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Superare una barriera


di alessiapuledra
06.10.2016    |    13.845    |    19 9.9
"Un altro mi passa vicino e mormora “Che bella figa”..."
Voglio raccontare l’ultima avventura reale vissuta da Alessia. Inizio primavera 2016. Fu un’esperienza strana che condusse ad un periodo di ripensamenti. Che segnò il superamento di una barriera. Ma forse che confermò la natura di femmina troia.
Da qualche giorno una strana eccitazione risiedeva in fondo al mio ventre. La’ in basso. Un dolce fuoco che sapevo poter spegnere solo facendomi scopare.
Così mi preparo. Ho comprato per l’occasione uno spolverino blu. Le gambe inguanite da autoreggenti in microfibbra, microgonnellina e decolletè tacco 10. E’ una giornata grigia, non fredda. Alle prime ore del pomeriggio raggiungo il boschetto di Lacchiarella.
Come sempre faccio qualche giro in macchina. Devo farmi coraggio per uscire en femme di giorno. E’ un misto di eccitazione e paura. Una combinazione deliziosa. Alla fine posteggio e scendo. Cammino agile e veloce, superando la sbarra e addentrantomi nel boschetto. Qui rallento un poco, mi accendo una sigaretta e comincio a passeggiare sculettando. Dopo poco passa un signore anziano che mi fissa, si tocca il pacco e poi si allontana. Un altro mi passa vicino e mormora “Che bella figa”. Poi si ferma e si accosta mettendomi le mani sul culetto. Mi palpa voglioso. In quel momento compaiono due tecnici che chiedono di spostare la macchina dvanti alla sbarra. Purtroppo è la mia. Ancheggiando provocante mi avvio verso la macchina. Risalgo e mi allontano. So che non sarà così facile tornare sui miei passi. Dopo qualche giro decido di riprovaci posteggiando in un altra posizione, vicino alla rotonda.
Qui gli alberi sono più radi e dalla strada si vede tutto. Ma ormai sono decisa. Cammino lentamente. Dopo poco arriva una persona. Si avvicina e mi chiede cosa aspetto. Intimorita dico “ Un amico”. “OK, sei così bella: Mentre aspetti me lo prendi in mano” e tira fuori il cazzo dai pantaloni. Vorrei andarmene, ma lui mi appoggia le mani sul culetto tirandomi a sè. Comincio a masturbarlo. Fortunatamente c’è un discreto via vai di guardoni e questa persona dopo poco rinuncia.
In quel monento si avvicina una persona in bicicletta. Gli cammino davanti e mi accendo una sigaretta. Lui appoggia il mezzo e si accosta. “Ciao” “Ciao” “Che bella, come mai qui? Hai voglia di fare qualcosa?” Non so perchè, o meglio lo so, e rispondo “Si” Comincia a palparmi. Gli tocco la patta della tuta. Deve avere qualcosa di importante lì sotto. Improvvisamente mi bacia con la lingua. E’ come sbloccare un meccanismo.
MI siedo su una sedia abbandonata e gli abbasso i pantaloni. Un cazzo grande e duro compare davanti alla mia bocca. Comincio a succhiarlo. Mentre lui mugula di piacere. A circa 50m una persona si ferma a guardarci. MI sento troia e con il cazzo in bocca, lo cerco con gli occhi. Mi fa impazzire pensare di attirare altri uomini mentre faccio la maiala con uno.
Lui sospira dicendo che abita vicino e sarebbe bello poter andare a casa sua per farlo con calma. Lo dice con la voce roca mentre gli insalivo l’asta e gli passo la lingua sulla cappella. E qui succede qualcosa.
“Dove abiti?” “Qui vicino, ma sono in bici. Ci metto circa mezz’ora.” “Se mi spieghi ti raggiungo.” Lo guardo dal basso. Ho il suo cazzo in mano. Stavo facendogli un pompino fantastico. Penso non creda alle sue orecchie. Rimette il cazzo nella tuta. Poi mi spiega. “Ma sei sicura? Non è che poi vai via”. “No, ci vediamo da te” “OK, quando arrivi ti faccio posteggiare al posto giusto”. E così si avvia in bici.
Mi alzo sistemandomi la gonnellina. Penso di esser impazzita. Un signore mi avvicina chiedendomi quanto voglio. Come se fossi una prostituta a pagamento. Gli dico che oggi sono impegnata. Continuo a chiedermi se sono diventata pazza. Andare a casa di uno sconosciuto. E poi? Vestita così sono una bella trav, ma in casa dovrò spogliarmi. Sono troppo maschile. Però che eccitazione entrare in un’abitazione come Alessia. L’ho sempre sognato. Che paura. Ma che eccitante, bruciante desiderio.
Dopo mezz’ora sono davanti a questa cascina. Ho il cuore in gola. Lui si affaccia sull’aia e mi fa segno dove posteggiare. Mi manca il fiato. Posso ancora scappare. Ma comanda Alessia. Apro la portiera. Lascio uscire le gambe nel modo più sexy possibile. Lui è visibilmente eccitato. Eccoci. Due gradini. Entro.
“Prego. Come ti chiami?” “Alessia” “Prego Alessia, mettiti comoda. Aspetto che mi tolgo il giubbotto. Vuoi qualcosa da bere? “No, grazie” rispondo con un filo di voce entrando verso quello che sembra essere il salotto. “Non è molto ordinato. Sai, vivo da solo” “Non ti preoccupare” Poi si accosta dietro e mi sfiora le gambe. Tremo. “Tranquilla. Preferisci farlo qui o in camera da letto?”. Va bene qui. Appoggio la borsetta e mi giro. Lui mi abbraccia. Mi palpa le cosce e il culetto. Poi mi bacia. Come pensavo mi fa togliere lo spolverino e la gonna. Lui si toglie i pantaloni. Sono in magliettina, perizoma, autoreggenti e tacchi a spillo di fronte ad un uomo nudo con il cazzo eretto. Mi sento donna. Fino in fondo. Faccio un passo. Gli prendo il cazzo in mano, un mio ginocchio si insinua tra le sue gambe e lo bacio avidamente. Sento la sua lingua sulla mia. Il suo cazzo che vibra nel palmo della mia mano. Poi lentamente mi siedo sul divano e comincio a leccarlo. Non è più un semplice pompino, è la degustazione di un frutto proibito, è adorare il cazzo. Lo assaporo completamente.
“Basta, ti prego o ti sborro in bocca. Sei troppo brava” Mi alzo, lo guardo negli occhi e salgo sul divano in ginocchio “Leccami” gli ordino. Sento la sua lingua umida che si intrufola nel mio sederino. Indugia sul buchino, risale lungo il solco, poi scende. Mi prende la pisellina e comincia a succhiarla. Non so nemmeno su che pianeta mi trovo. Forse in paradiso. Poi si alza e mi penetra. Non ha nemmeno messo il preservativo. Sento il suo cazzo scivolare dentro di me senza alcuna resistenza. Sono bagnatissima. Mi da dei colpi profondi. Le sue grosse palle schiaffeggiano il mio culetto. Mi tiene per i fianchi. “Che troia fantastica. Meglio di una figa. Godi. Godi. Ti spacco il culo. Sentilo fino in fondo” “Si, bravo. Fammi godere. Sono la tua troia”. Pompa come un forsennato. Poi rallenta. Diventa più dolce. Ormai il mio culo è una galleria di burro. Sto avendo un orgasmo anale. La mia pisellina cola un sacco di liquido. Il cervello è in pappa.
Lo tira fuori. Prende un fazzoletto, lo passa sul cazzo e mi chiede si succhiarlo ancora. E’ durissimo. Le vene sembrano intaglaite nel marmo. Si mette sul divano. Gli salgo a cavallo e con una mano gudo il suo uccello dentro il mio culo. Fino in fondo. Sono appoggiata al suo bacino. Quasi mi entrano anche le sue palle. Mi dimeno per sentire il suo cazzo dentro la pancia. Dopo poco mi chiede di prendermi ancora alla pecorina. Sono colpi possenti. Quasi disperati. Il suo respiro è affannoso. Si china su di me e cerca la mia lingua. Ci baciamo mentre continua a sfondarmi. Poi esce, mi prende per mano e mi conduce veloce in cucina. Sono incerta sui tacchi ma lo seguo e lì si mena l’uccelo per 2 secondi. Esplode un getto gigantesco di sborra sul tavolo. Un idrante. “Dai anche tu” mi tocco e in un attimo sborro. Il mio seme si confonde al suo. Mi guarda. Sono nuda con le autoreggenti, i tacchi a spillo di fronte ad uomo che ha appena godo del mio corpo e mi ha fatto godere come una vera donna in calore. Gli do le spalle e sculettando rientro in salotto. Raccolgo il perizoma e lo indosso. MI rivesto. Lo bacio. “Ciao. Grazie”
Esco. L’aria fredda mi investe. Attraverso leggiadra l’aia e salgo in macchina. Non sono mai stata così donna fino in fondo. E’ successo qualcosa. Guido senza sapere bene in quale direzione. Mi fermo in un posteggio. Scendo come se fossi una donna normale. Fumo. Qualcuno fischia “Figa!!”.
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