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Genero a sorpresa


di giaga
13.12.2010    |    24.801    |    0 7.5
"Li ho ripuliti e sono andata a lavarmi, avevo il volto ricoperto di sperma..."
Cari amici questa non è una storia vera ma solo una delle tante fantasie.

Sarà che il tempo passa per tutti, sarà che invecchiamo, ma non tutti allo stesso modo.
so di non essere una ragazzina, ho 54 anni, ma in tanti dicono che ne dimostro almeno dieci di meno, un complimento che mi rende felice e penso che sia apprezzato da ogni donna che lo riceve.
Ho un corpo niente male, ancora sodo e privo di cellulite, solo i miei seni voluminosi, risentono del tempo, il mio aspetto non è più quello di un’adolescente, però dopo due gravidanze e nonostante il peso e l’età, devo dire che sono ancora piacevoli da vedere e sodi al tatto e alle carezze, anche se sono leggermente scesi.
Effettivamente ho una sesta, di cui non vado molto orgogliosa, non mi piace, è troppo grosso e non so come nasconderlo.
Due bei seni e un sedere ancora sostenuto, che mi ammirano, ma mi vergogno da morire quando vedo gli uomini far strabuzzare gli occhi, nel contemplare quelle parti anatomiche del mio corpo e m’infastidisco ancora di più sentirne i commenti.
Giacomo mio marito, invece è lusingato dalle mie misure e s’indispettisce quando tento goffamente di nasconderlo con degli abiti larghi o camminando leggermente curva per non farlo sporgere, ma c’è e si vede.
Fosse per lui dovrei andare sempre con le tette di fuori e mostrarle a tutti, al mare pretende che pigli il sole in topless e cerco di accontentarlo quando siamo senza figli, si eccita da morire quando capisce che non sono passata inosservata e ho gli occhi dei passanti che insistono nel divorarmi le mammelle.
Sono bionda, dai capelli lunghi, lisci, che cascano morbidamente sulle spalle, due occhi verdi e Giacomo dice che rendono il mio sguardo seducente e che mettono in risalto i lineamenti dolci del mio viso.
Mi chiamo Angela, sono arrivata vergine al matrimonio e con l’uomo della mia vita, ho scoperto subito dopo i piaceri del sesso e mi sono pentita amaramente di non essermi concessa prima.
Di me afferma che sono una gran porcona perché ho il viso angelico e un comportamento da santarellina, ma che a letto mi trasformo in un vulcano, lasciandomi andare a tutte le maialate che desidera.
Bastano poche carezze per farmi partire, non capisco più niente, mi lascio trasportare dalla passione dalle emozioni e mi abbandono al suo volere, mi eccito in maniera vergognosa, inizio a strillare, sospirare, gemere a voce alta, a dire frasi irripetibili.
La nostra intesa sessuale è portentosa ancora oggi dopo 32 anni di matrimonio, ma ho sempre cercato di tenere alto il suo desiderio.
Non solo con un abbigliamento sexy e succinto, con biancheria intima di pizzo, seta, trasparenze, tacchi a spillo vertiginosi, per rendere i miei movimenti provocanti e accentuarne la sensualità, ma con spogliarelli che lo fanno impazzire di desiderio, sono arrivata al punto di esibirmi in una lap dance casalinga con tanto di palo, montato in garage, per avere un'arma in più di seduzione.
Quando mi riscaldo provo orgasmi multipli, che mi squassano, si susseguono uno appresso all’altro, senza interruzioni, ora capirete perché urlo, mi dimeno e alla fine rimango esausta, senza più forze, ma alcune volte capita che tra i tanti orgasmi, ne ho uno più violento degli altri che mi porta allo svenimento.
Le prime volte Giacomo si è spaventato, ora è felice perché sa di avermi fatto godere, portandomi all’apice dell’appagamento.
Per mia fortuna, già da qualche anno viviamo soli senza figli, Monica la mia bimba si è sposata due anni fa, mentre Marco il più grande, col primo lavoro si è allontanato da casa per andare ad abitare da solo, ed ora Giacomo ed io, sembrerà strano ma abbiamo intensificato i nostri rapporti sessuali.
Posso finalmente urlare la mia eccitazione, i miei orgasmi, senza la paura di essere sentita, così da sfogare tutta la libidine che ho represso per tanti anni.
Ultimamente Giacomo mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto trasgredire e candidamente gli ho risposto che ho sognato più volte di pigliare due o tre cazzi tutti insieme e farmi riempire di sborra, ma quando la sua curiosità e diventata una richiesta di trasgressione, mi sono rifiutata, non so perché, eppure nelle mie fantasie era un pensiero ricorrente, sino allora l’unico cazzo che conoscevo era il suo e probabilmente avevo il timore che mi piacesse da impazzire pigliarne degli altri.
Capivo immediatamente quando desiderava scoparmi e mi facevo trovare pronta, indossando il perizoma, i tacchi alti, insomma tutto quello che sapevo eccitarlo in modo particolare.
Una sera, l’ho visto più eccitato del solito e per rendere la serata più piccante mi sono vestita da puttana, ho indossato una minigonna inguinale, per quanto era corta, che lasciava le mie gambe scoperte e superava l’elastico delle autoreggenti, due scarpe con zeppa e tacco altissimo, e per concludere una camicetta in velo trasparente abbondantemente aperta che lasciava intravedere il reggiseno a balconcino di due taglie di meno, che mi strizzavano il seno e facevano fuoriuscire i miei boccioni in maniera spudorata, naturalmente un trucco pesante e il tocco sulle labbra di un rossetto rosso fuoco.
Vedermi conciata in quella maniera così volgare, l’ha eccitato ancora di più e si è avventato su di me, iniziando ad accarezzarmi e strofinarsi, facendomi sentire un bellissima erezione.
Le sue mani palpavano i miei seni, mi strizzavano le chiappe, insinuandosi sotto la ridicola gonna, mi diceva sei una gran puttana, quanto vuoi.
Sono bastate quelle poche carezze e ho iniziato a non capire più niente, mi sono lasciata cascare sul divano, come sempre ho chiuso gli occhi e mi sono abbandonata alle sue carezze, tenendo ben spalancate le cosce.
Sapeva che avrei reagito solo dopo il mio primo orgasmo, prima sono incapace di fare qualsiasi cosa, devo riscaldarmi molto bene, l’eccitazione è talmente intensa da non riuscire a ricambiare il piacere che ricevo.
Le sue mani scorrevano delicate lungo le cosce, sono arrivate alla meta, conquistando la fregna che strapazzava sopra gli slip, sentivo gli umori bagnarmi, infradiciandomi tutta.
Lentamente mi spogliava, lasciandomi sempre più nuda, continuava ad accarezzare il mio corpo e i miei gemiti crescevano d’intensità.
Quando mi ha strappato il perizoma di dosso, sono rimasta solo con le autoreggenti e i tacchi a spillo, oramai deliravo e la mia fighetta eruttava la linfa del piacere, sentivo le sue mani accarezzarla, contemporaneamente mi palpava i seni il sedere, mi penetrava il culetto, mi baciava e succhiava i capezzoli, che oramai erano diventati due chiodi appuntiti.
Quante mani avevo addosso, non poteva essere solo, chi c’era con lui, sono trasalita, ora ero cosciente di avere quattro mani che frugavano sul mio corpo e due bocche che ciucciavano i capezzoli.
Mi stavo avvicinando all’orgasmo, l’eccitazione era al massimo ed ero incapace di protestare, di indignarmi o fuggire alle carezze di due uomini.
Di fianco avevo Giacomo e ho preso il suo cazzo, sono andata alla ricerca dell’altro uomo, mi sono ritrovata in mano un pezzo di carne di notevoli dimensioni, pauroso, così grosso da non riuscire a stringerlo tra le dita, ero seduta tra loro e lentamente li menavo sparandogli una doppia sega.
L’orgasmo mi ha travolto, ma non ho abbandonato la presa di quel fantastico randello, ed ero curiosa di sapere di chi fosse quel cazzo che solo a toccarlo, mi faceva esplodere il piacere.
Ho aperto gli occhi, di fronte avevo Ninni mio genero, incredula con gli occhi sgranati sono avvampata in mille colori, ero completamente nuda davanti al marito di mia figlia, truccata come una zoccola, inorridita cercavo di urlare la mia rabbia la mia disapprovazione ma ero come in uno stato ipnotico e non lo mollavo, a portata di mano avevo un bel cazzo, uno di quelli che non si trova tutti i giorni, eppur sapendo che sarebbe stato un rapporto incestuoso, il solo pensiero del proibito, mi eccitava e provavo solo un gran desiderio di sesso.
Non potevo più tirarmi indietro nel momento in cui gli ho cercato il cazzo e l’ho stretto e trattenuto in mano, anche ora che sapevo chi era, accettavo quella depravazione, ma quel pervertito di Giacomo non doveva concedermi proprio a Ninni, che consideravo come un figlio.
Giacomo era notevolmente su di giri, lo incitava ad accarezzarmi a penetrarmi.
Hai visto che tette? Guarda come sono grandi, guarda come sono ciccione, dai toccale, baciale.
Le loro mani erano dappertutto, Ninni si è portato un capezzolo in bocca, vi si è attaccato come una ventosa e poppava avidamente, le sue mani impazzite rovistavano tra le cosce strapazzandomi la figa, il dito scorreva nel solco e zuppo d’umori si è posato sul clitoride titillandolo dolcemente.
Mi ha baciato infilandomi tutta la lingua dentro la bocca penetrandomi sino in gola, la scopava muovendola su e giù, ho lasciato che mi baciasse in quell’insolito modo, la sentivo roteare, frullare, spingerla sino in fondo e cercavo di rispondere facendo saettare la mia contro la sua.
Le sue dita mi strizzavano i capezzoli, li tiravano, palpava i miei seni e la mia fighetta bruciava, un fiume di nettare incandescente, ribolliva colandomi tra le cosce.
Dai mettiglielo in bocca, questa troia di tua suocera, spompina da favola.
Puntati sul viso mi sono trovata il bel cazzo di mio marito, di rispettabili dimensioni e quello grandioso di Ninni, nodoso, con una cappella larga e grossa che mi ricordava un bel fungo porcino.
Quanta abbondanza di cazzi, finalmente li avrei ingoiati, passavo da un cazzo all’altro, ero proprio infoiata, succhiavo e lappanvo le loro cappelle, facevo fatica a pigliare la nerchia di Ninni, dovevo tenere la bocca completamente spalancata, ho iniziato a ciucciarli, li alternavo spingendoli in gola, volevo sentire il sapore del loro sperma.
La mia lingua esplorava la cappella di Ninni, scorreva su quel pezzo di carne bitorzoluto, dalla pelle liscia, vellutata, lo rigettavo in bocca, cercando di sentirmelo in gola, segavo il cazzo di Giacomo, tenendolo ben stretto nella mano, o succhiandoli tutti e due contemporaneamente.
Dai infilami le dita nella sorca, Sii Siiiiii fai sbrodare mammà.
Continuavo imperterrita a spompinarli, mentre Ninni infilava lentamente le dita nella gnocca, mi penetrava sino alle nocche facendole girare e scorrere avanti e indietro, spingendole profondamente in un eccitantissimo ditalino.
Giacomo si è spostato per preparare i miei buchetti all’imminente assalto di quel cazzone, mi leccava divinamente, si spostava dalla figa al culetto e viceversa, frugava in ogni anfratto, raspava succhiando il nettare che abbondante, colava ininterrottamente.
È pronta, puoi pigliarla anche nel culo.
Tremavo all’idea di prenderlo nel culo, era molto grosso ma non vedevo l’ora di riceverlo, sapevo che mi avrebbe sfondato e che mi avrebbe rotto il culo, anche se ero abituata alla sodomia quel cazzo, sicuramente mi avrebbe sverginato.
Mi ha disteso sul divano, con le gambe sollevate e bene aperte, si è adagiato su di me, puntando la cappella sulla vagina.
La penetrazione è stata lenta ma non difficoltosa, ero ben lubrificata, i miei umori usciti abbondanti, lo facevano entrare senza fatica.
Urlavo, sentivo salire ondate di piacere, miagolavo, gemevo, mentre le spinte di quella nerchia si facevano più possenti, godevo di quel bestione che entrava e usciva facendomi sobbalzare, pur coricata, sentivo le mammelle andare da una parte all’altra.
Lo sentivo molto bene, lo risucchiavo strizzandolo con le contrazioni delle pareti vaginali, gli piaceva, anche lui gemeva e mi ricopriva di insulti.
Giacomo eccitato come non l’avevo mai visto, con la bava alla bocca, si teneva il cazzo in mano e si masturbava rabbiosamente.
Mammà sei una vacca, ora ti piglio il culo. Siiii ti faccio strillareeeeeeee.
Sii siiiiiii rompimi il culo. Fallo sbattere sulle tonsille siiiiiiiiiii.
Mi ha fatto mettere a pecora, ma volevo accogliere i loro cazzi contemporaneamente, dovevo dar soddisfazione alle fantasie inseguite da anni.
Giacomo si è disteso per terra, mi sono messa a cavalcioni su di lui, gli ho afferrato il cazzo, indirizzandolo all’apertura della mia figa già slabbrata da Ninni e mi sono impalata.
Ho abbassato le spalle sul petto di Giacomo, in modo da offrire il mio culone ben proteso, la sua cappella ha forzato l’ano e l’ho risucchiato, dilatandomi come non mi era mai capitato.
Ninni, inesorabilmente si è fermato solo quando ha sentito le palle sbattere sulla sorca, ma consapevole delle sue dimensioni, si fece strada un poco alla volta, fermandosi per farmi abituare a quella penetrazione bestiale.
Mi ha preso per i fianchi e affondava violentemente, mi faceva un male boia, ma sentire 30 centimetri di cazzo che entrano ed escono dal culo, mi faceva impazzire di piacere, e godevo di quel bestione, ora sì che i miei mammelloni, saltavano avanti e indietro.
Giacomo era da molto che non mi scopava con quel vigore, mi sembrava un ragazzo di vent’anni e gli orgasmi mi stavano squssando, oramai ero esausta, rantolavo in preda a tremore e contorsioni dolorose.
La mia vagina iniziava ad avere un eccesso di contrazioni, sentivo gli spasmi uno appresso all’altro, sino allo scoppio irrefrenabile dell’orgasmo, si è manifestato violento ed ho perso conoscenza.
Al mio risveglio mi sono trovata adagiata sul divano, Giacomo mi sorrideva felice, mentre sul volto di Ninni la preoccupazione, lo spavento, ma nonostante tutto, erano sempre in tiro, nessuno dei due aveva ancora goduto.
Ho impugnato i loro cazzi e li ho portati all bocca, ingoiandoli, ho iniziato a ciucciarli, li alternavo spingendoli in gola, li ho succhiati, ed ancora ho succhiato, risucchiato, colpi di lingua sulle cappelle, li ho slinguati sino ai coglioni, sino a che ho lasciato i loro testicoli ben vuoti, inariditi dal mio pompino.
Si sono scaricati sul mio viso, a bocca aperta ricevevo gli zampilli direttamente in gola, li leccavo ingordamente.
Li ho ripuliti e sono andata a lavarmi, avevo il volto ricoperto di sperma. al mio ritorno Ninni era già andato via, meglio così, sarebbe stato molto imbarazzante; tra me e Giacomo neanche una parola, da parte sua solo un gran sorriso che aveva mille significati.
Il giorno dopo ho trovato un messaggino sul cellulare, il numero era di Ninni: ciao troia, la prossima volta voglio assaggiare il miele della tua figona.
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