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Trasformato in ballerina


di Sexwhithose
19.06.2019    |    1.422    |    2 7.9
"Quando sento che stanno per venire si allontanano e ne arrivano altri quattro..."
Racconto PURTROPPO frutto di fantasia.


Ma che diavolo?
Dove sono?
Cos’è questa sensazione strana?
Mi ricordo solamente una botta.
Un forte male alla testa che non mi fa sentire molte sensazioni: so solo che ho una benda attorno agli occhi, mani e piedi legati e una pallina in bocca. Sembrerebbe proprio simile alla mia... alla mia ball gag.
Mentre passavano i minuti provavo a ricordarmi qualcosa.
Ero nella mia camera, travestito. Avevo un bikini, delle autoreggenti e un paio di tacchi. Stavo cavalcando il mio dildo. Qualcosa mi ha colpito il collo. Mi sono addormentato di botto e ho picchiato la testa al pavimento. Questo è tutto ciò che so.
Inizio a percepire sensazioni. Sento dei vestiti addosso. Sento qualcosa che mi avvolge le gambe e dei lacci sulle caviglie. Sento una maschera sulla mia faccia e un plug infilato nel buchino.
Sento dei passi arrivare nella mia direzione. Tacchi, poi una voce femminile che bisbiglia.
Altri passi e un’altra voce. Qualcuno si siede sul letto dove sono legato. Mi viene tolta la pallina. Non parlo, so che non ne conseguirebbe nulla di buono. Mi accorgo poco dopo che comunque non avrei avuto il tempo di dire niente. Un dildo mi entra in bocca e mi scopa velocemente. Qualcosa blocca la mia erezione, credo sia una cintura di castità. Lo stringe talmente tanto che inizio a provare dolore anche se non abbastanza da farmi godere meno della sensazione di pienezza che ho in bocca.
Passano i minuti e in preda all’eccitazione inizio a dimenarmi per aumentare il contatto con ciò che si trova nel mio corpo: dildo e plug.
Mi son fatto notare.
Tolta la benda inizio a vedere ciò che mi circonda. Una ragazza è sopra di me, con un fallo indossabile che finisce dritto dentro la mia cavità orale, ha un costume intero nero e dei sandali neri con un bel tacco 12. Una ragazza è seduta accanto al letto su una sedia con un vibratore in mano. Ha degli stivali, delle autoreggenti e un body di pizzo che si apre sull’inguine con dei bottoncini. Mi sembra di vedere anche qualcuno dietro la ragazza davanti a me ma non riesco a muovermi abbastanza da controllare.
Mi toglie il dildo dalla bocca, si slaccia l’imbracatura e si siede direttamente sulla mia bocca. Infilo la lingua più che posso e la muovo su e giù, come lei aveva fatto attivamente poco fa con il fallo.
Quando inizio a sentire mugugnare lei e l’altra ragazza seduta cambia qualcosa, entrambe si alzano, si rimettono in sesto e mi slegano.
Adesso riesco a vedere meglio, riesco a vedere cosa ho addosso, che stanza è, a chi appartiene quella presenza di fronte a me.
Mi hanno vestito come una ballerina classica. Ho un body nero, dei collant rosa e delle scarpette da punta appropriatamente legate con i lacci alle caviglie.
La stanza è una camera da letto con un grosso letto matrimoniale al centro, un armadio che occupa tutta la parete destra, una sedia davanti all’armadio dove la seconda ragazza si stava intrattenendo fino a pochi istanti prima, a destra una cassettiera e davanti uno sgabello su cui è seduto un ragazzo, o almeno così sembra, coperto da una tuta di latex rosa. Dai piedi fino alla testa. Ciò che vedo sono solamente due occhi, delle labbra che stringono una pallina come la mia, e un pene eretto perfettamente visibile in quanto il costume è appositamente studiato per l’anatomia maschile. E’ legato allo sgabello e non può muoversi. Non ha fatto niente durante tutto questo tempo, si è limitato a osservare.
Le ragazze, una volta alzate mi fanno segno di seguirle. Un corridoio corto che porta a un salotto con delle poltrone e dei divani ai lati.
Si siedono e iniziano a darmi ordini.
Balla.
Ma non so ballare.
Mettiti in punta di piedi e fai una giravolta, con le mani unite in alto.
Ci provo. Fallisco.
E’ impossibile.
FALLO
Riprovo. Fallisco.
Vediamo ora.
Mi prende le mani e le lega a una corda. Fa passare quella corda a una carrucola attaccata al soffitto e pian piano tira fino a quando non son costretto ad alzarmi sulle punte. Appena sono in posizione lega la corda a un gancio vicino al divano dove sono sedute.
Gira su te stesso.
Lentamente ce la faccio ma i piedi mi stanno cedendo.
Non crederai che tra poco ti libereremo. Devi imparare a stare sulle punte. Questo è il volere delle tue padrone.
Appena sento dire “padrone” il pene fa un sussulto e si costringe ancora di più contro la gabbietta.
Un gemito mi esce dalla bocca. Senza proferire parola la ragazza seduta si alza e esce dalla stanza, mezzo minuto dopo torna con lo strapon addosso, mi scosta il body, mi abbassa quanto necessario i collant, mi sfila il plug e inizia a incularmi. Il plug me lo infila in bocca e solo in quel momento capisco che non era un plug qualsiasi. Era gigantesco. Saranno stati 5-6 cm di diametro minimo e 10 di lunghezza. Per questo, adesso che mi stava inculando, non sentivo chissà quanto.
Ma pian piano che entrava e usciva il mio buco si riabituava a una grandezza “naturale” e iniziavo quindi ad eccitarmi sempre più.
Qualcosa mi stava facendo impazzire in una maniera straordinaria. Credo la posizione scomoda unita con un desiderio nuovo di essere una vera “sissy” e un bel dildo dalle dimensioni importanti nelle chiappe.
Pian piano che la mia erezione cresce ( per quanto possa crescere), la mia bocca si allarga e le mie braccia non sostengono più tutto il peso del corpo perchè i piedi riescono a stare in quella posizione.
Accortesi della posizione sempre più naturale mi liberano le mani, la bocca e mi bendano.
Il tuo lavoro qua non finirà mai. - dice una
Hai appena iniziato a deliziare, cara - ribadisce l’altra.
Non sanno che mi stanno solo rendendo felice. Credono di obbligarmi e sto al loro gioco, ma nessuno qua è più godurioso di me ora.
La ragazza con lo strapon esce dal mio culo, mi rimette il plug che estrae violentemente dalla mia bocca, mi sistema e mi benda nuovamente. Mi slegano le braccia e mi fanno sdraiare a terra.
Arrivano una quantità indistinguibile di voci maschili. Si dispongono in cerchio attorno a me.
Mi tolgono la benda e iniziano ad aprirmi la bocca. Uno, due belle stanghe in bocca. Con le mani mi obbligano a tenere gli altri belli arzilli.
Mentre le ragazze mi incitano a comportarmi da assatanata quale sono, ma più di 4 non riesco fisicamente a tenerli per cui mi concentro su quelli.
Quando sento che stanno per venire si allontanano e ne arrivano altri quattro.
Ma io… Ma io volevo.
E subito mi si riempie la bocca con altre verghe.
Sento le ragazze che se la ridono.
Come se non bastasse qualcuno mi prende per i piedi e inizia a usarli per farsi una sega.
Non sono nemmeno più una persona. Sono al pari di una bambola… Una bambola ballerina del sesso.
Altro giro altra corsa. Prima di venire si allontanano e poi tutti gli uomini se ne vanno.
Le ragazze mi prendono, mi fanno camminare fino al bagno. Qua mi mettono nella vasca ancora tutta vestita ma senza corde o bende. Libero. Prendono un ring gag e me lo mettono. Una esce e torna con un ciotolone trasparente pieno di sperma.
Capisco ora le risate.
Mentre mi versano il contenuto della ciotola in bocca, una si posiziona con le gambe ai lati delle mie spalle e inizia a versare una pioggia dorata che mi finisce in faccia e in bocca.
Apro la bocca il più possibile e a prescindere dal liquido che supera le labbra, io mando giù.
Vorrei esplodere e rilasciare anche la mia voglia ma non è questo che le mie padrone vorrebbero.
Aspetto che anche l’altra ragazza si svuoti su di me e mi gusto l’umidità del mio corpo.
-Ora lavati. Sei tutto sporca. I clienti di domani non possono accettare una ballerina tanto indecente. Una volta lavata mettiti questi e vai nella stanza dove ti sei risvegliata.
Mi lavo per bene, mi asciugo, mi metto i vestiti che mi hanno dato: autoreggenti, costume intero e dei tacchi per ballerine. Abituato alle scarpette riesco a camminare e mi dirigo nella camera. Trovo il ragazzo, ancora con la tuta di latex, sdraiato sul letto.
Anche lui.
Mi tolgo il plug e mi addormento con il suo membro conficcato nel mio buco che a ogni movimento mi fa ricordare la vogliosa assatanata che sono e mi aiuta a prepararmi per la giornata seguente, anche perchè non saranno più così pochi.

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