti di felicità in cui non vedeva l’ora del momento che sarebbe dovuto arrivare. Alla fine il Sabato pomeriggio arrivò.

Matteo si preparò: una doccia rilassante, una depilazione totale di viso, gambe, torace, ascelle e parti intime. Si mise il suo dispositivo di castità come faceva ormai tutti i giorni da un mese. Si vestì con i suoi normali vestiti: jeans, t shirt e felpa e preparò lo zaino con tutto il materiale necessario per trasformarsi in Sasha. Prese la macchina, mise l’indirizzo sul gps e iniziò il suo viaggio. Diverse volte fu tentato di fare dietro front e tornare indietro ma non si fece vincere dalla paura, fino ad arrivare sotto l’agglomerato di edifici tra i quali vi era l’appartamento del suo possibile futuro daddy. Ci vollero cinque minuti, i quali sembrarono un’eternità, prima di suonare il campanello. Una voce dopo qualche secondo chiese “chi è ?” e Matteo, con voce rotta, rispose “Sasha”. Click, la porta che dava sulle scale del condominio si apre. Varcata quella soglia non si poteva tornare indietro. Matteo fece le 4 rampe di scale per arrivare al piano giusto, una porta socchiusa lo attendeva. Quasi non riusciva a parlare, così bussò e una voce da dentro “Prego Sasha, entra pure”. Lo trovò ad accoglierlo l’uomo degli annunci: brizzolato, alto, ben vestito con camicia, jeans e scarpe in pelle, seduto sul divano che si beveva un bicchiere di vino rosso davanti alla tv. Nei primi secondi il daddy esaminò Matteo per poi sorridere e dire “complimenti, sei proprio un bel ragazzo. Finalmente ci incontriamo. Che ne dici se, per metterti anche a tuo agio, non ti vai subito a cambiare? Ho un regalo per te, dato che mi avevi detto di non avere scarpe con tacco”. Tirò così fuori da dietro il divano un paio di scarpe nere lucide con un vertiginoso tacco 12. Matteo aveva avuto modo di provare quelle di sua sorella, di qualche numero troppo piccolo, con le quali aveva azzardato a fare qualche passo. Prese in silenzio il regalo del daddy e annuì timidamente con la testa. Il daddy gli indicò la porta del bagno e gli disse “Fai con calma, ci sono anche degli asciugamani puliti, quelli rosa”. Ovviamente non potevano che essere rosa, il colore delle sissy. Così Matteo andò in bagno, vedendo di sfuggita l’appartamento del daddy, ricco di oggetti antichi ma con un’aria moderna e curata. Anche il bagno era nuovo, dominato dai colori grigio e celeste. Matteo si chiuse dentro e iniziò così la sua preparazione in Sasha, con il cuore che batteva a mille. In primis doveva preparare il suo intestino con un clistere che fece rapidamente ma in maniera minuziosa, non voleva che niente rovinasse questo incontro. Poi una volta fisicamente pronto, ancora racchiuso nel suo dispositivo di castità che gli impediva di avere una vera erezione ma che gli permetteva comunque di essere super eccitato, iniziò a cambiarsi e a truccarsi. Non era molto abile in questa ultima cosa, mise solo un po’ di rossetto, mascara, eyeliner. Non aveva tempo per mettere lo smalto. Nell’indossare i vestiti femminili si accorse come questi scorrevano perfettamente sulla sua pelle liscia e depilata, fiero di se stesso. Dopo una ventina di minuti tra tutto uscì dalla stanza come Sasha, nel pieno della sua femminilità: aveva indossato la parrucca castana che stava molto bene con i suoi occhi azzurri, un reggiseno turchese che non poteva efficacemente riempire con il proprio seno, una paio di mutandine nere a brasiliana, che sul di dietro permettevano di scolpire bene il suo sedere rotondo e liscio ma che sul davanti facevano difficoltà a contenere il suo piccolo pene e il dispositivo di castità, un paio di autoreggenti nere tenute su da un reggicalze con pizzo, per il quale andava matto. Si era poi coperto con un vestitino che aveva comprato online che aderiva bene alla sua figura superiormente e si apriva in basso con una gonna corta, la quale permetteva di intravedere la parte alta delle calze, non completamente nascoste. Il tutto completato da quelle scarpe con tacco che le erano state appena regalate, su cui faceva un po’ fatica a camminare ma che, tutto sommato, lo facevano sentire a proprio agio. Come di consueto quei vestiti e la sensazione di quei tessuti sulla pelle lo mandavano fuori di tutto, il tutto ampliato dalla situazione in cui si trovava.
Tornata nel salone di ingresso, il daddy era ancora seduto con il proprio bicchiere. Ne aveva però preparato un altro lasciato vicino alla bottiglia aperta. Quando si voltò aveva un espressione di stupore dal quale però si riprese subito, confidente nella propria sicurezza “Ah ma qua abbiamo proprio una bella ragazza, pensavo ci sarebbe stato molto più lavoro da fare invece sei già a buon punto Sasha, complimenti”. Sasha risposte con un timido sorriso, non ancora pronta a parlare. Il daddy allora si alzò, tirò fuori un pacchetto di sigarette e disse “tu fumi? Se non ti dispiace vado sul terrazzo a fumarmene una, a meno che non ti dia fastidio l’odore”. Sasha allora lo accompagnò e accettò la sigaretta. Il balcone si affacciava su un grande giardino e rimaneva abbastanza nascosto, così che difficilmente qualcuno li avrebbe visti. Per Sasha era però la prima volta che qualcuno la vedeva vestita in quel modo dal vivo e che addirittura andava all’aperto, dove qualcuno l’avrebbe potuta vedere, questo non fece altro che aumentare l’eccitazione. I due fumarono in silenzio la sigaretta. Il daddy continuando a guardare Sasha, sia in viso che porgendo lo sguardo sul suo corpo. Sasha, imbarazzata, non sapeva bene dove guardare però si sentiva apprezzata da quegli sguardi e tutto sommato si trovava quasi a proprio agio. Quando rientrarono il daddy si sedette di nuovo e invitò Sasha a fare lo stesso su una poltrona li vicina, porgendole il calice di vino rosso. Mentre i due bevevano, il daddy cerco di rilassare il clima parlando del più e del meno, per esempio del tempo o del suo lavoro, lasciando a Sasha il tempo di tranquillizzarsi, abituarsi e di bere anche il secondo bicchiere di vino, che aiutò a placare l’agitazione facendola diventare un po’ brilla. Tutto si poteva dire tranne che il daddy non sapeva il fatto suo, mettendo Sasha nella più ideale delle condizioni.
Quando anche il secondo bicchiere finì, l’aria cambiò un pochino, diventando elettrizzata, perché entrambi sapevano che il momento era arrivato. Il daddy non mise pressione, disse solo poche parole “Quando sei pronta, fammelo capire”. Ecco che i battiti del cuore di Sasha tornarono a livelli altissimi ma ormai era dentro il gioco, quindi perché non giocare? Passò qualche secondo, o forse minuto, quindi Sasha si alzò e semplicemente si sedette sul divano vicino al daddy. Questo allora delicatamente pose la sua mano sulla coscia di Sasha, poco sotto il limite della gonna, ed iniziò ad accarezzare il bellissimo tessuto di nylon. Sasha sentiva il proprio piccolo pene che voleva alzarsi con forza ma la gabbia di castità glielo impediva, nonostante questo il calore dentro di sé aumentò, poteva sentire ogni centimetro della propria pelle che chiedeva qualcosa, non sapeva nemmeno lei cosa, i capezzoli che si irrigidirono contro il reggiseno. Il daddy si avvicinò con la propria testa al collo di Sasha, sul quale aveva spruzzato un po’ di profumo di sua sorella, e iniziò a baciarla. Sasha ormai non ci capiva più molto, era andata fuori di testa, era confusa ma era anche tranquilla, si stava lasciando andare, forse grazie anche all’alcool. Quei baci erano differenti rispetto a quelli di una ragazza, erano sicuri ma teneri, conditi da qualche piccotto della barba del daddy che stava ricrescendo. Gli occhi di Sasha si posarono per qualche istanti sul cavallo dei calzoni del daddy dai quali si poteva intuire la presenza di un cazzo grosso e ormai bello duro. E a Sasha era venuta voglia di conoscerlo, quel cazzo. Il daddy salendo per il collo arrivò alle labbra di Sasha, dandole prima dei baci a stampo che in poco tempo divennero dei baci con la lingua. Era la prima volta che baciava un uomo, non poteva dire che le piacesse chissà quanto, però le piaceva la situazione, il contesto e in poco tempo ricambiò senza troppi indugi. Piano piano la sicurezza si fece strada dentro di lei e quasi senza accorgersene, la sua mano si spinse verso quella bozza dei calzoni del daddy. Quando la toccò, sentì un piccolo gemito del daddy seguito da un sorriso sulle sue labbra. Le mani di Sasha si mossero un po’ inesperte, prima toccando da fuori quel cazzo, nascosto dal tessuto dei jeans, poi slacciando la cintura, sbottonando i calzoni, abbassando la zip. Ora solo i boxer del daddy la separavano dal suo cazzo.
In un atto di totale sicurezza, Sasha si alzò e si inginocchiò ai piedi del daddy. Con le sue mani gli abbassò calzoni e boxer. Aveva finalmente di fronte il cazzo di uomo, a cui tanto aveva pensato nella sua fantasia ma che finalmente era diventato realtà. Era grosso, molto grosso, di un bel colore rosa, la cappella lucida e pulsante. Sentiva provenire da lui un odore di maschio, un odore buono di genitale maschile che acuì ancora di più le sue sensazioni e il suo eccitamento. Il cazzo era durissimo, alzato, la pelle completamente tirata giù e sormontava i 2 grossi testicoli del daddy. Sasha con mano insicura ma desiderosa prese allora in mano quel grosso arnese e iniziò, con movimento ritmico e lento, a fargli una sega. Il calore emanato da quel cazzo la rallegrò in qualche modo e trovò abbastanza in fretta la confidenza in quello che stava facendo, aveva occhi solo per lui che piano piano continuava a crescere di dimensioni nella sua mano. Con l’altra provò delicatamente a massaggiare le palle, come aveva visto in tanti filmati. Però questo non le bastava, alla fine non erano troppo diverso dal masturbarsi da soli come atto. Avvicinò pian piano la sua testa alla regione inguinale del daddy, l’odore avvertito prima di faceva più forte e invitava Sasha all’assaggio. Si bagnò le labbra con la lingua e le aprì a sufficienza per far entrare la cappella. Era liscia anche dentro la bocca e la sua lingua andò subito ad avvolgerla, toccando soprattutto la parte posteriore del frenulo. Si sentiva la bocca piena già solamente con la cappella al suo interno. Era una sensazione unica, non riusciva a pensare a niente, in totale confusione. Respirare con il naso risultava difficile ma la sua bocca non voleva staccarsi dalla cappella di quell’appetibile cazzo, anzi ne voleva di più. Mentre la lingua continuava a fare il suo lavoro avvolgendosi il più possibile attorno al glande, Sasha cercò di spingere più in profondità l’asta del cazzo del daddy verso la sua gola. Era grande, si sentiva soffocare, non riusciva ad affondare fino in fondo ma le piaceva da morire. Sentiva le vene del cazzo pulsare, il calore che si sprigionava dentro la sua bocca. Il daddy iniziò a emettere i primi gemiti di piacere e prese delicatamente la testa di Sasha da dietro spingendola dolcemente verso di sé. Con la mano alla base del cazzo Sasha iniziò allora a muovere ritmicamente la testa e la bocca su e giù, attenta a non far incontrare i propri denti con la pelle e a non dimenticarsi di usare la lingua per dedicare attenzioni alla cappella. “Si vede Sasha che, pur essendo il primo cazzo vero, ti sei esercitata e ci sai fare”. Eccome se si era esercitata, lunghe sessioni con il proprio dildo di gomma attaccato al muro del bagno. Ma non era paragonabile, un cazzo vero era tutt’altra storia. La sensazione di piacere nell’avere quel coso in bocca era fenomenale, le dava sensazioni uniche. La pressione delle mani del daddy si faceva più insistente e piano piano Sasha riusciva a mandare giù sempre più cm di lunghezza del cazzo, il quale a un certo punto arrivò a toccarle la gola. Ma Sasha era abituata anche a questo, adorava i deepthroat e si era esercitata a sopportare quello stimolo, lo stesso che ti viene quando mandi lo spazzolino troppo indietro. Sentì il suo corpo reagire ma riuscì a controllare bene il tutto, riuscendo a mantenere quasi l’intero cazzo dentro la sua gola per qualche secondo, fino a quando non fù costretta a riprendere fiato. Fili di densa e abbondante saliva scendevano dalle sue labbra e arrivavano al cazzo del daddy, lacrime le scendevano lungo le guance per lo sforzo, il respiro un po’ in affanno, il trucco e il rossetto si erano un po’ sfatti lasciando lunghe righe nere e rosse. Ma a Sasha piaceva tutto questo, a Sasha piaceva quel grosso cazzo dentro la sua bocca, le piaceva quella sottomissione fisica e psichica che il daddy le stava imponendo. Continuò quindi in questo lavoro, cercando di farlo nel miglior modo possibile, con l’eccitazione che cresceva ancora e ancora. Il daddy a un certo punto spostò il corpo di Sasha dal pavimento sul divano, in modo che lei potesse continuare il suo lavoro indisturbata ma che per lui fosse possibile iniziare ad agire. Si sbottonò e tolse la camicia, mostrando il suo bel fisico su cui le mani di Sasha passarono ogni tanto e iniziò con un mano ad intrufolarsi dentro il reggiseno di Sasha, arrivando al suo capezzolo. Le mani erano leggermente fredde e il tocco piacevole, il capezzolo si indurì ancora di più e quando iniziò ad essere stimolato, delle scosse di piacere aumentavano il calore dentro Sasha. Era un piacere che la attraversava dai piedi fino alla testa, che la spossava ma a cui non poteva rinunciare. Il tocco di un altro era diverso rispetto a quando se li toccava da sola, non erano sensazioni da paragonare. Le mani del daddy scivolarono quindi lungo il corpo di Sasha, apprezzando la sua figura, accarezzandole le cosce e infine, soffermandosi sul suo culo. Le mani palpeggiavano con forza le sue natiche attraverso il vestito, avvicinandosi sempre di più al solco centrale, fino a che un dito non arrivò all’orifizio (o vagina) di Sasha, applicando una leggera pressione attraverso il tessuto del vestito e delle mutandine. Sasha continuava a spompinare, quasi in maniera automatica perché questo tocco del daddy la stava mandando fuori di testa. Le dita del paparino alzarono la gonna, toccarono la pelle nuda e scostarono leggermente le mutandine, quel tanto che basta per toccare l’orifizio di sasha, che aveva iniziato a contrarsi ritmicamente per il piacere e il desiderio. Il daddy tirò quindi fuori da vicino il divano una boccetta di lubrificante, se lo applicò sulle dita e con sicurezza ma lentamente prima lo spalmò attorno all’orifizio poi cominciò ad entrare, timidamente, con un dito, dentro Sasha. Essendo la sissy abituata a giocare con i sex toys anali, non incontrò molta resistenza e entrò con estrema facilità. In poco tempo le dita diventarono due e infine tre. Sasha si sentiva riempire mano a mano da quelle dita esperte che sapevano come muoversi, non provava dolore ma solo un estremo piacere. Piacere ancora non tanto per avere qualcosa dentro di sé ma soprattutto per la situazione. Lei che aveva in bocca il cazzo di uomo, inginocchiata sul divano, mentre questo giocava con il suo orifizio. Ma anche in questo caso, non le bastava, voleva di più arrivata a quel punto. Si alzò in piedi e in un attimo si levò il vestito e le mutandine, rimanendo nuda con calze, reggicalze, scarpe e reggiseno. Anche il daddy allora si alzò per togliersi definitivamente i calzoni e disse queste parole “Per oggi sei perdonata, ma dalla prossima volta sono io a decidere quando puoi smettere di succhiarmi il cazzo e toglierti il vestito, sono io che decido qualsiasi cosa fai e se non stai attenta quella gabbia di castità non te la toglierò mai”. Parole così dure ebbero un effetto strano su Sasha, infatti la fecero solo eccitare di più ma la fecero anche tornare nel suo ruolo di sottomessa. Così si in ginocchio, aspettando nuove dritte dal padrone ed ebbe il coraggio di pronunciare, con voce ancora tremante ma femminile “Si daddy”. Il daddy, compiaciuto, tirò in piedi Sasha, le diede un altro bacio strizzandole con forza i capezzoli e, con decisione, la girò, mettendola in ginocchio appoggiata sul divano, a pecora. “Ora stai zitta e godi”. Si mise quindi un preservativo, si lubrificò il cazzo e lo appoggiò tra le natiche di Sasha. Lei poteva sentire il peso del suo cazzo, desiderosa di averlo dentro, inarcando il più possibile la schiena quasi ad invitarlo ad entrare. Il daddy iniziò quindi a premere la sua cappella verso l’orifizio dilatato di Sasha, i primi cm affiorano all’interno dilatandolo ancora di più e, con calma, avanzò lentamente. Sasha sentiva che quel cazzo caldo le stava penetrando dentro, stava raggiungendo dei posti che le davano sensazioni indescrivibili. Una punta di dolore dovuta a quella improvvisa dilatazione dell’orifizio compensata da un immenso piacere, soprattutto quando il cazzo raggiunse quella che si suppone sia la prostata di Sasha, il suo punto P o G nelle donne. Quel contatto creò una scarica elettrica unica che dalla base del pisello (che ricordiamo non poteva diventare eretto poiché ingabbiato) percorreva tutto il suo corpo, una pienezza pelvica piacevole, una leggera sensazione di dover urinare. Il daddy non si fermò, prese i fianchi di Sasha con le mani ferme e spinse il più in fondo possibile, riempiendola totalmente. Iniziò quindi a spingere, ritmicamente, le prime gocce di sudore che iniziavano a solcargli la fronte, i primi gemiti di piacere. Sasha, dal canto suo, era in estasi. Era tutto un fuoco, la testa ormai in paradiso, aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio, pensava solo al piacere e a quanto fosse arrapante quella situazione. Era tutto sudata, il trucco slavato sul vico, la saliva che le cadeva dalle labbra con la bocca aperta, i denti che mordevano la lingua tendando di soffocare quei gemiti di piacere che però non esitavano a farsi sentire e dei quali il daddy era sicuramente fiero. Il daddy continuando a scoparsi Sasha, la teneva per i fianchi, poi passò le mani sui piedi di lei, toccando il tessuto delle calze, ogni tanto andava a stimolare i capezzoli, portando Sasha a gemiti ancora più forti dovuti a esplosioni di piacere. I due corpi si muovevano ritmici seguendo solamente il piacere. Cambiarono poi posizione più volte. Il daddy dopo averla presa da dietro, si sedette sul divano e si divertì a farsi cavalcare, apprezzando gli sforzi di Sasha a recargli piacere. Poi la distese di schiena sul divano e la dominò da sopra, in modo tale da poterla anche baciare o da riempile le bocca con le proprie mani, così da ricordarle chi è che comanda e crearle le stesse sensazioni del deepthroat.
Sasha era ormai totalmente persa in quella situazione, la sua testa poteva solo pensare al piacere che si irradiava lungo il suo corpo, che le esplodeva dentro e la scaldava, il suo cazzo che voleva liberarsi ma non poteva, i suoi capezzoli ormai troppo sensibili. Quella scarica elettrica che iniziava alla base del pene piano piano diventò sempre più forte, iniziò a stabilizzarsi in tutto il corpo e quando a un certo punto, mentre il daddy la stava scopando da sopra, stimolandole un capezzolo e riempiendole la bocca con l’altra mano, diversi punti di piacere si incontrarono, ci fu come un’esplosione, il corpo di Sasha iniziò a tremare, i suoi occhi videro bianco, i suoni si attutirono. La sua prostata iniziò a contrarsi assieme all’intestino, succhiando più in profondità il cazzo del daddy e quasi facendolo venire, e un liquido bianco simile allo sperma iniziò a sgorgare dal pene di Sasha attraverso la gabbia di castità. Aveva raggiunto uno dei suoi più grandi sogni, ai quali aveva quasi rinunciato, ovvero il così detto sissygasm o orgasmo senza stimolazione del pene. La sensazione di piacere era stata 100 volte quella di un normale orgasmo, si sentiva esausta ma ancora eccitata, a differenza di quando veniva normalmente di solito e avrebbe potuto continuare a scopare, a godere e ad averne altri. E in effetti fu così, durante l’intero rapporto raggiunse questa sensazione altre due volte, ognuna delle quali unica e altrettanto piacevole. Alla terza era esausta, quasi non riusciva più a muoversi ma il daddy continuava fotterla, come se fosse solo un buco, una bambola di plastica, ma andava bene perché lui le aveva dato così tanto e voleva che si divertisse, che godesse. Ormai entrambi erano coperti di sudore, di liquidi seminale di entrambi. A un certo punto il daddy si fermò, tirò fuori il suo cazzo, tolse il preservativo e distese Sasha sul divano. Le mise il cazzo in bocca, cercando di fotterle la testa e aiutandosi con la propria mano. Sasha quasi non riusciva più a muoversi ma le piaceva avere ancora il cazzo del daddy dentro di se, a stretto contatto. Il daddy alla fine sborrò dentro la bocca si Sasha, la sborra era così tanta che non riusciva a tenerla tutta in bocca e una parte finì sul viso, sui capelli e sul suo corpo, ma a Sasha non importava. Rimase così sul divano, sfiancata, spossata, sporca di sudore, del proprio seme e di quello del daddy, il trucco ormai completamente slavato su tutta la faccia, i vestiti sparsi a terra, la calze bagnate e sporche. Ma stava bene, cazzo se stava bene. Sentì in maniera confusa il daddy che si alzava e andava nell’altra stanza, forse a bere, lei con gli occhi chiusi.
Passò non si sa quanto tempo, fuori si era fatto buio. Aprì gli occhi e il daddy era vestito, seduto sul divano a guardare la tv. La guardò con un sorrisetto compiaciuto ma anche divertito. Sasha si guardò intorno e si ricordò dove era, quello che era successo. Il daddy le indicò quindi un bicchiere d’acqua sul tavolo e le chiese se le andava un’altra sigaretta. Sasha quindi si alzò, così come era, mezza nuda, ancora sporca e bagnata e i due andarono sul balcone a fumare, ormai invisibili a chiunque guardasse grazie alle luci spente e al buio della sera. Una volta rientrati e bevuto un altro bicchiere d’acqua il master disse “Come prima esperienza spero ti sia piaciuta, ma credo di si, credo tu abbia fugato i tuoi dubbi su cosa ti piace e cosa no. Però c’è da migliorare, se vuoi essere una vera sissy che ha un daddy, bisogna cambiare alcune cose. In primis chi ha controllo sul piacere sono io, non tu. Detto questo ora vai in bagno a pulirti, vestiti e vai via, avremo modo di riparlarne in chat che stasera ho da fare. Sappi poi che oltre a diventare ancora più femminile, in qualità di mia sottomessa, dovrai stare qui da me spesso non solo per scopare ma anche per servirmi in tutto ciò di cui ho bisogno”. Sasha, tornata la timidezza, andò in bagno e senza riuscire a tornare in maniera lucida, si lavò e pulì. Una volta fatto tutto e uscita dalla stanza, il master le indicò la porta e la salutò con un semplice ciao.

Matteo quella sera mangiò poco, esausto e ancora confuso su quello che era accaduto. Ma si sentiva soddisfatto, in tutti i sensi. Ed era contento. La sera, prima di andare a dormire, controllò il suo account sul sito di incontri, un nuovo messaggio: “sei stata brava, mi sono divertito ma c’è del lavoro da fare. Ci risentiamo”. Allegata una foto, scattata di nascosto, di Sasha distesa sul divano, come priva di senso, sporca ma con un sorriso sulla bocca. Lo stesso sorriso che avrà Matteo prima di addormentarsi, solo leggermente impaurito da quello che il daddy avrebbe potuto fare con quella foto.
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