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Discoteca: "fantasia o realtà?"


di Ghiaccio77832
07.05.2024    |    2.573    |    18 9.7
"La sua lingua si insinuava tra le pieghe della mia ostrica, che grondava piacere in continuazione e, a quel punto, ho avuto un orgasmo..."
Come ho detto in un precedente racconto, mi chiamo Angela, sono alta 1,77, ho 41 anni, capelli biondi, occhi azzurri con un leggero accenno al verde, fisico snello e ben modellato. Il mio seno, di una seconda piena, piace tantissimo al mio lui, perché presenta capezzoli pronunciati ed areole grandi. Sono sposata con Carlo, un bel maschio di 47 anni, molto ambito dal genere femminile, alto 1,81, moro, occhi azzurri e spalle larghe. Ci conosciamo dai tempi delle superiori, lui era il ragazzo, cui tutte facevano il filo. Come ho detto, non è stato facile conquistare Carlo, gli ho fatto il filo da sempre, ma, all'epoca, ero troppo piccola per accorgersi di me. Lui era sempre circondato da belle ragazze e anche la sua ragazza d'allora era bellissima. Per suscitare il suo interesse e farmi notare, gli chiedevo spesso una sigaretta e lo facevo con un atteggiamento molto civettuolo. Naturalmente ero consapevole di non essere all'altezza delle ragazze che lo circondavano, molto rodate in fatto di sesso, così mi sono affidata ad amici di comitiva, prima chiedendo alle ragazze le loro avventure e cosa piaceva ad un ragazzo, dopo ho fatto pratica con un'amico di lunga data, ma con lui non ho arricchito il mio bagaglio sessuale, anche perché non era poi così bravo..infatti ho raggiunto la perfezione solo con Carlo, che mi ha insegnato a tenerlo in bocca e, mentre lo succhio o lecco, mi piace tenerglielo in mano, giocarci con la lingua sulla punta ed infilarla nel meato e, quando mi viene in bocca, e i getti dello sperma la inavadano, io risucchio tutto e ingoio, che è una cosa molto gradita a Carlo..mi ha insegnato a cavalcarlo, e a girarmi su me stessa senza fare uscire il membro dentro di me e continuare a cavalcare. Naturalmente tutto queste cose, oggi, sono privilegi riservati solo di Carlo. La nostra unione è caratterizzata dal fatto che, ad entrambi, piace essere ammirati: a me, in particolare, piace farmi mettere in mostra. Quasi mai lui ha permesso che altri interagissero con noi in maniera reale. Solo una volta, si è verificato un fatto che, forse, ha, in qualche modo, cambiato questa nostra regola non scritta. Quella volta, come tante altre, eravamo in vacanza e, dopo avermi fatta esibire in un ristorante, ci saremmo spostati in una discoteca. Non siamo nuovi a questi giochi e, ovviamente, nel ristorante ho dato fondo alla mia performance. Lui aveva scelto un tavolo al centro del locale, così da esser sotto gli occhi di tutti e, già questo, era servito a farmi bagnare all'istante. Avvertivo addosso gli occhi di tutti i maschi presenti nel locale e, naturalmente, percepivo su di me l'invidia, o, addirittura, un velato disprezzo da parte di tutte le donne che accompagnavano quelli che non smettevano di fissare le mie grazie in bella mostra: quella sera indossavo una minigonna bianca, che mi fasciava il culo. Il tessuto di quella mia gonna era di cotone bianco, molto trasparente e, praticamente, le mie chiappe erano più che visibili, facendo intravedere financo il sottile triangolo del perizoma. Nella parte superiore, avevo un top dello stesso colore, molto sottile, che, essendo elasticizzato, modellava i miei seni privi di ogni costrizione. I miei capezzoli erano duri e tesi e premevano contro il tessuto quasi a volerlo bucare. Ai piedi, calzavo dei sandali a zeppa con tacco alto, legati alle caviglie con un semplice fiocco di tessuto, anch'esso bianco. Per ben due volte, Carlo mi ha suggerito di attraversare l'intera sala: la prima, con la scusa di andare in bagno, mi son alzata lentamente e, muovendomi piano, ho proceduto con lo sguardo fisso davanti, ignorando tutti gli sguardi dei maschi, che sentivo addosso e che mi spogliavano ad ogni passo. Stavo interpretando la parte della "zoccola" e ne ero fiera. Quando ho raggiunto il bagno, c'era una signora prima di me, in attesa; mentre aspettavo il mio turno, ho visto il disprezzo disegnato sul suo viso nell'osservarmi. Io ho sorriso compiaciuta, perché quel suo atteggiamento era la chiara conferma che, ad esser così bella e desiderabile, le faceva invidia, e la cosa ha ancor più esaltato il mio sentimento di apparire troia. Lei è entrata nel bagno ed io son rimasta in fila; in quel momento è passato un signore, diretto al bagno dei maschi e, guardandomi con occhi carichi di lussuria, ha poggiato una mano sul suo pacco, senza cercare di nascondere quel gesto. Da come lo ha stretto, ne ho dedotto che doveva esser dotato di un bel membro; quando è entrato nel bagno, si è girato ancora verso di me, quasi a volermi invitare a farlo con lui, ma la porta del mio bagno si è aperta e la signora è uscita. Io sono entrata direttamente, chiudendo la porta a chiave. Ero fradicia! Ero talmente bagnata che ho preso della carta igienica e mi son asciugata, mentre la mia lumachina continuava ad emettere umori a profusione. Per non rischiare di imbattermi di nuovo con quel maschio, sono uscita velocemente dal bagno e, nel ripercorrere la sala, l'ho fatto procedendo molto lentamente e tenendo lo sguardo fisso solo su mio marito, che, dal tavolo, mi osservava e sorrideva compiaciuto. Appena seduta, lui mi ha messo una mano fra le cosce ed ha potuto constatare che ero completamente bagnata. Il gesto non può esser sfuggito a chi ci stava osservando e questo mi ha eccitato ancor di più.
“Sei una puttanella! Sei fradicia! Ho visto un maschio che ti seguiva: non è che, per caso, te lo sei fatto?”
Ho guardato Carlo negli occhi ed ho deciso di stare al suo gioco.
“Sei un porco! Sapevi benissimo che quel maiale mi avrebbe seguito e, anche se ti dicessi il contrario, tu non mi crederesti, quindi eccoti la verità: gliel'ho succhiato ed ho bevuto tutto il suo piacere!”
Mentre gli dicevo queste cose, ho messo una mano sul suo pacco e, mentre gli facevo quella confessione, ho sentito il suo membro quasi esplodere nella stoffa dei pantaloni; mi ha guardato e si è profuso in un sorriso sornione.
“Sei una zoccola! Il tempo impiegato per tornare, non è stato tale per potergli aver fatto uno dei tuoi “lavoretti di bocca!”. In ogni caso, la serata non è ancora finita!”
Sono andata in un brodo di giuggiole! Solo l'idea che non gli sarebbe dispiaciuto che un altro potesse venirmi in bocca, mi ha fatto quasi godere all'istante. Terminata la cena, si è alzato ed è andato a pagare il conto. Son rimasta seduta al tavolo, convinta che sarebbe tornato, invece mi son vista arrivare un giovane cameriere con la bava alla bocca, perché le mie cosce erano in completa mostra e lui, con voce malferma, mentre continuava a fissare i miei capezzoli ben evidenti sotto la stoffa del top, mi ha detto, indicando mio marito alla cassa, che quel signore lo aveva pregato di venirmi a dire di raggiungerlo fuori. Inutile dire che, anche in questo caso, ho attraversato il resto della sala, con movenze piuttosto sinuose, attirando sempre più lo sguardo delle persone che non hanno potuto far a meno, sia di ammirarmi, che disprezzarmi! Percorrere quella breve distanza, fino all'uscita, mi ha provocato un completo diluvio fra le cosce.
Usciti dal ristorante, siamo andati in discoteca. Carlo lungo il tragitto, ha continuato a tener le dita fra le labbra della mia ostrica, continuando a titillare il mio bottoncino, così da tenere altissimo il mio livello di eccitazione, perché il porco non smetteva di masturbarmi, badando a non farmi raggiungere l'orgasmo. Una volta dentro il locale, peraltro affollatissimo, mi ha imposto che fossi io, ogni volta che voleva un drink, ad andare al banco a prenderglielo. Questo comportava che impiegassi parecchio tempo ad andare e tornare, e comunque avrei dovuto farmi strada tra nugoli di persone che non si privavano di strusciarmisi addosso "involontariamente (?)", chiedendomi scusa e cercando di attaccar bottone, convinti di poter approcciare una bella fighetta come me. Ad un certo punto, Carlo ha voluto che lo accompagnassi al bagno e, lì, mi ha fatto entrare in quello dei maschietti.
“Adesso faremo un bel gioco: dovrai venir con me in bagno!”
Appena dentro l'anti bagno, lui con spalle al muro, ha iniziato a baciarmi e toccarmi dappertutto, alzandomi la minigonna e lasciando il mio sederino alla vista di tutti i passanti. Mi son eccitata tantissimo, ma, quando ho sentito un'altra mano che mi toccava ed il mio lui che mi suggeriva, alitandomelo in uno orecchio, di star ferma, lasciar fare ed inarcare il culetto.
“Resta calma! Non ti preoccupare! Lasciati andare e inarca il culetto! Non pensare a niente e vivi intensamente questa emozione!”
Ho fatto tutto quello che mi ha suggerito e, devo dire, è stato tutto bellissimo! Ero immobilizzata dalle braccia di Carlo e non vedevo chi era dietro di me, però sentivo di esser toccata dappertutto. Carlo mi baciava e mi tranquillizzava.
“Stai calma! Lasciati fare qualunque cosa e, soprattutto, non ti irrigidire.”
Ad un tratto non ho sentito più le mani dello sconosciuto ma una bella mazza che mi batteva sul mio culetto e che si strusciava lungo la figa. Ero in uno stato di estasi completa: sbrodolavo come una fontana! Poi Carlo ha chiesto allo sconosciuto di preparami che voleva scoparmi. A quel punto, non ho capito più niente, ho sentito lo sconosciuto abbassarsi ed iniziare a leccarmi. La sua lingua si insinuava tra le pieghe della mia ostrica, che grondava piacere in continuazione e, a quel punto, ho avuto un orgasmo.
“Sì, ancora, continua! Mi fai venire! Sto venendo! Oddio, vengo! È bellissimo!”
Carlo continuava a masturbarmi, strizzandomi i capezzoli e facendomi gemere di piacere, oltre alle sensazioni che mi provocava lo sconosciuto. La mia eccitazione era così forte che, quando Carlo mi ha fatto girare verso lo sconosciuto, senza neanche guardarlo in faccia, mi son piegata a 90° e mi sono trovata il suo cazzo davanti alla faccia. Son rimasta per un breve istante indecisa, per cui mi son girata verso Carlo che, senza dire nulla, ha messo una mano sulla mia testa e mi ha sospinto contro quel membro, che ho subito accolto in bocca ed ho succhiato come una forsennata. Nello stesso istante in cui prendevo in bocca quel bel membro grosso e duro, Carlo, con un solo affondo, mi ha piantato il suo tutto dentro. L'ho sentito entrare come un ariete ed arrivarmi con forza fino in fondo. Quando ho sentito la punta sbattere sul fondo, il mio corpo si è spostato un po' in avanti per effetto di quella sua spinta poderosa e mi sono ritrovata tutto quel grosso membro infilato giù per la gola. Il mio viso ha sbattuto contro il corpo dello sconosciuto e lui mi ha messo le mani sul capo e, tenendomi immobile, ha preso a scoparmi la bocca. Mi sentivo piena! Ero incredula: per la prima volta, mio marito concedeva la mia bocca ad un altro maschio!
È stata una sensazione sconvolgente quella che ho provato, al punto da portarmi a godere immediatamente di un orgasmo così forte, che ho urlato a bocca piena, serrando le labbra su quella grossa mazza, che mi sfondava la gola! Contemporaneamente, ho sentito l'uccello di mio marito che mi devastava la fica con colpi durissimi! Lo sconosciuto, evidentemente, era a sua volta molto eccitato, perché, improvvisamente, è rimasto immobile nella mia bocca e, un istante dopo, delle generose bordate di crema hanno riempito la mia cavità orale. Ho ingoiato rapidamente la sua sbroda e lui ha continuato ancora per un po' a pomparmi la bocca, poi si è sfilato e andato via. Io ero troppo su di giri, e così mi son sollevata e, senza dir nulla, mi sono messa con la faccia al muro ed il culetto esposto, posizione che piace da impazzire a Carlo, perché ero consapevole che lui voleva il culo.
“Adesso ti rompo il culo! “
l’ho guardato fisso per un momento negli occhi e li ho visto brillare di una luce di profonda perversione e, nello stesso tempo, il suo viso era una maschera di vera lussuria. Un attimo dopo, ha sfilato l'uccello dalla mia figa e, con un affondo secco e deciso, me lo ha piantato tutto nel culo! L'ho sentito entrare con estrema durezza, quasi con cattiveria e, nello stesso tempo, questo suo modo di fare mi ha provocato un godimento animalesco. Adoro sentir mio marito comportarsi in maniera così rude e bestiale, soprattutto se sono io a provocare questa sua reazione, stuzzicando il suo orgoglio di maschio con un pizzico di perversa gelosia.
“Sei una troia! Sei una zoccola tutta da sfondare nel culo, in particolare!”
Nel sentirlo entrare così forte, ho avuto un altro orgasmo; mi ha pompato velocemente, poi anche su di lui l'eccitazione ha avuto il sopravvento: ho presto sentito l'intestino inondato di crema bollente. L'ho sentito sussultare mentre si svuotava con ondate di calore, che riversava dentro di me a getto continuo. Siamo rimasti immobili quasi per un minuto, con lui piantato ancora dentro di me ed io con il corpo schiacciato contro il muro, mentre avvertivo il mio piacere colare lungo le cosce fino alle ginocchia. Dopo che, si è sfilato e ci siamo dati una veloce ripulita; infine mi ha abbracciato e mi ha sorriso.
“Adesso andiamo a casa, perché ho voglia di godermi ancora il tuo corpo.”
Siamo usciti abbracciati, mentre avevo ancora la gonna un po' alzata; lui se n'è accorto, ha sorriso e, quando ho fatto per abbassarla, ha semplicemente scosso il capo.
“Lascia che tutti possano ammirare il tuo splendido culetto, appena sfondato!”
Son bastate quelle parole per farmi avere di nuovo un altro orgasmo.
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