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Il numero palindromo


di Berker
08.08.2023    |    7.027    |    11 9.6
"Le mie dita accarezzano la fessura allargata dalla posizione inginocchiata, si fermano sul clitoride che stimolo delicatamente e sento il suo respiro farsi..."
Ciao a tutti, questo è il mio primo racconto e riguarda un episodio inaspettato dello scorso anno, uno dei momenti per me più strani ma anche più erotici mai provati.
Nota: ovviamente i nomi non sono reali.
È lunedì mattina, ricevo una chiamata da un numero di cellulare che non conosco. Non so perché ma noto subito che è un numero palindromo, ovvero letto al contrario rimane invariato. Che strano, penso, e lo fisso a lungo. Nel frattempo non squilla più.
Ho letto successivamente che il palindromo per la sua natura bifronte include in sé i poli opposti: maschile e femminile, luce e buio, bianco e nero, destra e sinistra ecc.
Ma in quel momento penso solo ad una curiosa coincidenza.

Sto per richiamare ma squilla di nuovo: “Buongiorno, sono la signora Chiara, si ricorda? Avrei bisogno di Lei uno di questi giorni, avrebbe tempo per passare a controllare? Mio marito è via per lavoro e io non so dove mettere le mani”
Cerco di ricordare chi sia la signora Chiara, ma sinceramente non la riconosco. Le dico che sarei potuto andare la settimana successiva, ero già pieno di impegni, ma lei gentilmente e quasi pregandomi mi convince e fissiamo l’appuntamento per un “rapido intervento” il giorno dopo alle 19. Mi annoto l’indirizzo e ci salutiamo.
Premetto che il mio lavoro mi porta spesso in casa dei clienti, resto però vago sul mio mestiere.

La sera successiva mi presento con la mia pesante borsa piena di cavi ed attrezzi, suono il campanello e mi apre una donna di circa 45/50 anni portati molto bene. Finalmente la riconosco, era stata col marito nel mio negozio un paio di volte negli ultimi mesi, ma non ricordavo il suo nome.
Simpatica, poco appariscente ma molto carina, alta 1,65 circa. Indossa un paio di pantaloncini leggeri e una maglietta lunga, senza un filo di trucco. Anche così è una bella donna, anzi io preferisco la semplicità ad un abbigliamento troppo ricercato.
Mi ripete che suo marito Mario è via per lavoro e mi porta in salotto per spiegarmi il problema. Mi rincuoro vedendo che è un lavoretto semplice da mezz’oretta circa, e gentilmente rifiuto da bere perché voglio finire presto e tornarmene a casa, sono stanco. Tiro fuori un paio di attrezzi e mi dice “Se non ha bisogno di me intanto faccio una doccia”. “Certo signora, faccia come se fosse a casa sua”. Lei ridacchia e io mi sento un cretino per la stupida battuta…
Mi concentro sul lavoro ma dopo circa 20 minuti si apre la porta del bagno e il salotto si riempie di un buon profumo di bagnoschiuma alla vaniglia.
In quel momento io sono in ginocchio, sto rovistando nella mia borsa incasinatissima alla ricerca di un cavo, che mai troverò. “Tutto bene?” Mi giro e la vedo al mio fianco, scalza, con un accappatoio bianco corto, le arriva a metà coscia. “Si grazie, ho quasi finito. Mi manca solo..” Lei non mi fa finire: “Come ti invidio, saper mettere le mani in questi apparecchi... ti spiace se guardo? “ abbandonando le formalità e dandomi del tu.
Inginocchiandosi accanto, sul soffice tappeto, i capelli lunghi e neri ancora bagnati sfiorano il mio braccio provocandomi un leggero brivido. Capisco (finalmente 😉 direte voi) che non gliene frega niente del mio lavoro, infatti mi fa tante domande ma non mi lascia mai rispondere. È molto vicina, sento il suo alito fresco di dentifricio e un buon profumo di vaniglia. Arrossisco mentre mi fissa negli occhi, e non capisco più niente perché tutto il sangue si riversa sulle mie parti basse.
Noto che con una mano gioca col nodo della cintura, penso voglia stringerlo meglio. Invece lo allenta di poco, facendo aprire leggermente l’accappatoio e mostrando completamente le cosce.
Vorrei mantenere un comportamento professionale, e ci riesco per ben altri 7 secondi, finché mi ripete per la terza volta che suo marito è via per lavoro.…
Il mio sguardo si ferma sulle gambe lisce, che tiene chiuse e strette, ancora inginocchiata. La vedo sorridere maliziosamente. Non ho più dubbi e in un attimo la mia mano è sul suo ginocchio, mi pare anche lei arrossisca un po'. Delicatamente salgo lungo la coscia fino a scomparire sotto l’accappatoio. Allarga leggermente le gambe permettendo alla mia mano calda di salire ancora, nell’interno coscia, mentre ci fissiamo in silenzio.
Mi afferra il braccio con forza e penso che il gioco sia finito, invece lo tira verso di sé fino a farmi toccare la fighetta umida, tra le cosce oramai aperte. Le mie dita accarezzano la fessura allargata dalla posizione inginocchiata, si fermano sul clitoride che stimolo delicatamente e sento il suo respiro farsi più profondo.
Con l’altra mano slaccio finalmente la cintura e le apro l’accappatoio facendoglielo poi scivolare dalle spalle. Ha un seno piccolo ma perfetto, capezzoli piccoli e scuri, toccandolo mi avvicino alle sue labbra. Ci baciamo con passione per diversi minuti, mentre continuo a stimolare la patatina ormai bagnatissima. Sarei rimasto così per ore, ma mi sussurra “Andiamo sul divano, è più comodo”.
Appena mi alzo però lei mi slaccia i pantaloni, tira fuori il mio uccello già prontissimo e lo prende in bocca con voglia. La lingua scorre sulle palle, poi risale fino alla cappella. I 20 cm spariscono completamente nella sua gola, resta così per qualche istante e poi risputa, con la saliva che le scende dalle labbra.
Mi spoglio e mi siedo sul divano, lei si siede accanto e continua a succhiare avidamente. La faccio stendere e partendo dai capezzoli scendo piano sul ventre, fino ad arrivare alla figa liscia e profumata, con solo una sottile striscetta di peli neri sul pube. Leccando con passione quella rosa acidula, ogni tanto mordicchio il clitoride ormai gonfio, e la sento ansimare. Si gira per mettersi a 69, mostrando un bel buchino rosa che accarezzo col dito bagnato dai suoi stessi umori. Andiamo avanti così un bel po', mentre lei con forti gemiti si spinge sul mio viso, fatico anche a respirare.
Un po' alla volta inizio a provare una strana sensazione: il suo pompino è diverso, pur sempre piacevolissimo ma cambia l'intensità, sento la bocca calda sulla cappella, sulle palle, ovunque. Non vedo ciò che sta facendo avendo il suo culo che mi copre la faccia, ma poi riesco a spostarla leggermente e resto impietrito: ai piedi del divano suo marito Mario, mi stanno spompinando insieme! “Ma che succede?” Lui continua mentre lei si gira e mi sorride chiedendomi “Ti piace?”.
Ma che cazzo! Certo che no, penso. In realtà mi piace, e anche molto. Infatti di lì a poco esplodo in un orgasmo intenso nella bocca del marito, che ingoia senza perdere nemmeno una goccia.
Non so più cosa provo, credo un mix di vergogna, eccitazione, voglia di scappare ma anche di restare. Nella mia mente tanti pensieri... L’avranno organizzato da tempo?
Lui ci stava spiando? Da dove? Non l’ho nemmeno sentito arrivare.
Perché proprio io? Non sono uno stallone figo palestrato e affascinante, sono timido e impacciato.
Cosa succederà ora?
Ci pensa lei a sbloccarmi, dal tavolino a fianco prende un preservativo e me lo porge. Era già lì in bella vista, ma non me ne ero accorto prima.
Mentre me lo infilo si mette a pecorina pompando il suo uomo. Il mio uccello è ancora durissimo quindi cerco di liberare la mente e la prendo da dietro con forza, sento le sue urla soffocate col grosso cazzo di lui in bocca: “Di più! Di più! “ mentre le infilo anche un dito nel buchino il marito mi guarda e sorride compiaciuto, alza il pollice in un gesto di approvazione.
Proseguiamo come in un film con diverse posizioni, è tutto un intreccio di carne, sudore, profumi. Ogni tanto Mario si concentra su di me leccandomi cazzo e buco del culo, stimolandomi i capezzoli mentre si sega con la mano.
Ormai siamo tutti e 3 sul soffice tappeto, sono sdraiato supino e lei si siede sulla mia faccia allargandosi le grandi labbra e porgendomi il mollusco succoso. Anche stavolta non vedo, ma sento lui che si mette a cavalcioni e piano piano si infila il mio cazzo nel culo, dapprima solo la punta per poi lentamente sedersi su di me prendendolo fino in fondo. Su e giù sempre più forte, non avrei mai immaginato di scopare un uomo!
Mugolii, urla, sospiri... i vicini sicuramente si chiederanno cosa starà succedendo.
Mario urla, si alza e segandosi viene nella bocca spalancata di sua moglie.
Io sono sull’orlo del tracollo, lei si sposta, mi bacia con foga con la bocca ancora sporca di sperma e si siede sul mio cazzo, con movimenti sempre più veloci fino ad arrivare ad un orgasmo lungo e intenso, che la fa urlare “Sii! Sii! Siiiiiii!”
“Sto per venire anch’io” urlo, e tolto il gommino mi fanno un pompino in due. Duro poco, ma mi meraviglio della quantità di latte che va ad imbiancare i loro visi.
Le due lingue in pochi secondi puliscono tutto alla perfezione, non serve neanche il bidet, penso tra me e me.
Restiamo stremati pochi minuti sul tappeto, in silenzio, col fiatone. L’eccitazione lascia posto all’imbarazzo, fatico a guardarli negli occhi ma cerco di non farglielo capire. “Beh per l’intervento non mi dovete nulla, oggi è gratis” e ridiamo tutti e tre.
Lentamente ci rivestiamo, accetto una birretta fresca che sorseggiamo sul terrazzo al fresco, fumando una sigaretta e discorrendo dei figli che studiano all’estero, del tempo, del cane che non ho visto. Mi sembra già impossibile aver appena fatto sesso con entrambi, ma ci scappa qualche simpatica battutina e qualche complimento su ciò che è appena successo.
L’imbarazzo è sparito perché sono entrambi molto simpatici ed alla mano ed è un piacere chiacchierare, ma purtroppo si è fatto tardi. Mario mi stringe la mano e Chiara mi da un bel bacio.
Torno a casa galleggiando.
Non ci siamo più visti ne sentiti, ma da allora ogni volta che mi squilla il telefono spero sia un numero palindromo.
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