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Nino, il nostro nuovo amico


di PiselloneLascivo
25.09.2021    |    6.132    |    0 7.5
"Ti staccasti ansimante, con un denso filo di saliva che legava le tue labbra, come fosse un lungo girocollo di fini perle, a quel bastone di carne..."
... Avevamo così deciso di trascorrere quel fine settimana in un casale del Monferrato, usufruendo della Smartbox che ci era stata regalata.
Quando arrivammo era quasi ora di pranzare. Dall'aia ci dirigemmo verso quello che sembrava essere l'ingresso dell'edificio agreste; tu da una parte, io dall'altra.
Il proprietario non si trovava anche chiamando a gran voce.
Io andai verso il fienile, mentre tu ti addentrasti nell'abitazione, salendo al piano superiore.
Quando udisti ansimare dietro una porta appena accostata la tua curiosità prese il sopravvento...
Spinta impercettibilmente la porta iniziasti a sbirciare...
Quello che doveva essere il proprietario del B&B sedeva, dandoti le spalle. Di fronte a lui un pc trasmetteva un filmato pornografico in cui un uomo vestito forzava una donna semisvestita ad ingoiare il suo pene in piena erezione.
Osservando meglio vedesti una folta barba nera, una camicia a scacchi da boscaiolo, sia ciò che l'uomo seduto scuoteva bruscamente nella sua mano destra...
Era un prominente uccello, riccamente irrorato da grosse vene sporgenti. Alla base un folto pelo ricciuto e corvino ne facevano da cornice.
Non facesti in tempo a mettere insieme i pensieri e scioccarti a quella vista, che l'uomo eruttò per terra un potente ed interminabile fiotto di densa sborra; che spruzzo degno da film hard pensasti! e... che pisellone!
Senza farti udire ti allontanasti rapidamente e dopo poco tornasti all'attacco richiamando la sua attenzione.
Il proprietario, allora, finalmente udito il tuo chiamare, scese le scale sorridendo e ti accolse come se nulla fosse successo.
Io arrivai di lì a breve e ti trovai intenta a porgere il tuo documento ad un signore barbuto sulla cinquantina...
Pranzammo insieme un ottimo pasto cucinato dallo stesso oste e trascorremmo il pomeriggio curiosando fra le vie dei paesini limitrofi.
La sera, mentre si cenava da soli, mi proposi così, all'improvviso, di assecondarti, quella stessa sera, una volta rincasati alla pensione.
Ti amavo con tutto il cuore e mi piaceva moltissimo giocare con te: accettai sorridendoti apertamente.
Io non stavo più nella pelle, non sapevo cosa avessi in mente, ignaro di cosa ti passava per la mente.
Sotto la doccia mi chiamasti, chiedendomi la gentilezza di contattare l'uomo, proprietario del B&B. Nino, questo avevamo scoperto fosse il suo nome.
La doccia non funzionava più, non scendeva più acqua mi dicesti.
"Posso vedere io" ti dissi, senza pensare minimamente alla tua richiesta misteriosa fattami durante la cena.
"Non ora, Amore... puoi farlo dopo! Chiama Nino, per favore, sto gelando!".
Capii cosa volevi... o lo intuii!
Quando il Signor Nino salì lo invitai, fingendomi in imbarazzo, a controllare la doccia. Mi spiaceva per te, dissi, che sembravi essere ancora insaponata e infreddolita.
Una volta che fu entrato ed ebbe accostato la porta, da fuori vi sentii parlottare. Ridacchiavi proprio... "da stupidina".
Aspettai impazientemente qualche minuto e mi decisi con coraggio ad entrare...
Sul tappetino adiacente alla doccia giaceva la mia meravigliosa compagna, inginocchiata e ancora insaponata.
La mia Piccola stava cercando di inghiottire il poderoso cazzo in tiro del padrone, che vestiva ancora con camiciona da boscaiolo e calzoni tirati giù, alle caviglie.
Quest'ultimo provava a forzarti, spingendoti dietro la testa, per inghiottire di più, e più a fondo.
Ti staccasti ansimante, con un denso filo di saliva che legava le tue labbra, come fosse un lungo girocollo di fini perle, a quel bastone di carne.
Contenta mi dicesti: "Oh... Amore... Amore mio... Hai visto com'è gentile il Signor Nino?".
Nino mi guardava sornione quando mi spogliai velocemente e mi unii a vivere con te quell'esperienza così eccitante.
...
Quale sorpresa finale quando vidi venire il villoso piemontese; dal lungo occhio che fendeva la sua larga cappella purpurea sgorgò prima una, poi tante altre, densissime e lattiginose stelle filanti che ricoprirono letteralmente il tuo splendido visino. Oh, che innaffiata, Tesoro!
Avevamo goduto come animali, l'uno dopo l'altro. Ancora sudati ci separammo e ci ripromettemmo di ritornare in quella locanda così amena. Un sincero abbraccio, caro Nino!".
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