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2+1 è un numero perfetto? - seconda parte #d00122


di dorico
26.08.2022    |    97    |    0 6.0
"In quella postura, sentendo le sue gambe appoggiate a me, ammirando il suo corpo, i suoi seni marmorei, tosti, i capezzoli duri, la sua pelle di luna con..."
(NDR. per un maggior coinvolgimento e riprendere la lettura con la giusta atmosfera vi consiglio di rileggere la parte finale della prima parte)

Seconda Parte
Quasi come se venissi svegliato di soprassalto da un bel sogno, i gemiti di lei vengono interrotti dalle parole decise di lui: “...basta, adesso è ora di assaggiare un po’ di ‘cazzo’...”, io arretro con la testa, mi stacco da lei, con il viso impregnato dal suo piacere, e ancora inginocchiato davanti all’armonico sedere di lei che mi ricordava assieme alla sua bella schiena le forme di un violoncello, dalle forme tondeggianti ed equilibrate, armoniche tra loro, mancavano solo le 2 ‘effe’ simmetriche all’altezza dei fianchi per definirlo un classico ‘liuto’, sotto quella tenue luce era perfetto, appena vivido per un leggero e piacevole velo di sudore che la vestiva delicatamente, mi sposto un po’ indietro, cercando di catturare lo sguardo di lui per ricevere nuove indicazioni. Il gioco andava avanti, mi stavo godendo la situazione che stava gradualmente prendendo forma, lei bendata, tenuta per mano da lui, si alza e intanto le s’inginocchia davanti, lui nel frattempo si era preparato per accoglierla porgendole la sua bella verga gonfia, drizza e pronta, che essendo bendata, non poteva ammirare, ma conosceva molto bene, lei arretra un pochino tenendosi ancora per mano, e si mette a pecorina per poter centrare e scivolare con la bocca comodamente sul suo membro, io mi ritrovo il suo bel culo, rotondo, perfetto, a pochi cm da me in una postura che avrebbe fatto invidia a chiunque di voi che state leggendo in questo momento, rimango immobile in attesa di istruzioni per procedere, i suoi capelli neri, appena mossi, in parte scompigliati dalla benda ben serrata, gli scendevano fino alle spalle e disegnavano nello spazio un lento saliscendi, sì, avete indovinato gli stava facendo un bel pompino, entusiasta della situazione a cui stavo partecipando ero contento per lui e per l’intenso piacere che stesse provando.
Per un istante indefinito mi estraneo dalla situazione con la mente e nel tempo di un flash penso a quanto ho sempre desiderato in vita mia ricevere pompini, cosa che invece fino ad allora non era stato possibile nella misura in cui lo desiderassi, ovvero pari alla mia voglia di leccarla, con mia moglie era praticamente impossibile, fin dal primo giorno di matrimonio, cambiando le regole a mia insaputa cominciò a rifiutarsi di farli, definendoli una profonda “aberrazione”(!) del piacere, e in parole più pratiche diceva che le faceva schifo! Tornando alla situazione, pensai subito a quanto fosse fortunato lui, nel ricevere queste attenzioni così intime, ero sinceramente contento per lui, non provavo invidia, ero contento che ci fossero altri più fortunati di me.
Abbasso lo sguardo dopo aver colto il suo invito ad inserirmi in questa ‘composizione’ e mi viene naturale accarezzare con una leggera presa i fianchi e la schiena, apprezzando la piacevole consistenza della sua fisicità, era marmorea, tonica, ‘tosta’ diremmo qui dalle mie parti, il suo corpo rispondeva molto bene alle mie soavi carezze, sfioravo le sue curve, le ridisegnavo seguendole e accompagnando il leggero e lento movimento del corpo richiesto dal suo piacevole saliscendi, in quella postura così erotica, il suo corpo continuava a comunicare con le mie mani, mi sentivo così immerso da questa grazia che non sapevo davvero dove fermarle, pertanto continuavo ad accarezzarla ovunque senza sosta, sentivo lei attraverso il contatto continuo.
Con un cenno silenzioso lui mi invita a prendere gradualmente parte. Lei continuava a far entrare e uscire dalla sua bocca la verga di lui con maestria, lo intuivo e lo immaginavo dai rumori che sentivo e pensavo a quanto fosse fortunato a godere di tale attenzioni, ora anche lui iniziava ad ansimare dal piacere e incominciava ad incitarla con un linguaggio che gradualmente si andava colorando di parola in parola, a cui lei rispondeva gemendo con un piacevole senso di sottomissione e di gradita accettazione. Guardando il suo culo così bello, sodo e modellato, le afferro bene le natiche le spingo e le ruoto verso l’alto e poi verso l’esterno per fare in modo che sentisse la fica aprirsi, senza che la toccassi da subito con le mie dita, ci tenevo ad andare per gradi, questo movimento mi permetteva di ammirare sotto quella luce fioca le sue labbra schiuse, bagnate e vedere il suo solco interamente bagnato e lucido, il suo buchino stretto dietro pulsava ad ogni contrazione di piacere, stava godendo, era il segnale più chiaro e inequivocabile che potessi cercare e ricevere per capire quanto le piacesse questa nuova situazione. In altri casi invece cerco di guardare come le donne contraggono involontariamente le dita dei piedi quando provano piacere, questo gesto mi manda il sangue alla testa subito. Apro una piccola parentesi per ‘calmare’ la vostra istantanea eccitazione che avverto.
L’estate che uscì il libro “50 sfumature di grigio” in Italia si sdoganava il BDSM per tutti, libro criticato dai veri esperti e dalle community serie di BDSM, per una serie di ragioni. Il libro ebbe un grande successo e invase gli stabilimenti balneari, incuriosì tante discrete e insospettabili signore annoiate dalla routine, che io mi divertivo ad osservare o meglio a spiare, molte di loro mentre leggevano il libro nel loro lettino da mare, sotto il sole cocente, e sotto il completo disinteresse del loro partner, in alcuni momenti contraevano involontariamente e ritmicamente le dita dei piedi, era l’unica cosa che non riuscivano inavvertitamente a nascondere, di sicuro per il piacere che provavano nell’eccitante lettura, pensando che nessuno se ne sarebbe accorto, di quei attimi di piacere rubati sotto gli occhi della spiaggia. Finalmente il BDSM era entrato nelle case delle italiane! Ma torniamo a noi e chiudiamo questa colorita parentesi.
Appurati i segnali genuini del suo piacere, in quella postura, non avevo scelta: alternavo al movimento iniziale di una mano, l’altra, con carezze leggere, dall’interno coscia salendo fino a sfiorare la fica, per esasperare un po’ il suo desiderio crescente di sentirsi toccata pienamente, sentivo lei cercare, muovendo il corpo, la mia mano, per un contatto maggiore, ogni volta che risalivo la coscia, aumentavo il contatto fino ad accontentarla, ed iniziavo ad immergere le dita nel suo caldo solco, bagnato e reso scivoloso dai suoi abbondanti umori, percepivo nei polpastrelli una piacevole e scivolosa sensazione del suo fluido in parte denso, sempre con attenzione, l’accarezzavo esplorandola delicatamente, con le dita immerse nel suo ‘cunnus’ (vulva), così caldo e bagnato. Entravo dentro delicatamente e i miei polpastrelli apprezzavano le sue morbide pareti, lisce, calde, scivolose, sentivo al tatto dei miei invidiati polpastrelli ogni dettaglio, e con la mente riuscivo a ‘vederli’ era una sensazione fantastica.
La materializzazione delle immagini percepite dal tatto mi ha sempre affascinato, quando lo faccio, chiudo gli occhi per abbandonarmi in questo tipo di piacevole esercizio. Nel tempo con l’esperienza ho affinato questa visualizzazione, la trovo molto eccitante, quasi come se fosse un altro ‘senso’. Mentre continuo ad esplorarla con delicatezza, chino il capo e mi avvicino alla “cordiera” del mio ‘liuto’ (il tratto in mezzo alle natiche) dove posso scorgere il pulsare del suo buchino, privo di peli, ben curato, irresistibile per un contatto intimo. Appoggio la mano sulla natica destra e la tendo verso l’esterno, per avere più spazio nel centro, nel solco del gluteo, mi avvicino, chiudo ancora una volta gli occhi e carezzo con la lingua la corona con la lingua tenuta molto morbida e bagnata, per procurarle un intenso, delicato e piacevole contatto caldo, avevo timore che potesse darle fastidio, ancora non lo sapevo. All’epoca ero troppo condizionato dalle ‘sgridate’ di mia moglie che non gradiva queste cose ‘oscene’, per cui tutt’ora, quando mi trovo con un’altra donna, sono sempre cauto e prudente, ma noto con piacere che questo problema ce l’ho avuto solo con lei, tutte le altre lo gradiscono molto.
Mentre la sento e la ‘guardo’ con la lingua, tutto intorno percepisco dal tatto le sue delicate forme ‘visualizzandole’ nella mia mente, e sento lei dolcemente, alternare il rilassare e il contrarre il suo buchino, rispondendo in questo modo alle mie intime lappate, che gradisce, tanto che ad ogni carezza della lingua sento poco più sotto, nelle due dita immerse nella vulva dilatata, la sua contrazione di piacere, comunica in questo intimo modo il suo gradimento alle mie delicate attenzioni.
Per un istante, mi domando con un pizzico di invidia ‘al femminile’ quanto potesse sentirsi privilegiata nel trovarsi in mezzo a una doppia attenzione: da una parte, succhiando l’oggetto delle sue passioni e dall’altra, porgendo a me i suoi ‘frutti’ per trarne ulteriore piacere, ma il piacere di essere parte di questo disegno, che stava prendendo una formazione ben precisa, era per me diventava sempre più gratificante.
Mentre lei continua quel fantastico pompino, scrivo fantastico, perchè i commenti e i lamenti di lui erano inequivocabili, mi abbasso per poter arrivare con la lingua più in basso, per continuare a materializzare nella mia mente le piacevoli forme della sua fica, per sentire le sue grandi labbra, visualizzandole e sentendole ad occhi chiusi, spingendo gradualmente dentro, la punta della lingua, fin dove potesse arrivare, apprezzando le sue pareti interne e il suo dolce sapore, me la sentivo avvolta dalla sua carne, e stretta durante le sue pulsazioni, si comportava come una bocca, sentivo e intuivo che lei apprezzasse questa leggera e intima penetrazione, perchè la sentivo spingersi contro il mio viso, proprio quando ogni volta irrigidivo la lingua come se fosse un piccolo pene, per entrare meglio dentro di lei, e farmi sentire presente. Mi sentivo il suo delicato profumo addosso, e avevo il viso impregnato dei suoi umori, sapevo di lei. Con una mano continuavo a tenere tesa verso l’esterno la natica, per poter continuare queste intime ‘pomiciate’ private tra me e la sua fica, immaginando quasi come se fossero ‘rubate’ al suo lui, con l’altra avvicinavo l’indice bagnato nel suo buchino, per stimolarlo e sentire le sue contrazioni, che utilizzavo come ormai avrete intuito per misurare il suo gradimento. Timidamente portavo l’indice al centro della corona, e quando sentivo la distensione della muscolatura, appena terminata la contrazione, affondavo delicatamente la punta dell’indice sentendola entrare delicatamente, lei non opponeva resistenza, presa già dalle mie intime leccate, e intenta a sua volta, a donare piacere al suo uomo, che tra un gemito e l’altro non si risparmiava ad incitarla colorando sempre più, le parole che la eccitavano, lasciavo scendere il dito dentro fino a che non arrivasse la successiva contrazione che lo bloccava e lo stringeva, poi mano a mano lo ritiravo lentamente fuori, le piaceva questa alternanza di pieno e vuoto, ero sollevato, le piaceva questo piacere multiplo. In questo modo sentivo le risposte genuine e incontrovertibili del suo piacere attraverso questi segnali intimi. Respirare immerso in questo paradiso, mi rimaneva a tratti un po’ difficile, immerso negli umori, tra le sue grandi labbra, ma chi avrebbe avuto voglia di allontanarsi solo per respirare meglio in quegli attimi?
Avevo anche apprezzato la gentilezza di lui nel avermi concesso l’onore di occuparmi per primo dei suoi frutti, senza dover superare un immaginario imbarazzo, che con il tempo capii che non esisteva, era solo nella mia testa, le esperienze successive ne confermarono l’inesistenza, in ogni caso in quell’occasione lo apprezzai come un gesto di ospitalità.
Nel frattempo dopo qualche istante, lo ricordo vividamente come se accadesse ora, lui le solleva con le mani la testa aiutandola, continuando poverina a non poter vedere con la benda, l’aiuta a sedersi sopra di lui per penetrarla, lei in pratica si appoggia con le ginocchia sul divano tenendosi per mano con lui, e si accovaccia scendendo sopra di lui che si sporge in avanti con la seduta, lasciando scivolarla sul suo suo cazzo, la sua fica era perfettamente preparata dalla mia ‘arte’ per accogliere il suo membro altrettanto perfettamente preparato dalla bocca di lei, io rimango in ginocchio a guardare questo momento, non mi perdo un attimo, ammiro lei alzare e abbassare il bacino facendo apparire e scomparire lentamente l’attrezzo di lui perfettamente lubrificato e avvolto dai suoi umori, lei inizia a mugolare, emettendo gemiti inarticolati, a volte sommessi, ritmicamente, ripetuti, a volte a bocca chiusa e a volte con la bocca aperta più intensi, in segno di piacere e desiderio, in alcuni momenti da come sentivo, si mordeva le labbra, e rispondeva qualche si, al colorito turpiloquio che lui andava alimentando. Tra una parola e un gemito lui la baciava in modo molto disordinato ma carico di passione, l’atmosfera si andava riscaldando sempre di più, rimanevo immobile come una statua di sale... incantato ad ammirare quanta passione li coinvolgesse in quella fusione di corpi.

Lei grazie alla benda aveva una percezione più attenta verso gli altri sensi, non vedere non era un limite, bensì un modo per sentire di più con tutto il resto del corpo.
E’ un’esperienza che consiglio di provare a tutte voi che state leggendo questo racconto, tutt’ora quando posso è un approccio che grazie a questo incontro amo proporre, anche perchè, soprattutto in un primo incontro, può sembrar strano ma ‘alleggerisce’ l’imbarazzo iniziale del guardarsi, ovviamente è richiesto un minimo di fiducia e intesa iniziale, ne vale la pena però, ve lo consiglio, provatelo.
Dopo qualche istante d’incanto mi rendo conto di essermi temporaneamente estraniato ad ammirare questo dipinto ‘vivo’, per cui mi riavvicino anticipando il nuovo invito di lui a essere parte del gioco, e sempre inginocchiato, mi fermo a pochi centimetri dal fondo schiena di lei che a distanza di pochi centimetri vedo come fa scomparire dentro il suo corpo salendo e scendendo il membro di lui, provo un certo pudore misto a curiosità nell’avvicinarmi così tanto ai loro genitali, il suo membro è particolarmente eretto e discretamente largo, più del mio pensai, tra me e me, noi uomini abbiamo sempre questo innato vizio comparativo…
Aveva un bel attrezzo, non che me ne intendessi, lo deducevo da come questa bella donna ne traeva piacere.
Così vicino e ispirato dal linguaggio che lui andava colorando, afferrò con una presa ‘decisa’ ed energica i fianchi di lei, per aiutarla e favorire il suo saliscendi su di lui. Ogni volta che la guidavo verso il basso, era come se lei s’impalasse, scivolando favorita dai suoi abbondanti umori sulla verga del suo uomo, fino alla base, toccando il pube e lubrificandolo ad ogni discesa e scivolava all’inferno del piacere che li avvolgeva, i suoi umori abbondanti, colavano lungo lo scroto. I gemiti di lei si alternavano a quelli di lui e tra le parole incitanti di lui, anche il suono, questa volta non direi rumore, dei loro corpi soprattutto in prossimità dei genitali, era eccitante, sentivo la frizione intima dei loro genitali, mi eccitava tantissimo. Lei, sentendo le mie mani, prenderle decise il bacino, si lasciava guidare dal mio ritmo, che a quel punto marcavo io con il movimento, eravamo tornati a comunicare.
Il lato B, da sempre, gode delle mie particolari attenzioni, pertanto a volte lasciavo in parte la presa con una mano per poter riaccarezzare in questa nuova posizione il suo buchino, ero sempre a caccia di segnali di godimento. Questa volta, bagno il dito con la mia saliva, e lo lubrifico bene, nel mentre dei suoi movimenti, poi cerco di infilare il dito non appena sento la contrazione liberare l’apertura, lo faccio entrare appena, perchè non conosco la reazione di lei, mi accorgo subito che non le dispiace, solo che essere sincroni con il movimento principale di lei, non era una cosa semplice, ma lo gradiva, era un ulteriore stimolo al suo piacere di sentirsi i buchi riempiti, le contrazioni alla prima falange si facevano sentire, stringeva così forte da bloccarmi il dito e costringermi a seguire il piacevole saliscendi. Gemiti, parole, sospiri, lamenti piacevoli, rumore dei corpi rompevano il silenzio.
Dopo aver soddisfatto e ripetuto più volte con i loro corpi questo piacevole andamento, lui mi invita a sedermi al suo fianco sul divano, non sapevo cosa avesse in mente, subito dopo, aiuta lei a inginocchiarsi davanti a me, lei non potendomi vedere avanza con le mani per ‘trovarmi’ e prendere le giuste distanze, subito dopo capisce dove trovare la presa, si accomoda meglio con le ginocchia e
impugna il mio membro, lo tiene fermo, verticale e si avvicina lentamente con le labbra, lo sfiora, dapprima con il contatto leggero, ci alita, sale e scende sfiorandolo come se ne volesse prendere le misure e comprenderne la forma, senza poterlo vedere, un po’ come facevo prima io con la sua fica, immagino che anche lei come me visualizzasse le piacevoli sensazioni tattili che percepiva. A quel punto con le labbra inumidite comincia a ricoprire il mio glande lentamente, fino ad arrivare alla base del glande come se fosse il mio prepuzio, lo faceva volutamente per eccitarmi e godersi questo contatto.
Dopo una breve sosta la sento scendere ancora, una sinfonia di sensazioni si attorcigliano disordinatamente attorno ai miei sensi, compresa l’emozione di percepire una volta tanto piacevoli e intense sensazioni.
Sì, perchè quello che sto per scrivere vi sembrerà strano ma nonostante la mia non elevata esperienza di fellatio, ho appurato che ahimè, non tutte le donne lo sanno fare bene, anzi, sono molto poche a capire come va fatto, per dare il massimo piacere all’uomo, evitando di banalizzare la pratica ad un gesto meccanico e sterile. Cristiana con sorpresa e meraviglia era una di queste, forse la migliore?
Mi abbandonai alle infinite sensazioni che provavo tenendole e muovendole la testa con tutte e due le mani, in quel modo era come se le ‘scopassi la bocca’, cosa che non aveva mancato di sottolineare a parole il suo lui.
Senza forzarla, ma accompagnando questa volta io, il movimento che ‘segnava’ lei, pensavo di quanto piacere mi avesse privato mia moglie per tanto tempo, ma senza rancore, forse il sesso è come la musica, devi avere un buon ‘orecchio’ per apprezzarla, e lei non amava questa musica.
Lui si sedette a fianco a me per ammirare la sua donna esprimere il suo essere così ‘troia’ per la prima volta,
uso volutamente questo termine, alcuni di voi leggendo capiranno il senso nobile e non dispregiativo dell’attributo utilizzato in questo caso, questo fatto lo eccitava, le parlava, commentava i movimenti, le suggeriva come muoversi e cosa fare, e poi le domandava spesso se le piacesse e lei non riusciva a rispondere ma non faceva che annuire, era eccitato di vederla così trasgressiva e a pochi centimetri da lui e soprattutto in sua presenza.
Io mi lasciavo trasportare dal suo piacevole impeto e mi godevo il sublime momento. Il monologo di lui diventava ‘forte’, non c’era nulla di offensivo, era istigante, propenso a trasgredire ancora di più, per lei era una piacevole energia liberatoria che catalizzava ancora di più l’eccitazione, tanto per zittire definitivamente i moralisti che in questo caso a questo punto avrebbero gridato allo scandalo.
Pensai per un attimo con ammirazione per me, e venendo meno ai miei principi ‘deontologici’ in questo caso, sebbene non professionale, che avrei desiderato condividere questo momento raccontandolo a qualcuno, per quanto poteva non sembrare vero tutto questo che mi stava accadendo quella sera, avevo voglia di urlare al mondo la mia soddisfazione, la mia felicità, il mio ‘ce l’ho fatta!’, il piacere e la soddisfazione di essere andato oltre le classiche storie raccontate tra amici, al bar per sentirsi ‘fighi’, trite e ritrite, che ho sempre dovuto subire per tanti anni in silenzio e con frustrazione, pensando che a me non sarebbe mai capitato o che io non ce l’avrei mai potuta fare, all’epoca avevo paura anche della mia ombra. Invece ora ripensandoci bene, mi chiedevo quante in realtà poi sarebbero potute essere delle balle, come la balla più stupida e sorprendente, raccontata da un mio ex-amico-conoscente, per giunta ex-fidanzato di mia moglie, che si vantava all’epoca, con noi amici del gruppo di averla ‘scopata’ più volte in auto, poco tempo dopo, mi ci fidanzai e a 25 anni mi ritrovai io, a dover deflorare faticosamente il suo imene, cosa che visto come andarono le cose avrei evitato molto volentieri, e che forse avrebbe condizionato diversamente la nostra malandata sessualità, ancora oggi a distanza di tempo me lo domando, mentre l’amicizia con lui una volta fidanzato con la mia attuale moglie (sua ex) per ovvi motivi prese una brutta china, dal momento che lui aveva capito benissimo che io sapevo che ci aveva raccontato un fiume di balle e che sapevo che lui ahimè, non l’avesse mai scopata, questo sicuramente lo turbava, tanto da evitarmi gradualmente sempre di più.
Questa con questa coppia invece, per me era una storia speciale, diversa, incredibile e non andava sciupata e non andava assolutamente raccontata a nessuno, ero padrone di un prezioso segreto che avrei custodito gelosamente sempre con me, perchè nessuno avrebbe potuto comprendere una tale follia, che poi di folle aveva solo il coraggio di osare, di saper andare oltre certi schemi preconfezionati.
Lei continuava, ammirata da lui, a godersi l’eccitazione del momento, fatta di gemiti, odori, sapori eccitanti e potevo ben capirlo, grazie al mio amore incondizionato verso il cunnilingus, un piacere perfettamente ‘complementare’.
Molte donne, succhiano semplicemente, ma lo scopo è saper dare piacere e sensazioni, lei sentiva come pulsavo e capiva come regolare, prolungare ed esasperare il mio piacere, insomma sapeva tirare bene la corda al limite e si muoveva con estrema abilità, il suo uomo l’aveva ‘educata’ bene a questa pratica, era inequivocabile, lo baciava e lo leccava lungo tutta l’asta, come se lo volesse ridisegnare con la lingua, ci alitava sopra, per poi tornare a farlo soavemente risucchiare dentro la sua bocca, sentivo la sua lingua lambire il mio frenulo, era una piacevole tortura. Io nel frattempo le spostavo i capelli per poter ammirare e non dimenticare mai la sua arte, con le mani mi prendeva lo scroto totalmente depilato liscio, in sostanza, per chi non lo sapesse, lo scroto depilato ha la stessa consistenza delle labbra della fica, diventa molto piacevole al tatto e alla bocca e si presta altrettanto ad essere succhiato, lappato e lambito dolcemente, lo aveva lubrificato leccandolo completamente.
La sentivo risucchiarmi con le labbra serrate, facendolo scivolare dentro la bocca, salendo e scendendo con la testa evitando il contatto con i denti, in questo a differenza di molte, era molto brava, la lingua calda, distesa e ben insalivata, fungeva da ottimo ‘cuscino’ nello scorrimento, mentre con le mani mi accarezzava lo scroto delicatamente, apprezzava molto il fatto che la pelle fosse perfettamente liscia e pulita. Il tutto avveniva con le parole esortative di lui, e le sue annuizioni a bocca piena. Io e lei nel mentre avevamo trovato un modo bellissimo per comunicare ad insaputa di lui, in alcuni momenti, le prendevo una mano e intrecciavo le sue dita con le mie, e le stringevo a momenti, subito dopo lei mi rispondeva subito dopo stringendo questa volta lei, non potete immaginare quanto potesse essere emozionante e trasgressivo, questo dialogare fatto di ‘strette’, era un continuo assenso per comunicarmi che gradiva tutto quello che stavamo facendo, e io altrettanto accarezzandole la mano libera le facevo capire con piccole carezze e leggere strette, quanto gradissi le sue attenzioni in silenzio, avevamo trovato una via preferenziale e nostra dialogare attraverso questo contatto, mi rassicurava e mi sentivo tranquillo perchè quello che stavamo facendo le piaceva, me lo diceva in quel timido modo, lui non se ne fosse accorto, preso com’era dall’eccitazione del momento, sembrava un modo per lei di aggirare il suo veto di parlare con me, sì, era tremendamente trasgressivo dialogare così.

Dopo un po’, lui mi ferma e mi dice: “adesso è ora di scoparla” e mi invita a farle spazio, lei si distende sul divano, lui la aiuta a sdraiarsi e mi passa al volo un condom da infilare, sì, con sorpresa ed inaspettatamente era arrivato il mio turno, lo indosso con attenzione, e mi riavvicino, le prendo le gambe gliele sollevo lasciandole capire che poteva appoggiare su di me, adoro sentirmi avvolto dalle gambe di una donna, sento il suo corpo caldo entrare in contatto con il mio, cerco di appoggiarlo nel solco che avverto nel glande caldo e molto lubrificato, era così eccitata che non c’era bisogno di nulla, è bastato un mio piccolo movimento in avanti che il mio pene prese la giusta direzione per entrare dentro di lei, esplorando e scorrendo in ogni millimetro delle sue calde, morbide e scivolose pareti, il calore del suo ventre attraversava e avvolgeva il mio pene ed entrava nel mio propagandosi come un onda, era una sensazione intensa. Aggiungo una cosa che non avevo raccontato: sia prima che adesso, lui mi aveva chiesto di poter scattare qualche foto, che avrebbe mostrato solo a lei l’indomani, giustamente, bendata, non avrebbe potuto apprezzare la serata quanto noi o meglio come noi, l’incontro o perlomeno lo avrebbe vissuto da una prospettiva diversa dalla nostra, pertanto ritenevo che fosse giusto farmi fotografare, così che successivamente avrebbe potuto ammirare il piacere di quella serata trascorsa assieme.
Quindi mentre lentamente la possedevo lui ci rubava qualche scatto, la cosa non mi disturbava e preoccupava più di tanto, ero molto concentrato nei movimenti, per poter donare a lei il massimo piacere, e stare attento io a controllare la situazione, volevo assolutamente evitare di raggiungere l’orgasmo con anticipo, volevo godermi il momento e non lasciarmi andare troppo, in questo il condom oltre che proteggerci da imprevisti, mi dava una mano, ritardando un po’ questa sensazione a vantaggio della durata, e potevo concentrarmi invece meglio sul suo piacere di sentirsi penetrata, lo facevo lentamente e armonicamente, senza forzare o esagerare, la sentivo rispondere bene con il suo corpo e con una mano cercava la mia per ricomunicare come prima, il nostro ‘dialogare’ segreto, questa cosa non ci credereste, mi affascinava tantissimo, nel frattempo lui riposta la fotocamera si riaggrega a noi offrendo il suo membro tornato attivo, alla bocca di lei, che mentre viene scopata da me inizia a succhiarglielo. Nel mio album fotografico potete apprezzare una foto di questo momento.
Attimi senza tempo iniziano a scorrere, tutto sembrava così naturale come se lo facessimo da una vita, era sorprendente la naturalezza con cui tutti e tre vivevamo in sintonia e intesa quegli attimi, che sembravano non volessero mai terminare, neanche io volevo che finissero, le sue strette di mano ‘parlanti’ mi esortavano a continuare così, lei continuava a tenere la sua bocca impegnata nel suo uomo, avevo percepito che lei fosse pluriorgasmica, pertanto bastava cambiare un po’ il ritmo, che riuscivo a procurarle qualche breve orgasmo, e continuare con piacere come se nulla fosse. Anche questo mi sembrava a tratti impossibile, se penso a mia moglie che appena veniva, dovevo mettermi subito a distanza di sicurezza di almeno 1 metro e non toccarla più, perchè era tutto finito da quel istante, invece qui era tutto magnificamente all’opposto, non si finiva mai, tanto che dopo un po’ fu lei a implorarci di venire perchè si sentiva ormai pienamente soddisfatta, in effetti il bendaggio così prolungato dopo tanto tempo, (erano sicuramente passate un paio d’ore) puo’ creare senso di disorientamento, pertanto ci adoperammo tutti e due per concertare insieme una perfetta eiaculazione, lui nella sua bocca da bravo padrone di casa, e io protetto nella sua piacevole, calda e accogliente stanza rosa...
In quella postura, sentendo le sue gambe appoggiate a me, ammirando il suo corpo, i suoi seni marmorei, tosti, i capezzoli duri, la sua pelle di luna con un velo di sudore che la rendeva ancora più ‘vivìda’ bastava molto poco per lasciarsi andare e sentire tutto il piacere di una serata uscire ed entrare in lei, era un crescendo ‘rossiniano’ passatemi l’eufemismo, mentre anche lui si lasciava andare nella bocca di lei, liberando tutto il suo seme caldo e la carica accumulata in tutta la serata.
Passato qualche attimo dopo il furore di gruppo, e dopo gli ultimi sospiri di tutti e tre, lui rompe il silenzio e il mio sguardo meravigliato verso questa donna ‘speciale’ che faticavo ancora a rendermi conto che fosse reale, rompe il silenzio, invitandomi ad usufruire del bagno per darmi una sistemata, lui non aveva bisogno di pulirsi, ci aveva pensato lei.
Uscito dal bagno trovo nuovamente lei seduta sul divano come all’inizio, mentre mi rivesto in silenzio lui la prende per mano le chiede di salutarmi, questa volta la sento pronunciare un timido ciao, niente di più, e la accompagna bendata in camera. Si era concretizzato tutto quello che lui aveva programmato e desiderato con me, Cristiana avrebbe dovuto non vedermi e ci era riuscito, questa cosa un po’ mi scombussolava, ma era allo stesso tempo affascinante, e sorridevo domandandomi con il pensiero: chi mi avrebbe creduto l’indomani se avessi raccontato una simile storia…
era un bellissimo segreto da custodire. La serata era andata bene, pensavo tra me e me, ma non avevo avuto il tempo di parlarne con lui, ma ero convinto che questa loro prima esperienza fosse stata pienamente positiva.
Dopo qualche istante finisco di rivestirmi, lui ritorna, con un fare lesto e mi ringrazia frettolosamente per tutta la disponibilità mostrata e mi congeda, io riesco a malapena a ringraziarlo e non riesco farlo come avrei desiderato, che senza accorgermene mi ritrovo a salire in macchina, lui dalla porta mi saluta, e mi fa un cenno per farmi capire che mi avrebbe fatto sapere qualcosa nei giorni successivi.
Mi rimetto in auto, calmo e prendo la via del ritorno, e si presenta nella mia testa la voce dell’ispettore Coliandro, questa volta ironica, sfidandomi e mettendo in dubbio che io abbia trascorso una serata simile… la mando subito a cagare...
Durante l’ora di viaggio di ritorno, mi tormentava solo il desiderio di aver voluto sapere un po’ meglio se Cristiana fosse rimasta soddisfatta dell’incontro, mi rassicurai da solo pensando di sì, non poteva essere diversamente, sensazioni di soddisfazione, di piacere si mescolavano al desiderio di ricordare bene tutto quanto, ogni dettaglio, per non dimenticare mai nè poi mai un momento così bello e intenso, non tanto per essere ben raccontato come ho fatto per voi con questo lungo racconto, piuttosto per essere ricordato dal sottoscritto, per ricordarmi in certi momenti difficili e solo apparentemente impossibili, che niente è impossibile, e soprattutto che è anche vero che: un altro mondo è possibile, basta solo volerlo, e io continuai a volerlo... per tante altre volte...
Ero stanco e deluso già allora del mondo che mi era stato sempre messo davanti e promesso fin da giovane, pieno di aspettative, tutte puntualmente disattese, per cui amavo cercare e vivere momenti simili, che mi facevano e mi fanno tutt’ora sentire vivo, e mi fanno provare forti emozioni, ma ne parleremo meglio nei prossimi racconti, se nei commenti mi farete capire che anche questa seconda e ultima parte è stata di vostro gradimento.
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