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trio

Eh no, sul vestitino no!


di emozionandoci
24.04.2018    |    7.107    |    4 7.8
"I suoi capelli di tanto in tanto mi coprivano la visuale ma i loro gemiti di piacere erano così forti da offrirmi una nitida e chiara visuale nella mia mente..."
A parlarmi di te sono i tuoi magici occhi, così belli e cangianti, ora che cerco una luce in questa notte che muore e mi fa compagnia ma solo i tuoi occhi riesco a vedere.
Eccomi qui, a rievocare ricordi profondi, e’ così che voglio ricordarti e parlare di te.
Agitato me ne stavo a guardare l’orologio in continuazione, sembrava che il tempo si fosse fermato mentre masticavo nervosamente quel chewing che aveva ormai perso il suo sapore alla menta, quando ad un tratto una voce maschile alle mie spalle mi chiamò.
“Ciao, sei…?” .. “Ciao a te, sì, sono proprio io, molto piacere di conoscerti” ..
“Il piacere è mio”.
Beh, non nascondo che rimasi abbastanza sorpreso nel vedere solo lui davanti a quel bar perché pensavo che a quel tavolino ci saremmo trovati seduti in tre, tavolino che fino a pochi attimi prima si era conteso, con qualche sedia, il mio nevrotico sguardo.
E ben presto realizzai pure che non sarebbe stato quel bar lo sfondo del mio incontro.
Ma non dissi niente, ne chiesi altrettanto, seguii solamente quell’uomo che mi aveva destato un’ottima impressione.
Ancora pochi passi ed eccoci davanti ad un portone.
“Prego vieni” e dritti per le scale, una rampa, poi un’altra, un’altra ancora e infine una porta che si apre, regalandomi finalmente lei, così bella e radiosa e con un abito fine e meravigliosamente indossato.
“Ciao e benvenuto, piacere di conoscerti”, esclamò.
“Piacere mio”, le risposi.
“Su, vieni che ti faccio vedere la casa”.
Nulla da togliere alla bellissima casa ma i miei occhi guardavano soltanto lei, con quelle splendide gambe e la sua pelle che dal vestito riuscivo ad intravedere nel susseguirsi di stanze e locali.
Aveva la pelle abbronzata, io amo l’abbronzatura e ne immaginavo il profumo e la delicatezza.
E poi i suoi occhi, e che occhi, così belli e profondi.. “Sai, li abbiamo quasi uguali”, mi dice ad un certo punto, avvicinandosi a me perché li vedessi meglio.
“I miei occhi sono cangianti” mentre la luce sul suo viso la rendeva ancora più bella.
Io in quegli occhi era già da un pezzo che ci ero entrato, eccome se c’ero entrato, catapultato dalla sua radiosità e dal suo sguardo, magnetico e penetrante.
Avevo come l’impressione che mi stessero parlando e che ora, vicinissimi a me, potessero ipnotizzarmi.
Fu una sensazione molto bella quella che provai, eravamo l’una vicino all’altro e da soli perché lui era andato a preparare qualcosa da stuzzicare.
“Bah, altro che stuzzichini, stuzzicherei molto volentieri ben altro” ma mi sentivo bloccato e a stento riuscivo a mettere insieme due parole.
Preferivo, invece, ascoltare le loro vite, le loro avventure e perdermi nel loro modo di raccontarle perché mi c’immedesimavo, proprio come quella volta che.. e toh che un vestitino da lì a poco fece la sua comparsa nella stanza.
Fu stesso lei che andò a prenderlo, “te lo devo proprio far vedere, aspetta che arrivo” mentre nel frattempo si fecero più evidenti i dettagli di quell’avventura nel racconto di lui.
“Sai, dovevi proprio vederla in quel vestitino nero a quella festa quando..” che eccola riapparire tra di noi, lei col suo vestitino nero.
“Guarda un pò com’è, ti piace?” Lo toccai ed era liscio, chissà come le starà bene addosso pensai mentre con la mente viaggiavo verso mete maliziose, ad immaginarmela adesso accavallare le gambe, adesso voltarsi con un drink in mano, col suo bellissimo sorriso a quella festa.
Però fu labile il mio pensiero, da lì a poco si riprese il vestitino e mi disse: “Adesso ti faccio vedere come mi sta”.
“Wow”, esclamai e d’istinto a toccare lo schienale del divano.
Avete presente quando qualcuno vi spinge? In quel momento mi sentivo proprio così, come se avessi ricevuto una forte spinta che fu per me una sorta di liberazione dalla tensione dal momento che ero stato quasi tutto il tempo seduto su quel divano in una posizione abbastanza scomoda, un pò come sta seduta la maggior parte delle donne sul motorino, avete presente?
Adesso eravamo tutti e tre sul divano, lei davanti a noi ma più vicina a me a sfilarsi lentamente le scarpe mentre il silenzio di quel momento riecheggiava nella stanza, interrotto solamente dal rumore delle scarpe nel frattempo riposte a terra, di fianco alla sedia che aveva spostato per farsi più spazio intorno a sé.
Di spalle si voltò e mi disse, “Su vieni a sfilarmi il vestito, cosa aspetti?”.
Balzai dal divano con un movimento che mi sorprese e mi avvicinai a lei.
Cominciai a svestirla, prima da un lato poi dall’altro e finalmente il suo vestitino giù a toccarle i piedi.
“Hai un bellissimo completino intimo, lo sai?” “Grazie” mi disse, spostando all’indietro la testa e lasciando i suoi capelli volteggiare nell'aria ed emanare un buonissimo profumo.
“Sono contenta che ti piaccia, e il colore, ti piace anche quello?”
“Sì, è bellissimo, come te”, sospirai.
“Passami il vestitino” .. “Tieni, ti starà di sicuro una meraviglia”.
Ma sorprendendomi non volle indossarlo e ripostolo sulla sedia ci si chinò per sostenersi con le braccia e divaricate le gambe mi disse, “Adesso spogliami che voglio farti volare”.
Non esitai ad assecondare il suo volere che piano le sfilai il reggiseno, “Che bel seno che hai, da mordere”.
I suoi capezzoli erano turgidi, avevo troppa voglia di baciarli.
Mi guardò facendomi capire che potevo avvicinarmi.
Li sfiorai dapprima dolcemente con le mani e intanto ci avvicinavo la bocca, poi cominciai a baciarli mentre sentivo che si facevano ancora più turgidi.
Di lì a poco le sfilai anche il perizoma mentre la sua mano si fermò sul mio piacere e con l’altra sfilò i miei boxer.
Fu un toccarsi e un guardarsi a vicenda, i nostri piaceri che trovavano piacere con il solo tocco delle mani e poi la magia di quell’incontro, l’incanto e il desiderio di una magica atmosfera che si creò naturalmente, immersi tutti e tre in un vortice di odori, sensazioni, respiri e tremolii che accrebbero in me il desiderio dell’evasione, della mente che non conosce limiti, del viaggio nel piacere così dolce e forte allo stesso tempo.
“E’ durissimo, dimmi quanto sei eccitato, ti prego dimmelo, dimmelo!”.
“Tantissimo” mentre il mio piacere si strusciava sul suo sederino, così tondo e sodo che facevo fatica a fissare perché tanta era la voglia di entrarci dentro.
Nel frattempo le sue mani andavano avanti e indietro ma mai con forza, mi piaceva il suo modo di stringerlo mentre mi sussurrava che si stava bagnando.
“Ti va di baciarla?” .. “Certo che lo voglio” e si voltò per sedersi ad offrirmi le sue gambe e il suo paradiso che presi a toccare e a baciare con la stessa dolcezza e decisione che aveva avuto con me.
“Mmm mi stai facendo morire, continua, continua così e non fermarti” mentre sentivo sempre più umida quella fantastica figa.
Uno spruzzo, poi un altro, riuscii solamente a dire “Dio quanto stai venendo” che m’inondò il viso.
Fu in quel momento che il suo lui si alzò di balzo dal divano per potersi godere da vicino quel fantastico momento, rimasto forse anche lui sorpreso dallo slancio di passione e di desiderio sprofondato in lei.
La mia bocca ormai bagnata virò su quei fantastici capezzoli, diventati turgidi e salivosi.. mi piaceva passarci la lingua, li baciavo, li succhiavo e li mordevo avvertendo che le piaceva e sentivo pure che le piaceva assaporare l'enorme membro del suo lui che magicamente spompinava, con foga e con ardore adesso.
I suoi capelli di tanto in tanto mi coprivano la visuale ma i loro gemiti di piacere erano così forti da offrirmi una nitida e chiara visuale nella mia mente.
Un suo cenno ed eccomi anch’io davanti a lei, ora da un lato ora dall’altro a divincolarsi bene tra i nostri arnesi, pronti da un momento all’altro ad esplodere.
Continuava con veemenza, ormai era diventata la regina dei nostri piaceri a cui si donava completamente meritandosi il più degno dei finali, le nostre calde creme sul suo viso gocciolante.
Qualche goccia andò a coprirle il seno ma il grosso finì sul vestitino nero, dapprima tanto adorato e osannato e adesso tanto macchiato che ad un tratto la portò a sbottare e ad esclamare “eh no, sul vestitino no!”.
Qualche attimo di silenzio e d’imbarazzo che ben presto si sciolsero quando tutti e tre scoppiamo in una folgorante risata.
Restammo io e lui per un po’ a guardarla mentre lei reggeva e fissava incredula il suo fantastico vestitino, nero e adesso anche un po’ bianco.
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