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2+1 è un numero perfetto? - prima parte #d00112


di dorico
08.04.2018    |    5.891    |    7 9.3
"Premessa Nel narrare sotto forma di racconti le mie esperienze ad una amica da poco conosciuta, ho anche pensato di condividere con voi lettori di A69 le..."
Premessa
Nel narrare sotto forma di racconti le mie esperienze ad una amica da poco conosciuta, ho anche pensato di condividere con voi lettori di A69 le esperienze vissute, anche per suffragare le foto pubblicate e i LoveBack. Confermo che questo racconto, è reale, anche i dettagli lo sono, la coppia compare nel mio album fotografico, ovviamente i nomi sono di fantasia, racconta il mio primo incontro avvenuto con loro alcuni anni fa, non vi svelo ancora gli sviluppi successivi, li leggerete se lo vorrete andando avanti nei prossimi episodi. Mi scuso per gli eventuali refusi, non sono un professionista della scrittura, è un gioco che ho deciso di condividere con la mia amica, e successivamente con voi, per stuzzicare il vostro piacere e la vostra immaginazione, se così non fosse me ne scuso.

Una calda estate.
Era la solita calda estate, tra alti e bassi e ritagli di tempo durante il lavoro, non avevo mai perso l’abitudine di consultare i siti amatoriali di pagine di annunci di coppie e singole che cercano incontri, uno dei modi per trovare divertimento al di fuori della gabbia dorata e senza sbarre che a volte ti crea intorno il matrimonio.
Il lavoro per quanto fosse precario in tempi di crisi, aveva anche i suoi lati positivi: l’autonomia e la libertà degli orari, l’imprevedibilità dei guasti e le relative riparazioni, mi aiutavano a creare alibi ad hoc per brevi e piacevoli evasioni, per questi permessi speciali di ‘buona condotta’, che avevano il dono di compensare egregiamente il vuoto sessuale lasciato da un matrimonio fallimentare sotto questo aspetto.
Scorrendo con occhio allenato l’elenco degli annunci, ne trovo uno nuovo, a prima vista, sembra che sia una nuova coppia, da poco iscritta, 50 anni lui, 37 lei, particolare raro: cercano un singolo, condizione fortunata e ideale per me, penso. Decido di inviare una mail con una breve presentazione e se non ricordo male anche con qualche foto, sperando che una volta tanto non finisca come sempre nel dimenticatoio o nel cestino, o peggio ancora che torni indietro una risposta con un messaggio arrogante o con una richiesta assurda, o peggio ancora un messaggio pieno di insulti, sì, molti ‘lui’ della coppia vendicano così il loro status di ‘coppia’ come se provassero un certo piacere nel non essere più singoli, una posizione di privilegio da cui guardare e trattare con disprezzo noi singoli per scelta, che poi non significa in molti casi come nel mio, che lo siamo anche nella vita. Molti messaggi non trovano una risposta, finiscono a fondo come bottiglie senza tappo lanciate nel mare, alcuni ritornano con richieste impossibili e folli. In questi portali, nei forum, si fa un gran parlare della maleducazione e dell’inadeguatezza di molti singoli, ma, molto spesso, non sono da meno tante coppie con cui ho avuto dei contatti preliminari: alcuni ‘lui’ sembrano vivere male questa esperienza, forse in alcuni casi, il lui si trova ‘costretto’ ad accontentare i desideri della compagna pur di non perderla, quindi negozia una sorta di indennità morale, in questo scambio, oppure il furbetto ‘bisex’ di turno, che pretende prima un incontro sessuale con te, per pagare il pegno, o umiliarti, insomma ti vuole passare a fil di spada come se fosse una questione di onore da perduto, prima di dover cedere la sua donna, appare a volte, come una questione di legge del contrappasso.
Sorrido quando ricevo queste pretese 'capestre' nel vero senso della parola, a volte arrivano richieste a pagamento, con molta pazienza segnalo e passo avanti, aspettando di ricevere il messaggio giusto, a volte passano mesi. Stavolta arrivò con sorpresa un messaggio di risposta a modo, contenente un appuntamento telefonico. Il giorno successivo ricevetti la telefonata, parlammo un po’ per conoscerci, ci lasciammo con l’intento di sentirci nei giorni successivi, per fissare un primo incontro di conoscenza solo con lui. Sì, lui faceva da primo ‘filtro’ per la loro prima esperienza a tre. Ero contento, c’erano le premesse per un buon incontro. L’indomani, la telefonata tardava ad arrivare, la paura di perdere l’opportunità cresceva, quindi per sbaragliare ulteriori concorrenti pensai che più passava il tempo, più aumentava il rischio che lui venisse contattato da altri potenziali singoli come me, con la possibilità che sfumasse il tutto, per un motivo che non sarebbe dipeso da me: l’interazione con un altri singoli, se siete frequentatori di portali di annunci, conoscete molto bene com’è la distribuzione demografica di singoli, coppie, e singole, pertanto decisi di prendere io l’iniziativa e chiedere l’incontro cercando di anticipare i tempi. Quella volta la mia ‘audacia’ superò la paura di esagerare e venne così premiata: la telefonata servì a fissare a stretto giro il primo incontro conoscitivo con lui, in un posto un po’ banale, ma sufficiente per lo scopo: il parcheggio del casello autostradale a metà strada tra me e loro. Un passo avanti era stato compiuto: avevo messo 'temporaneamente' i miei potenziali concorrenti fuori dai giochi. A questo punto era importante fare una buona impressione all’incontro. La sera successiva andavo all’appuntamento, un po’ teso, non lo nascondo. Arrivo, scendo dall’auto e lo vedo aspettare appoggiato sul bordo del guard rail, ci salutiamo e dopo alcuni convenevoli, lui porta la chiacchierata al dunque, spiegandomi come vorrebbe che si svolgesse l’incontro, ribadendo che per Cristiana era la prima volta, che però era una fantasia che condividevano da tempo, soprattutto durante i loro momenti climax, quindi mi ribadisce che è molto importante che vada tutto bene, perché, dall’esito di questo incontro, sarebbero potuti seguire nuovi incontri con coppie e altro ancora che potesse scaturire dalle loro fantasie. A questo punto, riflettevo in silenzio tra me e me, alla responsabilità che mi stavo prendendo per questo compito, mentre lui continuava a fornire dettagli in merito allo svolgimento della serata, fissando alcuni limiti e precauzioni d’uopo.
Più passava il tempo, più incominciavo a sentire questa responsabilità che mi ero preso. Tornando a casa durante il viaggio, meditando, soddisfatto e con un po’ di ansia, ho cercato invece di cogliere l’aspetto positivo: tenere a battesimo una coppia in questa piacevole esperienza. Scrivo piacevole, ancor prima di raccontarvela, perché avevo già avuto il mio primo e all’epoca unico incontro con una coppia che sarà il soggetto di un prossimo racconto, incontro andato a buon fine, e quindi ero convinto che non mi sarei trovato impacciato, ma non potevo per onestà 'vantare' neanche una grande esperienza, dovevo essere prudente.
‘Alea iacta est’
La sera successiva, con una banale scusa di lavoro, mi assento da casa e mi metto in auto guidando verso la loro abitazione. Essere ospitato mi faceva piacere da una parte, perché potevo immaginare e apprezzare quanto si erano esposti anche loro per questo gioco, quindi era molto positivo, a casa loro non avremmo avuto problemi di privacy e riservatezza, non ci avrebbe colto nessuno con le mani nella marmellata. Ci separava un’ora di viaggio, un’ora in cui pensai a tanti possibili scenari, immaginando a come si fossero sviluppati i tanti probabili futuri un po’ come narrati nel film Dune, è vero, ero un po’ in apprensione, mentre il paesaggio notturno con luci di vari colori che andavano dal bianco all’arancione, dipingevano un paesaggio notturno particolare, che mi scorreva tutto intorno e continuavo a immaginare come sarebbe andata la serata. Mano a mano che i chilometri diminuivano, mi saliva la concentrazione, non ero preoccupato, ero curioso di scoprire come avrei vissuto questa occasione speciale. Continuavo a tenere bene a mente di fare del mio meglio, proprio per non rovinare la loro prima esperienza, mi sentivo molto responsabile di questo.
A qualche centinaio di metri, come da accordi, chiamo lui, che inizia a guidarmi verso la destinazione, come se fossi attratto da un radiofaro, per un attimo ho uno stupido ma divertente flashback ripensando a Luke Skywalker e Han Solo nel ‘milleniun falcon’ quando vengono attratti dalla ‘morte nera’ nel film Star Wars, sorrido, appena arrivo, trovo lui fuori dalla casa, all’aperto che mi sta aspettando, appena mi vede, chiude il telefono, lo ripone in tasca, e si avvicina. Scendo dall’auto, ci salutiamo.
Con molta discrezione, mi da le ultime indicazioni a bassa voce prima di entrare, dicendomi a sorpresa, che Cristiana, parteciperà 'bendata' per l’intera durata dell’incontro, e fin dall’inizio io non dovrò parlare, dovrò solo seguire i suggerimenti da lui indicati nel momento giusto, e lui avrebbe fatto evolvere il gioco, dovevo semplicemente fare la mia parte, stare al mio posto come ‘singolo’ e non prendere nessuna iniziativa, era tutto chiaro, d’altronde questo è. Quando ti proponi come singolo per coppie, mi potevo aspettare qualcosa di diverso?. Pensando velocemente tra me e me, mi sono sentito un po' ‘coglione’ come l’ispettore Coliandro, e in pochi attimi mentre mi accingevo a varcare la soglia seguendo i passi di lui, mi chiedevo se questa cosa non si stesse complicando un po’ troppo, e chissà in quale guaio gratuito, mi fossi andato a cacciare. Ma non faccio in tempo a terminare questo 'ironico' monologo mentale, che mi trovo dentro, mi guardo intorno, c’é poca luce, scorgo lei seduta sul divano, con una postura un po’ tesa, con la schiena eretta, con il volto bendato rivolto verso il nulla, per un attimo la situazione non era poi così invitante, anche sessualmente intendo, in attesa… anche lei, e un po’ tesa.. immaginavo, beh c'era da aspettarselo, voi come vi sentireste al suo posto?, è vero che suo marito si era adoperato affinchè tutto andasse per il meglio, ma non per fare un’altra battuta: ma si può veramente dire che lei si fosse affidata ‘ciecamente’ alle scelte di lui.
Mi guardo velocemente intorno, senza dare nell’occhio persbirciare e capire che quella doveva essere un soggiorno: scaffalature, tv, mensole libri, diffusori musicali, in quell’ambiente quasi buio, tutto immerso in questa atmosfera inizialmente un po’ tesa. Rimango in piedi, lui mette un leggero sottofondo musicale e si siede accanto a lei sul divano, le sussurra all’orecchio che va tutto bene e che ci sono anche io, lei senza parlare, mi fa un cenno silenzioso con la mano per salutarmi, non proprio verso di me... ovvio, subito dopo non riesco a sentire cosa si dicono, ma lui inizia a baciarla e accarezzarla, lei piano piano si abbandona alle sue attenzioni, è vestita con una sottoveste di panno grigio credo, io rimango immobile, in piedi e in silenzio a guardare, mi sento un po’ di troppo e in imbarazzo, dopo qualche istante, che a me è sembrato lunghissimo, lui mi fa cenno con una mano e mi invita ad avvicinarmi, invitandomi ad accarezzare le sue gambe. Mi avvicino e mi inginocchio sul tappeto e mi avvicino a lei, e con delicatezza, cosa che mi riesce di solito bene, inizio ad accarezzare le sue gambe, con un tocco vellutato e leggero, ridisegno le sue forme e ne apprezzo la sua piacevole consistenza, ancora con il buio non avevo ben inquadrato come fosse fisicamente. Le caviglie e il polpaccio erano ben modellati e la sua pelle era bianca, con quella luce così debole, sembrava illuminata dalla luna, era liscia e fresca, veramente piacevole al tatto, senza immaginare ancora che quella sera il tatto sarebbe stato il nostro unico mezzo di comunicazione 'segreto' tra noi due.
Scorrono alcuni istanti, l'atmosfera si surriscalda un po', e lui le toglie la vestaglia, lasciandola in biancheria intima, e continuando a baciarla, le toglieva anche il reggiseno per toccarle meglio i seni. Aveva un bel seno, i capezzoli le erano diventati turgidi e sporgenti, mi piaceva molto il colore della pelle, continuavo ad accarezzarla, ora lentamente mi avvicinavo ad accarezzare le cosce lungo la parte interna, lei quando sentiva le mie mani, muoveva le gambe e partecipava alle mie carezze, come per comunicarmi con il linguaggio del corpo il suo gradimento e il suo invito a continuare a non fermarmi, nel mentre la mano di lui scende verso gli slip, gliela accarezza anche troppo energicamente, era come se la volesse ‘accendere’ velocemente, lei risponde molto bene a questi ‘tocchi’ muovendo il bacino per accompagnare il suo fare così intenso. Dopo qualche istante le sfila gli slip, mi guarda e con un cenno mi invita ad avvicinarmi alla sua fica, mentre lui continua a succhiare i suoi capezzoli e a baciarla con passione e desiderio.
Lei mi sente avvicinare e apre ancora di più le gambe come per invitarmi, per accogliermi bene, e porgermi il suo piacere, io guardo la sua fica per un istante, per ammirarne la bellezza, la accarezzo delicatamente con le dita, lei non parlando, mi risponde con il corpo, facendomi capire che gradiva quelle carezze, accompagnando il bacino al movimento della mia mano, cercandolo, catturandolo, che sensazione, che modo intenso di comunicare senza le parole, queste, a volte, sono proprio inutili. Mi stavo ‘scongelando’, o meglio, la tensione iniziale stava lasciando il posto a una crescente e consapevole eccitazione, dopo l’invito di lui a dedicarmi a lei, sciolgo le mie riserve, mi lascio andare, per cui mi avvicino, e inizio a baciarla e a leccarla, quando chiudo gli occhi mi succede una cosa strana, inizio a guardarla ad occhi chiusi con ‘occhi’ speciali, respiro lentamente il suo odore delicato, piacevole, incomincio a ‘vedere’ le sue forme con il tatto, con le mie labbra, e con la lingua percepisco in modo ‘visivo’ la sua forma, le sue labbra, il suo clitoride, li visualizzo nella mia mente con il tatto, con la punta della lingua bagnata bene sento il piacevole contatto caldo e sento lo scorrimento piacevole, ridisegno così facendo le sue forme, come se le ricalcassi con una matita, le assaporo, le grandi labbra e le piccole appena schiuse, poi salgo di nuovo a cercare per leccare e succhiare il grilletto, risalendo attraverso il suo solco caldo e intriso di umori, lo sento indurito e scappucciato come e se fosse un piccolo pene, sentendolo duro, stringendolo tra le mie labbra per succhiarlo con la punta della lingua, mi godo il suo sapore. Il suo corpo risponde sincrono al movimento delle mie carezze, dei miei teneri morsetti fatti con le mie labbra, e alternati soavemente a morsetti con i denti, alternati da leggeri colpetti di lingua, che fanno sobbalzare di riflesso il corpo. Ha un profumo delicatissimo, un sapore dolce, mi sento piacevolmente impregnato di lei, del suo sapore e del suo profumo, sentivo il calore del suo corpo nel mio viso. Nel mentre, sentivo lui chiedere all’orecchio di lei se le piacesse cosa le stessi facendo, quasi per incitarla, lei rispondeva: fantastico, e ansimando, era una sensazione speciale, si stava perdendo nel piacere che le procuravo. La mia sensazione di ‘imbarazzo’ iniziale verso lui spariva, subentra lentamente un desiderio piacevole di complicità, coinvolgente e libero, mi sentivo tranquillo, e invogliato a fare ancora meglio per il suo piacere, per il loro piacere, sì perché mi accorsi che anche lui provava un gran piacere nel vedere la sua lei così ‘coinvolta’ con naturalezza e disinvoltura per essere una prima volta a tre, ve lo svelo il segreto: era tutto merito della benda. Continuo a leccarla e penetrarla con la lingua fin dove potevo, sentivo le sue pareti interne stringersi pulsando attorno alla mia lingua, che rigida come un piccolo pene, le entrava tutta dentro, le mie labbra aderivano completamente alle sue labbra, lei lo sentiva bene, se ne accorgeva e gradiva molto, come la muovevo dentro di lei, mi restituiva il suo senso di gratitudine non a parole, ma con il movimenti del corpo, si spingeva ancora di più contro di me, per volerla ancora più dentro, era un dialogo speciale, ed una sensazione bellissima.

Per farlo, mi prendeva con le sue mani dietro la testa, e mi guidava lei, come se così potesse controllare la mia lingua, che tenevo in quei momenti volutamente rigida per procurarle un piacere più intenso, seguendo le sue pulsioni, sentivo come la contraeva per cogliere il piacere che le procuravo, la sentivo stringersi attorno alla mia lingua ritmicamente, muovendo la mia testa a suo piacimento in più direzioni e premendola bene verso il suo pube, mi indicava come procurarle piacere, dentro e intorno alle grandi labbra.
Continuava così a strofinarmi su di lei per procurarsi altro piacere, come se non le bastasse mai, sentivo i suoi timidi gemiti e il suo respiro crescente ansimare, ed in sintonia con i suoi movimenti.
In alcuni istanti mi allontanavo vincendo la pressione delle sue mani e le mordicchiavo e leccavo il suo dolce e tenero interno coscia e lei mi riportava con energia al centro del suo piacere, come a volerne sempre di più, non riusciva a resistere, mi voleva lì. A volte mi allontanavo e salivo verso il pube dove aveva un piccolo ciuffetto nero, ben curato, e con la lingua distesa bene, aperta e inumidita, scorrendo sulla sua pancia, arrivavo all’ombelico, per leccarlo dolcemente, ma venivo preso dalla sua voglia e riaccompagnato dalle sue mani verso l’origine del suo calore, ero immerso e bagnato dal suo piacere.
Le mie labbra si univano con passione alle sue grandi e piccole labbra, questa unione di 'bocche' la percepivo come un intimo bacio intriso di umori e passione, sarei potuto andare avanti per molto tempo in questo modo, perché sentivo, che lei gradiva quanto ‘osassi’ nel leccarla così audacemente, forse non era mai stata leccata in modo così estremo, sfacciato e senza ritegno, da parte di un uomo, e avere questa percezione in quel momento mi eccitava ancora di più, continuava a muovere sinuosamente il bacino alzando anche le gambe sollevando i piedi sulle punte, e mi faceva capire che non voleva che smettessi più e continuava a tenermi premuto su di lei, sentivo in viso il calore del suo corpo, mi sentivo sempre più impregnato del suo odore, del suo sapore, non avrei mai voluto che finisse quel momento, così caldo, così intimo. Vidi anche lui compiaciuto, seduto a fianco a lei, la baciava con la lingua spudoratamente, in modo molto animalesco oserei dire, tra un gemito e l’altro, strizzandole i seni e giocando con i suoi capezzoli, inturgidendoli, ero certo per quanto continuava a bagnarsi e colare, che apprezzasse molto quanto la stessi facendo godere, contribuendo così al suo desiderio di riuscita di questa ‘prima volta’.

( Fine della Prima Parte - continua... )
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