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Tra mare e stelle.. e non solo


di emozionandoci
28.11.2018    |    6.407    |    8 6.6
"La sabbia, le pietre, il mare e una magica atmosfera si creò al suo passaggio mentre la sua figura dominava il chiarore della notte..."
All’alba della notte il mare è piatto e forte la luce delle stelle, la deliziosa cornice di un incontro emozionante.
Ma facciamo un passo indietro.
“Forse ci saremo anche noi..”, messaggio chiaro e diretto che ai miei occhi suonò come un semaforo verde, il preludio di un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire.
Bussando piano alla mia vita ci mise poco ad arrivare quella notte, quelle poche parole nel messaggio mi risuonavano costantemente nella mente mentre la speranza del concreto offuscava il presente.
Quel viaggio, seppur breve, mi sembrò un’eternità, ero troppo smanioso di arrivare, di ammirare, di sognare.
Quante cose che pensai e che fantasticai mentre passavo una galleria nelle luci della notte, tra incroci di vite, tra incroci di storie.
Giunto sul posto non scesi immediatamente, restai per qualche minuto nel buio della macchina a guardarmi intorno, alla ricerca del mio sogno che vidi materializzarsi da lì a poco in una camminata, fine ed elegante, accompagnandosi al suo uomo verso il mare.
Adesso, agitato ma neanche tanto, mi lasciai alle spalle la portiera e con passo un po’ lento via giù verso la spiaggia.
Non so descrivere esattamente la scena che mi si parò davanti agli occhi, so solo che era un bel vedere, fortunato ad avere dalla mia l’amica luna che illuminava quella splendida cornice.
Due lune, vidi due lune quella notte, avete capito bene, non una bensì due.
Una era in cielo, la classica luna, quella che conosciamo tutti e che, almeno, i più romantici, amano tanto ammirare e decantare.
L’altra, invece, si era materializzata davanti a me, a due passi da me.
E credetemi, era bellissima, con addosso un abitino super sexy, la sua presenza ostentava vigore, energia, eleganza assoluta.
La sabbia, le pietre, il mare e una magica atmosfera si creò al suo passaggio mentre la sua figura dominava il chiarore della notte.
Adesso potevo guardarla meglio, dietro ad un muro potevo ammirarne l’enorme bellezza, lento scivolò via il suo vestitino, fortunato al contatto con la sua pelle.
Ma qualche parola tra di loro che non riuscii a carpire mi fece per un istante indietreggiare, una fantastica intesa e l’assoluta libertà in quel bagno di mezzanotte, poi di ritorno ad asciugarsi mentre con lo sguardo adesso non perdevo un attimo di quel momento.
Seduti, l’una accanto all’altro, li sentii parlare, poi pian piano stuzzicarsi fino ad incrociare i loro piaceri e desideri.
La passione che cresceva e si respirava nell’aria inquietava i miei sensi, i suoi gemiti non erano forti ma mi piacevano, mi piaceva il suo modo di godere, era una dea fine e sensuale che mi provocò un’erezione spaventosa a cui seguì tanto piacere che scaricai quasi contemporaneamente al suo lui, i cui gemiti d’amore, invece, erano più forti, più sentiti, più maschili.
Per un attimo fu solo il silenzio a parlare, regnò per un po’ fino a quando ebbi il coraggio di avvicinarmi e presentarmi.
Adesso per mia fortuna sedevo al loro fianco.. io, lei e il suo fortunato uomo.
Per me sei luna ed è così che voglio ricordarti, con quella tua voce fine e dal tono bassissimo, così come fine è la tua presenza, la tua pelle e quel tuo corpo dalle lunghe gambe, corti i tuoi capelli e il tuo viso troppo bello da guardare.
Parlammo per un po’ quella notte, le nostre parole accompagnate dal solo rumore delle onde del mare, quasi come se volesse unirsi a noi e ai nostri dialoghi.
Si parlò un po’ di tutto, quella notte mi ero chissà quasi come liberato dalla timidezza che in questi casi maledettamente non mi lascia scampo, pur lasciando spesso altrove il mio sguardo perché facevo fatica a guardarla dritto negli occhi.
Lei, così bella e sensuale, che poco tempo prima avevo visto giocare col suo lui, un siparietto hot da lasciarmi senza fiato.
Dopo la nostra lunga chiacchierata ci alzammo, ci vestimmo e ci incamminammo verso il parcheggio.
Anche la sua camminata mi piaceva, era una gran donna, di classe, con un savoir-faire davvero incredibile.
Adesso potei guardarla da più vicino, c’era infatti più luce nel parcheggio e ai miei occhi sembrò ancora più bella, le sue labbra e quel dolce visino aumentarono in me il desiderio di possederla.
Da lì a qualche giorno ebbi la fortuna di rincontrarli, nello stesso posto e pressoché allo stesso orario.
Rivedersi fu bello, fu quasi come rinascere ancora una volta.
E, questa volta, da spettatore di quella notte, mi ritrovai ad esserne attore, ebbene sì, questa volta mi ritrovai proprio nel bel mezzo del loro gioco.
Ero eccitato da morire, non lo nascondo, per un po’ rimasi a guardarli mentre cominciavano a stuzzicarsi, quel lento loro toccarsi aumentò l’adrenalina, mi avvicinai a lei mentre stava ancora dispensando baci e amore al suo uomo.
Mi prese l’uccello e cominciò a segarmelo, prima con dolcezza e poi con più veemenza fino a quando lo fece scivolare prima tra le sue labbra e poi nella sua calda bocca.
Spompinava da urlo, nella sua posa da gran seduttrice, vestita solo delle sue scarpe mentre il suo nudo inebriava i miei sensi, scombussolandone ormoni e odori, provai qualcosa di forte, di bello, di magico in fin dei conti.
Piacere che chiama piacere, voglie che s’inseguono, umori e odori, la notte che ti avvolge, il raptus della libido e della trasgressione che quell’esperienza outdoor mi stava donando e poi il viaggio nelle fantasie più nascoste, infine lei, solo lei, ancora lì alle prese col mio membro, mi faceva ansimare dal piacere, stavo per esplodere, lo sentivo e sentivo anche quanto calda fosse la sua bocca, il suo modo di donarsi mi aveva spiazzato, più la guardavo e più mi eccitavo.
Il vento leggero sui nostri corpi, il silenzio della notte, il rumore delle foglie e noi che coi nostri gemiti infuocammo quella calma.
“Sto per venire, Dio sto per venire” e da lì a poco il mio piacere esplose con vigore, qualcosa di magico si era appena consumato.
Stette ancora a guardarmi per un attimo mentre ancora risuonavano nella notte i miei gemiti di piacere.
Mi ritrassi lasciando che quello spettacolo mozzafiato potesse ancora continuare e mi misi perciò a guardarli da dietro un albero, adesso lei si stava concedendo completamente al suo uomo, era una pantera, una dea del desiderio pronta a divorare carne e piacere del suo lui.
Il rumore della pelle sulla pelle, qualche sospiro di quà e di là, un crescendo di passione che culminò con l’esplosione e le urla di piacere nella sua bocca.
Passarono alcuni minuti prima di fermarci a parlare un po’, ognuno col proprio sesso ancora caldo, ognuno col fuoco e l’impeto della passione non ancora sopiti.
E, infine, la notte che ha ceduto il passo al sole del mattino e smaniosa più che mai di andarsi a riposare e ad inseguire, come me, il sogno di quella luna, poche ore prima tra mare e stelle e adesso.. tra le braccia di Morfeo.
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