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trans

Parte 2: Dall'est con amore


di Stefy_Mant
28.04.2025    |    2.505    |    3 9.8
"Mi strinse i fianchi e iniziò a gemere più forte; lo sentii esplodere dentro di me, e pochi istanti dopo raggiunsi l’orgasmo anch’io..."
Non ci volle molto a Vitaly per tornare nel mio appartamento. Io avevo appena finito di stendermi in faccia un po’ di fondotinta per nascondere la barba e indossavo una parrucca nuova, dato che l’altra era ad asciugare dopo il necessario lavaggio post *bukkake* e *pissing*.

Aprii la porta e lui, senza preamboli, mi afferrò con un braccio, quasi sollevandomi, per darmi un bacio sensuale che ricambiai con passione.
"Anche bionda sei bellissima, *forte*," disse. Arrossii. Nonostante mi avesse scopata come un porco insieme ai suoi colleghi, si era comunque dimostrato un gentiluomo, perfino nel guidare una *gang bang* dove mi ero sentita sia puttana che regina.

Ci accomodammo sul divano in un abbraccio spontaneo, iniziando a chiacchierare per conoscerci meglio. Scoprii così di più su quel bel ragazzone bielorusso, camionista fin dall’adolescenza (anche se di nascosto), che con me si sentì di confessare la sua bisessualità – o forse omosessualità, ma rivolta solo a persone come me. Ci capimmo al volo: del resto, anche io non ero mai riuscita a godermi rapporti con uomini se non *en femme*, passando anni a cercare di definirmi in qualche modo.

Oltre a parlare di noi, discutemmo di viaggi, di posti che avevamo visitato entrambi e altri che avremmo voluto vedere, e di cibo, dato che eravamo entrambi buone forchette, come dimostravano i nostri fisici non proprio magri. Per tutto il tempo ci accarezzavamo e ci sfioravamo, scambiandoci ogni tanto dei baci, ma eravamo troppo stanchi dopo la scopata precedente per riprenderci subito.

"Caro, credo di non farcela ancora e andrei a letto... Che ne dici?" proposi, indicando il materasso.
Lui rispose con una pacca sulla mia coscia e, alzandosi, si spogliò completamente, lasciandomi ammirare quel fisico muscoloso e massiccio, decorato da tatuaggi amatoriali che gli davano un’aria da duro. Nel turbinio di corpi di prima, avevo notato più il suo membro e il suo viso che il resto. Io rimasi col *babydoll* da notte con cui lo avevo accolto, e ci infilammo sotto le coperte. Un lungo bacio ci venne spontaneo, ma nel giro di poco crollammo addormentati.

La mattina seguente, i primi raggi di sole che filtravano nella stanza ci svegliarono quasi in contemporanea. Erano le 7:30 circa, e io avevo ancora un paio d’ore per liberare la stanza, ma non sapevo quali fossero i suoi impegni.
"Tranquilla, *baby* – devo far scaricare il camion, e quei lì sotto prima delle 9 manco si faranno vivi," mi rassicurò. Sorrisi e lui mi strinse tra le braccia, baciandomi. Entrambi sentimmo il nostro *durello* mattutino, anche se, ovviamente, il suo era di un’altra categoria.

Sorrise e guidò la mia mano sul suo cazzo, ma io preferii scendere e prenderlo in bocca. Questa volta era io a dettare il ritmo, e i suoi gemiti approvavano il mio operato. Scostò il lenzuolo che ci copriva e si mise comodo per godersi lo spettacolo: lo succhiavo, ingoiavo, stuzzicavo l’enorme cappella, tenendo sempre lo sguardo fisso sul suo. Poi scesi a leccargli le palle – il suo cazzo era più lungo del mio viso, notai – mentre lui si limitava ad accarezzarmi la testa e le spalle, lasciandosi andare ai piaceri.

"Vieni, godiamo insieme," disse, prendendomi per mano e attirandomi verso di lui. Mi misi a cavalcarlo, con il suo cazzo che mi sfiorava le natiche, e lo baciai, intrecciando le dita nei suoi capelli cortissimi e biondi. Lui mi allargò il culo e infilò la cappella nel buchetto, ancora rilassato dalle doppie penetrazioni della sera prima. Nonostante tutto, sentii distintamente il suo grosso calibro scivolare dentro di me, e mi lasciai trasportare dall’eccitazione, baciandolo e muovendomi con forza. Lui apprezzava, dandomi delle sonore pacche sul culo con le sue manone.

"Sei brava anche tu a comandare," commentò. E io, per provocazione, mi sfilai, spostandomi all’altro lato del letto. Lo fissai con uno sguardo sfidante e avvicinai il mio piede – con le dita smaltate di nero – alle sue labbra. Lui, serissimo, iniziò a succhiarmi le dita dei piedi mentre con le mani accarezzava la mia gamba; nel frattempo, io mi toccavo, già elettrizzata solo dal modo in cui mi guardava.

Pian piano, scese con la lingua lungo la mia gamba, per poi portarsi di nuovo sopra di me. Io gli avvolsi le gambe intorno alla vita, attirandolo a me per un bacio appassionato, mentre il suo cazzo scivolava di nuovo nel mio buco già sfondato. Ora il controllo era di nuovo suo, e mi penetrò con lo stesso vigore della sera prima. Io godavo come una pazza, e gli afferrai una mano per posizionargliela sul collo. Volevo sentirmi totalmente sottomessa a quel toro dell’Est, e lui assecondò il mio desiderio senza esitazione, con un sorrisetto diabolico che confermava la nostra intesa.

Mi girò di peso, tenendomi entrambe le mani dietro la schiena con una sola delle sue, mentre con l’altra mi immobilizzava contro il letto, infilandosi dentro di prepotenza. Ero in estasi, e un misto di risatine e urla lo rendeva ben chiaro.

"Mamma mia, una troia come te non mi era mai capitata," esclamò mentre continuava a punirmi senza tregua.

A un certo punto, mi diede un’altra pacca sul culo.
"Cavalcami di nuovo tu."

Si sedette su una delle sedie in camera e io, sempre volenterosa, ripresi il mio posto sul suo cazzo, baciandolo mentre mi abbandonavo al piacere.
"Neanche a me era mai capitato uno come te," ricambiai a voce rotta, mentre lo sentivo duro e profondo dentro di me.

Mi strinse i fianchi e iniziò a gemere più forte; lo sentii esplodere dentro di me, e pochi istanti dopo raggiunsi l’orgasmo anch’io. Rimanemmo così, scambiandoci baci languidi per qualche minuto, prima che mi sfilassi e sentissi il suo sperma colarmi lungo le cosce.

Il tempo era volato e dovevamo prepararci. Una doccia veloce insieme, poi lui si rivestì per tornare al suo camion.
"Ti scrivo appena so quando torno," disse prima di uscire.
Lo baciai con intensità.
"Ci conto!"

Appena se ne fu andato, mi misi a riordinare in fretta e a tornare *uomo*. Poco dopo, sentii delle voci dal cortile:
"Eh, Vitaly, stasera all’albergo? Ti tratti bene, eh!" gridò uno dei meccanici dell’officina sotto il B&B.
"Eh, se sapessi…" rispose lui ridendo.

Ora dovevo tornare alla mia routine, ma quel risveglio mi aveva dato la carica che cercavo in questa breve vacanza. Mentre andavo verso la macchina, il mio sguardo si incrociò con il suo mentre aspettava che scaricassero il camion. Ero un po’ imbarazzato a farmi vedere da uomo, ma lui ammiccò e mi lanciò un bacio. Sorrisi e ricambiai il saluto.

Una volta a casa, notai che mi aveva scritto su WhatsApp:
*"Vederti maschio e irriconoscibile mi ha fatto salire di nuovo la voglia… Magari una sera iniziamo proprio così. Baci, bella figa."*

Sorrisi, pensando a come, anche con il messaggio più sbagliato, riuscisse a farmi battere il cuore. Gli risposi dicendogli quando sarei tornata dal viaggio di lavoro e che volevo assolutamente rivederlo. Cliccai *invia* e sospirai, con la sua immagine già stampata nella mente per il resto della giornata.
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